mercoledì 6 ottobre 2010

Chiusa la parentesi di forte emozione si continua ad... andare a ritroso per ricordare momenti pur belli vissuti in un contesto non facile d'ansia, e questo fa sì , insieme ad altro, che si possa continuare ad... andare avanti.
Quella domenica mattina dunque, alle nove meno cinque mamma Ripalta, Rosaria, Lucia ed io eravamo nell'ascensore che ci avrebbe portato al piano terra verso la cappella. Eravamo vestite a festa, si fa per dire, con quello che offriva il guardaroba da ospedale, un pigiama pulito sotto la solita vestaglia, ciabatte ben spazzolate e calzini bianchi immacolati. Così " le quattro dell'Ave Maria ", è proprio il caso di dirlo, l'una accanto all'altra si posero a sedere in uno dei banchi della cappella in attesa di ascoltare la Santa Messa. Era quella la IV domenica di Quaresima e tra un po' sarebbe stata Pasqua. Dio, com'era volato il tempo!  e quest'anno vivevo anch'io la mia piccola Quaresima di penitenza e dolore in attesa della Resurrezione. Non c'è vita senza morte ed io morivo a tutto ciò che di me era stato precedentemente per poter vivere in maniera rinnovata dopo che tutto fosse passato. Questo pensavo mentre il sacerdote dava inizio al rito d'ingresso in quella cappellina tutta bianca, nascosta alla luce eppure di una luminosità...! Si era arrivati al Vangelo, alla lettura della parabola del figliuol prodigo e mi sentii profondamente toccata da quelle parole: anche io in un momento di grande vulnerabilità,  ero nella casa del padre,  ai suoi piedi a chiedere pietà, conforto e aiuto ed Egli mi accoglieva a braccia aperte. Mi sentivo così serena! Che grande sensazione di dolcezza e nello stesso tempo di fiducia in Dio che mi era accanto e mi aiutava!
Al termine della Messa risalimmo in reparto e rientrammo in camera, poi tutta la giornata trascorse tra mille dolcezze, le visite dei parenti e degli amici, i " sospiri " (dolcetti tutti bianchi glassati ) di mio marito, la crostata alla crema di mia sorella Franca, le " zeppole " beneventane di Domenico, fidanzato di mia nipote Simona. Non c'è che dire, ne avevamo abbastanza per banchettare a lungo noi e per offrire anche agli altri.
Nel primo pomeriggio di quella bella domenica venne a trovarmi anche Padre Paolino, un frate della mia parrocchia. E' Padre Paolino un religioso particolarmente carismatico che conquista tutti con la semplicità delle sue parole,comprensibili dalla prima all'ultima, e che ha la capacità di infondere calma e serenità nell'animo più turbato. Io avevo chiesto di lui e lui era venuto da me, mi aveva confortato esortandomi a confidare in Dio che tutto può, e poi con il suo costante sorriso quanta tranquillità mi aveva donato!
Una pausa per prendere respiro, un momento di riflessione su ciò che è davvero importante, una "dolce " giornata in cui tutto sembrò meno grigio e più " rosa ".

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