sabato 12 marzo 2011

La nuora di Pasqualina stringendosi alla suocera le ha fatto un grosso complimento, "E' stata sempre una donna forte, ora poi con la malattia lo è diventata ancora di più". E lei, sempre sorridente, sempre anche quando si appisola, ha risposto: " E' naturale, quando mi sono svegliata dall'operazione mi sono sentita una cosa... un'energia tutta nuova  e ho capito che potevo superare tutto. Dopo queste flebo devo farne altre per tanto tempo, ma non m'importa perchè io sono così", e nel pugno ha stretto la sua forza. Antonietta l'ascoltava un po' dubbiosa, oggi per lei iniziava l'EC, affrontava qualcosa che non conosceva e i dubbi erano legittimi. La "terapia forte" la spaventava e ogni tanto sussurrava un "chissà", perchè lei dice che si abbatte, lo dice ma sicuramente non è vero; lo credevo anch'io e quando mi soffermavo a pensare al futuro, a quello che avrei dovuto affrontare per curarmi, mi sentivo mancare la terra sotto i piedi, no, no che non ce l'avrei fatta. E invece, eccomi qua, non so se forte come Pasqualina, ma comunque in grado in una non auspicabile eventualità, di reagire ancora e di combattere. Non sono Wonder Woman, ho solo un'immensa voglia di vivere, una gioiosa partecipazione alla realtà che mi circonda; penso però di non essere la sola, bisogna sapersi guardare dentro e porsi un'unica, semplice domanda:" Quanto io voglio vivere?" E nella misura in cui viene data la risposta ci sarà l'impegno perchè la vita non sia vissuta invano. La forza è insita in ogni uomo, è necessario ripeterselo più volte quando questa malattia ha deciso di sceglierti. Un anno fa io l'ho capito ed ogni volta che dovevo affrontare una nuova prova dalle mille incognite, mi dicevo, passerà anche questa ed io continuerò ad... esserci, perchè lo voglio. La mattina di quella domenica di giugno, giorno prima del mio ricovero, mi svegliai con questa idea che era più di un pensiero, era una ferma convinzione.

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