lunedì 25 aprile 2011

No, no così non va proprio... anche la zolletta di zucchero non è dolce come sempre, vuol dire che devo lavorare un po' di più su me stessa. Ce l'avevo quasi fatta... D'accordo, devo scuotermi ancora perchè non posso permettermi il lusso di fermarmi, devo continuare a... infondermi forza... la troverò nel ricordare questo recente passato, la scoprirò nelle meraviglie dell'esperienza quotidiana, una risorsa sempre nuova e inesauribile. Il recente passato... sembra tanto lontano, come l'ho vissuto, con la timidezza del timore che s'affaccia ad ogni prova, un esame dopo l'altro, sempre più difficile. L'intervento poi, quello più duro; la mastectomia, la mortificazione della femminilità... tutto affrontato e superato... mi sembra impossibile! Ed è da qui che devo ripartire per continuare.
Non era passata una settimana che una mattina mi guardai allo specchio; gli occhi avevano perso lo smarrimento, la paura e lo sguardo ne aveva guadagnato in tenerezza, mi sembrava l'espressione della mia mamma. Non è che volessi paragonarmi a lei, sarebbe stato impossibile per tanti motivi, ma forse il pensarla continuamente faceva ravvisare in me quella che era la sua peculiarità, e poi mi piaceva quella tenerezza che non era solo apparente perchè mi sentivo diversa, non più arrabbiata ma buona, non solo con gli altri anche con me stessa. Avevo vinto la rabbia, ero riuscita a non compiangermi. Ci pensavo su ed ora ne sono convinta, la ricetta giusta per mandar giù lo sconvolgimento della malattia è per prima cosa non considerarsi vittime della cattiva sorte, poi addirittura guardare al "CANCRO", alla "CHEMIO" come a degli amici che vanno giù con la mano pesante ma che vogliono che s'impari a conoscersi e a volersi bene. E non c'è occasione migliore per poterlo fare se si riesce a superare quella linea sottile che separa l'angoscia dalla consapevolezza.

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