sabato 9 aprile 2011

Il pigiama lo avevo indossato, ora avrei voluto darmi una rinfrescata. Scesi dal letto aiutata da Luigia, ma solo un po' perchè volevo fare da sola. La ferita e il braccio dolevano non poco, avevo rinunciato all'antidolorifico per non sentirmi imbambolata ed ora ne pagavo le conseguenze, ma non importava... ce l'avrei fatta lo stesso. Andai in bagno, mi lavai il viso e con la "spazzolina rosa" diedi una carezza alla mia testa; mi guardai allo specchio, anche con occhio critico, e dovetti riconoscere che mi sarei aspettata di peggio... gli occhi non cerchiati, il colorito così così, beh... mancava un bel sorriso! Era fatta: la mammella non c'era più ma neanche il tumore e adesso quel che era da fare avrebbe rimesso ogni tassello al suo posto perchè la mia vita potesse essere ricostruita. Questo pensiero mi risollevò e il sorriso ne fu l'espressione.
"Che cosa prendete, latte e caffè o tè?" Luigi, l'operatore sociosanitario aveva portato la colazione e sostava sulla soglia in attesa di risposta. "Per me il tè, grazie." E mentre mi porgeva il bicchiere notò Luigia. "Ma tu non sei la sorella di Raffaella?" "Sì, perchè?" "Ma guarda la combinazione! Mi raccomando, salutamela." La sorella di Luigia era una collega che lavorava in un reparto pediatrico, aveva notato la somiglianza ed era stata quella l'occasione per attaccar bottone e poter cominciare a raccontare i fatti suoi, soprattutto in campo di conquiste femminili. Bastò un'occhiata fra di noi per concordare che quel simpaticone avrebbe reso meno noiosa la nostra degenza. Mi sedetti alla sedia con in mano il bicchiere del tè, e ad un certo punto ebbi l'impressione di non vedere bene, tutto era sfocato, a tratti l'immagine si sdoppiava, in più il respiro cominciò ad essere sempre più corto. Cercai di chiamare Luigia, ma la voce venne fuori debole e strozzata. Che stava succedendo? Non avevo mai provato nulla di simile prima. Mi impressionai tanto ma cercai di non perdere la calma. In quell'istante rientrò la mia compagna di stanza anche se non sapeva di essere stata chiamata perchè non mi aveva sentito.

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