lunedì 21 marzo 2011

Ho già fatto nota in altre occasioni di come il Signore abbia posto sempre sulla mia strada le persone giuste al momento giusto, Luigia, questo il nome della nuova compagna di stanza, rientra a giusto merito tra di loro, poichè tanto affine a me ci ritrovammo in immediata sintonia.
Al momento del ricovero avevo quindi indossato la mia tuta azzurra e avevo tenuto la parrucca; devo riconoscere che mi mancava il coraggio di farmi vedere "come chemio mi rese", sapevo che avrei dovuto levarmela di testa ma decidermi non era facile. Alla fine conclusi con me stessa... la toglierò prima di andare a letto, con il favore delle tenebre, in un attimo. Soddisfatta di questa proroga che mi ero concessa, andai a sedermi in corridoio davanti agli ascensori e intanto chiacchieravo con mio marito. Passò il dottor C. "Ma voi non siete ancora ricoverata?" Probabilmente era stato ingannato dal mio abbigliamento casual e dalla piega perfetta dei miei capelli. "Certo, da stamattina", gli risposi e lui, rivolto al medico che l'accompagnava, "Domani che c'è in programma oltre il linfonodo sentinella? Mettiamo anche lei nella lista." Domani? Di già? E' vero, glielo avevo chiesto io di farmela presto quella benedetta operazione perchè non ce la facevo più a tenermi dentro quel mostro, però non pensavo così presto. Venni presa da un panico immediato e mi sentii irrigidire, poi di botto subentrò una rilassatezza... Ma sì, è meglio, più presto si fa e meno si pensa... all'indomani, in quello stesso momento il peggio sarebbe stato già lasciato alle spalle. Ritornai in camera forse un po' troppo assorta. "Che avete, signora Maria?" Dissi a Luigia dell'operazione fissata per il giorno dopo, dei miei timori, della volontà di archiviare il tumore vero e proprio e di andare avanti determinata a farcela, perchè lo volevo, di questo ero sicura. " Vogliamo pregare insieme perchè la Madonnina domani vi assista e vi faccia affrontare l'intervento senza paure? Andrà tutto bene, vedrete." Pregammo a lungo, noi due sole in quella stanza d'ospedale, con parole semplici, senza retorica e con tutto il cuore. Mi sentii serena pur con gli occhi lucidi. Poi indossai la mia camicia da notte rosa antico, mi guardai allo specchio del bagno: i due seni, ancora lì, ben allineati nella compostezza della loro età, per l'ultima volta.
"Buona notte e in bocca al lupo per l'intervento! A domani sera." Rosanna, l'infermiera del turno di notte con la sua voce argentina venne a salutarmi... mi augurava buona fortuna. "Signore, aiutami, accompagnami in questo passaggio e fammi risvegliare presto e nella mia piena dignità." Con queste parole rivolte al Buon Padre mi addormentai.

1 commento:

  1. Ciao Mary, non posso fare a meno di leggerti tutti i giorni, mi ha colpito molto la tua frase:
    ""mi guardai allo specchio del bagno: i due seni, ancora lì, ben allineati nella compostezza della loro età, per l'ultima volta.""
    E' stato lo stesso anche per me... mi sono rivista lì insieme a te davanti allo specchio...
    E la signora Luigia deve essere veramente una persona molto sensibile...

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