mercoledì 6 luglio 2011

"E' buono pure quello ma non è come l'arig'n (voce dialettale per origano) mio che è il meglio di tutti. Domani te ne porto un mazzetto... lo gradisci?" E potevo dire di no, dopo tutta quella promozione fatta a beneficio e gloria dell'origano... Ma oggi a Costantina non andava di fare la promoter, seduta sul letto, con l'ago nel braccio, aspettava che la flebo di ferro terminasse il suo compito. "Come ti senti, Costantina?" "Male, mi sento male e poi ho lo stomaco chiuso... non entra niente." "Neanche pane e pomodoro?" "Niente." "E i biscotti all'amarena?" Forse un po' commossa, con gli occhi lucidi ha risposto scuotendo il capo... non voleva darmi un dispiacere, i biscotti all'amarena erano il mio "pensierino" fisso per lei... li apprezzava, quello sì ma ora non le entravano proprio. "Io ce lo dico...se non mangi tu finisce all' Alleluia", che sta per "l'altro mondo"; era stato il suo compagno Giuseppe a parlare, e lei di rimando, "e chi se ne importa, te ne pigli un'altra", che per Giuseppe, già un tempo vedovo, sarebbe stata la terza, aggiungo io. Poi, alla fine sono andati via, teneramente sottobraccio, piano piano. Li ho guardati andare... il cuore mi si è stretto in una morsa. Perchè tanta solitudine?
Ma oggi era giornata... Mi stavo affrettando per tornare a casa, minacciava un temporale e dovevo ancora fare la spesa. Come sempre ho fatto l'ultimo giro per i saluti; mi sono affacciata alla soglia di una stanza per dire "ciao" a Grazia, e sul letto c'era Elvira, qualcosa in più di 80 anni, qualcosa in più di 40 chili, il resto se lo sta portando via il tumore al pancreas. Nuvoloni scuri avevano coperto completamente il cielo... poi un tuono. "Signora, avete la macchina? Mi potete accompagnare? Almeno per un tratto di strada." Gli occhi sono andati al bastone appeso alla sponda del letto. Volevo dire di sì subito, immediatamente, con tutto il cuore. Mamma, come s'era fatto tardi, però... "Dove abiti, Elvira?" Mi ha detto l'indirizzo e lo sconforto è stato sommo: ma proprio alla parte opposta di casa mia Elvira doveva abitare? Per giunta, pur guidando regolarmente difetto e nella conoscenza della toponomastica e nel senso dell'orientamento... come avrei fatto ad accompagnarla e a ritornare a casa, tempo massimo 25 minuti, evitando così anche un "temporale domestico"? Grazia, preoccupata s'affannava a spiegarmi il tragitto più breve, ma la mia confusione diventava al contrario più grande... "Basta! Ho detto... m'avvio... non aggiungete altro, Qualcuno mi farà da navigatore." Sotto i primi goccioloni, con un vento che faceva scordare il mese di luglio, e con il passo di due tartarughe tramortite, siamo arrivate all'auto, siamo riuscite a salirci, e giuro, non so davvero come, siamo arrivate a destinazione, senza conoscere la strada, evitando i sensi unici, sotto una pioggia battente. Poi sono tornata indietro, e pur essendo ora di punta il traffico pareva essersi dileguato... merito del maltempo? Non so. Mentre il cancello automatico s'apriva ho guardato l'orologio... erano passati esattamente 25 minuti. Dietro di me l'auto di mio marito. Un sospiro... ce l'avevo fatta! Ah... niente spesa! Ma che fa...ci penserò domani.

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