venerdì 1 aprile 2011

"Dillo tu alla signora perchè se mai lo dico io posso anche non essere creduto. E' vero che hai perso tutti i capelli? E ora, signora, vedete a meno di un anno che capelli sono venuti fuori ed ha fatto la stessa terapia che farete voi!" Un'altra storia, un altro percorso che oggi ha avuto inizio e la protagonista è una donna di 46 anni, dallo sguardo smarrito e con un sorriso stretto sulle labbra. "Ciao, come ti chiami?" "Carmela." E poi ha cominciato a parlare, a fare domande perchè sapeva di essere capita, che di me poteva fidarsi. Noi , incappati nel cancro, ci capiamo subito, al volo solo guardandoci negli occhi e non occorre parlare; scatta poi immediatamente un meccanismo di difesa che porta a proteggersi l'uno con l'altro, un mondo a parte che riesce ad integrarsi con l'altro proprio perchè acquista una sua autonomia e va da sè come vita parallela. "A me quello che secca non è tanto fare la terapia, sopportare qualche disturbo, ma è il fatto di perdere i capelli, mi scoccia proprio." "Hai ragione, anche per me era lo stesso, ma poi è sì arrivato quel momento ma è anche passato come puoi ben vedere, poi, dai ci sono le parrucche! Anzi quando ci vedremo la prossima volta ti porterò le mie, ne ho una che ti starebbe benissimo." "Dici che di questa terapia allora mi posso fidare e come ti senti appena la fai?" Le ho risposto come mi era stato detto tante volte, "E' tutta questione di testa! Se riuscirai a pensare che ogni volta sono bastonate per il tuo tumore, quello che puoi provare tu sarà non dico impercettibile ma quasi, per questo non c'è una reazione uguale per tutti, è una questione di testa e basta." E' arrivata Grazia, "Scusate... signora venite, vi prendo il peso e l'altezza e poi tornate qui, a parlare con Maria." Intanto in fondo al corridoio, dallo studio medico arrivavano insieme con Dora, il marito e la madre di Carmela, il primo con gli occhi più che lucidi, la seconda con un atteggiamento ostentatamente sereno, troppo di chi deve esserlo per forza perchè deve darla la forza. "E perchè stai tu così ora? Io cerco di farmi coraggio e tu che fai?" Ma come poter dar torto a quell'uomo? Ho riconosciuto nell'impaccio dei movimenti, nel modo di stringere tra le mani alcuni fogli, dalla tensione del volto l'atteggiamento del compagno della mia  vita quell'8 marzo di un anno fa.

Nessun commento:

Posta un commento