domenica 21 novembre 2010

Nella stanza eravamo rimaste sole, Valeria ed io; dopo l'infusione degli antistaminici e antiemetici arrivò la temibile " rossa", l'epirubicina, un potentissimo antibiotico che doveva scender giù per la vena molto lentamente. Alzai gli occhi, fissai per un attimo quel liquido rosso, distolsi lo sguardo con un senso di repulsione; cercai di rilassarmi, chiusi persino gli occhi, "Mamma, che c'è? Non ti senti bene?" "No, no, cerco di non pensare e di riposare nello stesso tempo." Sentivo il farmaco scivolare all'interno del mio corpo con una sensazione di bruciore diffuso mentre le estremità diventavano sempre più fredde. Rabbrividii. "Ah, beh! Sei arrivata al gingerino." A parlare era stato Orlando, l'ausiliario dalla flemma sorniona, affacciandosi alla porta, "Sei a buon punto, fra poco finisci." Meno male, pensai. Però, che strano!Dopo tutto non mi sentivo tanto diversa da prima; avevo sempre considerato la chemio una specie di veleno potentissimo dall'effetto immediato, mah! Ora dovevo ricredermi, ben felice di poterlo fare. Terminò pure la "rossa", restava solo una flebo per il "lavaggio" della vena. Marta venne a sedersi accanto. "Che dici, Marta, potrei vomitare?" "Vedi, attraverso le flebo ti sono stati già infusi degli antiemetici, non dovresti." Poi estraendomi l'ago dalla vena, "Tu come hai fatto le gravidanze? Vomitavi? Vomitavi spesso?" Veramente a volte vomitavo, ma molto raramente" " Con la chemioterapia potrebbe essere  lo stesso; poi cerca di mangiare asciutto, con poco condimento ed evita gli odori forti." Mi ricordai che quando aspettavo Valeria per limitare la nausea mangiavo patate lesse condite con olio e sale, avrei fatto lo stesso ora, poi avrei detto ai miei uomini di versare nello scarico del lavandino quei loro orrendi dopobarba  che davano la nausea già in tempo normale. Dai, sì ce l'avrei fatta! In quel momento non mi sentivo poi tanto male e con qualche precauzione sarei riuscita a passare indenne anche quei prossimi giorni, attendendo la bonaccia che mi avrebbe portato fino al prossimo ciclo.

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