giovedì 24 gennaio 2013

Al di sopra delle "responsabilità"... perchè? (immagine dal WEB)
"... noi mariti... siamo soggetti alla sindrome di Peter Pan, possiamo avere la tentazione di fuggire, di abbandonare il campo..."







Capita a volte ma comunque troppo spesso, considerata la straordinarietà della situazione... capita quando una "coppia" incappa nella "brutta avventura" del cancro. Ad un certo punto e non si va neanche tanto oltre, uno dei due dichiara forfait e si ritira in buon ordine, scappa e lo fa senza un minimo di creanza, sbagliando tempo e modi... pensando solo a sè e dimenticando con inaudita facilità il passato e ancor più il presente concretizzato in una situazione drammatica.
Le statistiche parlano chiaro e ancora una volta le Donne ne escono con onore e gli Uomini sempre di più con le ossa rotte... volutamente per propria responsabilità. Sono Loro, infatti quelli che più spesso abbandonano il campo, fuggono a gambe levate in tempi brevissimi quasi temessero il "contagio"! E a pensarci bene se così fosse, se esistesse un pericolo del genere, azzarderei anche la possibilità di giustifica.
Ma così non è... e allora perchè lo fanno?
La Donna raramente lascerebbe il compagno al Suo destino, istintivamente portata alla protezione e all'accudimento se lo facesse sarebbe tormentata dai sensi di colpa... questo nella stragrande maggioranza dei casi.
L'Uomo al contrario e nello stesso tempo per logica conseguenza, vedendo improvvisamente venir meno un importante punto di riferimento, un appoggio sicuro e dovendo necessariamente scambiarsi di posto, si sente "oppresso" dalle responsabilità ancor prima che gli venga chiesto un minimo di supporto e aiuto materiale.
A ciò si "aggiunga" la paura concreta di perdere la libertà di "non pensare" che non è la spensieratezza bensì la volontà assoluta di cancellare dalla mente certe eventualità nel "proprio" futuro, quello che riguarda solo Lui. In altre parole rifugge dall'idea che la "cosa" gli  potrebbe toccare prima o poi... e così scappa da un fantasma che si crea da solo e così inconsciamente crede di salvarsi.
Tempo fa mi fu raccontata una "storia vera"...
Una donna, non giovanissima ma di quell'età in cui ancora tanto ci si aspetta dalla Vita, si ammalò di tumore al seno. Alla diagnosi il marito quasi  venne meno, poi si riprese ma piano piano si chiuse in se stesso, alternando atteggiamenti strani... scatti d'ira e lunghi silenzi. Un "bel" giorno, si fa per dire... senza una parola di spiegazione scomparve, in seguito si fece vivo chiedendo la separazione. Tutto questo nel periodo più difficile per la moglie, indebolita fisicamente e psicologicamente da intervento e terapie. In seguito sarebbe venuta a conoscenza pure di una relazione del marito con un'altra donna.
Trascorse del tempo, la donna superò la malattia e intanto l'iter della separazione faceva il suo corso.
Un giorno, tornata in ospedale per i controlli di routine qualcuno le chiese com'era andata a finire la storia con il marito, al che Lei rispose... "Bene, molto bene...", "Vi siete riappacificati?", "No... è morto, il cuore non ha retto..."
Era scappato per paura della Morte e... ironia della sorte... l'aveva incontrata per strada.

8 commenti:

  1. C'è molta verità nel tuo scritto, cara Mary.
    Il finale poi fa quasi ridere e dà un senso di giustizia al tutto:)
    Ciao e buona giornata,
    Lara

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    1. Che dire, Amica mia?!... Alla fine i conti tornano sempre anche se non pare così.
      GRAZIE per essere qui...
      Con affetto,
      Mary

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  2. Cara Mary un saluto in fretta, oggi sono impegnatissimo.
    Tomaso

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    1. Corrri corri, Tomaso... e grazie per essere passato lo stesso.
      Un abbraccio...
      Mary

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  3. secondo me lo fanno quelli che non amano...perché amare fa passare tutte le nuvole della vita...un abbraccio e grazie per il bellissimo post:)

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    1. Anche secondo me, cara Tina...
      Chi ama davvero non viene nemmeno sfiorato da un lontano pensiero... questo vale sia che si parli di un uomo come di una donna. E anche la "stanchezza" non giustifica, a meno che non s'intende stanchezza di un "ruolo" che ormai va stretto.
      GRAZIE per essere passata di qui... leggere il Tuo commento mi ha reso felice. Grazie ancora ed un forte abbraccio.
      Mary

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  4. Ha ragione chi ti ha scritto il commento precedente... Chi ci Ama veramente, ci sta vicino nel momento del bisogno e non scappa...
    Buona serata cara Mary, ti penso... anche se non mi vedi sempre.
    Un abbraccio.

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  5. Lo sappiamo Tutti che non può essere che così, Ale cara, e pur consapevoli di questo, quando succede non si può non soffrire anche perchè si è deboli e tanto spaventa lo spettro della solitudine. Il percorso da affrontare diventa ancor più difficile ma come la malattia può essere superato... un'opportunità in più di crescita di cui, nonostante il dolore si deve andar fieri.
    Un grandissimo abbraccio, Ale... e non preoccuparti di non esserci, Ti voglio bene e capisco.
    CIAO... Mary

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