mercoledì 29 settembre 2010

Sorridendo, la dottoressa D. mi guardò e disse: " Purtroppo non basta. Se sapessimo che  non fare determinate cose impedisce a qualcuno di ammalarsi, saremmo già sulla strada per sconfiggere definitivamente il cancro. Ma non è così." Incoraggiata da quel sorriso, proseguii: "Il mio grande errore è stato quello di non aver mai fatto nessun controllo per la prevenzione. Ora sto pagando tutto a caro prezzo." "Il passato è passato e non bisogna guardarsi indietro; non servono i sensi di colpa perchè porterebbero solo a deprimersi, occorre  andare avanti ." Mi pose qualche altra domanda riguardo l'anamnesi e poi insieme scendemmo giù per la risonanza; lei avrebbe assistito all'esame e questa cosa mi fece oltremodo piacere. Indossato il camice verde, entrai nella sala dell'esame dove mi sistemarono l'ago nel braccio per l'infusione del liquido di contrasto, poi in posizione prona, con le mammelle introdotte in due fori, fui posta all'interno di un cilindro che scorreva su un binario, almeno così mi pareva. L'esame ebbe inizio: un soffio che pareva brezza alternava correnti fresche e tiepide che percorrevano i miei seni quasi accarezzandoli,mentre un rumore fatto di frequenze alternate molto diverse fra loro disturbava quella sensazione che avrebbe potuto essere anche piacevole. La posizione prona su un piano metallico non certo morbido, ben presto mi fece provar dolore alle costole, e i piedi a un certo punto non sapevo più come tenerli. Pensavo. " Speriamo che finisca presto! " ma il tempo sembrava interminabile. Sarà durato più o meno quarantacinque minuti, poi finalmente quel tubo si fermò. Scesi e mi sentii con la testa confusa, come in stato di semitorpore, colpa anche degli antistaminici che mi avevano somministrato per eventuali reazioni allergiche. Mi rivestii e, sempre accompagnata dalla dottoressa D. risalimmo in reparto. "Dottoressa, ditemi la verità: sono inguaiata? " "Niente affatto. La risonanza ha rivelato a destra quello che conosciamo già, ma a sinistra ci sarebbe un solo nodulo e anche benigno, quindi la situazione non è così grave come si pensava. Puoi stare tranquilla." Tranquilla, certo ero tranquilla, ma ora che cosa sarebbe successo? Le carte si rimescolavano ancora, e non ero poi tanto sicura di trovare il jolly che mi avrebbe aiutato a vincere la partita.

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