martedì 4 gennaio 2011

Quella mattina conobbi anche Donata, una donna più anziana di me, già mastectomizzata, era lì per l'infusione dello ZOMETA a causa di metastasi ossee. Sicuramente molto emotiva, col suo muoversi a scatti manifestava un malcelato nervosismo; non riusciva neanche a sistemarsi sulla poltrona, pur essendo una veterana, quasi fosse la prima volta che le veniva attaccata una flebo di quel genere. A Donata non andava di parlare, ma poi, forse le feci tenerezza, capì che per me la strada era ancora lunga e cominciò... Parlò di sè, del suo "seno ballerino" a causa di un tumore strano, simile ad una mastite (carcinoma infiammatorio?) che le aveva dato febbre e tanto dolore, la sofferenza dell'intervento e della terapia ed altro ancora. Ogni tanto azzardava anche dello spirito, delle battute, però lasciando intendere sempre un po' d'amarezza. "Aprite la finestra, mi fa male lo stomaco,"disse ad un certo punto, "anzi portatemi un sacchetto." Accorse Dora. "Hai da vomitare? E' strano lo ZOMETA non fa vomitare. Ma cosa hai mangiato?" E intanto lei impallidiva. Dora mi guardò. "Vuoi che metta il paravento? Perchè in questo posto basta che comincia a vomitare uno..." "No, non ti preoccupare, non sono impressionabile e poi non vomito tanto facilmente." "Sicuro...?" Non fece in tempo a sentire la mia seconda rassicurazione che Donata cominciò a dare di stomaco. Mia figlia fu fatta uscire dalla stanza ed arrivò il dottor Antonio. Presto la situazione si normalizzò; in effetti quella reazione era da attribuire più al suo stato emotivo che al farmaco e non ci mise molto a sentirsi meglio. Valeria,di nuovo nella camera, dopo che Donata fu andata via, diede allora in un'esternazione che avremmo ricordato a breve e per lungo tempo come comica stonatura di un accorato melodramma.

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