venerdì 3 dicembre 2010

  Gli occhi non si volevano aprire, le palpebre grevi e le tempie pulsanti mi impedivano di svegliarmi al nuovo giorno. Dovevo reagire  e cercai di alzarmi, ma fu come se qualcuno, tenendomi un pugno sullo stomaco, volesse spingermi indietro, ed io senza forze mi lasciai andare sul letto. Ma che cosa stava succedendo? Mi ero coricata che stavo bene, o almeno credevo, ed ora non ce la facevo a muovere un dito. Feci uno sforzo e riuscii a sedermi. Il pugno sullo stomaco era salito fino in gola, le orecchie erano tappate e tutto mi girava intorno; possibile??! Il giorno prima, a 24 ore dalla chemio filava tutto liscio, e adesso ero uno straccio strizzato. Restai ancora un po' a letto, la fiacca era davvero grande, ma NON VOLEVO ARRENDERMI: le mie giornate dovevano essere uguali a prima, magari un tantino lente, ma mai e poi mai sarei stata senza far niente, non ero mica "malata"? Eh già, perchè io malata non mi sentivo affatto; la mia logica funzionava come quella di un bambino che dice di essere malato solo quando ha la febbre, la febbre non l'avevo e quindi nessuno poteva chiamarmi "malata", nemmeno io stessa. Quando fui in piedi mi resi conto che la nausea mi sarebbe stata compagna fin troppo fedele per tutto il giorno; mi dava il voltastomaco persino lo spostamento d'aria che procuravo muovendomi, senza parlare dell'odore della mia pelle... Sarebbe stata dura, una bella impresa arrivare fino a sera! Comunque non mi sgomentai: NON VOLEVO ARRENDERMI. C'era il bucato da stendere, così andai sul balcone: la brezza primaverile e l'odore di erba appena tagliata mi fecero aumentare la nausea. Mamma mia, che cosa sarebbe successo allora col cibo? La risposta mi arrivò non appena aprii il frigorifero, dovetti richiuderlo all'istante come se all'interno avessi visto un mostro. Inutile andare avanti: non dichiaravo resa ma mi concedevo una tregua per chiamare a raccolta tutte le mie forze e continuare la battaglia. Era meglio tornarsene a letto e cercare di dormire il più possibile; feci così, mi coricai e ai piedi del letto si accucciò Beauty,piccola sentinella a vegliare il mio riposo.

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