giovedì 14 aprile 2011

Perchè di cose dietro me n'ero portate e tante, tra le altre la sveglia retroilluminata, l'angelo della maternità, un piccolo cestino portatutto che avevo elevato di grado usandolo come portacellulare biposto. Gli ultimi due me li aveva regalati  mia figlia, come al solito a sorpresa, quando meno ce l'aspettavamo sia lei che io. Avevo tutto lì, a portata del mio sguardo e la sera, prima di addormentarmi, giravo la testa e poi chiudevo gli occhi, serena. In verità un'altra cosa ancora facevo prima di prender sonno: scrivevo. Avevo cominciato alcune ore prima che Betty morisse, quando avevo intuito che non c'era più niente da fare e,( alcuni mi perdoneranno ) mi sentii persa; avevo poi continuato durante il primo ricovero per metter fuori l'ansia, l'inquietitudine, tutti i dubbi che avevo dentro. Era stato il mio modo di reagire all'evento, alla malattia che all'improvviso mi era piombata addosso guastandomi la quotidianità. Frastornata, allibita dopo il primo duro momento mi ero chiesta che cosa mi piacesse fare perchè mi ero convinta che fosse tutta lì la preziosa medicina, la risoluzione al problema almeno psicologico. Così cominciai a scrivere, prima sul blocchetto della spesa che portava disegnato all'angolo di ogni pagina un pinguino, dopo su un diario vero e proprio, un quaderno dalla copertina rigida con una luna e una stella d'argento. Valeria l'aveva portato dal suo viaggio in Messico e me l'aveva regalato qualche giorno dopo il ricovero incitandomi a continuare a...scrivere perchè, " vedrai, ti farà bene." E così in effetti era stato, scrivevo quando il mio cuore era in piena, quando lo sentivo scoppiare per l'emozione e mi opprimeva la solitudine anche se ero circondata da tanta gente. Ogni momento allora era buono per prendere la penna, aprire il mio quaderno e scrivere, scrivere... a volte con qualche lacrima, spesso con il sorriso perchè non ho mai abbandonato l'ironia. "Quando lo scrivi il libro me lo fai leggere?" aveva detto una volta mamma Ripalta vedendo con quanta convinzione "ero intenta all'opra". "Un libro, perchè no? Dalle piccole cose possono nascere... ma no, niente limiti, vero, signora Maria?" così mi aveva lusingato Luigia la sera prima che mi operassi.

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