sabato 25 settembre 2010

Il pavimento del corridoio era bagnato ed esitai ad uscire dalla stanza per non rovinare il lavoro altrui; guardai in fondo e Dina, l'operatrice delle pulizie aveva quasi terminato. Dovevo andare da mio padre, alla N. 3 ma preferii aspettare. "Uè, cià (leggi: ciao ), che fai qua?", era il saluto che due volte al giorno, sempre lo stesso mi rivolgeva Dina; in quel momento vedendomi titubante ci aggiunse anche: "meh, mo' puoi pure passà". Con l' andatura ondeggiante e il fare pacioso era una gran simpatica e la sua presenza in reparto scandiva le prime ore del mattino e quelle del pomeriggio, in modo che, guardando lei si aveva l'idea precisa dell'ora esatta. Erano quindi poco più le nove del mattino quando , calpestando il pavimento lucidato "a specchio", arrivai nella stanza di mio padre. Andava migliorando rapidamente, lo si notava dall'aspetto e dal fatto che stava riprendendo le fattezze di eterno insofferente. "Sta proprio meglio!" dissi tra me e mi consolai al pensiero che almeno per lui il peggio era passato. Dopo la morte della mamma era rimasto come unico riferimento, legame importante tra il passato con le nostre radici e il futuro con le logiche aspettative: avremmo voluto, se fosse stato possibile fargli dono di una longevità tale da poterci sentire anche noi quasi immortali, in altre e semplici parole avremmo volentieri fermato il tempo. All'ora di visita, quando eravamo tutti ci fermavamo in quella stanza N. 3, e sembrava di essere a casa, la sera della domenica quando ci ritrovavamo a parlare, a confrontarci, a condividere tutto ciò che era successo durante la settimana. Quel clima familiare che si ricreava era un motivo in più per me di serenità e distensione, mi dava sicurezza e alimentava la mia voglia di vivere. Come quando cominci ad assaporare qualcosa di molto dolce , ti accorgi che ti piace tanto e ti convinci che non vuoi rinunciarci.

2 commenti:

  1. ciao Mary, grazie per il tuo commento!
    come al solito i tuoi racconti sono sempre molto emozionanti, mi piace moltissimo il rapporto con tuo papà, sai, io non ho più i miei genitori, ed è vero quello che dici loro sono un legame importante con il nostro passato...
    con affetto
    Patrizia

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  2. Patrizia cara, il rapporto con mio padre è ora molto bello, anche se per arrivare ad essere tale ha avuto un percorso particolare. Lui è stato un papà molto onesto, ma severo, poco propenso agli slanci affettivi: di questo io ho sentito fortemente la mancanza, ma amandolo molto con il passare degli anni mi sono adeguata e quando l'età me lo ha consentito mi sono messa a suo livello stabilendo educatamente un certo rapporto. Ciao e grazie sempre.

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