lunedì 7 marzo 2011

Nel mio racconto il passato e il presente si alternano sino a fondersi nell'immediato, e man mano che il ricordo degli eventi sbiadisce senza mai perdersi, vivo con forza il momento che mi viene ancora offerto dandogli merito. Ed è così che trovo in me un'altra persona che, pur sull'onda delle emozioni resta lucida e sa riconquistare la serenità nelle situazioni più difficili. Posso ora ritornare con la memoria al giorno in cui finalmente fui sicura che presto sarei stata liberata da quell'angoscia; il solo pensiero, pur tra mille dubbi mi diede carica e anche una specie di entusiasmo. Tirai fuori subito il borsone da portare in ospedale anche se mancavano cinque giorni al ricovero e cominciai a prepararlo piano piano, un po' come si fa quando si è prossime a dare alla luce un bambino, per essere sicure di non dimenticare nulla. Gli asciugamani, la biancheria personale e, poichè era quasi estate, qualcosa di nuovo, una camicia da notte rosa antico e un pigiama giallo pulcino, più quello bianco a rose blu cui ero affezionata. Nello stanzino, su una sedia il borsone restava aperto all'occorrenza; lo controllavo di frequente perchè volevo che non mi mancasse niente  e questo pensiero dava l'impressione e non solo a me, che stessi quasi preparandomi ad una vacanza. Insomma l'atmosfera in casa era abbastanza distesa e la serenità ne guadagnava, preparavo tutto in modo che anche questo momento fosse una parentesi nella parentesi, alla fine, pensavo, saremmo pur arrivati a mettere un punto fermo!
Poi, tre giorni prima di quel lunedì mi venne un pensiero; il dottore mi aveva detto che mi avrebbe ricostruito subito, ma se per un motivo qualsiasi non fosse stato così? Come sarei uscita dall'ospedale? L'immagine di me priva di una mammella mi fece sudar freddo; avevo fatto tanto per mostrarmi al meglio come se niente fosse ed ora... Non potevo certo permettere che "per un punto Martin perdesse la cappa."

Nessun commento:

Posta un commento