martedì 7 settembre 2010

Quando per motivi contingenti mi ritrovo a pensare a tutti gli ostacoli incontrati in questo mio cammino, anche se mi sento sfiduciata e mi sembra di combattere a vuoto perchè mi sono imbattuta in un altro che credo ancora più grosso, mi scopro dentro una forza tutta nuova, una specie di rinascita che fa sì che io consideri tutto ciò che di difficile è passato come una pratica evasa, da archiviare ma non da dimenticare, pronta a sbrigarne subito un'altra con lo stesso impegno e ostinazione. E se è vero, come diceva il "divin poeta", che "non c'è maggior dolor che ricordare i tempi felici nella miseria", è pur altrettanto vero che quando la miseria non è tutta trascorsa è una grande gioia ricordare i dolori che l' hanno accompagnata per poter vivere quelli rimasti con forza, nella convinzione che non potranno mai essere più grandi di quelli precedenti. E così si continua ad...andare avanti. Queste mie considerazioni che potrebbero sembrare farneticazioni di una mente delirante, fanno altresì parte di un piano strategico per combattere una guerra che altrimenti sarebbe da pensare persa in partenza tanto è dura ed imprevedibile.
L' inizio della mia battaglia è tutto chiuso in quel grigio mattino di marzo, quando chiudendomi alle spalle la porta di casa, andavo in ospedale a dichiarar guerra al mio unico nemico: il cancro. Varcai la soglia dell'edificio e con passo spedito mi avviai agli ascensori; mio marito ed io entrammo in uno di essi, prememmo il tasto del IV piano: Chirurgia Generale. ERA FATTA! In quel momento ebbi la chiara convinzione che non sarei più tornata indietro, non solo perchè non potevo, ma soprattutto perchè non volevo. Così continuavo a...credere in me stessa.

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