venerdì 31 gennaio 2014

PRONTI A UDIRE... LENTI A PARLARE

La quotidianità in reparto mi vede "sorridente" sempre ma non sempre con la stessa facilità.
L' "ascolto" è ciò che meglio predispone o addirittura l'unica cosa indispensabile per essere accolti con benevolenza e fiducia. Bisogna tener conto che nella maggioranza dei casi Chi ci è di fronte vive un momento di angoscia e profondo disinteresse per ciò che lo circonda, e si arrovella nel cercare in se stesso la risposta ad una domanda continua ed inquieta... perché?
Senza trovarla.
A questo punto sarà pure inutile da parte Nostra tentare di fornirne una, perché nessuna potrà essere esauriente, e poi a volte manco servono le parole e basterà una presenza silenziosa che comunque rassicura.
Silenzio o parola giusta al momento giusto? Resta un compito di una difficoltà inaudita, in quanto non esistono regole precise, le differenze culturali e di personalità possono incidere e così ciò che può fare star meglio una persona malata non è affatto di aiuto per un'altra. Senza contare le "fluttuazioni" degli stati d'animo per ogni giorno che arriva. O l'alternarsi delle vicende e le speranze logicamente disilluse.
Una mamma che nel corso del tempo... perché gli anni sono tanti... per Sua figlia vede trasformare l'angoscia in speranza e poi ancora in paura per rivederla di nuovo speranza e... dopo tanta tanta fatica... ecco la rabbia...
"Ma di che... di che si lamentano!?... dell'ansia dei controlli!... e allora, che cosa deve fare Chi non l'ha mai provata, l'ansia dei controlli?... perché da quando la storia è iniziata... ogni giorno è stata ansia, ogni volta... un controllo".
Non c'è da stabilire livello o grado per la sofferenza... è per Chi la vive, la "summa" dei dolori, all'apice di tutte le sensazioni.

10 commenti:

  1. Ciao Mary... non sono nuova del tuo blog, ho più volte letto i tuoi post... ma ogni volta sono rimasta in silenzio... forse perchè c'è un momento per parlare e uno per restare in silenzio..o più semplicemente a volte le parole restano soffocate nella paura di immagini e sensazioni scolpite ormai dentro l'anima. Ci vuole tempo prima che diventino inevitabilemente proprie e si impari ad usarle per iniziare a vivere, prima che la rabbia si assopisca. Io che ho vissuto questa malattia attraverso la sofferenza di mio padre di rabbia ne ho avuta tanta..ma a parte a logorarsi dentro non è servita a molto visto che i perchè sono rimasti tali. Ad ogni modo al di là di questa mia piccola riflessione... questa sera vorrei solo lasciarti un sorriso

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    1. Grazie, cara... per il Tuo sorriso che è a me arrivato diretto. E' già molto, sai?!... la rabbia è alle Tue spalle perché finalmente hai elaborato la lunga sofferenza e metabolizzato il dolore. Non vuol dire che hai dimenticato... non potrà mai essere tanto l' "orma" è profonda... ma stai trasformando quella triste esperienza di vita in grande ricchezza da condividere. Oggi l'hai fatto con me donandomi un sorriso che mi ha fatto bene, continua continua senza stancarti... Vedrai quanto Ti tornerà indietro e sarà la risposta che da tanto aspettavi.
      Un grandissimo abbraccio... e quando vuoi, io sono qui.

      Mary

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  2. Lunedì ho un controllo Mary, incrociamo le dita... la paura c'è sempre. Un grande abbraccio e buona domenica.

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    1. Andrà tutto benone, Amica mia... non temere.
      Lunedì Ti penserò e sarà il mio modo per esserti vicina.
      Un bacio...

      Mary

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  3. Mostri molta sensibilità, ed hai ragione il dolore è davvero intimo e personale, a volte si giudica con facilità o con troppa facilità si dice:"ti capisco", quando ognuno di noi sa che il proprio dolore in un certo senso è unico. Però come dici, la presenza, insieme alla sensibilità, possono aiutare nel modo e al momento giusto... :)

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    1. Benvenuta, Vivy... noto ora che da oggi sarai tra le persone che con tanto affetto e pazienza continuano a... leggere i miei pensieri.
      Sai... la mia sensibilità si è affinata alla scuola di questa vita che non lesina mai sorprese e nello stesso tempo riserva opportunità straordinarie... a Chi sa coglierle.
      Quattro anni fa me ne è stata offerta una, l'ho colta al volo per la grande voglia di vivere... ed ora sono ancora qui, senza mai essermene pentita.
      Grazie ancora per esserci ed un grande abbraccio.

      Mary

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  4. Il piacere è tutto mio, dai post che ho letto traspare una persona che mi piacerebbe tanto conoscere e "gironzolerò" molto moltissimo volentieri nel tuo blog, sono certa che mi darai molto con i tuoi scritti :)
    Un carissimissimo saluto,
    Vivy

    p.s. mi fa superpiacere averti nel blog, grazie ♥

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    1. Cara Vivy... sarà gioia reciproca conoscerci e scambiarci "ricchezza". Sarò anch'io un'assidua frequentatrice del Tuo blog.
      Grazie davvero e un abbraccio affettuoso per TE.

      Mary

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  5. Ciao, Mary! Da un po' non commento da te: spesso mi fa male rivivere anche nel blog le stesse angosce che provo ogni qualvolta mia sorella va a fare le analisi e la chemio. Il post di oggi mi è piaciuto molto, soprattutto le frasi in chiusura.
    Ti sento sempre particolarmente vicina, per ovvi motivi, e apprezzo sempre la tua grande forza, umanità e intelligenza.
    Un abbraccio. LELLA

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    1. Hai ragione, Amica mia... provo le Tue stesse emozioni anche io mentre scrivo. Ma sai una cosa?... rileggere in seguito ha un forte potere catartico, e quell'angoscia mai accantonata poi si trasforma in una forza incredibile.
      Affrontare pure i ricordi senza voler accantonarli in modo definitivo, serve a prendere le distanze non solo da essi ma dall'intera situazione passata, e all'improvviso Ti accorgi che il futuro fa meno paura.
      Un caro abbraccio... so che anche senza commentare mi sei vicina.
      Mi basta questo.

      Mary

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