martedì 10 agosto 2010

Questa piccolina di cinque mesi conquistò il mio cuore ma non mi prese la mente. In effetti riportò un po' di gioia in famiglia ed io ripresi a sorridere anche se stentatamente, però erano sempre piu' frequenti i momenti in cui mi isolavo col pensiero mentre la mano, ormai non solo di notte correva su quel"bozzo"a toccarlo, esplorarlo e il cuore era sempre in gola, testimone di una paura crescente. Maledetta paura! Quante volte mi ha fatto sbagliare anche in precedenza, ma ora no, non era il caso: ero consapevole di non dover perder tempo, eppure ero come paralizzata, vedevo la via da seguire, ma non riuscivo a muovermi. Occorreva una spinta. Intanto anche i miei figli notavano che il disagio in cui ero mi opprimeva e alla fine Valeria, la maggiore con la determinazione che è propria del suo carattere e con l'amore che solo un figlio può provare, decise che si era aspettato abbastanza e che bisognava darsi da fare. Intimidita da tanta forza, provando quasi vergogna di me stessa, mi lasciavo trascinare senza volontà e decisione: un tronco su un corso d'acqua in discesa.

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