giovedì 24 marzo 2011

Questa volta non avevo dimenticato nulla del mio "curriculum" ma non mi è stato chiesto niente oltre l'impegnativa e la prenotazione; fa niente... sarà per la prossima volta, dato che in questa situazione le occasioni certo non mancano. Oggi ho fatto la radiografia toracica e, che dire?!? meglio ricorrere all'ironia per sdrammatizzare il tutto, l'ansia che prende ogni volta  e il tempo d'attesa , lungo da sfinimento; quasi tre ore a confronto di dieci minuti scarsi per "fotografare" i miei polmoni. Per fortuna tra i regali che mi ha fatto il tumore, il più grande in assoluto è stata la pazienza... non la perdo mai! Perchè ne ho carpito il segreto: quando devi aspettare non contare mai le persone che ti precedono, approfitta di quel tempo per progettare qualcosa di piacevole, anche semplice e banale come mangiare un gelato, sceglierne il gusto, assaporarlo in anteprima col pensiero. Stamattina, nell'attesa ho letto, ho pensato alla fortuna di poter stare almeno seduta, alla nuova macchina per il caffè da mettere presto in uso e poi... poi mi sono guardata intorno. Quando si fa questo in maniera serena s'impara tanto, ci si diverte persino e il tempo passa in fretta. C'è stato chi si è spazientito, ma davvero molto ed è diventato violento verbalmente, qualche parolaccia è anche volata, e subito qualcun altro ne ha approfittato per sobillare e ricevere beneficio senza esporsi direttamente. Un bimbo di pochi mesi ha cominciato a piangere, era l'ora della pappa e la sua mamma lo ha attaccato al seno accarezzandogli la testolina; mi sono emozionata nel guardarli, ho ricordato quei bei momenti di tanti anni fa, quando anch'io mi sentivo ricca di quella mia "autosufficienza" che mi consentiva di essere tutt'uno con il mio bambino: non ci serviva altro. Ora ciò che un tempo era stato per me motivo d'orgoglio è solo un ricordo;  diventato oggetto d'esame, non più amico anzi in parte ostile è stato sottoposto ad intervento mutilante, e a me resta guardare al "suo" futuro con curiosità. Mi ricostruirò, è vero, con vanità voglio pensarmi anche più bella, ma non sarà mai la stessa cosa. Avrei voluto invecchiare con il mio seno "vero", vederlo col tempo diventare naturalmente pendulo e ricordare la sensazione di dolce appagamento che mi donava quando continuavo a dar la vita.

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