venerdì 29 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.64) (Un momento per Te)

Martedì Santo. Giornata piovosa e triste. Perché ogni anno è così... sia che la Pasqua venga alta o bassa la settimana santa si apre come se la natura tutta partecipasse al memoriale santo. E se non fosse per la luce che indugia a dispetto dell'oscurità del cielo si direbbe che è ancora inverno. D'altra parte è il periodo in cui massima dovrebbe essere la meditazione, alto il concentrarsi su ciò che è bene per evitare quello che è male. Una sorta di prevenzione, perché riconciliarsi non è lavare l'animo ma rendere bella l'Anima dopo aver conquistato la consapevolezza della propria miseria. È così che va vissuta la Settimana Santa... astraendosi da quella che è la normale quotidianità, e concentrandosi su punti ben precisi per renderla speciale. È da accogliere come un "momento per Te", per ciò che conta in Te. Una ricerca dell'essenziale, che pur noto a volte si perde. Siamo fragili, e inconsapevoli che l'essenziale è proprio lì, nella Nostra fragilità. E penso a quelle persone che vivono la loro settimana santa, a Chi aspetta una diagnosi o in questi giorni affronta un intervento. Ansia e paura per ciò che non si conosce, ma un'unica certezza che quel momento passerà. Perché tutto passa ed è ritorno all'essenziale. Settimana Santa. Conduce alla Pasqua, festa che pur nello stesso spirito porta ogni volta il Nuovo.

giovedì 28 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.63) (Si muore e si risorge)

Le situazioni a volte si ripetono, così come i ricordi. Già, è inevitabile pensarci perché i capitoli più significativi della mia vita decisero da sé che fossero ambientati nello stesso periodo. La diagnosi in Quaresima, l'intervento di ricostruzione nella settimana dopo Pasqua. In entrambi i casi fu "resurrezione" da ricordare. E pensare che un bel po' di anni prima, un lunedì santo, mi trovavo in ospedale per dare alla luce il mio secondo figlio. Situazioni diverse, stati d'animo totalmente opposti. Piena di gioia per una nuova vita, nel buio dell'angoscia per difendere e tener stretta nel pugno la mia. E il tempo pareva sempre incerto in qualunque situazione, la pioggia faceva la sua comparsa a tratti e le lacrime ne approfittavano per scendere e rigarmi il volto non viste. Una pioggia che non bagna, perché propizia e salvifica. C'è stato pure altro sempre di Pasqua, e non è mancata mai la vicinanza di Dio. Mi tornano in mente le parole di un canto religioso che mi piace molto, c'è speranza ed abbandono. Fiducia piena ed assoluta. "Dio aprirà una via / dove sembra non ci sia; / come opera non so, / ma una nuova via vedrò"... Mi commuovo. Me ne ha aperte di vie il buon Dio, giuste e inaspettate.

mercoledì 27 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.62) (Semplicemente pace

Sono qui, pure a tarda ora per scrivere qualcosa di speciale. Nulla di straordinario, anzi... solo qualche riga in semplicità, una specie di oasi dopo aver fatto il deserto. Domenica delle Palme, una giornata che... per credenti e non... parla di pace. E volano colombe con ramoscelli di ulivo nel becco, e fa bene pensarle ancora così, leggere e pacificatrici. Un peso che si porta dentro pare alleggerirsi. Perché la Pace è una conquista fortemente voluta, e si comincia da sé, dalla pace interiore frutto di gesti semplici e solidali. Non viene chiesto l'impossibile, ma ciò che si può e rende sereni. Proviamo a coltivare Noi stessi la pace, a riportarla in casa, anche a costo di apparenti compromessi. Una metafora. Col cambio di stagione quasi ci siamo, tiriamoli fuori dal chiuso dell'armadio quegli abiti smessi e forse dimenticati, e indossiamoli come fossero nuvole. Sarà tempo giusto speso bene. E vecchi pensieri tra gli altri confusi appariranno straordinariamente leggeri.

martedì 26 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.61) (E sarà un'altra Domenica delle Palme)

Arriverà domani... e sarà un'altra Santa Domenica delle Palme da vivere sempre più intensamente nella sostanza. Mi accorgo che col passare degli anni si diventa più vulnerabili, però di rimando per non crollare ci si fa scudo coi ricordi. Come nella storia condivisa ieri. E per proiettarsi in qualche modo nel futuro, l'unica via o certezza è fidarsi di Dio e in Lui confidare, sempre nel Suo Amore. E domani sarà un'altra Santa Domenica delle Palme... Le Opere dell'Amore. Le opere dell'amore sono sempre opere di pace. Ogni volta che dividerai il tuo amore con gli altri, ti accorgerai della pace che giunge a te e a loro. Dove c'è pace c'è Dio, è così che Dio riversa pace e gioia nei nostri cuori. - Madre Teresa di Calcutta - E occasione sarà per riconciliarsi, grazie al perdono, con la consapevolezza di quanto si è miseri e paurosi, sperando nella misericordia. Col trascorrere dei giorni che portano alla Santa Pasqua dobbiamo accantonare ogni atteggiamento potenzialmente dannoso e ricorrere all'Amore, per impedire al Cuore di chiudersi, per aver fiducia e nutrire speranza. Una sorta di ricarica naturale, che farà bene pure al sistema immunitario e a livello psicologico. Non serve affannarsi... farsi prendere dalla stizza, poco aiuta proiettarsi a lungo nel futuro. Stasera mi limiterò a pensare al domani immediato, ai frutti delle opere di Dio che coglierò e a quanto saprò seminare perché niente vada perso. Preso l'impegno a migliorarmi, sento ogni vuoto colmato, ovvero "intera" dentro e solo questo veramente conta. Penso a domani, un'altra Domenica delle Palme, e la Pace scende in me.

lunedì 25 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.60) (Spiraglio di luce)

Come iniziare il racconto? È una storia troppo bella, ha l'incanto di una favola, la concretezza della speranza. "L’ora più buia è quella che precede il sorgere del sole” - Paulo Coelho - Una citazione che è già di per sé poesia, potrebbe fare da sottotitolo... e allora qualche rigo su... e "Spiraglio di luce" sarà l'inizio della narrazione. Siamo nel 1944, manca poco al termine del secondo conflitto mondiale, ma ancora in molti vivono da sfollati in piccoli borghi o in campagna, ospitati per solidarietà o in cambio di piccoli lavori. Famiglie che ne ospitano altre, lo spazio è quello che è, il cibo non è tanto, ma ci si stringe e si condivide perché si sa, quando è guerra, già è una fortuna sopravvivere. In un piccolo paese di montagna succede che la mamma di sei piccoli è in procinto di dare alla luce la sua sesta creatura. È inverno, un inverno di quelli come una volta, con tanto freddo e molta neve. I paesini restavano isolati per giorni e giorni... La mamma è preoccupata, ma ha fede nel buon Dio, non l'abbandonerà. Cominciano le doglie, un posto idoneo ad accogliere in tranquillità la nuova piccola vita non c'è... come fare? E l'ostetrica... l'ostetrica con tutta quella neve arriverà in tempo? Intanto bisogna chiamarla, ed è già un bel problema. Keep a calm, direbbe oggi qualcuno, quella volta bastarono i sorrisi e le rassicurazioni delle belle persone del luogo a far sì che ogni ostacolo non fosse più tale. Così una stalla fu rassettata, una mangiatoia ripulita e fatta culla, e l'ostetrica? Avvisata e accompagnata pur con difficoltà a destinazione. - Per favore però prima di mettermi all'opera ho bisogno di mangiare. Con tutto questo freddo arrivare fin qui mi ha tolto le forze. Una frittata di cinque uova potrà bastare. Uova e fuoco non mancavano e la frittata fu subito pronta mentre il travaglio della nascita continuava. Arrivò il momento, fuori era freddo ma quanto calore intorno a quella mamma. Pur in una stalla, come Gesù Bambino, venne alla luce una bella bambina. Nei giorni a venire fu un gran procedere di gente. Non erano pastori, né furono Re Magi ma ognuno portò qualcosa alla bambina nata come il figlio di Dio. Carnagione rosea e bocca a cuoricino, per i sei fratellini fu gioia grande, una bambola viva che fece dimenticare i disagi di quel duro e lungo periodo lontano da casa. Sono trascorsi 80 anni da quel febbraio 1944, Antonia mi ha affidato la sua storia, da condividere e poi custodire. - Mi reputo fortunata, sono nata circondata dall'amore, un sentimento che sento forte anche oggi che vivo questo momento. Coccole e presenza non mi mancano, poi ho incontrato te e siamo in sintonia... che cosa posso desiderare di più? Spiraglio di luce. Perfetto. Un titolo migliore non avrei potuto trovare.

domenica 24 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.59) (Non ho nulla ma ho tutto l'oro del mondo)

È un attimo, se si è affini lo si comprende subito, da poche parole e anche no, pure solo dallo sguardo. Nasce così la sintonia, quando si hanno le stesse note dentro. E anche nella fragilità ci si scoprirà tanto preziosi per ricchezza interiore e risorse condivisibili. Gli animi in sintonia procedono così, fragili e preziosi. Si vengono incontro e poi si mettono l'uno a fianco dell'altro, e in silenzio condividono un tratto di strada, che si spera porti al sicuro Gli animi in sintonia si scambiano affettuosità senza nemmeno sfiorarsi, sguardi d'intesa e complicità come di Chi unisce forze e risorse E i momenti bui vissuti intensamente insieme, aspettando speranzosi il primo chiarore del nuovo giorno. Oggi una mattinata a tutta melodia, così può essere quando pur inconsapevolmente si hanno le stesse note dentro che permettono di accogliere ed essere accolti. Ed io ho accolto una storia bella, che pare una favola. E straordinario è che mentre ascoltavo mi figuravo i personaggi, gli ambienti e lo scenario... La mia storia... sembra incredibile, andrebbe scritta. La scrivo io, se vuoi, se lo permetti... Ho replicato così a quella che mi è parsa una tacita richiesta. Davvero lo faresti...? Per me sarebbe un regalo grande. Un regalo che a me non costa, parole scelte come cura e delicata carezza. Come "accordare" uguali strumenti durante brevi o lunghe pause cui seguono improvvise, vivaci riprese. Una promessa poi da mantenere, perché se ogni promessa è debito non si può mancare. Così è stato un motivo che non mi ha abbandonato per tutto il giorno. Compagnia, conforto e motivazione.

sabato 23 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.58) (Quando la Vita non le manda a dire...)

Merito o responsabilità dei gattini che hanno allargato la mia famiglia, poiché si divertono a saltare, travolgere, buttar giù tutto ciò che si para loro davanti, sto risistemando casa. Piani, ripiani e superfici... tutto libero da oggetti che andranno riposti all'interno di vetrine, che a loro volta necessitavano di spazi liberi per poter accoglierli. E così ho fatto... selezionato, spolverato, ricollocato con buona pace di Dio. Oggi in particolare, asciugando un bicchierino da liquore ho visto in controluce una lesione appena accennata. Senza pensarci, quasi istintivamente l'ho gettato nella pattumiera, poi ho ricordato quello che scrissi anni fa... Lei era talmente legata alle cose che difficilmente si sbarazzava persino dei cocci rotti. Poi fu il tempo del "primo step" di consapevolezza, e realizzò quanto fosse stata sbagliata in quel senso. Infatti prima di allora non tollerava la vista di alcuno spazio vuoto sulla mensola. Così ogni volta che una tazzina si rompeva, ne incollava i cocci solo per riportarla dove era. Che assurdità... Coi fatti della sua vita faceva lo stesso, e alla fine se guardava indietro, ciò che vedeva era tutta una lesione. Ma le capitò di vivere un'avventura, di quelle che non si sa mai come vada a finire. Le si stampò addosso. Sarebbe stata la chiave di volta della sua inquietudine e dei giorni a venire. E finalmente si ritrovò. Aveva compreso che occorre spazio per accogliere il "nuovo", ché dia calore all'anima e colori i pensieri.