sabato 12 marzo 2011

A riprova della mia presenza ho sempre continuato a...fare le stesse cose, non mi sono mai lasciata andare abbandonandomi agli eventi, anzi ho cercato di dominarli per quanto mi fosse possibile. Ora avevo tutto pronto per la degenza in ospedale, eppure andavo spesso a controllare perchè non dimenticassi niente... una domenica così, quasi come le altre ma con un valore aggiunto, il piacere di apprezzare le mura domestiche, il calore degli affetti e persino un cielo bigio pur con l'estate alle porte. La mattina di buon ora ero stata al cimitero a pregare davanti alla lapide di mia madre, la sentivo così vicina! Ne venni fuori rassicurata... andavo in opedale per affrontare un intervento anche serio, ma non sarei stata sola, lo sentivo... la mia mamma... l'avrei pensata intensamente ancora una volta e mi avrebbe di nuovo preso in braccio come quando ero piccola.
Andai poi al cimitero degli animali, dalla mia piccola Betty. Il cielo minacciava pioggia come il giorno che l'avevamo sepolta: ebbi un brivido e fu come essere staccati dalla realtà; chi ha vissuto la sofferenza per la perdita di un piccolo amico può capire a cosa mi riferisco, andai via di là con il cuore stretto in una morsa: erano successe troppe cose in un breve arco di tempo. Tornai a casa... quel giorno l'amore della mia vita sempre accanto... qualche faccenda e poi il pranzo, tutto come sempre, che nessuno avesse da pensarci troppo su, questo volevo e a tal fine m'impegnavo. Eppure Valeria era molto nervosa, non riusciva a nasconderlo ed io per qualche momento mi sentii destabilizzata, come se mi venisse meno un sostegno, non potevo pretendere troppo da lei, lo sapevo bene e del resto non lo volevo, avrei dato non so cosa per non essere ancora causa  di dolore.
A fine serata andai a casa di mio padre, c'erano tutti, le mie sorelle, mio fratello, nipoti e affini, tutti lì per salutarmi e per un "in bocca al lupo", cui fu immediato e spontaneo rispondere "crepi!"... ed ora aggiungo "sempre e solo lui!"

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