lunedì 27 settembre 2010

Questo titolo se lo guadagnò da subito Rosaria, fin dal mattino successivo quando a mamma Ripalta bastò aprire gli occhi e dire: "Chissà, forse mi alzo!" che lei era già là, ai piedi del letto con le ciabatte in mano, e poi: "Me la prendo o no la protezione per lo stomaco?" subito Rosaria pronta a porgerle il bicchiere dell'acqua. Anche lei aveva alle spalle un vissuto doloroso; a ventiquattro anni aveva subito un intervento che le avrebbe negato la gioia di diventare madre e le era rimasta questa aspirazione in sospeso così che anche ora che ne aveva settantadue sentiva il bisogno di avere qualcuno da accudire. Un po' mamma, un po' figlia quindi ma comunque una persona molto buona dai sentimenti semplici e genuini.
Era ormai arrivato il venerdì, giorno fissato per la R.M. E' inutile nascondere che avevo timore di questo esame, non sapevo come si sarebbe svolto e chissà quale altra sorpresa mi avrebbe riservato. Cercavo di osservare e analizzare il tutto con lucida freddezza. Poi mi dicevo: "Ma è a me che sta capitando tutto ciò??! Non è possibile!" Eppure era vero. Forse non ero più tanto preoccupata... o non lo ero abbastanza? A tratti mi consideravo un' emerita incosciente, convinta di sottovalutare la situazione e le eventuali conseguenze. Una cosa però era certa che nei momenti di serenità e di quiete riuscivo anche a vedere i lati positivi di quell' "accidente": la mia vita stava cambiando, anzi era già cambiata e in meglio, mi sentivo circondata da tanto amore e finalmente capivo che avevo ancora tanto da donare perchè in realtà non si finisce mai di farlo. Sentivo di amare tutti, ma proprio tutti, la mia famiglia  ma anche quelli che andavo conoscendo man mano: mi facevan dono della loro esistenza e nello stesso tempo motivavano la mia. Amavo tutti incondizionatamente.

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