lunedì 21 febbraio 2011

Ogni giorno mi sento più forte, pronta ad affrontare eventuali nuove sfide che la malattia possa lanciarmi ancora, sono serena, ma... A volte mi chiedo perchè nel mio caso la serenità non sia a "largo spettro", non funzioni cioè anche per le altre problematiche non riguardanti ciò che mi è capitato; riesco a gestire i pensieri, l'ansia e persino la paura di non farcela e morire, ma quando sono i figli, mio marito ad essere in difficoltà cade tutta la mia sicurezza. Sin dall'inizio il conforto maggiore l'ho avuto pensando che "per fortuna" il tumore era venuto a me, se fosse capitato ad uno di loro, certamente non ce l'avrei fatta ad essere sempre positiva e sarebbe stato un grave danno e non solo per me. Proprio oggi mio figlio, guardandomi i capelli un tempo solo leggermente ondulati ed ora così ricci, mi ha detto: "I miei capelli, mamma, sono come erano i tuoi, sono sicuro che se facessi la chemio anch'io rinascerebbero come li hai tu ora. " "Per favore, Francesco... non dire altro!" E mi son sentita gelare il sangue perchè trovavo intollerabile persino un discorso fatto per assurdo.
Per quel che mi riguarda ho cercato di proteggerli dalla mia malattia, che non avessero a soffrire più del necessario e per questo ho reagito in fretta, dipendeva solo da me, altro no, me ne sfugge ora il controllo e l'ansia domina le situazioni. Un anno fa ad una diagnosi era sopraggiunto lo sgomento seguito dalla rabbia, tanta, ma ero riuscita con la forza della volontà a trasformarla in grinta e determinazione, adesso nelle nostre esistenze parallele la rabbia c'è sempre ma non si evolve, è statica e porta all'impaludamento delle situazioni. Che stanchezza! Ma si può anzi si deve continuare ad... aver fiducia che qualcosa cambi, a combattere con ostinazione per essere artefici di tale cambiamento, senza mai perdersi d'animo, stringendo i denti e guardando sempre avanti: prima o poi qualcosa succederà.

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