mercoledì 29 febbraio 2012

Continuare a... aderisce al blogging day per Rossella Urru, la cooperante sarda rapita ad ottobre in Algeria.
Non si può non rispondere all'appello perchè di questa donna generosa e dotata di coraggio  si continui a parlare, anzi "si cominci"  nel vero senso del termine.
Rossella ha più o meno l'età di mia figlia... penso con infinita tristezza all'angoscia della Sua famiglia.
NON PUO' ESSERE! Deve esserci mobilitazione perchè la giovane sia liberata al più presto...
Ce ne fossero tanti come Lei.
Continuare a... aderendo all'iniziativa  ne riceve onore e ricchezza.
CORAGGIO, ROSSELLA!


Come racconta un comunicato del CISP, Rossella lavora da ormai un paio d'anni a sud-ovest di Tindouf, in Algeria, nel ruolo di coordinatrice dei progetti CISP nei campi dei rifugiati saharawi. Laureata in Cooperazione Internazionale nel polo ravennate dell'Università di Bologna con una tesi sul popolo saharawi, Rossella ha un passato di cooperante anche nel Servizio di Cooperazione Decentrata del Comune di Ravenna, territorio dove "si è spesa moltissimo per organizzare iniziative pubbliche e di sensibilizzazione sui temi della cooperazione internazionale e dei diritti umani, in collaborazione con diverse associazioni regionali e ravennati". 





Giornata strana quella odierna... mi sono sentita fuori luogo in ogni posto e per tutte le situazioni.
Mi è sembrato a tratti d'aver detto qualche parola di troppo, e a volte in meno, quando invece sarebbe stato necessario il contrario.
E poi... avevo fatto bene oggi ad andare in ospedale? Forse sarebbe stato più opportuno restare a casa.
Mah... capita! Voglio credere che succeda a chiunque di provare questa assurda strana sensazione... stare nè in cielo nè in terra, senza un ruolo preciso... pur avendo la consapevolezza di "esserci".
Me n'ero accorta già salendo su per le scale... avevo dolore alle ginocchia... tanto, ovvero lo sentivo come  forte disagio... e quando questo mi succede corpo ed animo purtroppo sono in perfetta sintonia.
Quasi non vista sono entrata in reparto. Dopo essere stata per un po' in una camera sono andata in un'altra dove sapevo avrei trovato una vecchia amica dei tempi della chemio...
"Ho cercato di Te", m'ha detto e poi non so come ci siamo imbarcate in un discorso sul destino, un argomento per me vivo ed attuale... in questo periodo... per tanti eventi.
Non era destino... si suol dire, e ci si sottomette con rassegnazione e magari con dolore al volere di "questo sconosciuto" che ha il diritto di muovere i fili delle nostre esistenze.
Era destino che andasse così... si dice pure, e ob torto collo si è costretti  a girare pagina anche quando non se ne ha voglia o non si pensava.
Resta il fatto... in conclusione... che ad opera del Destino l'Uomo diventa spettatore di se stesso, e solo poco può cambiare per Sua volontà.
E' chiaro che questo discorso, per come già mi sentivo non ha fatto altro che aumentare il senso di vuoto e d'estraneità dal contesto.
Sono scesa prima del solito... avevo bisogno di fare qualcosa per me stessa, che mi rendesse più presente a me stessa.
Quasi un mese fa m'era stato detto a proposito dell'intervento conclusivo da me tanto atteso, che prossima era la programmazione delle date... Non avendo ricevuto ancora alcun tipo di comunicazione, questo poteva essere il giorno, il momento giusto per chiedere... informarsi di quando sarà.
Quel benedetto intervento che due anni fa m'era sembrato il raggiungimento di una meta agognata dopo aver vissuto un incubo... ma che oggi, dopo tanto tempo... troppo, desidero e temo come "un'avventura" che non posso evitare.

martedì 28 febbraio 2012

E oggi della mia Mamma sarebbe stato il compleanno... 79 anni, venti più di me, Sua primogenita.
C'ho pensato solo stamattina mentre andavo in ospedale, eppure ieri le avevo dedicato il post della giornata, un dono inaspettato.
Doveva essere così.
Ha voluto che la pensassi in anticipo... come un tempo, quando giorni prima ci mettevamo "in armonia" per la Sua festa. Così anche quest'anno non potevo venir meno all'appuntamento.
Poi stamattina in reparto ho continuato a... parlare di Lei con le "mie amiche" e i Loro mariti... Si argomentava di malattie, tanto per restare in tema e non perdere l'abitudine... e in questo campo mia madre poteva essere considerata davvero "un caso" da manuale. Si parlava di diabete perchè uno dei mariti  s'era accorto di soffrirne dopo un intervento al pancreas, e Sua moglie poi non era a Lui da meno, avendo un rapporto con la glicemia tutto da ridimensionare. Dal diabete al cancro non c'è voluto molto, perchè si considerava di quanto sempre più spesso un tumore tenda a cronicizzarsi... in pratica di cancro non si muore quasi più, ci si può convivere a lungo e anche più che discretamente.
"Ma io vuless' assapè (vorrei sapere) da chi l'agge pigghjiate (l'ho presa) 'sta bell' eredità!" ha esclamato "Ma che c'mport" a proposito della familiarità nei casi di tumore. Nessuno mai, almeno così ricordava, aveva avuto una simile malattia, ed ora Lei si era ritrovata con le "terapie interminabili".
Ah... a proposito! Oggi ne ha iniziata una nuova, diversa... Un'infusione al giorno per cinque giorni alla settimana ogni 21 giorni.
"Mò che stavano crescendo i capelli... ma questa li fa cadere o no? M'hanno detto di no... Tu che dici?"
Ed io che potevo dire? Nulla... Potevo immaginare, ma sapere... mai. Ogni organismo reagisce a suo modo... poi, veramente preferivo neanche immaginare, meglio far finta di niente e "sperare", magari si rientra nei "casi rari, atipici"... come avevo pensato di me quando dopo ben 18 giorni dalla prima "rossa" tutti i capelli erano al loro posto.
Sperare... questo si deve, e con la speranza anche l'animo reagisce... diventa più forte e continua a... lottare.
"Sì, è vero quello che dici... ma io non ci credo neanche un punto che pure TU, la sera prima di chiudere gli occhi non pensi... e domani, fra una settimana, un mese, un anno? Sarà sempre così?"
A quella mia Amica che non si vuole troppo bene ho risposto...
Potrà essere così oppure no... poco importa visto che nulla possiamo contro l'inevitabile. Godiamoci la realtà del momento comunque... Tu sia pur con la terapia... ed Io forse solo momentaneamente disabilitata alla terapia. Chi può mai dire che cosa sarà domani?

lunedì 27 febbraio 2012

Se la Mamma fosse stata ancora in vita... lei sì, avrebbe continuato a... capirmi.
Perchè lo aveva sempre fatto, e d'altra parte, straordinariamente riusciva ad entrare nell'animo d'ognuno e sapeva porgersi solo nella maniera appropriata. Con Noi figli... pur trattando tutti in modo uguale, si rapportava diversamente secondo il carattere e le situazioni... e non sbagliava mai.
Lei avrebbe continuato a... capirmi perchè come me aveva vissuto una situazione estrema e tante volte si era sentita come mi sento io... in certi momenti... quando il vissuto pesa e la forza viene meno.
E allora spazientita replicava, "Ma insomma... pensate che m'è venuto il raffreddore?"... e chi era intorno si guardava a fianco, e così in un susseguirsi silenzioso e incomprensibile, visto che Tutti erano nel torto e Lei, come sempre aveva fatto centro.
Quando sette anni fa è venuta a mancare e ancor di più con l'arrivo del tumore, io... all'improvviso mi son sentita orfana. Ero una donna adulta, avevo una casa e una famiglia tutta mia, ma non più un punto di riferimento. Da sempre i nostri rapporti erano stati in perfetta sintonia, solo un po' "nebulosi" durante la mia adolescenza per un silente conflitto generazionale misto alla naturale rivalità madre-figlia, tipica di quell'età.
Tutto s'era risolto in breve tempo e Lei per gli anni a venire fu per me stimolo... aiuto... conforto.
Non è "privilegio" unico di "figli piccoli" sentirsi orfani...
Ed io, avendo perso la Mamma, potevo esser priva di tale privilegio?

Da "Non vi lascerò orfani" di Daria Bignardi

... Non posso pensarla a lungo. Mi manca. Devo costruire una distanza di parole che tengano a bada le emozioni.
Se mi distraggo, se non sto attenta, la sua mancanza m'investe come un'ondata di caldo o una musica improvvisa. Sovrappensiero spruzzo un profumo che mi ha regalato, il suo regalo di Natale, e improvvisamente lei è lì...

Così è anche per me...
Quando voglio darmi l'illusione di sentire forte la Sua presenza... mi ripeto a mezza voce la frase con cui s'annunciava al telefono... "Pronto, che stajie facenn?( che cosa stai facendo)"
Ed è bellissimo... perchè è proprio Sua la voce che sento.

domenica 26 febbraio 2012

Non so se capita a tutte le donne... figlie-mogli-madri... di trovarsi sempre o quasi nella condizione di dover comprendere.
A me sì...
Da ieri mi tocca pure il cercar di capire perchè la mia cagnetta Biù Biù non è allegra come prima e piagnucola di continuo, praticamente 24 ore su 24... visto che neppure la notte si risparmia. Ieri pomeriggio, sull'orlo di una crisi di nervi non tanto per il pianto della "piccolina" quanto per la sequela di lagne del resto della famiglia, ho telefonato alla mia amica "dottoressa dei cagnolini", le ho spiegato per filo e per segno i "sintomi", ne ho ricavato una "polidiagnosi" tutta da capire.
Potrebbe essere... Una gravidanza isterica, e coi tempi ci saremmo... a due mesi dall'inizio dell'estro. Però bisogna controllare se le mammelle sono gonfie e c'è fuoriuscita di latte dai capezzoli... se "coccola" i suoi pupazzi preferiti.
Potrebbe essere ancora... Un iperdosaggio di goloso snack al manzo  dato regolamente come premio  anticipato, o meglio come "tangente" per avere un pranzo tranquillo... e anche questa è un'eventualità credibile perchè è già capitato un'altra volta. Ahi Noi, sconsiderati!
Potrebbe essere addirittura... Un mal di denti, perchè non afferra più la sua pallina e si lecca di continuo la bocca.
Potrebbe essere infine, e non è affatto improbabile conoscendo i soggetti... L'invasione dei suoi "spazi" da parte di Valeria, tornata a casa dopo un'assenza relativamente breve.
Quante cose da interpretare e comprendere!
E poi... giusto per ricollegarmi all'ultima delle voci... I figli dove li mettiamo? Ci sono da capire anche i loro disagi, turbamenti... ansie e delusioni... e se non bastasse... pure le relative reazioni fatte di scatti e contraddizioni. Ma Chi può reggere tanto se non la "loro" madre?
Figli... madre... non manca un padre che poi è "marito"...
Beh, "supportare"... e facendo un cambio di vocale poco cambierebbe... un marito in pensionamento fase 1, vuol dire davvero raggiungere l'apice del successo nella comprensione.
E non ho ancora finito!
Domani andrò a far visita a mio padre. Che cosa mai di Lui mi "si offrirà" di capire, dato che molto spesso questo già succede?
Alla fine di tanta "dissertazione" non riesco proprio a comprendere come mai sia così difficile capire ME.

sabato 25 febbraio 2012

Chissà se dal luogo dov'è adesso... non vista... mi manda ancora un bacio sulla punta delle dita...
Stamattina l'ho saputo, ma ormai sono più di venti giorni che quella mia amica "assai particolare", come lei stessa amava definirsi, non c'è più...
Ne ho parlato tante volte... ricordate? La vecchina che un giorno di luglio, sotto un acquazzone che faceva dimenticare l'estate, accompagnai a casa dopo la terapia.
"Signora... avete l'auto? M'accompagnate a casa... per carità?!" Naturalmente le risposi di sì... e da quel giorno ogni 21 giorni fui il suo autista preferito.
"Ma non c'è nessuno che può accompagnarti?"... "Macchè... solo un nipote, ma proprio in caso di morte!"
Mi sono chiesta più volte che cosa volesse dire, visto che "in caso di morte" non ce ne sarebbe stata più necessità.
Lei era sola, ma molto probabilmente preferiva esserlo... "Il fatto è che io c'ho un carattere mooolto particolare..." e calcava il tono su quel "mooolto" che la diceva lunga... "... solo una persona mi capiva, mio fratello. Io mò dico... doveva proprio morire lui che era più giovane?" e prendeva a piangere, poi all'improvviso s'asciugava le lacrime e cominciava ad "intervistarmi".
"Mi raccomando, E. indicami bene la strada che io ho un senso d'orientamento che fa acqua da tutte le parti..." le dicevo così perchè non mi facesse troppe domande tutte insieme, mi sarei distratta e chissà dove saremmo finite.
"Non Ti preoccupare... è facile, devi andare sempre dritto. Dritto... ancora dritto e sempre dritto." Forse poteva avere anche ragione... solo non teneva conto dei sensi unici... e quante volte mi son trovata a fare lo stesso giro prima di arrivare dove dovevo. Allora scoppiava a ridere... una risata sottile, quasi a singhiozzo... e poi ricominciava con le domande.
Prestissimo era passata al "tu"... "Ma ti sei operata? E dove? Alla mammella? Ah... ma quella è 'na stupidaggine! Sent' a me... tu si' guarita." Magari... le rispondevo e continuavo a... guidare, però lo ammetto, con un pizzico di serenità in più.
Arrivate sotto casa, l'aiutavo a scendere dall'auto... e mentre lei apriva a fatica quel portone le reggevo  la borsa a retina che mi ricordava l'infanzia e in cui teneva in bell'ordine tutte le "carte" del Suo "curriculum" sanitario. Poi tolta la chiave dalla serratura, prima di salire le scale mi guardava... "Che il Signore Ti dia tante benedizioni, ma soprattutto... tanta salute!"
Da oggi quando a Lei penserò... mi tornerà il ricordo delle due tartarughine tramortite che ogni 21 giorni scese da "quel terzo piano" s'avviavano verso l'auto posteggiata lungo il viale.

venerdì 24 febbraio 2012

Nell' "agenda" del mio Cuore son presenti tutti gli amici tra "quelli che contano"...
Senza un ordine preciso non si rispetta alfabeto nè cronologia... tornano alla mente come pensieri i volti e i nomi e di ognuno ne rivivo la storia.
E ripensandoci mi accorgo d'una cosa... i rapporti più belli ed intensi sono proprio quelli in cui l'approccio da parte mia non è stato facilissimo. Una conquista dura, in seguito molto più apprezzata.
Il problema sorgeva per una sorta d'inquietudine che mi prendeva quando ero a cospetto di certe persone.
All'improvviso mi mancava il "coraggio"...  proprio quello, e le parole, o per meglio dire gli argomenti venivano meno.
 Ma non è possibile... mi si diceva... tu non sai che cosa dire? Magari... forse sì... qualcosa potevo argomentare... ma come cominciare? Appunto... l'approccio difettava.
Non avendo mai avuto grossi problemi nel relazionarmi con gli altri soprattutto nell'età matura, e vinto poi con la malattia ogni forma di timore o reticenza, mi chiedevo come mai succedesse questa cosa.
Se fossi riuscita a darmi una risposta, ero convinta... avrei superato l'ostacolo.
Più volte forzando quell' innaturale ed inopportuna timidezza data la situazione, piano piano la risposta è arrivata da sola. Ciò che mi bloccava  era un senso d'inadeguatezza... la paura di violare un animo provato e di entrare troppo dove non era consentito neppure affacciarsi. Dopo tutto io non ero nessuno... Senza qualifica nè competenza con che diritto potevo pretendere di dispensare  consigli e serenità? E in realtà... in genere questa non è stata mai mia intenzione, caso mai erano gli Altri a farmi questo grande dono.
Ma di fronte a certe persone grande era il disagio... e chissà forse, se si ripresenterà l'occasione... lo sarà ancora.
Intanto stamattina ho vinto un'altra volta me stessa e mi sono avvicinata al mio "alto e tenero amico".  Alto lo è davvero, quasi due metri e magro magro come un chiodo. "Ho perso 20 chili..." mi ha detto balbettando, perchè Lui balbetta sempre ed è difficile capire ogni Sua parola, ma oggi un po' ci sono riuscita con l'udito... il resto l'ha fatto il Cuore, e così abbiamo parlato e anche a lungo. A breve dovrà essere operato e il Suo cruccio è quello di dover restare immobile in un letto d'ospedale per dieci giorni... "Come faccio? La cosa è pesante assai... io so' lungo lungo... e quel letto è corto corto!"
 L'ingenuo candore di un bambino nella statura di un gigante...
Ecco che cosa prima m'aveva impedito d'avvicinarmi a Lui... tenero amico.

giovedì 23 febbraio 2012

Quell'Amica stamattina al controllo non è mancata... meno male, e speriamo che per il prossimo tutto le si predisponga  per tempo.
Quando sono arrivata alla solita ora, ho cercato di scorgerla e ho chiesto anche di lei, ma era già andata via...
Non importa, ho pensato... se avrà bisogno mi chiamerà. Ieri me l'aveva detto, " Non chiamarmi perchè il telefono ce l'ho quasi sempre spento... ti chiamerò io. Dammi il numero... se l'avessi avuto... t'avrei già tempestato di telefonate".
Va bene, Amica mia... come vuoi... ma soprattutto se lo vuoi.
Con questo ed altri pensieri sono entrata quasi senza accorgermene nella prima stanza occupata...
"Eccola... è arrivata!"
Vengo accolta quasi sempre così... le stesse parole, cambiano solo le persone.
"Prendi il caffè, dai!"
Non avevo ancora deposto le mie "masserizie" sul tavolo, che un bicchierino fumante di caffè mi veniva posto sotto il naso. Definito da Chi me lo porge... dolcissimo come uno sciroppo, ho mandato giù quell'"elisir", rifornimento d'energia a metà mattino.
L'entusiasmo nell'accogliermi, le parole che l'accompagnano con quella rapida occhiata all'orologio per vedere che... sì, è sempre alla stessa ora che arrivo... sono "un qualcosa" che fa bene è dir poco. Mi placa l'ansia, mi conforta il Cuore... mi dà motivazione ancora per continuare a...
... tornare ogni mattina a quel terzo piano... "sbirciare" in ogni stanza  e se è il caso farvi entrare il sorriso che accompagna il buongiorno.
E non è che per me sia sempre facilissimo, s'intende... perchè dispensare gioia non è come regalare caramelle, che anche in questo caso ci vuole Cuore grande e Mente alleggerita di ogni pensiero, però... prima di salire quelle scale... io mi pongo la domanda, ce la faccio? Se la risposta è sì, è l'animo... a questo punto, che m'impone il viso lieto.
E come non potrei mostrarmi così alla mia Amica Tutta Bianca? Mi chiede sempre... " Che t' ne fai?" ed io rispondo, bene... ed un sorriso.
E a Zia Si? Solare com'è pur col suo bagaglio di dolore non si può non donare più che un sorriso.
E a "Oggi io parlo" che sempre chiede di me, e stamane mi ha detto... "Sai che mò mi sono messo a coltivare i funghi in una cassetta? Che soddisfazione... so' più buoni, e poi... quanto risparmio!" Beh... per Lui, una cascata di sorrisi.
"Ciao... ci vediamo il 19... Ci sei, è vero?"  E' il Fotografo a riposo... ed io, naturalmente sorridendo... "Certo... sono qui  sempre."
E così via dicendo... tante volte... per più volte... ogni giorno.

mercoledì 22 febbraio 2012

Mi hanno detto... ma me n'ero accorta anch'io... che ultimamente sono diventata più introspettiva.
Troppo forse da destare preoccupazione o annoiare? Magari entrambe le cose, e il fatto è che non dipende esclusivamente da me... dalla mia volontà esplicita, bensì dalla serie di eventi che "hanno scombussolato" l'esistenza di sempre. Logico quindi che ci sia, e frequentemente, un'"analisi generale" dopo la quale un po' di ordine e di pace si trova.
La quotidianità poi che m'appartiene è particolare, in quanto non solo mia ma condivisa diventa in tale modo ricca di spunti per riflettere ed imparare.
Ne consegue che...
E mi saprete dar ragione o no se continuo a... essere introspettiva.
Stamane...
Un Amico, l'ex fotografo a riposo... "Quei biscotti che m'hai portato ieri (leggi: famosi biscotti all'amarena) fino a ieri sera... tutti finiti! E' venuto mio figlio... poi l'altro mio figlio e c'aveva già messo mano mia moglie!" "Ma vi son piaciuti?" E alla mia domanda ha risposto roteando la mano con molta energia, per dire... Assai!
E dopo la terapia se n'è andato contento e mentre stava uscendo è tornato indietro e mi "ha regalato" la Sua bottiglietta d'acqua... "Prendi... tanto a casa ce l'ho."
Nella stanza era rimasto un altro amico, tra "quelli che contano"... "chi non muore si rivede... nessuno lo può dire meglio di noi." Oggi l'ha ripetuto ancora, forse per la milionesima volta... almeno per quello che mi riguarda, perchè credo proprio che lo dica di continuo a tutti quelli che incontra lì, a quel terzo piano. Lui è così... chiacchiera passando da un argomento all'altro e lo fa con una velocità tale da far perdere il filo a chi per lo meno tenta di seguirlo. Poi ogni tanto si ferma, chiude gli occhi e sembra che gli manchi  il respiro per il gran ridere... e non è vero, perchè si risolve tutto in una grande mimica facciale... e nulla più.
Ma in posti come questo si condivide ogni cosa... la sofferenza e il suo contrario, il gran parlare sorridendo e i lunghi silenzi con le lacrime. Tutto va bene perchè autentico e sincero.
Eccola qua... abbiamo esclamato quando l'abbiamo vista passare lungo il corridoio. "Ma che fine avevi fatto? T'aspettavamo!" "Hai ragione, Amore. Ma ha fatto freddo... poi sai, ora lavoro... Beh, comunque ora sono venuta... ma non siete mai contenti?" Come no! abbiamo risposto quasi in coro... dal mal pagatore prendi quello che puoi!
E finalmente domani farà il FOLLOW UP  fissato per lo stesso giorno ma del mese scorso.

martedì 21 febbraio 2012

Un altro dei motivi per cui sono contenta di "avere la mia età" e di godermela è che "ho imparato"...
La Vita è... maestra di vita e i Suoi insegnamenti, frutto di esperienze, consentono di continuare a... vivere finchè lo si vuole con tutte le proprie forze e la dignità di persona.
Quando sento, comprendo d'aver fatto un passo avanti... d'esser ricca di qualcosa in più... ne gioisco. Ma davvero... quasi avessi intuito all'improvviso la soluzione di un difficile problema o aver scorto da lontano e prima di tutti l'uscita di un intricato labirinto.
Che strano... mi sembra di trattare d'enigmistica. Incroci di parole, rebus e sciarade possono a volte essere considerati i fatti della Vita, e più sono complessi tanto impari... e poi vai spedito in seguito quando ti cimenti... e diventi forte e bravo in campo.
Peccato che a pensarla così troppo spesso ti porti una battuta d'arresto della Vita stessa... meglio sarebbe che fosse una "dotazione" di partenza, ma poi verrebbe negata la meravigliosa possibilità d'" imparare" e a questo "dono illimitato", no... non si può rinunciare.
Ed io fino a questo momento ho imparato... TANTO.
Ho imparato che... se si vuole si può recuperare il tempo perso a giudicare una persona basandosi solo sul pregiudizio e non volendo concedere una seconda possibilità. Basta darla prima a se stessi, questa seconda possibilità... ammettendo di avere sbagliato. Perchè nessuno è infallibile.
Ho imparato che... si può andare avanti poco convinti e rassegnati, eppure sorridere e in quel sorriso ritrovare la speranza. Come un mio nuovo Amico, tra "quelli che contano"... " quando s'apre questo libro non si chiude mai". E proprio nel tenere quel libro aperto si mantiene la grande aspettativa.
Ho imparato che... si può andare avanti ignari e pur convinti, e ancora... parlare quasi senza sosta per darsi quel coraggio che a tratti si nasconde. E quando questo succede... come il mio Amico, l'ex fotografo a riposo, ripetere... "il Signore è il mio Pastore... non manco di nulla" e poi guardando fisso davanti a sè, aggiungere...  "è vero?"

lunedì 20 febbraio 2012

E che la Vita continua te ne accorgi quando gli eventi ti precipitano addosso... e non è detto che siano per forza negativi o addirittura drammatici.
Un ruscello scorre tranquillo e regolare, ma ad un certo punto può non essere più così... bastano alcuni ciottoli posti a caso sul fondo e il suo corso, turbato diventa veloce... quasi a voler raggiungere prima la meta.
E al contrario anche un mare in tempesta si placa all'improvviso se solo i venti, non più avversi diventano persino favorevoli.
Una "casualità strana" è alla base di ogni evento... ed è strana perchè appare come la mano di chi scompiglia le tessere di un puzzle.  Anche in disordine, mosse con intelligenza... trovano poi ognuna la propria collocazione incastrandosi l'una con l'altra.
E TUTTO SI SISTEMA... sempre anche quando sembra che non ci siano i presupposti.
E questo... sia ben inteso... vale per Tutti, dipende solo dalla capacità individuale di saper cavare il buono che c'è sempre e di aspettare... perchè l'attesa... questa sì... non è per Tutti uguale.
Mi torna in mente ora quando conobbi l'Amore della mia Vita... il modo con cui feci la Sua conoscenza.
Una domenica di Pasqua... un apparecchio per radioamatori portato in casa per gioco da mio padre qualche giorno prima... un fischio al microfono ed un altro come risposta.
 Cominciò così...
Al "fischiettare" seguirono le parole... prima scherzose intervallate da brevi risate e disturbi di frequenza... poi ironiche e infine "serie".
Organizzammo un "incontro in verticale"... così era detto l'incontrarsi di persona... e da lì ebbe inizio quella storia che non è mai finita.
"Ma... di me, quella volta che cosa ti colpì?" gli chiesi una volta parecchio tempo dopo.
Mi rispose, "La voce... il suono della tua voce".

domenica 19 febbraio 2012

Non c'è che dire... sono proprio contenta dell'età che ho... Affermazione sibillina? Un po'.
Caso mai mi fosse chiesto se desiderassi tornare indietro nel tempo, ai miei vent'anni, forse anzi certamente risponderei di no. E per vari motivi...
Percorrere a ritroso una strada già fatta, a volte a passo spedito altre arrancando per sentieri erti e difficili, non è mai piacevole perchè sulle spalle ne grava ancora il peso, nelle gambe la fatica. Così pensare a tutto quello che è stato, immaginare solo di riviverlo porta il rimpianto dei momenti belli e un che di sgomento per le occasioni di dolore.  Per questo stesso motivo non amo molto rivedere fotografie datate dove sono raffigurati non solo scorci ed ambienti ma anche le persone, preferisco pensare invece ad una immensa, fatta dall'insieme di "scatti" futuri... una sorta di puzzle della Vita che sarà. Sarebbe molto meglio... niente rimpianto o nostalgie... solo speranze.
Lo ammetto... è uno di quegli "scherzi" che ogni tanto mi fa la fantasiosa mente che ereditata ho da non so chi... però se ci si pensa su... tanto irreale poi non è.
Prendiamo ME, ad esempio... di grossi rimpianti non posso parlare, all'attivo ho una bella famiglia, ho vissuto momenti felici... ma sono passata come tanti, per lutti e dispiaceri... e alla fine mi sono ammalata.
Non rinnego nulla di tutto questo... ma come potrei desiderare di riviverlo tenendo conto che anche "la felicità che è stata" ha avuto un prezzo? Meglio "rivedermi" nel domani che sarà, dopo un "punto e a capo" che dà inizio ad una nuova Vita... con mio marito che piano piano, sta tornando "il ragazzo" di un tempo... quello che io sposai "per allegria"... e mi si perdoni ancora una volta questo aver attinto farina da sacco altrui.

E a questo punto... un punto non basta più... ho dovuto lasciare uno spazio ampio.
 Perchè?
Perchè tra un discorso e l'altro c'è altro ancora... tutto converge e ha un senso.
E' la Vita che continua...

sabato 18 febbraio 2012

E se ieri ho concluso il mio post con un punto... oggi riprendo il discorso, e... ricomincio sempre da "quel punto".
La Vita di ognuno è un continuo andare a capo. Nasce come un foglio bianco, si riempie di periodi più o meno lunghi, più o meno complessi separati tra loro da pause che sembrano differenziarli come se fossero "vite" a se stanti... e non è così.
Succede per lo più alle persone avanti negli anni... dai ricordi vorrebbero cancellare quelli brutti, esperienze dolorose, momenti infausti. Con le lacrime, visibile sfogo dell'anima... credono quasi di riuscirci ma non è possibile, e qualora per assurdo lo fosse.. l'esistenza risulterebbe incompleta, senza senso a loro stessi.
Come se da una narrazione si potesse cancellare con una gomma un pezzo e non si facesse nulla per rabberciare insieme il precedente col seguente. Il risultato? Una parte del foglio bianco che annulla il senso di tutto il resto.
Spesso penso a ciò che mi è successo e che ha cambiato tutto... il mio corpo, l'ottica delle cose, il corso della Vita stessa.
 Aprii un blog per raccontarmi... sicuramente non l'avrei fatto perchè solo il tumore m'aveva indotto a pensarci. Non potevo tenere il fatto esclusivamente per me... sarei stata male sempre di più. Parlarne di continuo con chi sapeva già sarebbe stato tedioso, crudele ed inutile. Condividere con Altri del tutto estranei poteva essere la soluzione giusta.
Ora... mettiamo che un giorno mi venisse in mente di cancellare quelle parti dove maggiormente s'evidenzia tutta quella sofferenza  che comporta una situazione come la mia... Probabilmente il resto sarebbe "apprezzabile"... "valido" lo stesso, ma non si noterebbe il mutamento dell'animo mio che pur attraverso un'angoscia profonda era riuscito a non soccombere, anzi a "rinascere" in un modo tutto nuovo.
Punto e a capo anche per Lui, quindi...
E la cosa non è che sia capitata solo a me... tengo a dirlo, perchè  non sono una persona eccezionale nonostante le apparenze.
Qualche giorno fa una delle mie "Amiche", quando le ho detto che non trovavo le parole adatte perchè non mi sentivo all'altezza del "Suo coraggio", mi ha risposto... "Non credere... questo coraggio io me lo impongo. Devo essere così... per la mia famiglia... per la gente del paese che non capirebbe e sarebbe capace solo di falsa pietà... per me stessa. Devo farlo perchè voglio uscirne presto... deve essere così."
Ed ha sorriso con la solarità che le è propria... credendoci, perchè è così... se continui a... ripetere ciò di cui sei convinto alla fine ci credi davvero ed è... punto e a capo.

venerdì 17 febbraio 2012

Stasera Noi Due siamo tornati alla solita pizzeria...
Mancavamo dalla fine di novembre... quando il compagno della mia Vita s'apprestava a vivere l'ultimo mese della Sua attività lavorativa.
Dopo ben 47 anni era stata una decisione meditata e giusta... ma dopo tanto tempo era anche giusto trovarsi a vivere un conflitto di sentimenti. I ricordi... le ansie passate e presenti... il timore per il futuro e la consapevolezza di essere giunto ad una tappa importante, quasi un "bivio" della propria vita. Così ha cominciato ad ipocondrirsi un po'... un po' a stare male sul serio...e tanto a tediarsi e tediare.
E se ogni sabato andavamo in pizzeria, ad un certo punto ha deciso di non andarci più perchè non digeriva, il che era verità preso com'era dai Suoi disturbi psicosomatici.
Sono passati due mesi e mezzo ed oggi... sbrogliati gli ultimi impicci... e cercando con tutto se stesso di liberarsi dall'impaccio tipico del pesce fuor d'acqua... è tornato sui Suoi passi, ed io con Lui insieme alla pizzeria.
Questa stessa pizzeria riapriva stasera i battenti non solo a Noi Due, ma a tutta la clientela dopo due mesi di chiusura per ristrutturazione. Guarda caso... mi verrebbe da dire, e se dovessi dare un titolo al post che sto scrivendo troverei perfetto questo... "Punto e a capo".
Ai miei tempi... ovvero "nel secolo scorso"... quando in seconda elementare cominciavo a mettere insieme dei pensieri di senso compiuto e a collegarli tra loro, mi fu insegnato che per fare una buona "composizione"... oggi si chiama "testo"...bisognava rispettare delle regole, tra queste la punteggiatura. A me piaceva molto scrivere e poi rileggere quello che avevo scritto, e ben presto virgole, due punti, punto evirgola ed altro mi si fissarono in mente perchè volevo comprendere ciò che scrivevo. Soprattutto il punto fermo... era il mio preferito. Ne facevo uso ed abuso perchè adoravo andare a capo, e ricominciare...
Pur con lo stesso argomento ma con un tono nuovo... personaggi diversi... desideri ed azioni proiettate nel futuro.
Punto e a capo...
Come stasera, per il nostro Amico pizzaiolo... da oggi,  per l'Amore della mia Vita e me, che con Lui voglio ricominciare.

giovedì 16 febbraio 2012

Nelle ore più calde del giorno... o sarebbe più opportuno dire, meno fredde Biù Biù lascia la sua cuccia ipermorbida e superaccessoriata e va per casa a sgranchirsi le zampe.
Nel silenzio si sente il suo tip tap sul pavimento... sempre più rapido... poi l'annusare frenetico nell'area circostante la mia persona. Eccola qua... penso... è arrivata, abbasso lo sguardo e la vedo scodinzolante mentre mi guarda con aria interrogativa... Reclina la testa da un lato, poi dall'altro... si ferma, drizza la coda ed abbaia, come solo lei sa fare quando s'accorge che nessuno capisce cosa vuole. Eppure... sembra dire... è tanto chiaro: voglio giocare!
Allora va a prendere il suo pupazzo preferito e di nuovo si ferma trattenendolo con la bocca... e se non basta ancora,  lo posa sul piede del "malcapitato prescelto" compagno di giochi... ovvero quasi sempre il mio. A questo punto non mi resta che accettare l'invito... cominciamo la "partita" e giochiamo... finchè le va. Ad un certo punto non la vedo più... è andata a bere e poi... si ritira, soddisfatta.
Ci penso su... basta poco alla mia cagnolina per essere felice, quattro tiri ad un pupazzo malandato e una ciotola d'acqua... niente di più, a parte l'affetto del suo padrone, s'intende.
Stasera...  la pianta nella ciotola  sul mobile basso del soggiorno... Strano, le foglie... anche le novelle... floscie ricadono in basso.
Le piante sono vive... forse vuole manifestare un disagio, una necessità... richiede attenzione. In questi ultimi tempi, è vero... l'ho un po' trascurata, non lei soltanto però... Sarà ora la più debole? Le dò un bicchiere d'acqua e le sistemo i rami dopo aver spolverato le foglie. Quando torno a guardarla sta già meglio... sembra risollevata.
Ci penso su... al mio pothos è bastato un elemento semplice come l'acqua per riprendersi e, chissà... essendo anch'esso un essere vivente... forse sarà stato anche contento.
Ieri... in reparto una signora, una nuova Amica "dagli incredibili 83 anni"... notando che fuori aveva ripreso a nevicare, si è rivolta a Suo marito "dagli altrettanto incredibili 87 anni"... "Dovrai deciderti a mettere una sciarpa, non ti puoi ammalare... sennò io come faccio?" E Lui, serafico ma nello stesso tempo determinato, "Sta' tranquilla... io non mi ammalo!" Lei ha replicato con un sorriso.
Insieme poi... ben coperti o quasi si sono avviati lungo il corridoio verso l'uscita.
Una piccola premura... una decisa rassicurazione... un briciolo di felicità per un San Valentino tutto speciale.

mercoledì 15 febbraio 2012

CUORE... Oggi è con questa parola che dovrei cominciare... e non tanto perchè è la classica che fa rima con AMORE... ma perchè è del cuore il palpitare, improvviso... per primo a far capire quando è Amore.
Ma a volte troppo rapido che è... diventa precipitoso ed inganna... e dopo un po' o anche dopo un bel po'... quell'Amore... amore non è. La "maiuscola" si ridimensiona... le "farfalle" ritornano là, da dove sono partite e "tutto" si trasforma in una bolla di sapone... trasparente... dai mille bagliori ma che in un attimo... per un soffio... puff... scoppia e non esiste più.
Lo si credeva Amore... amore non è stato... ma per il tempo che è durato val bene spenderci una parola, magari due... e forse anche qualche lacrima. Chi pensa di "sprecare" tutto questo, forse d'amare non è stato mai convinto.
Il primo Amore non si scorda mai... ed è vero, ma solo perchè da ragazzino provi quello che non hai provato mai... poi passa il tempo e quando rivedi l'oggetto dell'"antico sentimento" te ne vergogni quasi. Ma... come ho potuto... ti ripeti ed ogni tanto te ne ricordi per l'"assurdità".
L'Amore vero... e non è retorica... è quello che dura... di cui non ti vergogni mai, anche se, per logica altrui, dovresti... Un sentimento da non "proclamare"... non ce n'è bisogno se si vive come naturale. Forse ripetiamo di continuo che... respiriamo, dormiamo, camminiamo? Certo che no! Allora perchè si dovrebbe dire... sai, IO AMO. E' bello dirlo a se stesso e così aumenta l'autostima... è bello scambiarselo come un dono prezioso, perchè spesso le parole costano di più.
Che bella coppia... si vede... un Amore d'altri tempi! Che cosa vuol dire? L'Amore non ha Tempo... un unico modello per ogni età e se ben portato non è mai obsoleto. Sbaglio? Non direi... e non è un caso che modelli "rispettosi della tradizione" difficilmente vadano a finire tra "quelli superati che non si vedono più".
Mi accorgo però di aver troppo disquisito, spero almeno di non essere caduta nello scontato mentre mi sono allontanata dall'opinione più bella che ho io dell'Amore...
E' POESIA... E' MUSICA... note che s'intrecciano e s'alternano con la maestria dei versi a creare... ARMONIA...


Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
      Il primo per vederti tutto il viso
      Il secondo per vederti gli occhi
      L'ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
       Mentre ti stringo tra le braccia.
                              Jacques Prevert


                                                                              Core analfabbeta
                                                                    Stu core analfabbeta
                                                                     tu ll'he purtato a scola
                                                                     e s'è mparato a scrivere,
                                                                     e s'è mparato a lleggere
                                                                     soltanto na parola
                                                                     "Ammore" e niente cchiù
                                                                                                          Totò

martedì 14 febbraio 2012

A volte mi succede che... quando son sola... vengo presa da "foschi" pensieri.
Avendo un certo disagio fisico, non so se attribuire tutto ciò alla mia particolare condizione di "mastectomizzata con espansore in attesa prolungata di ricostruzione"... perchè in tal caso, quando il mio "novello" seno riuscirà finalmente a veder la luce, io avrei da pensare solo a cose belle.
Così spero... così attendo.
Ma aspettare inerte certamente non basta... almeno a me... ed è questo uno dei tanti motivi che mi porta fuori di casa ogni mattina... verso quel terzo piano.
Gli ospiti di questi giorni di gelo piano piano stanno tornando ai loro paesi. Le strade sono più praticabili e possono così rientrare nelle case... riprendere le vecchie abitudini... sentirsi ricchi delle proprie cose.
Il reparto comincia ad avere l'aspetto di sempre... qualche figura che si staglia sul fondo del corridoio... le voci note il cui suono da solo, per la familiarità rassicura.
Stamattina sapevo che l'avrei trovato e perciò sono andata diretta da Lui... avevo i biscotti all'amarena da dargli... gli piacciono così tanto...
Non era da solo nella stanza, c'era un altro paziente che fino ad oggi per me era sempre stato "una voce fuori campo"... ovvero lo sentivo chiamare... parlare anche ad alta voce... persino russare... ma di persona non l'avevo mai visto. Il buffo era che intorno alla Sua stanza vedevo girare moglie, figlie... intero parentado, persino un compare... ma Lui, niente... non l'avevo mai visto. Un po' come succede in certi lavori teatrali quando del personaggio principale si parla, intorno alla Sua vicenda s'intrecciano delle altre... ma delle fattezze  fisiche ogni spettatore si fa l'idea sua personale.
Oggi finalmente l'ho conosciuto, dopo sette mesi, e ho capito che era Lui perchè davanti alla stanza c'era il compare, poi l'ho riconosciuto dalla voce quando ha cominciato a parlare... e non ha smesso più.
Devo precisare che "tutte queste mie amicizie"  non sono nate allo stesso modo... o meglio, il modo di avvicinarmi ed approcciare non è inteso "a tutti i costi" o programmato... sorge in maniera volutamente casuale. Sembra un controsenso ma non lo è. Resta comunque alla base del mio atteggiamento la discrezione... non faccio domande se nessuno parla di sè, e in particolare della malattia, sono sempre pronta a fare più di un passo indietro se me lo si richiede, e a volte non occorre nemmeno, prendo da sola l'iniziativa perchè "comprendo".
Fino ad ora devo ammettere che mi è capitato... eccezionalmente... il che vuol dire, forse un paio di volte... non di più. Poi ci sono occasioni come quella di stamani... e delle eccezioni resta un ricordo sempre più lontano.

lunedì 13 febbraio 2012

E oggi ero sola in una casa vuota... e mentre giravo per le stanze mi rendevo conto di quanto fosse "deserta" questa mia casa.
Negli ultimi giorni per il gran freddo anche Biù Biù non mi gira intorno... preferisce restare al tepore della sua cuccia, rifugiata sotto ben due copertine di pile.
Così stamattina sfaccendavo... cucinavo e poi alla fine mi son chiesta perchè, o meglio per Chi facessi tutto questo. E' vero... c'è l'Amore della mia Vita, con Lui sto riprendendo l'"antico percorso"... in due come una volta... e poi ci sono IO, non sono mica nessuno IO!? Eppure mi manca qualcosa... qualcuno. E' come se mi si presentasse come intera una torta a metà. Avrò reso l'idea? E' proprio questa la sensazione che provo... a pelle, è un'emozione d'impatto non ridimensionata dalla ragione.
Ma poichè non si può certo restare a un tale livello per se stessi e anche per Chi è vicino, amor di giustizia e senno ritrovato mi portano a riflettere...
I miei figli non sono con me, ma CI SONO, posso raggiungerli telefonicamente quando voglio e Loro pure... ho diritto allora a farmi solo sfiorare dall'ansia e dalla malinconia? Come fa la mamma che ha perso un figlio PER SEMPRE a sopravvivere al peggior dolore che possa esistere? E' contro natura che qualcuno muoia prima di Chi lo ha messo al mondo, eppure accade, perchè come è stato detto... non è stabilita nè data nè ora, e succede che spesso alla Vita piaccia "giocare d'azzardo", e poi esce Chi esce.
E il dolore è atroce... lancinante ed assurdo... "Ti senti morire pure tu..." diceva mia madre che fra i tanti dolori aveva provato anche questo... E poi vedi che non è così, sei vivo e vorresti non esserlo più... ed è sgomento...

... Soffrire non significa smettere di vivere. Non significa smettere di ridere, o impedirsi d'essere contenta delle piccole cose, o degli avvenimenti felici. Tutte queste cose esistono ancora e noi dobbiamo riuscire a vederle; non hanno smesso di esistere con la morte di Federica, è la nostra anima che finge di non vederle più...

... Cosa ci può spingere ad andare avanti? Possono essere gli altri? Può essere un'esortazione detta con amore: "Coraggio, devi essere forte!"?
Possono gli altri trasmetterci la forza, il coraggio per alzarci tutte le mattine, andare al lavoro e svolgere le solite incombenze, vedere persone, parlare?
Sì, è possibile, ma solo se ci crediamo...
                            dal libro "Orfana di mia figlia" di Morena Fanti

domenica 12 febbraio 2012

Siamo riuscite a comunicare... Comprendevo quello che mi voleva dire, e Lei capiva "leggendomi sulle labbra". Non ci siamo mai fermate... due "belle chiacchierone estreme"... non c'è che dire!
La Sua storia... simile a tante altre, forse un po' più complessa perchè vedova da tanti anni ha dovuto darsi da fare per allevare i figli piccoli, ma certamente molto significativa... Una donna che non s'abbatte... non "si sottomette" a nessuna condizione avversa, a cominciare da quella iniziale fino all'attuale.
Sorrideva e a segni mi faceva capire... passerà... come dico poi, sempre anch'io... passerà.
Eh sì,  bene dice chi afferma che forti sono le donne... forse anche un po' di più degli uomini... capaci di grandi cose sanno darsi e dare forza, e d'altra parte un uomo non ci sarebbe se non ci fosse stata una donna a partorirlo... no?
Non è amor di polemica a suggerirmi tali parole... davvero, è una constatazione di fatto, anche parlando di me mai considerata tanto coraggiosa e con una soglia di dolore piuttosto bassa. E invece poi "ho sbalordito" tutti compresa me stessa... e questo "solo" per la malattia. Per quanto riguarda altro riesco a dare anche il meglio di me, a cavarmela senza sgomento nelle situazioni più ingarbugliate. E allora, incredula arrivo a chiedermi... sono veramente io quella che "mi sento"? Poi mi rispondo... a quanto pare sì, se riesco a guardare e a giudicarmi dall'esterno.
Eppure certe volte devo riconoscere le mie fragilità... piccole e grandi... sono quelle che riguardano il mio essere "mamma"... Chi lo è, mamma... potrà capirmi.
Come in questo momento...
Scrivo mentre la televisione trasmette il programma del sabato sera... ho il volume basso, percettibile quel tanto che basta per sentirmi in compagnia... Non voglio "essere sola"  perchè i "pensieri" prenderebbero il sopravvento e mi farebbero "volare" lontano... troppo.
Stasera i miei figli... entrambi, sono via.
Sono in apprensione per loro... i motivi sono diversi ma reali. La "mia" è un'ansia "moderata"... come dire, "sotto controllo", ma è latente e penetrante come un tarlo se mi soffermo solo un attimo a pensare. Allora cerco di non farlo, e... "tirando i dadi" della distrazione, come se giocassi al gioco dell'oca, salto una o più caselle e penso ad altro, continuando a... essere la donna e mamma che non cede alla Sua vulnerabilità.

sabato 11 febbraio 2012

Settimana difficile... questa che sta per lasciarci, e la prossima? Chissà...
E' stata tutta all'insegna dell'emergenza. Emergenza neve... ghiaccio con le conseguenze tipiche del caso.
A parte quelle comprensibili e scontate ce n'è stata una che ha portato un po' di movimento e "scompiglio" là a quel terzo piano.
All'inizio della settimana, dopo la prima copiosa nevicata i dializzati pendolari della provincia sono rimasti bloccati in ospedale. La Protezione Civile aveva provveduto a trasportarli in città, ma dovendo tali pazienti sottoporsi alla dialisi in tempi molto ravvicinati, si era pensato bene di non riportarli indietro poichè la situazione meteorologica non prometteva nulla di buono.
Per una volta... come è noto... sono rimasta a casa, e il giorno dopo, quando sono tornata mi è sembrato d'aver sbagliato reparto... tante persone nel corridoio e quasi tutte in pigiama. Che cosa c'è di strano? Certo, è quello il "look" ospedaliero, ma inusitato per quel posto specifico. E' sì, un reparto di Medicina d'urgenza ma più che altro è  un Day Hospital terapeutico... ed io lì ho sempre visto gente... come dire... "in borghese".
Così... sono entrata quasi in punta di piedi, esplorando e cercando da me una spiegazione. Mi sono venute in soccorso le Amiche infermiere... "Abbiamo ospiti..." e poi è stato tutto chiaro. In una stanza in fondo al corridoio "erano state sistemate" le terapie solite... per quel giorno, Zia Si... "ma ne vale la pena?"... "la signora ancora col bel decolletè". Sono stata con loro... di nuovo a casa mia.
I giorni a venire, ugualmente animati hanno visto un personale più che indaffarato a cambiar lenzuola ed aggiungere coperte... procurare pigiami e biancheria per chi ne era sprovvisto, in pratica... tutti,  spostare persino letti ed armadi... come oggi. Perchè tanto per non smentire il detto, piove sul bagnato, una moglie che assiste il marito si è ritrovata con la febbre alta per l'influenza ed è stata sistemata nel letto accanto al suo... entambi "ricoverati" per motivi diversi ma per la stessa situazione contingente.
Stamattina, tra l'altro ho fatto una nuova conoscenza, l'"Amica che ha scritto il Suo nome su un foglio" perchè io lo memorizzassi subito... Non poteva fare altro. Tumore al seno anche per Lei... per Lei anche chemioterapia... e oggi era il "Suo primo giorno". Mi ha fatto capire con la lingua dei segni che in un primo momento aveva avuto paura... tanta, ma ora si sentiva pronta a reagire e a "superare" tutto.
E in perfetta sintonia con me, perchè comunque per una ragione precisa parlavamo "la stessa lingua"... ha cominciato a raccontare di sè...

venerdì 10 febbraio 2012

Sarà fato o casualità...mi trovo ad aver a che fare con "bilanci"... tanto per restare in argomento... a tirar  somme e a salvare voci in attivo di quelli che sì,  potrebbero essere simili a movimenti economici.
Naturalmente, penso si sia capito, non è di denaro che intendo parlare, ma di vicende umane... di Vita.
Mi piace fare questo parallelo proprio per il "contrasto" che c'è... profitto ed esistenza... due linee parallele che procedono affiancate, vicine ma alla fine non s'incontrano mai.
D'altra parte non ha forse la Vita una sua economia? Anch'essa non fa riferimento ad alcuna ideologia, e pur partendo spesso da principi, è mutevole... a volte strana e persino "bislacca"... e sempre evolve non come la si immaginava.
"Mai fare programmi non suscettibili di cambiamenti"... me lo son sentito ripetere non so quante volte,  prima di tutti da mia madre, che per Sua natura non programmava mai... tanto che s'era ritrovata ad essere mamma che andava ancora a scuola.
E poi ancora... "La Vita riserva sempre delle sorprese"... e della veridicità di tale affermazione posso certamente dire di essere "io" una prova vivente.
E torno ancora a citare la mia mamma che, fidanzata a lungo con chi riteneva fosse il Suo tipo ideale, si era poi sposata in breve tempo con la persona che mai avrebbe immaginato al Suo fianco... cioè mio padre.
Così è la Vita... un progetto in continua evoluzione. Aggiungi... cancelli... miri da lontano... ricordi dove hai sbagliato e correggi... In pratica non si finisce mai.
"Work in progress"... m'è stato detto anche questo, soprattutto durante la malattia perchè non guardassi troppo lontano e imparassi ad apprezzare il bello del momento. Stamattina l'ho ripetuto ad uno dei miei più cari Amici tra "quelli che contano", che dopo un esame s'è ritrovato con qualche metastasi in più.
"Mi sa che qui ci dobbiamo vedere ancora per qualche anno..." "E va bene... che fa?! Sai quanti biscotti all'amarena potremo ancora mangiare insieme?"
Ne è scaturita una risata... quasi "sonora", e intanto "ci" siamo concessi un'ulteriore aspettativa.
Perchè Chi lo può dire? "Programmi" non se ne fanno... è vero... ma neanche alcuno può stabilire  "date" nè "scadenze", e così... "consapevolmente ignari" andiamo avanti nella Vita prendendo il meglio che ci dà.

giovedì 9 febbraio 2012

Non sono stata ieri lì... a quel terzo piano...
Causa neve, gelo... selciato sdrucciolevole sono rimasta a casa. Un po' ho pensato... un po' ricordato... molto ho apprezzato il tepore delle "mie pareti". Una pausa forzata che mi è servita a fare il punto su me stessa... quella che ero, sono... e sulla gioia di esserci ancora e di ripetermelo.
Sicuramente qualcuno che mi legge e mi legge da molto troverà noioso il ritorno di tale affermazione ogni tanto... ma io ho bisogno di farlo per continuare a... testimoniarla, questa gioia prima a me, e poi per testare che non cali... che in caso ciò avvenisse dovrei darmi una regolata... e anche in fretta.
Si sa... l'essere umano è mutevole e magari mette una vita a fare dei passi in avanti e cinque minuti per tornare al punto di partenza.
Non si può mai dire... per questo mi fermo a pensare... ricordare... chiedermi che cosa voglio veramente ora che... ho capito.
Ho capito che è bello Vivere se l'esistenza non te la tieni stretta nel pugno come se fosse solo Tua... perchè Tua non è... è stata data "in gestione" per farne saggio uso e ricavarne un "buon guadagno"... e non solo per Te... anche se poi tutto ti ritorna e anche con gli "interessi".
Come sta capitando a me che non ho voluto tornare a vivere come prima...
Non avrei potuto, mi mette tristezza solo a pensarci perchè mi avrebbe riportato al tempo precedente al tumore... quando credevo che per essere felice o almeno soddisfatta mi servisse una casa con tutto ciò che occorre... al momento giusto... al posto giusto, e giusto non era affatto perchè mancava sempre qualcosa e in ultimo la serenità e l'equilibrio per dire... basta!
"Basta!"... non lo dico neppure adesso, quando mi relaziono con gli Altri, in genere ma soprattutto con i miei Amici... "quelli che contano", ma per lo meno mi sento contenta, gratificata... "raddoppio" i miei sorrisi... ne "ricavo" qualche altro.
Condividere per ricevere... "arricchirsi" per "donare".
Strano come dei termini in uso per materiale "profitto" acquistino un "valore" tutto nuovo e diverso applicati ai sentimenti...
Non si finisce mai d'imparare... ed è meraviglioso accorgersene.
E così ieri che sono rimasta a casa ho ugualmente continuato a... essere lì... a quel terzo piano con Zia Si, che avrei rivisto oggi... con un'amica che non vedo più ma a cui penso lo stesso perchè mi ha donato un "tassello" della Sua Vita... con "ma ne vale la pena?" e la Sua grande forza e voglia di combattere perchè la Sua gioia di vivere non finisca là dove è cominciata la lotta.

mercoledì 8 febbraio 2012

Ormai è chiaro... ultimamente le cerniere lampo ce l'hanno con me, soprattutto quelle delle borse...
Neanche un mese fa se n'è rotta una perdendo un "dentino"... stasera un'altra, praticamente nuova, comperata da quaranta giorni.
Eravamo andati col compagno della mia Vita al supermercato, e all'improvviso ho visto la borsa aperta...
Oddio! Non è che m'avranno borseggiata!? ho pensato subito... ma per fortuna il portafoglio era al suo posto. Mah... allora l'avrò lasciata aperta distrattamente. E qui il "mio Grillo parlante"... "Sei sempre la solita... con la testa tra le nuvole". Chi io... e quando mai? A questo punto ho preferito far cadere la "questione"... non avevo ombrelli da far volare via, stasera. Ho richiuso la borsa... abbiamo fatto la spesa e siamo tornati a casa. E là, di nuovo... "il mistero della lampo"! Insomma per non farla tanto lunga... su e giù su e giù, a testare la "benedetta" per non so quante volte... e alla fine presa dal nervoso, questa volta ho lanciato la borsa... E poi non c'ho pensato più... o quasi.  E' vero... "era" una borsa nuova... bella... capiente... "a mano" quindi facile da portare... ma era pur sempre una borsa! E che... si può mai perdere del tempo per una cosa così? Beh... io ne avevo già sprecato un bel po'.
Per archiviare definitivamente il fatto, e quindi calmarmi mi sono fatta uno shampoo... come è il mio solito quando qualcosa mi va storto... e tutto "è scivolato via"  nello scarico insieme con la schiuma e qualche capello giunto al termine del suo ciclo vitale.
Ma che c'mport... avrebbe detto l'omonima amica. E se Lei dice così... io lo sottoscrivo.

martedì 7 febbraio 2012

Vinta ogni ritrosia finalmente l'ho riportato alla luce...
Ho tirato fuori dall'armadio quel cappello che comprai due anni fa in questo stesso periodo.
Nella mia vita credo d'aver indossato ben pochi copricapo... una cuffietta da neonata di lana d'angora, il classico berretto col pon pon, questo cappello appunto,  immediatamente ante tumore... la parrucca durante la chemioterapia. Non ho mai amato portare "cosi" sulla testa, innanzitutto perchè naturalmente insofferente, e poi perchè attribuivo alla stessa una forma strana, piuttosto quadrata e schiacciata... nessun cappello o cappellino, berretto o berrettino... persino spiritose bandane sarebbero riusciti ad abbellirla un po'.
Ma tant'è che due anni fa, quando ero già in "odor di malattia", ovvero avevo ormai scoperto... pur non accettando... che qualcosa in me non andava, decisi di comprarmi un qualcosa che non solo mi riparasse dal freddo, ma mi tirasse fuori da quella malinconia mista ad ansia che turbava i miei giorni. Sarebbe stata una "sferzata di novità"... una piccola cosa... m'illudevo che potesse bastare.
Così poi non era stato, in realtà... perchè una volta che l'ebbi indossato, per quanto fosse molto molto carino...inorridii. Mi guardai allo specchio... dimagrita e pallida, ritornò di me un'immagine del tutto diversa... magari era quella autentica del momento che però non volevo assolutamente vedere... non allora, forse perchè in cuor mio sapevo...
Senza capelli! Mi ero vista senza capelli... proprio come sarei stata dopo qualche mese. Tolsi di scatto quel cappello e non lo indossai più... lo riposi nell'armadio e lì è restato fino a ieri.
"Mary... non puoi uscire a capo scoperto in questi giorni di gelo... dobbiamo comprare un cappello." "Ma no... lo sai, dopo la parrucca non mi va d'indossare più niente." Così avevo risposto all'Amore della mia Vita... Lui aveva dimenticato quel "Suo regalo" di due anni prima... Io no.
Lo prendo o non lo prendo dall'armadio? Dopo tutto che cosa costa almeno guardarlo... ma sì, anche provarlo? Brutti ricordi... questo costa. Però sono ricordi di un tempo che non può ritornare... perchè anche se fosse... non sarebbe mai come quella volta, la prima... quando ti crolla il mondo addosso.
Così... ieri l'ho tirato fuori... e stasera l'ho anche indossato sotto una bufera di neve. Prima di uscire mi sono guardata allo specchio... un bel sorriso, come al solito... ed era tutta un'altra immagine.

lunedì 6 febbraio 2012

Già camminare sotto la neve dà un senso di pace...
Sarà perchè i rumori restano ovattati... sarà perchè concentrato sul Tuo passo non riesci a pensare ad altro... certo è che per un po' sei solo con Te stesso a respirare aria di "magia" e ti senti tranquillo... ascolti persino il battito del cuore.
E' una sensazione di "vago benessere" che non t'abbandona neanche quando prendi consapevolezza dei disagi che comporta una nevicata di portata media con tendenza a persistere... Traffico difficile, impossibilità di raggiungere mete programmate... freddo intenso che nei movimenti ti rende tanto simile a uno zombie... tutto appare come minima cosa. Passerà, ripeti... perchè a passare passa... anzi in cuor Tuo speri quasi che un'altra nevicata ci stia bene, così continui a... star bene anche Tu.
"Mamma, non ci crederai... stamattina ho aperto il freezer e lì dentro era meno freddo che fuori." "Ma noo... che dici?" "Sì... tu ridi... ma è proprio così!"
Valeria si trova in una delle città più colpite dal gelo di questi giorni... praticamente, come dice lei... sepolta nella neve, con le auto parcheggiate simili ad igloo e ghiaccioli come stalattiti che pendono dalle grondaie.
"Non ho mai visto tanta neve in vita mia..."
Nella Sua vita... già, in trent'anni mai niente di simile.
Quando era piccola... come tutti i bambini... balzava dal letto quando le dicevo... Vale, sta nevicando... e sorrideva, anzi rideva... cosa insolita per Lei... mentre a lungo si fermava a guardare fuori dalla finestra.
Oggi dice che della neve non ne può più... perchè non esce e...deve fare la spesa... doveva traslocare e non potrà farlo per il momento... non può neanche tornare qui da noi perchè i trasporti sono a rischio.
Chissà quanto desidera tornare nella "Sua" casa... tra quelle pareti che poco più di un anno fa ha sentito così strette. A ragione, comunque... strette a ragione. Perchè dopo aver inviato curricula vitae ovunque, senza aver ricevuto risposte soddisfacenti... doveva pur far qualcosa e qualcosa ha fatto... ha preso la valigia ed è partita. Eppure...per trovare qualcosa di simile a un lavoro, sia pur precario, da quel curriculum ha cominciato a depennare qualche voce. Perchè... si sa... di questi tempi è in uso così...

                  SCRIVERE UN CURRICULUM

Che cos'è necessario?
E' necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.

A prescindere da quanto si è vissuto
è bene che il curriculum sia breve.

E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.

Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.

Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un che, ma senza perchè.
Onorificenze senza motivazione.

Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.

Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.

Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio in vista.

E' la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.
                                                                  Wislawa Szymborska

domenica 5 febbraio 2012

La pioggia dei giorni scorsi da ieri ha lasciato il posto alla neve...
Tanta per noi, perchè non è che sia cosa di tutti gli anni la neve, qui dalle nostre parti.
Dalla veneziana dello stanzino la luce di uno strano colore... grigio perla e un rumore "umido" di gomme d'auto che si muovevano lentamente avevano anticipato la "sorpresa"... Ho aperto la finestra e ho visto quel candore. La neve scendeva lieve ma copiosa... continuava a... ricoprire ogni superficie su cui si posava.
Sono andata in cucina a preparare la colazione... e come sempre mi succede in presenza di un "evento straordinario", mi sono ritornati dei ricordi... La memoria va all'infanzia...
Tempo felice quando una nevicata voleva dire... tepore, cioccolata calda al mattino... "semola battuta" al ragù di salsiccia a pranzo perchè così ci si riscaldava e soprattutto... vacanza a scuola, anche se per andarci dovevamo solo attraversare la strada. Così decideva la mamma... ancor più la nonna che da sempre aveva vissuto con noi.
Era bello appena alzati, stare con il naso appiccicato ai vetri e guardare le "farfalline bianche" volteggiare nell'aria e poi posarsi sugli oleandri nel cortile. Con la bocca aperta per la meraviglia alitavamo su quei vetri e con il dito disegnavamo cuori e stelline...
Da allora sono passati tanti anni... e se una volta sul libro di lettura leggevo, "sotto la neve pane"... oggi  l'animo mi suggerisce, sotto la neve... pace.

La terza neve
di Yevgeny Evtushenko




Guardavamo dalle finestre, là
dove i tigli
si stagliavano neri
nella profondità del cortile.
Sospirammo
ancora, la neve non veniva,
ed era tempo, ormai,
era tempo...
E la neve venne,
venne verso sera.
Essa
giù dall'alto dei cieli
volava
a seconda del vento,
e nel volo
oscillava.
A falde sottili come lamine,
fragili,
era confusa di sé stessa.
La prendevamo delicatamente nelle mani
e stupivamo:
dunque, era quella la neve?
Ma la neve ci rassicurava:
Verrà, io lo so,
verrà la neve vera.
Non vi turbate
mi scioglierò,
non inquietatevi
subito... .
Dopo sette giorni
venne la neve nuova.
Non venne
precipitò.
Cadeva cosi fitta, da non potere
tenere aperti gli occhi,
a tutta forza
vorticava in cerchio, mugliando.
Con pervicace ostinazione
voleva inseguire il trionfo
perché tutti dicessero concordi:
si, è lei, la neve
vera, che non dura un sol giorno,
o due.
Ma disperò di sé, non resistette
e si diede per vinta.
E se non si scioglieva tra le mani
si scioglieva
sotto
i piedi...
E noi inquieti, ansiosi
sempre più spesso
scrutavamo l'orizzonte: quando
quella vera verrà?
Perché era tempo,
era tempo...
E un mattino,
appena alzati, pieni di sonno,
ignari ancora,
d'improvviso aperta la porta,
meravigliati, la calpestammo.
Posava, alta e pulita
in tutta la sua tenera semplicità.
Era
fittissimamente di sé sicura.
Giacque
in terra
sui tetti
e stupì tutti
con la sua bianchezza.
Era davvero tanta,
ed era davvero bella.
Cadeva e cadeva
nel baccano dell'alba
fra il rombo delle macchine e lo sbuffare
dei cavalli
e sotto i piedi non si scioglieva,
anzi diventava più compatta.
Giaceva
fresca e scintillante
e ognuno ne era abbagliato.
Ed era lei, la neve. La vera.
L'aspettavamo.
Era venuta.





 


       




sabato 4 febbraio 2012

... e se così è ti porta a vivere ogni momento con la serenità dei giorni migliori.
E ti fa doni grandi... la pace con Te stesso... la forza interiore. Basterà chiedere e verrà dato.
Mia madre ci diceva, quando si è in difficoltà, convinti di non farcela... basta recitare fra sè il Padre Nostro e il senso di solitudine ed impotenza svanirà... sarà un piccolo miracolo di ordinaria quotidianità. Nella Sua sofferenza Lei lo aveva sempre fatto e non l'abbiamo mai vista depressa... nonostante tutto.
Di questo io sono fortemente convinta, ma a volte la mia fragilità prende il sopravvento e all'improvviso non mi riconosco più... sembro un'altra persona.
Come ieri sera... quando pressata dalla tensione per uno scatto d'ira ho gettato all'aria l'ombrello aperto e ho cominciato a camminare a passo svelto sotto la pioggia "quasi" battente. Perchè l'ho fatto? Per dimostrare il contrario di quello che m'ero sentita dire... che di quei goccioloni non me ne importava niente... che ora sono diversa... una persona nuova che apprezza qualsiasi cosa venga... dal Cielo.
Poi... una volta che sono stata al coperto ho preso a pregare con le fitte agli occhi e le pulsioni alle tempie... Padre Nostro che sei nei cieli... e le lacrime son venute su ad accompagnare le parole. Subito dopo mi son sentita meglio... mi sono resa conto d'aver esagerato, forse più che ad Altri... per l'ennesima volta era a me stessa che volevo dimostrare di essere una persona nuova... perchè probabilmente non è del tutto reale tale cambiamento e dentro di me c'è ancora conflitto tra quella che ero e ciò che sono oggi. E magari domani sarò  diversa ancora... perchè è un processo in costante e continuo divenire.
Dopo un po' ho trovato anche il coraggio e l'umiltà di chiedere scusa... e il mio Cuore è tornato sereno, alleggerito dal peso di un errore... aver ceduto alla mia debolezza.
Siamo esseri umani ed io non sono di certo Wonder Woman.