martedì 4 gennaio 2011

Di queste persone speciali ho già parlato sottolineando le loro peculiarità con una definizione che sintetizza il loro "essere persona" nel senso pieno della parola. Fino ad ora, però ho trascurato Grazia, l'infermiera che ho conosciuto proprio in occasione della seconda chemio. Se Marta è stata la mia "forza rassicurante" e Dora la "vivacità accogliente", Grazia, per il senso di pace e di tranquillità che da subito mi ha infuso, voglio definirla dalla "paciosa maternità" e così portarmela nel cuore. Quando mi teneva compagnia durante le infusioni dimenticavo il perchè ero lì e che cosa stavo facendo; mi parlava della sua famiglia, dei figli. Ricordo, quanta serenità nel sentire anche del suo cane che preferiva un tipo di biscotti che però mangiava solo dopo averli "visti rotolare" fino  alle zampe. E poi le premure, e il discorrere pacato, a volte intervallato anche da qualche nota comica, e ancora il suo esclamare "No, non posso guardare!" girandosi di lato, mentre Marta, novella Indiana Jones, andava alla ricerca della "vena perduta". Quanta umanità nell'essere semplice, nel mettersi a nudo condividendo la propria vulnerabilità con la mia, sfociante in un unico comune sentire. Racconto e rivivo in questo modo le emozioni, le sento forti come allora e mi piacciono, a pelle, mi fanno venire ancora i brividi. Come afferma Eckhart Tolle, autore del libro "Il potere di Adesso", una guida all'illuminazione Spirituale, "L'emozione nasce nel punto d'incontro fra corpo e mente. E' la reazione del corpo alla mente o, si potrebbe dire, un riflesso della mente nel corpo." Ed è proprio così, saper dare ascolto alle emozioni porta ad una completezza del vivere che fa star bene soprattutto con se stessi, ma non trascura nemmeno il rapporto con gli altri.

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