martedì 8 marzo 2011

Presi allora una decisione un po' " folle" per una donna della mia età, ma decisamente giustificabile se la stessa deve salvaguardare la sua salute mentale in una situazione così critica. Comperai un reggiseno push up ad olio o a gel che dir si voglia, andai a casa e lo provai immediatamente; mi guardai allo specchio e avendo ancora entrambe le mammelle, apparivo come una supermaggiorata, poi, con necessari ed adeguati accorgimenti, avrebbe sopperito all'inevitabile mancanza grazie a quella morbida e "naturale" imbottitura. Fui molto soddisfatta, un altro problema era risolto, un altro passo in avanti era stato fatto. Sistemai nel borsone il reggiseno con tutta la scatola perchè le coppe non si deformassero e andai oltre. Al momento del ricovero non avrei voluto indossare subito il pigiama, "non ero malata", nè sarebbe stato il momento di andare a dormire a quell'ora del mattino... allora, mi balenò,  perchè non portare una tuta??! Indossata con una maglietta colorata sarebbe stata perfetta, almeno prima dell'intervento. Pensare a tutte queste...come vogliamo chiamarle... banalità, mi aiutava molto, mi distraeva, faceva pensare a me stessa come una donna che intendeva continuare a... scegliere, piacersi, che desiderava con tutto il cuore vivere. Quegli ultimi giorni trascorrevano così, un po' tra l'agitazione dei preparativi, tutto pronto... beautycase e libri al seguito...e una sorta di eccitazione che diveniva quasi euforia, poi mi veniva il batticuore, provavo timore e decidevo di andare a riposare per custodire nel sonno i sentimenti contrastanti. Quei giorni passarono tutti e si arrivò al sabato... un altro sabato che della settimana per me è sempre giorno di quiete.

Nessun commento:

Posta un commento