venerdì 8 aprile 2011

 Si è staccata dal gruppo, si è fermata anche se non voleva perchè non ce la faceva più. Un caso? Una sfortuna? Forse non poteva essere diversamente. Ogni tanto però guarda indietro, comunque tanta è la strada che ha percorso e questo la consola, riprenderà il suo cammino quando avrà riposato, si sarà ripresa e il freddo avrà lasciato il posto al caldo dell'estate. "Guarda, guarda fuori! La mia finestra affaccia su un angolo del giardino con tante piante di rose, a maggio ne vedrò i colori, ne sentirò il profumo." Certo, sarà così perchè il solo pensare al futuro equivale a viverlo. La speranza... grande risorsa, è il motore dell'anima, del corpo, fa andare avanti e non solo per inerzia. E il resto del gruppo cosa fa? Qualcuno si sofferma a guardarla, ma non più di tanto perchè pensa alla sua di strada, non vuole perder tempo ora che ha l'opportunità  di recuperarlo, altri non si accorgono proprio di ciò che è successo, sono troppo presi dall'incubo del loro passato, ne hanno vissute tante... meglio non pensarci e tirarsi su, la vita è così breve. Pochi si fermano con lei, solo per un po' ma intensamente, vorrebbero bloccare il tempo che corre via senza riguardo ma poi riprendono ad andare con un vago senso di colpa. "Pensavo che vi foste dimenticate di me." Ma come si può, sarebbe come dimenticarsi di se stessi, tale è il legame che si crea in situazioni come questa,  forse è la paura di constatare fino a che punto può arrivare la vita che stende un velo sulla coscienza, fa chiudere gli occhi e riaprendoli  dà l'impressione che dopo tutto non è successo niente perchè non riguarda te e tutto continua; come lo scorrere inarrestabile dell'acqua di una cascata, il sorgere e il tramontare del sole, la nascita e l'appassirsi di un fiore, la violetta, che perde così il profumo ma rimane umile e modesta nel ricordo.

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