martedì 3 maggio 2011

Continuare ad... andare avanti e per il momento dovevo cominciare a prepararmi, a vestirmi per uscire dall'ospedale. Che impresa! Era meglio cominciare presto, di buon mattino così per l'ora di pranzo sarei stata pronta, un po' come si fa quando ci si deve sposare, una preparazione lenta e accorta. L'avevo detto, no?!? Quello per me era un grande evento e come tale andava vissuto dall'inizio alla fine. Un bel respiro profondo e... per cominciare tolsi il "mio"reggiseno ad olio o gel che dir si voglia dalla scatola; lo avevo tenuto altre volte in mano ma non mi era sembrato così pesante, chissà!... Lo indossai con un po' di fatica, agganciarlo spingendo indietro il braccio destro ancora dolente non fu semplice. A guardarmi, diciamo così, dall'esterno, nulla da eccepire, sembrava che non fosse cambiato niente... con quell'imbottitura e push up! Ma una sensazione di vuoto, di vera e propria mutilazione là, sul lato destro mi diede quasi dolore. Sollevandomi sulla punta dei piedi mi guardai allo specchio del bagno, volevo vedermi bene, forse in questo modo avrei sentito meno dolore... due lacrime scesero non volute, crudeli a farmi ancora più male. Chiusi gli occhi quasi a voler eliminare quell'immagine dalla mente, quando li riaprii erano asciutti: dovevo o no continuare a... vivere? E allora come era già accaduto per i capelli, con la parrucca in testa: quella era un'altra nuova immagine di me, sarebbe durata fino alla ricostruzione e meglio sarebbe stato accettarla e trovarla persino gradevole. Mi venne allora da sorridere perchè mi balenò un ricordo, un ricordo lontano, quando bambina intorno ai nove anni mi venne il desiderio di guardarmi allo specchio con i seni. Avevo preso due mandarini e li avevo messi sotto la maglietta; mi era piaciuto così tanto vedermi come sarei stata "da grande"! Ma poi tirando giù la maglietta uno dei "seni" era sfuggito al controllo ed era caduto miseramente lasciandomi davanti allo specchio con uno sguardo fortemente deluso. Avevo raccolto il mandarino e riprovato ancora e il sorriso era ritornato ad illuminare il mio volto di bambina. Ecco... quel giorno mi sentii un po' così, delusa ma ci sarebbe stato un domani, il sorriso e allora sì, dovevo continuare a... sorridere.

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