sabato 9 ottobre 2010

Aveva ancora un bel viso Iole, un incarnato chiaro, solo qualche ruga; da giovane doveva esser stata proprio una bella donna. Con la sua famiglia aveva gestito un cappellificio, specializzato in modelli per donna e lei spesso, indossandoli aveva fatto da modella. Andava fiera di ciò insieme con il fatto che aveva tenuto a mantenere la sua indipendenza non sposandosi. Ora, è vero, era sola ma tutto sommato non aveva rimpianti: moderna, orgogliosa, e data la situazione in cui si trovava anche molto coraggiosa. Iole veniva nella nostra stanza tutti i pomeriggi: " Si può? " esordiva bussando alla porta, entrava, si sedeva e guardava la telenovela del momento. A mamma Ripalta questo non andava tanto a genio perchè alla stessa ora lei voleva vedere " ...a Caterina ", ossia la trasmissione condotta dalla presentatrice che portava quel nome, però per dovere di ospitalità cedeva e...protestava dopo. A modo nostro, in questo nostro piccolo mondo eravamo in armonia, non c'era chiusura di sorta ed era bello constatare come bastasse solo un piccolo approccio per dare inizio a un  un legame più profondo.
A me invece non bastava la pazienza; dopo tre giorni di esami, lastre e controlli, e altri cinque trascorsi in vacanza a pensione completa,  non avevo ancora capito quale sarebbe stata la mia sorte. Finalmente, ero sveglia da poco, quando con il buongiorno mi arrivò la notizia che avrei dovuto sottopormi a un altro esame, il  Mammotom; con questo probabilmente si sarebbe stabilita definitivamente la natura di quel nodulino al seno sinistro che nessuno riusciva a sentire sotto le mani. Ma che strano suono,duro aveva quella parola: mammotom! Faceva paura quasi quanto la malattia. Intanto quella mattina mi aspettava anche la visita dell'oncologo. Quante novità in una sola volta! Bene, le avrei affrontate tutte perchè volevo andare avanti.

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