giovedì 17 febbraio 2011

"Mamma, per favore questa volta non fare di testa tua, non pranzare! E se i crampi sono troppo forti al limite mangia una fettina di pane arrostito condito con un po' d'olio e nient'altro. Poi siediti al divano e non ti muovere fino a stasera, per piacere!" Le parole di Valeria suonarono come un diktat ma riconoscendone la validità del fine non mi restò altro da fare che soccombere. Mangiai il pane e andai a sedere al divano, mi ritagliavo un pomeriggio di vacanza... forse forse avrei approfittato per fare qualche telefonata rimandata da tempo, per leggere, o magari semplicemente per non far niente e... dormire! Non dovevo sprecare energie, mi servivano tutte, il matrimonio era tre giorni dopo ed assolutamente dovevo essere un'invitata come gli altri. Era giugno e il caldo cominciava a farsi sentire... Che sete!  Anche la chemio ne era responsabile, mi aveva dato sempre l'arsura. Chissà... bere un sorso?! Ma di che poi? L'acqua era la soluzione migliore, ma avevo anche voglia di qualcosa di dolce ma non troppo... niente succo alla pera, allora, però un tè l'avrei gradito, bello fresco ma da sorseggiare piano per tener lontano lo "tsunami". Il pomeriggio cominciò a scivolare lentamente... io al divano e la piccola Biù Biù sulle ginocchia... Francesco al computer e dalla cucina lo sfaccendare di Valeria. Sonnecchiavo a tratti, mi sentivo stanca, davvero tanto, ma protetta come in un nido e poi lo stomaco... che bello! Taceva. Riuscii a superare il giro di boa dell'ora fatidica: non era successo niente e tranquillamente la giornata volgeva verso la sera. Non mi sembrava vero. Alla luce di quello che avevo vissuto le volte precedenti, in quel momento mi sentivo felice, non solo contenta, perchè di felicità si può parlare quando si vince una battaglia come questa che si credeva persa in partenza.

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