giovedì 17 marzo 2011

Alla fine delle scale ebbi la netta sensazione di aver dimenticato qualcosa. Da sempre era stata mia abitudine quando mi allontanavo da casa ricrearmi l'ambiente, ho un'indole da gatto domestico, abitudinaria, legata alle sue cose e non avvezza ai facili cambiamenti. Anche in quell'occasione di spostamento forzato non ero stata proprio minimalista e così mi ero ritrovata senza accorgermene non solo con il borsone, ma con varie buste contenenti "cose per me indispensabili". Allora, che cosa stavo dimenticando? Mah! Non mi veniva proprio. Ero già entrata in macchina che mi venne un lampo. Il cappellino! Lo avevo lasciato in camera da letto sul famoso comò; non potevo andare in ospedale senza cappellino, come avrei fatto una volta tolta la parrucca? "Devo tornare a casa immediatamente!" "Perchè? Che cosa è successo?" Non risposi nemmeno che ero già di nuovo su per le scale, veloce perchè  le otto erano passate da un po' e m'era stato detto di presentarmi presto. Beh, ma anche le otto e mezza, dopo tutto non sarebbe stato tardi:  faccio presto... due minuti e sono subito giù!
Finalmente provvista di ogni accessorio e supporto arrivai in ospedale, al quarto piano, mi presentai dalla caposala con in mano la lettera del dottor C. "No, tenetela pure. Dovete aspettare un po' perchè oggi con l'inizio del periodo estivo sono cambiate le disposizioni." Non capivo cosa avesse voluto dire... cambiate le disposizioni, ma io avevo una lettera che predisponeva al ricovero... o no? Cominciò a serpeggiare l'agitazione, poi decisi di fare training autogeno e quella stessa restò solo a mio marito che prese a misurare il pavimento a grandi passi facendo su e giù con la faccia sempre più scura. Arrivò la dottoressa D.e disse qualcosa ma poi cominciò ad essere agitata pure lei. Ma insomma quali fossero queste nuove disposizioni per il periodo estivo non era lecito sapere visto che ci venivano dette mezze frasi avvolte nel mistero. "Se oggi non ti ricoverano faccio un pandemonio!" Sbottò il compagno della mia vita, ed intanto io, prevedendo un'attesa ancora più lunga, andai a sedermi nello spazio al centro del quale troneggiava la statua dell'Immacolata Concezione.

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