mercoledì 31 luglio 2013

Una "meta", due "strade"

E' probabile che se continuo a... ripeterlo, ad un certo punto non mi si possa più dare credito perchè le mie parole potranno sembrare pura retorica o dette tanto per dire, però lo devo fare ancora e perciò la lancio lì, senza troppi giri e con estrema chiarezza.
Il "mio" è un percorso guidato.
Non può essere altrimenti se pensieri a me inusuali vengono facili all'improvviso, spuntano idee sempre nuove e l'entusiasmo non viene mai meno. Non viene scalfito nemmeno da attacchi esterni mirati, mi basta una breve pausa per riflettere, capire e poi riprendo più forte e decisa di prima... e non mi mancano sprone e suggerimenti, è sufficiente solo che io sappia "leggere tra le righe storte".
Non ho mai fatto un mistero riguardo la"motivazione" iniziale del mio percorso post-tumore... a Chi mi chiamava "Calcutta" con l'intenzione di paragonarmi a madre Teresa, rispondevo che mai come nel mio caso questo nome era inappropriato perchè se avevo preso ad essere vicina ai pazienti come me, era perchè IO in prima persona ne traevo un gran beneficio, poi... se strada facendo fossi riuscita a lasciare una briciola di bene, che bene fosse ma non certo per mio merito specifico.
Qualche tempo dopo, questo mi fu rimproverato come colpa... "usavo" gli Altri per il mio bene... avrei potuto replicare, si, è vero... però mi lascio anche usare. Comunque non l'ho fatto e non me ne pento ma ogni tanto aleggia l'ombra del dubbio.
Ed ecco stasera che cosa mi capita sotto gli occhi...
"Come colui che si prende cura di se stesso si prende cura degli altri?
Con la pratica e la meditazione.
E in che modo colui che si prende cura degli Altri si prende cura di se stesso?
Con la pazienza, con la compassione, con l'amore  e con la solidarietà".
In altre parole... cercando di migliorarsi si può essere utili al prossimo. E' chiaro, vuol essere un semplice tentativo... niente a che fare con deliri assurdi di superiorità ed onnipotenza.
Forse anche quel mio nuovo progetto, di estendere gli obiettivi del blog, rientra in quest'ottica... miglioro il mio impegno e perciò me stessa per offrire un aiuto concreto ad Altri... la "condivisione" in modo semplice e normale di un evento che in altro tempo e dall'esterno avrebbe potuto essere solo considerato come un "dramma" e nient'altro.

martedì 30 luglio 2013

... per non finire mai di "essere"

Bene... qualche "buona risposta" alla proposta è già arrivata, poi tanti consensi... ora mancano solo le "Nostre" storie, nostre perchè sono tutte talmente simili da riguardare non solo il singolo protagonista.
Nel pomeriggio sono stata impegnata nella registrazione di un nuovo indirizzo di posta elettronica cui inviare i vari racconti che spero arriveranno numerosi... poi ho pensato al "nome" da dare a questa "novella sezione", me ne sono venuti in mente tanti, carini e pure d'impatto ma per quanti ne erano si sono alla fine annullati a vicenda e così, timidamente se ne è affacciato un altro che un vero titolo non è, piuttosto un "inciso" o addirittura una "conclusione" e paradossalmente ha vinto per contrasto. Una "rinascita" conquistata o attesa non è un inciso nè tanto meno una conclusione, diventa il "centro" dell'esistenza che impara ad apprezzare l' "adesso" e lo proietta nel futuro senza limiti e timori.
Penso di avervi incuriosito abbastanza, allora... la novella (attributo non scelto a caso... sa infatti di speranza) sezione si chiamerà, "... per non finire mai di essere"... così, scritto con le lettere minuscole... quasi sottovoce perchè l'amore per la vita non ha bisogno di essere urlato, va sentito nel profondo e per essere credibile deve essere vissuto nel quotidiano e condiviso, magari donato a Chi lo ha momentaneamente smarrito.
"... per non finire mai di essere", nasce così stasera... a VOI sta dargli un senso e farlo crescere. Avrà anche una "copertina", ce ne ha già fatto dono una di NOI col Suo commento di approvazione all' "idea"... il resto è da venire. Vi aspetto e ricordate che continuare a... condividere equivale a darsi il coraggio che manca.


N.B. L'indirizzo e-mail di "CONTINUARE A..." è
continuarea@virgilio.it

lunedì 29 luglio 2013

Non finisce qui... e non solo

La costanza e la voglia di scrivere ogni sera per mettere insieme uno dopo l'altro i propri giorni simili a perle... e dopo averli apprezzati come i più preziosi farne ricchezza da non tenere solo per sè. Condivisione... questa fu ed è la motivazione per continuare a...
E perchè fosse più tangibile e valida, un anno fa si estese seguendo la scia del blog con la nascita del "gruppo" su fb, "Continuare a... parlarne con speranza", ad oggi costituito da un discreto numero di iscritti, e poi ancora... con la pagina sull'alimentazione sana per prevenire e curare naturalmente le malattie, insomma un'opera continua per non fermarsi mai e riuscire a ricavare da un evento, diciamo pure drammatico, un'opportunità di crescita e miglioramento. Perchè tenersi impegnati in qualcosa di costruttivo, a tratti anche creativo serve a distrarsi dalla "paura" che a lungo andare paralizza e fa morire prima del tempo, impedisce infatti di guardarsi "dentro" e cavare il meglio di sè che in ognuno è davvero tanto.
E quando tutto questo si fa insieme con Altri che ben conoscono l' "argomento" per il proprio vissuto, riesce meglio ed ogni difficoltà appare meno grave e più facilmente superabile.
"Continuare a..." ha compiuto tre anni e poichè intorno ha ritrovato tanti idealmente a festeggiarlo, ho pensato di fargli un altro regalo. Non so ancora se sarà di facile realizzazione, dipenderà dalla risposta alla proposta, non del tutto originale ma sempre molto bella perchè di "vita" si tratta. Fu pensata da Carlotta, la Nostra Carlotta che ci ha lasciato di recente... Lei creò una sezione nell'ambito del Suo blog, "Il Cancro e poi..." in cui pubblicava le "storie" come la Sua... come la mia e di tanti altri, condivisione quindi condivisione ancora. Ci credeva tanto Carlotta... e ci credo anch'io.
Ecco allora la mia proposta... raccontate la Vostra "storia" ed io la pubblicherò in questo mio spazio, in una sezione che potremo chiamare, ad esempio... "CONTINUARE A... CONDIVIDERE".
Che dite... Vi va l'idea? Potrebbe andare?
Io vedo la cosa come al solito positivamente perchè... invece di perder tempo maledicendo quello che è stato non è forse meglio cercare di vedere il "meglio" che ci ha lasciato?
E il meglio siamo TUTTI NOI che insieme ci stringiamo per continuare a... Vivere davvero.

domenica 28 luglio 2013

Buon Compleanno!

E sono TRE... come questi palloncini, gli anni del mio blog!
"Continuare a..." vide la luce non dico per caso ma quasi, proprio nell'assolato pomeriggio del 27 luglio di tre anni fa, e da quel giorno non ci siamo mai separati. Gli faccio visita quotidianamente e insieme ne diciamo di belle e di brutte... ridiamo quando è il caso ma non ci tiriamo indietro di fronte alle lacrime.
Da quelle prime parole... "Sto per scrivere di qualcosa...", è passato ormai tanto tempo, sono stati scritti 1151 post... anzi con questo... 1152! Siamo cresciuti insieme.
E se mi viene da rileggere ciò che ho scritto quasi non mi riconosco, merito dell'esercizio di "scrittura" ma ancor più dell'impronta lasciata dall'"esperienza di vita", fortemente sentita ed elaborata nel tempo. Attraverso le pagine di questo mio "diario" sono diventata grande perchè ad esse ho affidato pensieri "coraggiosi" che altrimenti non avrei mai espresso, "intime" emozioni di cui avrei avuto pudore. Con la volontà di mettermi "per iscritto" ho vinto la mia innata ritrosia e mi sono posta in autoanalisi, superando l'inevitabile ansia e le improvvise angosce.
Ma di "Continuare a..." non sono stata unica protagonista perchè alla mia "storia" se ne sono aggiunte altre, intrecciandosi e a volte persino prevalendo sulla mia vicenda... e così ho potuto comprendere in pieno che non siamo mai "straordinari" nella sofferenza e che bisogna guardarsi dietro per trovare sicuramente Chi sta peggio.
Ho conosciuto tanta gente nel virtuale come nel reale, e questo anche grazie al mio blog... TUTTI INSIEME poi abbiamo compreso la validità terapeutica della "condivisione", ed è stato come scoprire l'acqua calda perchè la "formula" giusta è tutta racchiusa nel termine stesso... condividere un fardello, gravoso... qualunque esso sia, vuol dire ridurne il peso almeno a metà o anche in più parti, se si vuole. E poi... poi si sta decisamente meglio.
Tutto questo è stato e continuerà a... essere, "CONTINUARE A..." perchè un blog che ha un nome così non può avere mai fine... almeno fino a quando avrà vita Chi l'ha tanto amato ancor prima che nascesse.

sabato 27 luglio 2013

Un' estate all'improvviso

Questi ultimi giorni di luglio vanno via quasi arrancando... sarà per la ripresa del gran caldo o per i ricordi che mi riportano all'estate speciale di tre anni fa... magari per entrambe le cose.
Quella mia "estate all'improvviso" che cambiò la vita. In realtà tutto era cominciato già dall'inverno, ma fu nei tre mesi caldi che la storia si concentrò... intervento, chemio, cose che pesano di più quando il "mondo" ride e va in vacanza. Ti senti in liquidazione, praticamente già dimenticato o rinviato a settembre... perchè, dicono... come si fa a pensare alle malattie, a parlare sempre di masse e metastasi quando fuori sono 40° all'ombra? Beh... proverei a cambiare i termini della questione, aggiungere o togliere qualcosa e verrebbe quindi da chiedere... come si fa a "non" pensare alle malattie, a parlare invece di vacanze e crociere quando si conosce bene la condizione di un paziente oncologico nel pieno della Sua avventura? IO... ce l'ho ancora "stampata" addosso e perciò non ce la faccio a pensare alle vacanze e basta, qualche giorno me lo prenderò pure ma il Cuore sarà sempre con gli "Amici che contano".
Stamattina, in reparto... il corridoio poco affollato o meglio i pazienti sono sempre quelli se non di più, ma diminuiscono gli "accompagnatori", all'inizio e nella stagione fredda uno stuolo di "angeli custodi", ora col caldo e l'afa un solo "angelo solitario" dall'aria stanca ed annoiata. Che si vuol fare, mi son detta... non è da attribuire gran colpa, stare accanto ad "uno come Noi" non è facile mai, figurarsi d'estate!
Anche il personale, sia medici che infermieri, persino i cosiddetti operatori socio-sanitari, andava a scartamento ridotto con il risultato che Tutti erano insofferenti... nessuno escluso.
Mi ha colpito poi il racconto di una paziente, anziana... quella che porta lo stesso nome di mia madre ed è nata anche nello stesso anno... per tanto tempo era stata infermiera nell'ospedale psichiatrico e quando fu il tempo della pensione aveva organizzato Lei una festa per gli ammalati. Questi avevano pianto nel vederla andare via, e ancora oggi lo ricorda e si commuove... "mi volevano bene, si capisce... io non ero nè dura nè troppo morbida, ma soprattutto non mi spazientivo mai."
Altri tempi... o altre persone?

venerdì 26 luglio 2013

Cambiare e guardare avanti

Quel mazzolino di mimose e rose mi aveva proprio stancato... per essere finto aveva resistito fin troppo a lungo sul mobile antico nella mia camera.
Per tanto tempo avevo cercato qualcosa da mettere accanto alla foto di mia madre... un omaggio, un simbolo, poi avevo raccolto insieme quel rametto di mimose regalatomi per la festa della Donna e tre rose rosa, dono per il mio 50° compleanno, avevo legato tutto con un nastro di tulle e poi posto in un vasetto di vetro là dove, secondo me doveva essere. Allora, circa quattro anni fa mi era sembrata un'ottima idea, ed ogni volta che il mio sguardo andava verso quel mobile mi complimentavo con me stessa.
Intanto il tempo è trascorso e man mano la cosa non mi è sembrata più tanto bella... anche se scuotevo  quei fiori "finti", parte della polvere restava a coprirli e i colori così hanno preso a sbiadire, come succede proprio a quelli posti davanti alle lapidi del cimitero...
Eh già... fiori finti davanti ad una lapide...
Ma che cosa mi era saltato in mente?... ricreare un angolo di cappella per defunti e per giunta mettere pure qualcosa di finto, quindi falso davanti alla foto di mia madre. Allora era diverso, è vero e mi era sembrato giusto così... ma sono trascorsi degli anni e se la polvere del tempo può guastare la bellezza delle cose, il tempo stesso non cancella i ricordi, anzi... quello di mia madre, ad esempio è talmente vivo se non di più che a volte, quando sono sopra pensiero mi viene di telefonarle per sentirne la voce.
Che sciocca e quante contraddizioni! Consapevole che non c'è... pure la sento accanto a me, Le ho reso omaggio con dei fiori finti e poi... poi mi viene di parlarle.
Forse anche in questo caso è ora di cambiare... togliere l'inutile, la polvere dai ricordi e collocarli nel modo giusto, farne "intima ricchezza" perchè a rimirarli possano regalare nuova serenità e permettere di guardare avanti.
Per questo, stamattina ho preso mimose e rose e pure il bel vasetto e li ho buttati via... non servono più.

giovedì 25 luglio 2013

E per fortuna...

E per fortuna che in ogni percorso della vita, perciò gioco dell'oca interminabile, Ti capitano quelle "caselle", i momenti in cui puoi sostare per un po', prendere respiro e ricaricarti, per poi riprendere convinto che ormai è fatta e puoi andare dritto come un treno.
Un "tiro" precipitoso e sconsiderato mi aveva messo in pausa... e così stavo rileggendo parte di quello che ho scritto in tutti questi mesi e intanto riflettevo... che stavolta almeno fosse proficuo il pensare.
Mi chiama allora in chat un'Amica, mi comunica qualcosa ma in realtà vuole solo sfogarsi... io l'ascolto, nessuno può più di me, capisco perfettamente come può sentirsi in una situazione di precarietà ed incertezze.
Cerco di metterla di fronte alla Sua forza... è grande e ce la può fare, la rassicuro dicendole che "se" e "quando" vorrà potrà cercarmi perchè sarò sempre disponibile... poi chiude la conversazione di colpo, Lei lo fa spesso e penso di capirne il motivo.
Riprendo la mia forzata" pausa di riflessione" che di lì a poco viene di nuovo interrotta.
Interpreto il tutto come evidenti segni di "ricarica in corso"...
"Pronto Mary, sono già in ospedale... domani mattina mi operano, sarò la prima. Verrai a trovarmi, vero?!... guarda che ci conto!", alla signora araba di recente pakistana l'avevo promesso un paio di settimane prima..."Puoi esserne certa... verrò", e poi l'ho salutata con un "in bocca al lupo" che in questi casi ha la grande capacità di sdrammatizzare perchè fa tanto "scuola" e poco "ospedale".
A questo punto ho avuto la netta sensazione che il prossimo "tiro di dadi" mi sarebbe stato favorevole, infatti...
Ieri pomeriggio sono stata a farle visita... l'ho trovata "raggiante" a dir poco, euforica e talmente esuberante da fare di ogni Suo movimento una minaccia per i drenaggi, unico segno effettivo dell'avvenuta mastectomia. Le avevo portato un'altra scatola di latta, questa volta con dolcezze diverse... le caramelle con la carta rossa che tanto ci ricordano l'infanzia... ha esultato come una bambina ed io finalmente mi sono sentita come prima del "tiro sfortunato", fiduciosa e sicura di me perchè ero riuscita a suscitare un'emozione antica.
Se si crede in qualcosa... qualsiasi cosa, bisogna difenderla... è difendere se stessi, in realtà. Aprire un varco ai dubbi e rientrare nella veste stretta dell'inadeguatezza è regredire e pian piano morire dentro, e non è giusto perchè forse... potrebbe non esserci un'altra "opportunità" per recuperare.

mercoledì 24 luglio 2013

Continuare ricominciando

Senza amici i beni di questo mondo sono nulla.  (Seneca)


Quel che gradisco di più quando mi vien fatto un dono, è certamente il biglietto che l'accompagna. Stamattina ne ho ricevuto ancora un altro per il mio recente compleanno... un altro regalo, un fiore profumato, un altro biglietto con una delle frasi più belle e profonde che potessero essermi dirette.
Ho deciso di riprendermi, e come nel gioco dell'oca dopo essere tornata indietro e ferma per un po', ho ricominciato decisa a continuare, almeno fino al prossimo tiro di dadi... poi si vedrà.
E così in reparto, di nuovo ad offrire sorrisi e caramelle... ancora a confrontarmi con tanta e bella umanità.
C'era il paziente più giovane che non ha un capello e che sorride tutte le volte che dico che così è più bello perchè si vedono bene gli occhi... magari, quando tutto sarà passato potrà decidere pure di adottare questo look  a vita. Perchè no?!
E il paziente al Suo primo ciclo... " senti, signora... puoi chiamare qualcuno che qua è finito!?", e poi giù a lamentarsi di quanto sono lente e scorbutiche le infermiere... "e che... mica siamo qua a far villeggiatura!".
Perchè ognuno, soprattutto quando è all'inizio, pensa di essere un "caso" a sè, speciale al massimo e degno di cura somma ed immediata.
 Un po' nervosi... un po' egoisti... tanto spaventati.
Come quel giovane papà... "è la seconda volta che vengo, sono al secondo ciclo... si dice così?", e poi le lacrime, mentre Sua moglie, accoccolata vicino al letto gli teneva la mano e nonostante tutto riusciva a sorridergli, si vedeva bene... non forzatamente. "Non chiedo tanto... vorrei vivere una decina di anni ancora. Come posso lasciarla con due bambini piccoli?"
E poi... la mamma dagli occhi azzurri... "sono tanti anni ormai, e sono stanca. Chiedere di guarire sarebbe troppo, l'ho capito... ma due anni di pausa da tutto ciò, solo due anni... mica sono tanti?"
Il Tempo... per tutti questo tempo che all'improvviso appare a scadenza... si cerca di prendere il possibile, di afferrarne come ladri un "brandello"... eppure prima appariva come interminabile diritto alla felicità.

martedì 23 luglio 2013

La prova del 9

Il cancro mi ha ridato identità e dignità.
Sono due giorni che mi pare di leggerlo ovunque... sentirlo ogni momento.
E mi torna in mente quando all'inizio della mia "storia" rientrai in possesso del mio cognome... me lo fece notare mia figlia che mai avrebbe messo da parte il suo. Io invece l'avevo fatto nel momento stesso che mi ero sposata, assumendo quello di mio marito. Mi firmavo e presentavo col "nuovo" cognome... me ne beavo a tal punto che si finì col pensare fosse il mio dalla nascita, ed io pur intuendo tutto questo non facevo nè precisazioni nè rettifiche.
Passarono trent'anni e arrivò la malattia e all'appello naturalmente fui chiamata col mio cognome... ricordo che la prima volta esitai qualche secondo prima di alzarmi... in seguito avrei realizzato che da allora in poi più cose sarebbero cambiate. Comunque mi abituai presto... a questo ed altro... con tutti i "consensi informati" che ho firmato...
"Mamma, non sei contenta? Hai ripreso la tua identità...", e in effetti era così, il cancro me l'aveva ridata di bella forza, quasi a voler rimproverarmi di averla trascurata troppo a lungo.
Oggi sono felice di quella che sono...
Sono felice di non farmi schiacciare da "niente" e da "nessuno"... e se dagli eventi imprevedibili  mi difendo minimizzandone la portata, da Chi  non mi capisce e mi attacca, replicando con decisione. Prima però faccio la "prova del 9", rivedo ogni mio gesto ed azione, ripasso i pensieri. Ristabilisco la mia "tesi", ripartendo per "ipotesi" le più assurde possibili... alla fine mi pongo dall'altra parte, accettando per buone le proposte.
Riconsidero tutto, ogni cosa ad una ad una... smontando le assurdità e le prese di posizione, smascherando le falsità.
IO non mi ritengo per niente perfetta... di errori ne faccio ed anche tanti, ma non mi picco mai di essere al di sopra di Tutti e tutto. Mi metto in gioco sapendo di rischiare e mi assumo sempre la responsabilità di quello che faccio.
Non è cosa facile, a volte è doloroso... ma convinta resto che ne valga sempre la pena.

lunedì 22 luglio 2013

Ognuno ha la propria storia

"Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere... Mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io. Vivi il mio dolore, i miei dubbi, le mie risate... Vivi gli anni che ho vissuto io e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io... Ognuno ha la propria storia. E solo allora mi potrai giudicare.
(Luigi Pirandello)


Dovrò rassegnarmi ad un "percorso ad ostacoli", d'altra parte Chi non ha vissuto o vive esperienze del genere?
Solo pensavo fosse più facile, non essendo di tipo obbligato ma per libera scelta e soprattutto in quanto vissuto con la spontaneità del Cuore.
Mah!... evidentemente non è così e quindi dovrò essere molto cauta e attenta a non inciampare... perchè io comunque non mi fermo, non mi ritiro... non mi arrendo.
I pensieri, l'autoanalisi, la ricerca continua di maggiore consapevolezza in un breve arco di tempo però non portano completamente un bene... e così stasera mi sono ritrovata con un mal di testa "importante"... per intensità e motivazione.
E mi sarei fermata qui, tanto quel che avevo da dire una volta tanto in sintesi l'ho detto... poi son tornata sulla lunga citazione iniziale di Pirandello e mi son chiesta... perchè non commentarla quasi parola per parola visto che ognuna sembra essere stata scritta "da" e "per" me? Ci proverò, e mi scuso in anticipo se troppo avrò osato.
Premesso che nessuno potrebbe arrogarsi il diritto di giudicare l'altro mai, sbaglia ancora di più Chi lo fa e non ha la cognizione dei fatti, compresi eventi e vissuti. Dopo dovrebbe garbatamente tentare di mettersi nelle condizioni di Chi ha di fronte e valutare le proprie capacità in quel nuovo contesto. Un "dolore" improvviso, acuto che tende nel tempo a cronicizzarsi con i dubbi e le ansie... i tentativi poi di reagire con risate esagerate fino alle lacrime per nascondere il pianto "dentro"... cadere e rialzarsi a fatica... reggersi in piedi con un equilibrio precario.
Chi sta per giudicare l'altro, provi a chiedersi se mai sarebbe stato in grado di vivere "tutto questo" senza colpo ferire... forse non ci sarebbe risposta e magari porterebbe come scusa e giustificazione, la "propria storia".
Ma comunque va bene... ci starebbe pure, un bel pareggio in campo e nessuno avrebbe di che giudicare l'altro.

domenica 21 luglio 2013

Cuore ed umiltà

"Solo la presenza dell'umiltà permette di conseguire la consapevolezza di ciò che si è, senza magnificare nulla di se stessi"  (cit.)



La crescita interiore di una persona non finisce mai.
E questo lo sapevo... ma che ogni tappa a volte fosse dura ed anche dolorosa non immaginavo, almeno non ad un certo livello.
Penso che non sia neanche stavolta un caso aver acquisito tale certezza proprio all'indomani del mio sessantesimo compleanno, quasi fosse uno "step", un passo in avanti dopo il raggiungimento di altri punti fermi.
Oggi ho imparato che Cuore e Umiltà non sempre vanno insieme, anzi... agire seguendo il primo e poi portarlo come scusante per eventuali errori commessi, manifesta un'Umiltà piuttosto latente.
Non avrei mai pensato... esserne venuta a conoscenza e dopo attenta riflessione dover ammettere che è verità inconfutabile... è stato un "trauma". Mi ha lasciato lividi e dolore ma di nuovo ho raccattato i cocci e messo insieme quel che di buono c'è, in verità stasera tenuto in bassissima considerazione.
Comunque quest'ultima parentesi di positivo ha avuto che ha portato di nuovo ad analizzarmi con scrupolo ed obiettività e a riflettere sulle infinite sfumature dell'umiltà.
Non può essere definita nè la si può spiegare con raffinato uso della ragione, è solo intuibile o raffigurabile con simboli... ed ognuno troverà quelli che meglio la rappresentano su cui meditare per realmente intuire e appropriarsi dell'energia dell'umiltà.
Ed è vero... ogni definizione guasta l'autentico significato dell'umiltà, e solo Chi riesce ad intuirla attraverso i simboli, ne coglie profumo, colore ed energia.

sabato 20 luglio 2013

"Segnali" su un percorso di vita

E anche questa giornata è passata... e da domani si ricomincia... 60 e 1 giorno, 60 e 2, 60 e 3... e poi continuare ancora con questo mio nuovo entusiasmo se non più grande.
Ho raggiunto un'altra età da "cifra tonda" e non mi par vero, visto che solo tre anni fa guardavo ad ogni giorno come a un "privilegio" destinato a finire in breve tempo. Ora è solo un gran "dono" per cui ringraziare senza stancarmi mai.
Certo all'inizio è stata dura... andavo avanti perchè dovevo ma come lungo un corridoio buio e cieco senza guardare intorno, con la speranza che fosse tutto un brutto sogno e che al risveglio potessi ritrovare le certezze che mi facevano star bene... o quasi. Si, perchè di certezze ce ne sono ben poche... ad esempio, l'unica certezza che potrei avere in questo momento è che sono qui, di fronte ad una tastiera per raccontarmi... ma solo per il tempo che mi occorre, dopo o addirittura domani... non saprei.
Intanto si continua la strada e non è alla cieca come pensavo tre anni fa. Ci sono per Tutti dei "segnali" o segni che indicano che si è nel giusto o aiutano a "ritrovarsi" dopo momenti di smarrimento che in certi casi sono davvero inevitabili.
Nelle ultime settimane mi sentivo un po' così... inadeguata quasi "illusa di e da me stessa", ferma a un crocevia a chiedermi se andare avanti non sapendo quale via prendere o tornare indietro. Nel confrontarmi con la sofferenza e la morte, pur essendo una mia scelta voluta ed accettata fino in fondo, venivo fuori da sopravvissuta, disorientata e a volte un po' triste. Poi... c'è stata la morte di Carlotta e, se da una parte ha costituito la "stoccata finale", dall'altra... come spesso mi succede... è stata una "sferzata". Non si può cedere mai... farsi prendere dall'abbattimento toglie dignità e rispetto di se stessi... non poteva essere.
Dopo qualche giorno... oggi, appunto... è stato il mio compleanno... 60 anni che non speravo di poter raggiungere. La Vita che sempre trionfa sulla Morte, anche quando sembra il contrario... e mi sono tirata su, ho scritto di Carlotta col Cuore, come può una mamma... sentendo ogni parola, aggettivo, punto e virgola... ed è stata una motivazione in più.
Infine... stamattina tornata a casa, trovo una grande scatola consegnatami con l'Interflora... un bonsai d'olmo cinese. Me l'ha mandato la mia "piccina" che è fuori a lavorare.
Un bonsai è fortemente simbolico... è forza e vitalità, e dona serenità e pace a Chi lo guarda col giusto sentire.
La "via" da percorrere allora è quella giusta... e i mezzi sono quelli che ho.
Va Tutto bene.

venerdì 19 luglio 2013

E la vita continua...

Che stupida frase... come del resto tutte le frasi fatte, giuste solo per "tappare un buco" di inadeguatezza o "aprire bocca" per farle prendere aria.
E la vita continua... che poi è cosa talmente scontata da irritare in certi momenti in cui un solidale silenzio sarebbe più che sufficiente.
Però questi ultimi giorni sono stati così particolari e dolorosi che stasera la "detestata" frase me la sono ripetuta da sola ma con un senso diverso.
Dobbiamo continuare il cammino, Tutti ma soprattutto NOI che procediamo col timore di inciampare ogni tanto, lo dobbiamo a Carlotta, divenuta già icona di coraggio e simbolo di vittoria sempre e comunque. LEI lo vorrebbe sicuramente e se potesse ci spronerebbe a "scegliere la vita" anche a costo di sacrifici.
Continuare vuol dire non spezzare l'invisibile catena di solidarietà che ci lega... aiutare, confortare... donare un sorriso ed insegnare a fare altrettanto, per non restare soli e rendere la vita degna di questo nome. Spingere altri a venir fuori  con coraggio... a raccontarsi e condividere... perchè in questo modo qualsiasi fardello pesa meno e con le spalle dritte si può guardare il nemico negli occhi e magari sperare di sconfiggerlo per sempre.
E allora sì che la vita continua... nel suo significato più profondo ed assoluto, e si è pure disposti a conquistarla ogni giorno con le unghie e coi denti, abbattendo le ansie del giorno dopo, riuscendo a dar colore ai pensieri più cupi.
Quando qualcuno, stanco... termina il "Suo percorso" mi capita di pensare a quando la "stanchezza" prenderà anche me...
Allora chiudo gli occhi... e vedo che niente cambia perchè mi sento serena... non ho paura, e penso che anche Altri se riuscissero a raggiungere una tale consapevolezza, proverebbero una sensazione simile...
Come approdare ad una spiaggia e finalmente riposare dopo aver tanto nuotato.

giovedì 18 luglio 2013

Momento particolarissimo

"E' un momento particolarissimo...", così Carlotta a fine aprile si congedava dalla Sua pagina, promettendo però che sarebbe tornata presto.
Oggi non sono riuscita a  combinare molto... non facevo che pensare a Lei, e poi ero al pc a leggere i tanti messaggi di cordoglio, a percepire il forte dolore tra le righe.
Ho vissuto anch'io questo giorno come un "momento particolarissimo"...
Negli ultimi tempi quante vittime ha fatto l' "animale"! Troppe... sembra una strage e pare che a vincere sia sempre e solo "lui", "schifosamente" ingiusto soprattutto quando si tratta di giovani e bambini. Pare... ho detto ed è così perchè sono sempre le notizie negative e dolorose a fare maggior scalpore e poco si parla delle volte che finisce a tappeto e non "torna" a rialzarsi.
Carlotta ci credeva davvero che sarebbe stato così anche per Lei... parlava di successo, vittoria, trionfo... e poi...
Poi sarebbe stata la Sua Vita e la realizzazione di tutti i sogni solo momentaneamente riposti in un angolo del Cuore e della Mente.
Ci credeva sul serio, tanto che aveva promesso di ritornare...
Ho letto e riletto... è un momento particolarissimo, ho bisogno di tempo per me stessa ma tornerò presto... lo prometto... e mentre leggevo sentivo salire un nodo in gola per quella promessa mancata, un'illusione disillusa. Come altre volte l'aveva ripetuto più a se stessa, per convincersi che ce l'avrebbe fatta... perchè è così... sorridi sempre e finisce che non puoi farne a meno... ripeti come un mantra la cosa che desideri di più e alla fine si avvera.
Lo so che è così... perchè l'ho fatto e lo faccio ancora, e così mi "ricarico" di coraggio quando è agli sgoccioli o penso al mio "momento" se mi ritrovo a confronto con la morte.
Momento particolarissimo... quanti ce ne sono sul percorso di un paziente oncologico? Tanti a partire da quello tristissimo forse il peggiore, della diagnosi e poi degli interventi, di quegli esami invasivi, umilianti che minano la dignità.
E poi... poi tutte le volte che devi lasciare le Tue sicurezze non sapendo se potrai ritrovarle.
Momenti particolarissimi che a poco a poco Ti privano della libertà di essere, piano piano... anche se lotti perchè non sia, anche quando ridi fino alle lacrime mentre dentro piangi e sei contento che almeno così puoi nasconderlo.
Momento particolarissimo è stato anche quest'ultimo di Carlotta, quando ha spiccato il volo con le ampie ali innestate sulle Sue cicatrici... è volata via troppo presto ma ha avuto il tempo di lasciare di sè un esempio grande.
Difficile poter dimenticare.

mercoledì 17 luglio 2013

Da un vento leggero...

"Ci sono battaglie che non abbiamo scelto. E poi c'è la vita. E io quella non smetterò mai di sceglierla."


Così scriveva qualche tempo fa Carlotta Nobile sulla Sua pagina Facebook... un po' più avanti affermava, "Ho bisogno di tempo per me stessa... so che mi capirete. Vi voglio bene".
Oggi, Carlotta si è spenta...
Non aveva ancora 25 anni e già alle spalle un'intensa vita, fatta di successi in campo artistico a 360°. Diplomata giovanissima in violino, era direttore artistico ed anche scrittrice... da quasi due anni lottava contro un melanoma metastatico al IV stadio.
Lo faceva con il coraggio di una tigre e il sorriso della speranza... non ha mai mollato, fino ad oggi e forse neanche, vista l'eco che ha suscitato la Sua scomparsa.
 "Kalè kai agatè", bella e brava... l'avevano definita con l'intenzione di mettere in rilievo l'aura di classicità che le donava quel fascino in più, tanto raro in una giovanissima quale Lei era.
E che dire del Suo modo di scrivere... del raccontarsi con dolcezza ma anche ironia, sdrammatizzando mentre conduceva alle lacrime.
Solo ora riesco a mettere insieme più frasi di senso compiuto, alla notizia sono rimasta senza parole o meglio ne avevo così tante che si accavallavano sovrapponendosi... se avessi dovuto parlare, avrei farfugliato.
Carlotta avrebbe potuto essere mia figlia, una figlia di cui andar fiera però non per quello che aveva raggiunto già nella Sua vita o almeno non solo, ma per "come era".
So che cosa ha provato quando ha saputo della malattia... conosco le Sue ansie e paure perchè sono state anche le mie... non posso immaginare però come si sia sentita qualche giorno fa, la notte scorsa quando un "vento leggero" se l'è portata via. Lei non può essere uscita di scena che così, accompagnata da tante dimostrazioni di affetto, simpatia e stima... ultimi applausi per aver fatto della Sua breve vita, un'intensa sinfonia.

martedì 16 luglio 2013

Non può essere...

Non può essere che non si capisca che niente è più come prima.
Non è più... nel bene e nel male.
Non sopporto la superficialità soprattutto su certi argomenti e non è giusto che, per "stanarmi" dal silenzio, si finga di voler condividere con me per poi interrompermi con uno sguardo distratto o peggio ancora riprendendo a parlare d'altro.
Ma come si può non capire...? Eppure deve essere così... non si capisce e si provoca una "scaramuccia" tanto per passare il tempo mentre si va e fino a quando si arriva. Per me non è giocare alla guerra a cerbottane e fionde con munizioni di carta o pomodori, ove segni e "tracce di sangue" durano per il tempo della "battaglia" e passano poi velocemente... qui il gioco è duro e i lividi restano come pure le ferite.
E ancora una volta non mi si dica di sdrammatizzare, perchè io lo faccio da sempre e nella sostanza, non con battute che fanno ridere solo Chi le fa.
Il punto è... che mi sento tradita.
In un momento in cui il fardello si era fatto pesante ho pensato... ho creduto di potermi fidare, di alleggerirmi confidando "che cosa" mi faceva procedere lentamente... non essere all'altezza... sentire "inadeguata".
Mi sembrava di essere stata capita... e invece quel termine, inadeguata mi è stato rovesciato addosso con tanta crudeltà... o forse no, semplicemente con quella superficialità che non conosce rispetto e si pasce solo di se stessa. La superficialità che detesto e che per sembrare il suo contrario si avvale di mezzi cui non farei ricorso nemmeno se provocata, perchè se una cosa non è corretta... non va, chiunque ne sia l'artefice, qualunque sia la situazione.
Se niente più è come prima... una parola sola può ferire e far piangere per un intero giorno... e non serviranno scuse o un timido avanzare passo passo in attesa di un cenno che potrà anche esserci... anzi certamente ci sarà ma non riuscirà a cancellare la cicatrice lasciata da quella ferita a torto non considerata.
Alla fine basterà il tempo che Ci resta perchè si comprenda che niente è come prima? E soprattutto NOI, ora assai vulnerabili perchè estremamente fragili.

lunedì 15 luglio 2013

Dei due... il "meno peggio"

E intanto mi è rimasto ancora un dubbio... gli piacerò lo stesso, così come sono anche col "pensiero presuntuoso", oppure nonostante la "ricostruzione traballante"?
Mah...non saprei, però questa volta opterei per la prima... la preferisco, visto che per la seconda già io mi piaccio poco.
Concludendo... ognuno prende per buono non ciò che è ma quello che gli appare, perchè condizionato dalla Mente che a sua volta lo è dal carattere e dalla situazione del momento. Mi chiedo poi... ma Chi stabilisce senza ombra di dubbio per buono ciò che è? Chiunque sia, potrebbe stabilirlo in base a ciò che gli appare e che è diverso da quello che sembra a me.
Credo di essere capitata su un terreno minato... se azzardo ad inoltrarmi rischio il "delirio", come diceva la mia professoressa di lettere al liceo quando si usciva fuori tema, ed allora  per rientrarvi rapidamente dirò che una persona se è tendenzialmente ottimista toccherà il cielo con un dito in una condizione ottimale ma anche solo stabile, e nella difficoltà, pur tra alti e bassi continuerà a... essere propensa alla positività perchè, comunque vada, la vivrà con minore sofferenza. Discorso diametralmente opposto per il pessimista "cronico"... non vedrà mai soluzione ad alcun problema ed anche per un'inezia perderà il sonno.
Per entrambi sarebbe da osservare una regola semplice semplice... di ciò che si pensa o si è convinti stabilire come valido quello che porta meno danno a sè e agli Altri, il " meno peggio", questo sia in senso pratico che come atteggiamento. Nel mio caso, ad esempio... meglio ritrovarsi un seno, come dire... un tantino fuori dai canoni, che non averlo proprio, in questo modo... se non ci faccio caso io, Chi mai potrà notare una "lieve" differenza?
Mi torna in mente la signora recentemente da "araba a pakistana"... tra qualche giorno avrà l'intervento di mastectomia, è tutta contenta e non vuole la ricostruzione...
"Ma che vuoi che m'interessi!? Ho sempre amato gli abiti larghi e comodi, qualche volta dimenticavo pure di indossarlo il reggiseno, segno che mi scordavo persino di avere un seno, quindi per me non cambia nulla, continuerò a... essere come prima... senza seno!"

domenica 14 luglio 2013

Pensiero presuntuoso

"Come stai?...", mi ha chiesto stasera un'Amica che non vedevo da un po', "... eh, non c'incontriamo più! Sai, però Ti vedo bene, molto bene...".
Non so se devo considerare anche quest'incontro, una prova che Qualcuno da qualche parte mi vuol dare una mano, non so davvero, però devo ammettere che mi ha fatto bene sentire che all'esterno appare evidente il mio "ottimo" stato di salute. Sono bastate tre o quattro parole per farmi cambiare completamente opinione. Si perchè, poco prima nel prepararmi ad uscire avevo notato i "miei" innumerevoli difetti. Tutta colpa dello specchio o dell'arroganza della Mente che si picca di vedere sempre giusto?
Comunque per non restare nel vago e prima che un giorno di questi io mi prenda la briga di "oscurare" gli specchi che mi vengono incontro, darò un cenno su quei difetti che se non avessi vissuto quel tipo di avventura, magari sarebbero passati inosservati o visti sotto una luce diversa, addirittura considerati vezzi.
Primo di tutti... il mio seno che non va o... quasi. Quello di sinistra è sempre più a sinistra, non pendulo a causa degli anni, ma... spostato, mentre quello di destra... resta fermo e rigido sulla sua posizione, falso com'è non è poi questa grande fatica. Risultato finale... seni asimmetrici preferibilmente da non guardare.
"Ma Chi poi potrebbe guardarti?!", afferma e chiede l'Amore della mia Vita e insinua in me il dubbio che nessuno mi possa guardare per l'età che impone discrezione e rispetto o... perchè io sia inguardabile, diciamo... in senso lato. Presumo che sia per la seconda ipotesi e l'umore diventa di un "grigio chiaro" con qualche ombra più scura.
Va bene... d'altra parte qualunque sia il motivo per cui non possa essere guardata, non cambia il fatto che ho due seni che non solo non sono gemelli ma non si somigliano nemmeno come due fratelli normali.
Ma non è finita... vado a lavare i denti e con orrore vedo che neanche gli incisivi sono uguali, quello di destra "mi sembra" sia scheggiato... guardo meglio, si... mi sembra... o lo è?
Non voglio più pensarci, perchè lo so... anche se pare soltanto per me diventa vero, reale.
"Ma lo sai che Tu pensi presuntuoso? Devi dare una regolata a'sto cervello tuo...", e mentre scherzando mi dice così, l'Amore della mia Vita mi stringe a sè e poi aggiunge... "Però mi piaci lo stesso, mi piaci così come sei".

sabato 13 luglio 2013

Non mi perdi mai di vista

Non mi perdi mai di vista eh, mamma!? Continui a... starmi vicino e non solo... me lo mandi anche a dire!
Niente paura, non è la naturale conclusione di un'uscita di senno dopo due giorni fuorvianti e irragionevoli. Chi legge di me sin dall'inizio sa che ogni tanto mi fermo un po' a "dialogare" con la mia mamma che non c'è più, è un monologo, è vero... ne sono consapevole ma così fortemente motivato e sentito che alla fine sortisce lo stesso effetto delle "nostre" lunghe telefonate di un tempo.
Scusami, mamma... ma dovevo spiegare perchè non si pensi che sia proprio irrecuperabile... ce n'è abbastanza già coi miei pensieri contorti e non sempre comprensibili. Mi sembra di sentirti... "... non renderti la vita difficile e vivi alla giornata...", bene, quest'ultima cosa ho imparato a farla, ma l'altra... non so, mi riesce più difficile... in fondo una persona non può cambiare del tutto, neanche se messo a dura prova. Ricordi?... me lo dicevi sempre quando mi vedevi assorta... "e pinz pinz semb!... ma a che pinz? Fatt' 'na risata e nun ce penzà!" (e pensi pensi sempre!... ma a che pensi? Fatti una risata e non ci pensare!), e lo facevi nel dialetto a Te caro per sdrammatizzare.
Ora più o meno fai la stessa cosa.
Quando vedi che per me non sono giorni facili e in silenzio scelgo il diniego alla parola, subito... appena si presenta l'occasione mi fai capire che ci sei e mi tieni d'occhio, e mi ripeti... "vivi alla giornata senza pensarci troppo su... continua per quella strada che hai preso, è difficile da percorrere, è vero... ma giusta perchè Ti farà sentire viva. Vedi quanto bene Ti fa... quanto bene fa agli Altri che t'incontrano?"
Certo... io mi impegno e ne traggo anche benessere... un "rigeneratore" che rigenera anche se stesso, così mi definì un Amico quasi all'inizio del mio volontariato "fai da te"... "i numeri ci sono tutti", aggiunse qualcun'altro, e forse sarà per l'uno e l'altro motivo che ogni tanto perdo colpi e do i numeri.
Comunque mamma... Ti piace come io sono adesso, sei fiera di me? Spero di si... ma certo che è SI, altrimenti perchè farmi incontrare stamattina con una paziente che si chiama come TE... è nata nel Tuo stesso anno e poi ha preso a parlare parlare tanto ed era allegra nonostante tutto... proprio come lo eri TU.

venerdì 12 luglio 2013

Tutto passa e si torna come prima... ma resta uguale?

Anche stasera sono qui... e non avrei pensato, in verità ieri è stato pure peggio e più di una volta mi era venuta l'idea di scrivere solo un banale "torno presto" o ancora peggio un "chiuso per inagibilità"...inagibilità dell'anima.
E' così quando si blocca qualcosa, sai di voler andare avanti però Ti senti inadeguata, come se le parole e le azioni fossero tentativi di mera illusione e nient'altro.
Oggi la mia casa è tornata "quasi" silenziosa, ho modo di raccogliere meglio le idee eppure sento un vuoto dentro, per giunta è stato anche l'anniversario di un evento triste... mi chiedo perchè a volte contemporaneamente desidero e rifiuto la solitudine. Sentir ripetere che è piuttosto normale perchè è l'essere umano contraddittorio per natura, non mi basta, vorrei capirne di più, entrare in quel meccanismo che permette l'avvicendarsi di situazioni e stati d'animo e l'instaurarsi di ben altro, diverso ma che alla fine lascia la sensazione che poco sia cambiato.
Sembra un effetto della noia... però non saprei.
Quanto siamo complicati con tutto questo pensare e farsi mille domande. Se non fosse deleterio anche questo, converrebbe "lasciarsi vivere"... procedere e basta, ma non si può perchè viene spontaneo chiedersi ma insomma, alla fine Chi siamo e di che cosa siamo fatti per essere Tutto e il suo contrario, perchè un giorno che non è mai uguale ad un altro sembri a Noi sempre lo stesso?
Girovagando tra queste pagine ho trovato una definizione della cosa molto interessante, attribuibile non so a Chi, non di immediata comprensione ma alla fine abbastanza esauriente...

"Alla domanda chi e che cosa siamo noi un vecchio saggio rispose così: -Siamo la somma di tutto quello che è successo prima di noi, di tutto quello che è accaduto davanti ai nostri occhi, di tutto quello che ci è stato fatto. Siamo ogni persona, ogni cosa, la cui esistenza ci abbia influenzato, o che la nostra esistenza abbia influenzato, siamo tutto ciò che accade dopo che non esistiamo più e ciò che non sarebbe accaduto se non fossimo mai esistiti."

giovedì 11 luglio 2013

Fragilità

Succede... e non posso farci niente.
Non posso far niente perchè è un aspetto della mia attuale condizione.
Sicura e a volte timorosa... spavalda ma più spesso incerta... "guarita"... di certo per il momento, ma se poi?!...
Ecco questo non lo dovrei dire mai e neppure pensare, ma non posso farci niente. Non posso far niente perchè anche il "se" è una parte di quel che sono adesso.
A volte si nasconde dietro l'euforia di un giorno, anche di un attimo, altre viene fuori prepotentemente proprio quando non dovrebbe perchè devo impegnare tutta la mia forza per altro. Non sono sola.
Sono moglie... e non mi piaccio sempre perchè lo sono... a metà.
Sono madre... e non sempre all'altezza. Vorrei poter tutto per i miei figli e ci sono giorni che non li penso affatto... perchè vorrei continuare a... essere la figlia di quella madre che mi manca tanto.
Potrei essere "figlia" di mio padre ma neanche in questo riesco in pieno... mi pare.
Mi pare... certo, perchè non sono sicura di niente, oggi sono così... domani il contrario. Mantenere stabile l'emotività non è cosa facile, e meno male che per farmene una ragione posso dare la colpa agli ormoni, altrimenti sarei più che "schizzata".
Alcuni giorni mi sento così fragile che vorrei muovermi pochissimo e trascorrere tutto il tempo a pensare... per non urtare e poi magari farne le spese.
Quante conseguenze porta una "bufera"... sembra che passi e passa davvero ma quel che resta del suo passaggio lascia  i segni... come conchiglie vuote sulla sabbia bagnata. Giorni di sole e di vento l'asciugheranno pure ma se nessuno le raccoglierà, le conchiglie resteranno lì... per tutto il tempo che è dato.

mercoledì 10 luglio 2013

"Tutto nella vita può essere preso verticalmente o orizzontalmente..."

Poi quando sono passata da volontaria "per caso" all'esperienza "per scelta seria e consapevole", pur fissata nella realtà che mi aveva visto protagonista, ho preso ad essere più riflessiva con momenti di silenzio che prolungati e non elaborati, penso proprio non mi avrebbero portato un gran bene.
Il passo dalla riflessione ad un "tentativo" di meditazione perciò è stato breve e così dal silenzio venivo fuori come nuova, al pari di qualcuno che conquista cosa non accessibile a Tutti, non vuole tenerla nascosta e magari intende farne uso al meglio.
La "malattia" è senza dubbio un aspetto della Vita, ma le persone che ho conosciuto, le Loro storie... la mia stessa me l'hanno presentata come un solido poliedrico pure irregolare, tante facce per un'unica figura, spigoli imprevedibili e incertezza riguardo il verso giusto con cui prenderla.
E "giusto" è già un parolone dal momento che ognuno la prende come può o come vuole.
"Tutto nella vita può essere preso verticalmente o orizzontalmente", ho tratto questa frase da un testo di Tiziano Terzaghi, e mi è sembrato che in sintesi esprimesse una buona filosofia di vita...
Stamattina mi è tornata in mente dopo le "mie ore" in ospedale... un giorno particolarmente impegnativo.
Ho incontrato una persona "indispettita" dall'ipocrisia di gente che manco rispondeva al saluto prima di sapere della Sua malattia e al momento invece si affanna ad informarsi... forse "per conquistarsi un posto in paradiso".
Un'altra "arrabbiata" contro tutto e Tutti, malattia medici infermieri... perchè giocano al tiro alla fune con la Sua vita e niente e Nessuno decide di mollare. Impreca, dice di voler morire, e intanto porge il braccio per l'infusione. L'ho lasciata in lacrime, in posizione fetale quasi volesse tornare indietro.
Ne ho incontrata un'altra ancora, pianto e sorriso insieme... dolore e dignità. "Non ce la faccio... credo che sto per arrendermi...", l'ho guardata tra l'incredulo e il serio, "Domani... domani speriamo che non mi sento peggio...", e così ha risposto al mio sguardo.
Stizza e rabbia, dolore ma anche speranza... modi diversi di reagire ad un evento drammatico dell'esistenza.
Come converrà prenderla questa Nostra Vita... verticalmente o orizzontalmente?

martedì 9 luglio 2013

Non sempre si può...

Non sempre si può... essere espliciti, anche se un tempo lo sono stata perchè pensavo fosse un bene... una qualità essere chiari nell'esprimere ciò che si prova.
Era passato poco più di un mese dall'intervento, quando tre anni fa questo blog vide la luce. Ero ancora in terapia ma la gioia per l'essermi liberata di un peso... e che peso, era così grande che venni presa da una sorta di frenesia, voglia di condividere... forse per liberarmi ancora di "qualcosa", rimasuglio dell'angoscia latente. Cominciai a raccontare di me, immediatamente prima della malattia e in quella fase che ancora stavo vivendo. Per mia natura non ho mai amato "essere protagonista", in quell'occasione mi trovavo ad esserlo mio malgrado e se nella vita non potevo rifiutare quel "ruolo", nella "scrittura" almeno avrei voluto ridimensionarlo. Di quella "storia" così decisi di non essere l'unico personaggio principale, e Tutti quelli che la vivevano con me sarebbero diventati coprotagonisti. Era giusto e poi anche un modo per ringraziare Chi mi stava curando e nello stesso tempo mettere in luce "quelli che contano", ovvero le persone, gli Amici che facevano il mio stesso percorso.
IO non ero anonima, e neanche le mie emozioni... anche attraverso un "quasi nome" mi si identificava benissimo ed io volevo questo perchè ero persona reale desiderosa di comunicare e superare un momento critico della propria vita... perciò dovevo essere attendibile. Seguendo quest'idea, pur nel rispetto della privacy mi comportai allo stesso modo quando parlavo dei... coprotagonisti. Fui fedele in tutto, i nomi erano solo quelli di battesimo, ma i dialoghi, perfino qualche voce dialettale, le lacrime, la rabbia... le parole di conforto, incoraggiamento da parte di medici e infermiere... TUTTO... c'era proprio Tutto. Quando rileggevo ciò che avevo scritto mi emozionavo ancora di più... restavo quasi senza respiro.
Poi... un "bel giorno" alcune situazioni m'impedirono di andare oltre e cambiai così se non argomenti... stile.
I "nomi di battesimo" diventarono "giri poetici", e il "descrivere emozioni"... ahimè, formulare "pensieri divaganti che si fissano nella realtà". Quest'ultima definizione me l'ha offerta un Amico su un piatto d'argento, forse non intenzionalmente ma Lo ringrazio lo stesso.
Risultato... sono diventata più "ermetica", comprende in pieno ciò che scrivo solo Chi conosce me ed il contesto... Chi sa riconoscersi in quella sofferenza.
Ammetto che un po' mi dispiace sentirmi dire che sono prolissa, divagante a tratti incomprensibile però... si trattava di fare una scelta... chiudere baracca e burattini, gettare la spugna o pur con qualche accorgimento, "continuare a...".
Ho preferito la seconda  e non me ne pento... nonostante tutto.

lunedì 8 luglio 2013

Non sempre... ma per sempre

Ed anche questo giorno è passato... come 34 anni fa, sta per chiudersi la porta alle spalle.
Come la chiudemmo Noi... quella sera, di ritorno a casa, finalmente soli.
Coi capelli quasi "destrutturati" se pur ancora incollati mi misi a letto... ero felice ma quella notte non chiusi occhio. Mi pareva strano non poter tornare indietro, essere diventata "grande" in un colpo solo.
Però il giorno dopo fu già diverso e a Chi ironizzava e faceva battute su "quella notte" io rispondevo con un sorriso... poteva voler dire tutto o niente, serviva per stare al gioco e i "grandi", le persone adulte questo lo fanno sempre.
Quanti anni son passati, vero? A pensarci, visti nell'insieme... sembra solo l'altro ieri, ma presi uno per uno ed in sequenza diventano una specie di "saga", quelle storie infinite, intrecciate che cominciano con i due protagonisti e finiscono con una dozzina di personaggi che non si sa come, sono tutti principali.
Ci pensavo stamattina a quel giorno... quando tutto cominciò, mi muovevo per casa in fretta perchè ero come al solito in ritardo, cercando di riviverne i momenti e le emozioni. Ma era come rivedere in un vecchio filmato la storia di Altri da Noi, il vissuto fa da filtro... si sa, e le "immagini" ritornano con un delicato effetto flou, in quanto ai "suoni"... non ci sono più.
Però... NOI siamo, continuiamo a... esserci INSIEME, dopo averne viste tante, dopo quello che Ci è successo. Perchè quando mi sono ammalata non ha riguardato solo me, anche se all'epoca ero tanto arrabbiata da pensarla diversamente e credevo che quasi te ne infischiassi o al massimo vivessi la cosa con fastidio come fosse un incidente di percorso.
Sono stata a volte ingrata... lo so e di questo Ti chiedo scusa...
Si, davvero ingrata e in alcuni momenti anche crudele... solo ora mi torna in mente quando alla vigilia della diagnosi, per stemperare l'ansia e il nervosismo, mi portasti a casa una sorpresa... un parka blu, di tessuto leggero per la primavera. "Mi sono fatto consigliare dalla commessa, sul colore ero sicuro ma per la taglia... dai, provalo... sarai perfetta per la bella stagione...", con quelle parole mi prospettavi il "domani"... avrei avuto ancora un domani e mi regalavi la speranza. In quel momento Ti gettai le braccia al collo piangendo disperata... mi facesti tenerezza... mi facevo tenerezza.
E che dire dei cappellini e delle innumerevoli sciarpette che avrebbero dovuto mitigare il disagio della mia femminilità ferita? Tornavi sempre con qualcosa di nuovo... sempre.
E a proposito del sentirmi "meno donna"... TU non me l'hai mai fatto pesare, anzi... tanto che mi facevi arrabbiare perchè esageravi al contrario... troppo ironico, dicevo... mi prendi in giro... Ti mettevo il muso ma in cuor mio dicevo, grazie perchè ci sei e sei così, superficiale e scherzoso, un po' incosciente ma tanto caro.
Nei momenti peggiori mi sei stato vicino come hai potuto, a volte hai preferito "nasconderti", però l'ho capito... forse lo erano più per Te che per me, concentrata com'ero a riprendermi la vita... mentre Tu eri completamente impotente ed avevi solo paura.
Ma basta! Sono stata come al solito prolissa e noiosa... e forse anche triste!
Perdono, Amore mio... non dovevo, proprio oggi che sono 34 anni di matrimonio felice... non sempre ma per sempre.

domenica 7 luglio 2013

Caos ed armonia

E' quella che ci ha preso non una malattia qualsiasi ma il male per antonomasia... "la malattia", e anche se nel corso dei secoli ha perso l'atavico retaggio che la vedeva come punizione e maledizione, resta intatta la sua crudeltà, l'assoluta mancanza di rispetto nel colpire. Non bada ad età, sesso o condizione... arriva improvvisa e silente, priva della lucidità e getta, almeno nell'immediato, nel buio della paura. E questo accade con più forza per la donna che... come dice sempre il già citato professor Veronesi...è "custode dell'armonia", armonia dei rapporti umani... armonia del proprio corpo.
Ricordo il momento per me della diagnosi... la paura di non farcela e morire, il senso di disagio al pensiero della mia femminilità violata... un "senso di colpa" mentre cercavo di guardare negli occhi marito e figli. Temevo di leggervi il terrore, di essere abbandonata perchè "lasciata andare" senza speranza... e in quegli occhi perciò a lungo evitai di sostare. Fu insomma il "caos" dentro e intorno a me... finchè con un "colpo di reni" decisi di drizzarmi perchè in quel modo non poteva andare... e fu un'altra storia. Quella stessa che continua ancora, con tanta buona volontà e grande forza di resistenza per non pensare ad un futuro programmato troppo a lungo.
Ritornò l'armonia, fatta di grandi strategie e battaglie vinte, di piccole gioie ma anche di notti insonni, perchè già... qualcosa deve pur restare per ricordarti di non abbassare mai la guardia.
E' così...
Anche per la signora, cosiddetta "araba", dai Suoi foulard annodati sapientemente e in modo sempre diverso, è stato lo stesso, e Lei per ristabilire equilibrio ed armonia si è dedicata alla cura di se, turbanti di ogni colore e... caffettani abbinati, per cui in tempi recenti si è guadagnata un altro appellativo... signora "pakistana".
E adesso che è quasi giunto il momento dell'intervento non sta in sè dalla gioia... vorrebbe abbracciare di continuo medici ed infermieri, non smette di ringraziare e a tratti anche con le lacrime agli occhi.
Con un bacio sulla punta delle dita, l'altro giorno ha ringraziato anche me... Le avevo portato una scatoletta di latta con i "fiocchi di tenerezza", brevi pensieri sulla speranza. Ha visto quei foglietti di cartoncino rosa, arrotolati e legati con un nastrino d'argento e si è commossa...
"Non potevo avere di più... la speranza racchiusa in un piccolo scrigno. Ma... tesoro, come facevi a sapere che adoro le scatole di latta?! Pensa, ne faccio collezione! Questa da ora sarà il pezzo più prezioso..."

sabato 6 luglio 2013

All'improvviso diversi... incompresi... capricciosi

Mi è capitato di recente durante un "chiarimento" di ripetere per l'ennesima volta... vabbè, perchè mai sto a ripeterlo, Tu non puoi capire!
E di conseguenza, sentirmi rispondere... eh già, è inutile insistere con Te, solo TU sei in grado di capire TUTTO.
E' stato come ricevere uno schiaffo in pieno viso o una risata di scherno, tra dolore vero e proprio ed avvilimento mi sono sentita alla stregua di una presuntuosa smascherata nel momento meno opportuno.
C'ho sofferto e non poco, ed è stata colpa mia.
Gli "eroi per caso" come me, tante volte sono strani... non vogliono essere trattati da malati o ancor peggio "di prossima scadenza", e poi si differenziano da soli, sottolineando una "diversità" inesistente col rifiuto a farsi capire.
Nel libro," Dell'Amore e del Dolore delle Donne" di Umberto Veronesi, riguardo la necessità di non isolarsi e  al contrario comunicare, è così riportato...

"E' un'esperienza dolorosa, ma c'è una cosa importante che si può fare ed è parlare, parlarne, non con chiunque, ma con le persone che sono disposte ad ascoltare e parlare anche di altro, del sole che splende o della pioggia che scende... Ma parlare, non isolarsi, mantenere costantemente contatti con gli altri".

Piangeva stamattina quell'Amica... non l'avevo mai vista così, con un'esperienza di recidiva anche avanzata aveva sempre mantenuto dignità e sorriso. Per questo oggi sono rimasta turbata e non poco, per questo pur essendo sul punto di andare via sono tornata indietro e l'ho accompagnata nella stanza dove avrebbe fatto un'infusione contro l'incessante e ossessivo dolore che la tormentava.
Il male cammina... diceva e le lacrime salivano su e si fermavano negli occhi quasi mancasse loro pure il coraggio. Si è distesa quindi sul letto...
Nella stessa camera c'era un'altra paziente che aveva terminato la Sua terapia... ha cercato di confortarla come poteva, ma si sa... di fronte al dolore, quello fisico... le parole trovano ben poco spazio. Io stessa mi ero limitata a stringerle la mano e farle una carezza ma proprio lieve.
Poi... sempre l'altra paziente, infilandosi le scarpe e sistemandosi il vestito, ha esclamato... "Oh, finalmente... posso tornare dalla mia cagnolina...", di qui, a poco a poco si è cambiato argomento.
Quanto sono di aiuto gli animali domestici soprattutto nella malattia... quanto sono intelligenti... quanto sono cari con il loro amore incondizionato, e ancora... però sono un impegno e ci sono dei veri doveri nei loro confronti... e altro ancora.
Per un attimo ho guardato quell'Amica... non piangeva più e le labbra erano appena atteggiate al sorriso.

venerdì 5 luglio 2013

Il "dono" dell'ascolto

Più volte mi è stato detto... "sai ascoltare", ed io prendevo la cosa come una novità perchè, si... non me ne ero mai accorta. Da gran chiacchierona quale sono sempre stata avevo ascoltato solo me stessa, ma ecco forse il punto era proprio questo... mi era mancato il confronto e di conseguenza il mettermi alla prova.
In realtà l'ultima volta che ho sentito attribuirmi tale qualità mi sono talmente dilungata che l'"ascoltatore" continuava a... ripetermi, e allora?... si va bene, e poi?... ed io mi sono scusata, facendo "mea culpa" sui tanti incisi che avevano riempito il mio discorso. "Pietosa" ma gratificante mi era arrivata la risposta... si, dai ma sai anche ascoltare, e questo non è da Tutti.
Allora mi sono chiesta da che cosa l'avesse capito visto che avevo parlato quasi sempre io... mi sono sforzata di comprenderlo da sola, non volendo fare la domanda per vergogna, ma è inutile dirlo... non ci sono riuscita. Difficile se non si è dall'altra parte.
Ma... dall'altra parte IO ci sono stata e rammento bene il "tepore" del conforto che ricevevo da Chi mi ascoltava, ne ricordo soprattutto gli occhi che, specchio dell'animo, rivelavano emozioni e sentimenti vissuti in empatia e mai persi nel vuoto a rincorrere pensieri in fuga... al sicuro.
E' "dono" per Chi ha la capacità all'ascolto e per chi lo riceve, e poi Tutto diventa come per il principio dei "vasi comunicanti", scambio in equilibrio emotivo.
Qualche giorno fa rivedo una paziente dopo due mesi... e per la settimana che ho vissuto non sarebbe stato momento più adatto.
"Finalmente... ho chiesto di Te, Ti ho cercato...", è chiaro che... "finalmente" per Lei, aveva cambiato il giorno...
"Avevo bisogno di parlarti... me ne sono successe di cose, la Vita ne riserva sempre di nuove e impensabili",
"Di belle o di brutte?", Le ho chiesto allora... "A me... brutte", e ha preso a "raccontare" ed io ad "ascoltare" e quel che diceva mi entrava dentro, nella mente e nel Cuore... certo che a volte non ci sono limiti a guai e dispiaceri. Si susseguono con una rapidità impressionante da non dare respiro e convincere che "certi trattamenti di favore" siano riservati sempre e solo alle stesse persone. Sappiamo Tutti che così non è, ma intanto sentire "storie" così dolorose fa ridimensionare il proprio dolore e turbamento e riporta per quel che Ti riguarda il sereno nell'animo.
Eppure... mentre ascoltavo sentivo gli "spilli" agli occhi.
Certamente niente capita per caso e quel giorno e non un altro era il "più giusto" per incontrarci di nuovo.

giovedì 4 luglio 2013

Recuperare il tempo perso... convinti di poter continuare.

Credo che un libro "vissuto" parola per parola, non possa essere chiuso per sempre. Per grandi linee resta sempre qualcosa... nei particolari più di un insegnamento, una sorta di ricchezza che non basterà una vita per essere spesa tutta.
E le occasioni nel quotidiano non mancheranno perchè possa tornare una frase, ritrovarti in quella situazione che per breve tempo e anche solo nell'immaginario Ti ha visto protagonista. Così, sarà riprendere quel "manuale" col pensiero e consultarlo per capirne di più e vivere meglio quello che Ti tocca.
Un "percorso" di malattia è tra le occasioni della vita, quella che necessita maggiormente di conoscenza e aiuto... non bastano mai, e anche quando tutto è passato si vuol sapere di più, si cerca supporto perchè la fragilità è tanta.
Ecco... dal tumore puoi guarire, ma dallo stato di vulnerabilità estrema difficilmente verrai fuori.
Ti aiuti come puoi, e la prima cosa che cerchi di fare è recuperare quello che hai perso, quando rimandavi sempre e "regalavi" la priorità a cose che non la meritavano.
Il Tempo si accorcia e vuoi percorrerlo tutto in una volta perchè Ti sei reso conto finalmente che non è infinito.
A questo punto... per ricollegarci alla storia di quel tale che aveva gettato l'ultimo pezzo di cioccolata prima di morire... si può essere consapevoli della caducità del Tempo e viverlo contando  i giorni, i minuti e quindi con tristezza, convinti di morire presto... oppure "gustare" ogni secondo, recuperare il piacere delle piccole cose per ritrovarlo ancora nel tempo che verrà. Insomma, riuscire a trarre da un'occasione drammatica... una lezione di vita... un'opportunità nuova, chiaramente da sfruttare in pieno e non solo per se stessi.
Penso proprio che sarà il fisico per primo a trarne giovamento... le difese immunitarie torneranno "baldanzose"... e lo spirito sarà aiutato a ritrovare la sua strada da un nuovo senso dato all'esistenza.

mercoledì 3 luglio 2013

La Vita è un viaggio... bisogna solo goderselo

Quando attraverso momenti di... " fusione cerebrale", ovvero i dubbi della Mente vanno a fondersi coi turbamenti dell'animo, non mi riconosco più, perciò una volta che a gran fatica ne sono fuori, mi concedo delle letture speciali, non proprio libri di meditazione ma... quasi.
Stasera ho ripreso, "Un altro giro di giostra" di Tiziano Terzani... diciamo pure che non l'ho mai lasciato perchè lo tengo lì, sullo scaffale "a pronto uso" e quando mi va o necessita lo consulto come fosse un "manuale". Molte delle sue pagine portano ad un angolo la tipica orecchietta segnalibro... qualora potesse tornarmi utile e del resto anche se apro il libro e mi fermo su una a caso... trovo sempre quello che cerco, la risposta giusta al momento giusto.
Oggi mi è capitata una "storia" raccontata da un maestro di yoga, un racconto che starebbe a dimostrare come ogni evento della vita possa essere vissuto nella "sua essenza" in due modi diversi...

"Un tale va dal dentista. Quello gli trova dei magnifici denti, ma vede che mangia la cioccolata.
"Se lei vuole avere dei bei denti per altri cento anni, deve smetterla con la cioccolata."
"Smetto subito", dice quello. Dalla sua tasca prende un pezzo di cioccolata e lo butta via.
"Bravo. Per altri cento anni lei avrà dei denti perfetti", dice il dentista.
L'uomo esce, ma appena in strada viene investito da un camion. Nell'attimo prima di morire ha da scegliere fra due atteggiamenti. Può dirsi: "Accidenti a quel dentista che mi ha impedito di godermi l'ultimo pezzo di cioccolata della mia vita!" Oppure: "Meno male che prima di morire sono riuscito a fare quel che ho sempre voluto: smettere di mangiare la cioccolata".
(Tiziano Terzani, "Un altro giro di giostra"   pag.296- 297  Ed. TEA)

Nel corso della vita è chiaro che tante cose possono andare storte, ma questo vale per Tutti... come per Tutti la vita è una sorta di viaggio avente un'unica meta. A questo punto si tratta di farlo al meglio questo viaggio... "adattandosi" ai disagi, a compagni scomodi, prepotenti ed antipatici... cercando di cavarne il meglio, scegliendo tra le opzioni che l'esistenza sempre prospetta... la "meno peggio".
Secondo me ne vale la pena, in altri termini... conviene.
Il "viaggio" per quanto disastrato sarà, durerà a lungo e lo si vorrà quasi "infinito" perchè saggiamente vissuto.

martedì 2 luglio 2013

Dagli errori s'impara... ("I vestiti nell'armadio")

Resta sempre il migliore, per me... sistema unico.
Svuoto l'armadio, e poi rimetto a posto... e nel frattempo elimino ciò che non mi serve, l'inutile... il di più.
E funziona.
Perchè poi mi sento rilassata e leggera... ritorno come prima, ritorno a quel che era.
Non ricordo quale teoria o filosofia orientale sostiene che per far ordine dentro se stessi converrebbe alleggerirsi del peso delle cose inutili, liberarsi dell'ingombro di ciò che occupa solo spazio e non porta vantaggio alcuno.
Chissà se ricordo bene... se è proprio così come sostengono.
Per quel che mi riguarda... dopo aver cambiato "qualcosa" nell'armadio, rimesso i miei vestiti in bella fila, pronti per essere scelti ed indossati... io sto decisamente meglio.
Qualche giorno di confusione, l'affollarsi di più pensieri... il disorientamento per qualche parola di troppo o un "giudizio" espresso in modo poco chiaro e in me è stato il "caos".
Sia ben chiaro da me le critiche sono tutte ben accette, anzi le pretendo per migliorare e crescere... ma devo capire.
Non potrò mai sapere se un vestito che non indosso da tempo mi sta ancora se non l'avrò provato. Cambiano le cose, le situazioni, persino i gusti.. La " verifica", il "confronto" sono indispensabili... poi se si può, se ne vale ancora la pena si ripara, altrimenti... si cambia e si riparte.
Non volevo svegliarmi stamattina... poi mi sono decisa e dopo qualche momento di malumore ho dato mano all'armadio. Ed è stato "ordine" e "chiarezza" dentro e fuori di me.
Ora sono quel che ero... pronta per continuare a... essere quel che sono, riveduta e corretta ma sempre la stessa che "si accontenta" per il solo fatto di poter vivere... nonostante i dubbi, le ansie e tutto quanto.
Qualche giorno fa un paziente mi ha detto...
"Che vi devo dire... prima di iniziare la terapia non potevo respirare, ora sto acciaccato per la terapia ma sono felice perchè respiro. Io so' fatto così... m'accontento".
Eh già, lo dico anch'io... potrei essere migliore e mi sforzo di esserlo... ma sono fatta così. Mi accontento.

N.B.  Ogni tanto ci viene imposto di "cambiare"... NOI non possiamo fare altro che "adeguarci".
          Un "disguido" nell'ordine delle cose non c'impedirà mai di continuare a...

lunedì 1 luglio 2013

Mi convinco che la "malattia" sia stata solo un punto di partenza.
Deve essere così se vero è che nulla avviene per caso, e si spiegherebbe il "perchè" di un'evoluzione in positivo, cosa comunque comune a molti, più ancora di un percorso post-tumorale alquanto atipico. Quest'ultimo in particolare sembra un "corso di specializzazione" per la vita, dopo che il tumore ne è stato il "test di accesso".
Però continua a... esser dura.
Non fai in tempo a superare una prova, a congratularti con Te stessa, perchè anche questo ci vuole... che Te ne arriva un'altra e devi studiarci su non poco per capire e soprattutto essere capita, e magari poi non ci riesci ugualmente ma Ti dai da fare lo stesso.
Eh si, è proprio una gran fatica.
In quasi tre anni ho avuto diversi momenti in cui mi è stato imposto di fare il punto della situazione, più volte mi sono messa in discussione perchè è giusto che sia così quando si ha a che fare con "persone" e non "pazienti"... d'altra parte non sono un medico nè psicologo, sono una "paziente" anch'io... con la fragilità che a tratti vien fuori e non si cura dei danni che fa. Ho comunque fatto i miei passi indietro ed ho ricominciato... col mio essere a volte... prolissa, con gli incisi le parentesi e i collegamenti, ma probabilmente tutto ciò non è stato poi tanto sgradito se non sono mancati i "sorrisi" e...  "dimmi... ci vedremo ancora?"
No... non ha dato fastidio, non a Tutti almeno.
Vivere non è semplice, si sa e per questo un corso che abiliti alla vita ha un inizio ma praticamente non finisce mai, nè si può peccare di presunzione credendo di non sbagliare e andare perciò a ruota libera, senza tener conto di quello che si dice e come lo si dice.
Attenzione, cautela e sintesi di pensiero e più o meno ci sarai... nel giusto?... questo Chi lo può dire!?... meglio nell' "equilibrato agire" che esige ogni "relazione umana".