domenica 29 giugno 2014

INTUITO O PURA FANTASIA?

Che dire...? Non altro che vengo inseguita dall'esagerazione dei mutamenti ed eventi atmosferici dell'epoca.
Non basta un semplice temporale con lampi e tuoni... certo, no! Mettiamoci pure i fulmini, di quelli belli strani che illuminano a giorno, e poi tanto per strafare, pure qualche roboante "grancassa"... fa sobbalzare e lascia con l'effetto "colpo allo stomaco". Grandioso!
Sono stata presa talmente dall'enfasi del discorso che ho fatto di una metafora, una rappresentazione reale.
Ma è così che vivo adesso un "passaggio" dell'animo mio.
Non è la prima volta, ma ciò non toglie che possa ancora far male.
Vivi con l'impegno che richiede... sembra che sei nel giusto per pensieri e convinzioni... ne sei contento.
Poi all'improvviso arriva un "confronto", i cui contorni sono chiari si e no... e la delusione è grande.
Sei deluso, Ti spazientisci.
Fai un altro tentativo, ma va a vuoto... sei stanco e sfiduciato.
Mi sorge il dubbio di aver stimato più del giusto le mie possibilità... di aver fatto degli errori, inconsapevoli è vero, ma che comunque hanno portato danno.
Non so... e quel che è peggio, "il tutto" mi torna indietro come un boomerang. Ero preparata a questa eventualità, quando ci s'inoltra nella fitta selva di pensieri ed emozioni, il rischio c'è di perdersi e nel tentativo di ritrovare la strada ci si può perdere ancora di più.
E per questo... quel famoso "boomerang" pur "sotto controllo" mi è tornato indietro cogliendomi quasi alla sprovvista. Sì... perché avrei voluto sbagliarmi, avrei preferito dover constatare che le mie convinzioni fossero esagerate, persino frutto di fantasia.
Invece...
















sabato 28 giugno 2014

SOLO STASERA...

E' ormai quasi notte fonda... e tra me e un cane bastonato c'è poca differenza.
Avvilita, delusa e affranta.
 Un' altra Amica è volata via, e per l'ennesima volta ho saputo della cosa tramite fb. Stavo per uscire, anche oggi, e ho avuto solo il tempo di replicare incredula... anche Tu, no... adesso è davvero troppo.
Da Natale ad oggi è stato un cadere di "birilli", uno dopo l'altro senza quasi il tempo di rendersene conto. 
E non è un gioco, Dio mio... e ogni tanto fa' che sia l'uomo a vincere e non il subdolo avversario.
Già stamattina, forse qualcosa c'era nell'aria... mi sentivo come una chiocciola con le antenne a metà.
Un  "chiodo in sospeso", e il pensiero di un'Amica cui sarei andata a far visita e che non sapevo come avrei trovato, mi avevano privato per metà della ricarica di gioia quotidiana. Poi... almeno una parte l'ho recuperata, anche potenziata da sorrisi ed un abbraccio. Meno male, mi sono detta... per il resto, si vedrà... tutto si aggiusta se deve, e se non si può... amen, si gira pagina e si ricomincia.
Riprenderò... come suggerito... la mia storia dall'inizio, e ricomincerò da ME, ricomincerò daccapo.
Non si finisce mai di combattere, anche quando pensi di aver vinto. 
La "condivisione" invita ma pure impone... perciò si lotta anche per gli Altri, pure per Chi... non c'è più.
Stanca e a passo lento vado. 
Riposerò... perché ho tanto da fare.

venerdì 27 giugno 2014

NON E' FACILE

Non si può essere sempre al top... quante volte l'ho detto?
Momenti... si, momenti... no, a volte su... a volte giù l'umore... ma tutto insieme, no... non si può reggere. O forse si può, perché nulla è davvero impossibile se si vuole, ma la fatica è tanta e la delusione pure.
La consapevolezza di essere capace e resistente più di quanto pensassi, viene messa in crisi dal confronto e dagli scontri, inevitabili senza la volontà dell' "accomodamento". Improponibile se non da me a me stessa. Ma perché dovrei sempre io? Allora, mortificata... un solo "guizzo" di risentimento e poi... taccio.
Conviene fare silenzio per fare strada alla riflessione e poi riprendersi, perché dopo tutto non sono cose serie, essere messi alla prova è normale per tutti, e la differenza la fa la giusta valutazione degli eventi... scorrendo la propria storia, le emozioni e i sentimenti.
Mentre scrivo sono un po' più calma e lucida, anche perché è la scrittura stessa a rasserenarmi e chiarirmi le idee, ma solo mezz'ora fa avevo la testa in fiamme e gli occhi che mi bruciavano per qualche lacrima mandata indietro a forza.
Forse un motivo vero e proprio non c'era, solo che a volte vulnerabile "incredibilmente" lo sono anche io... e sdoppiata mi rifletto allo specchio immaginario del mio esistere.
E vorrei... vorrei essere più di una sola persona con un sentire diverso a seconda delle situazioni e delle "verità" che mi dispiace ammetterlo non sono mai uguali perché ognuno vuole la propria e tale la ritiene... valida per se stessa...
Ma a cosa mai serve, quando si ama o si vuol bene, metterci sempre il massimo dell'impegno, se poi l'altro dando nei tuoi riguardi tutto per scontato, intende e pretende essere capito, confortato... perché, che vuoi che sia...?
E invece no... è disponibilità, ascolto e comprensione... cose che vorrei qualche volta avere in dono pure io.
Ma già mi sembra di sentire replicare... non è facile.
Si, è vero... facile non è.










martedì 24 giugno 2014

ESERCITARSI ALLA FELICITA'

Mettiamo il caso ponessi la domanda... sei felice? Come risponderesti?
Qualche tempo fa nell'ambito del gruppo di auto mutuo aiuto si è parlato della FELICITA', partendo appunto da semplici domande che prevedevano una riflessione, seguita da risposte apparentemente ovvie.
Sei felice?
Un'Amica, in piedi e con le braccia spalancate, ha esclamato... io sono felice dopo un momento nero, perché ora apprezzo ogni piccola cosa, attimo per attimo, come le persone semplici e i bambini, e la felicità è contagiosa come lo sbadiglio.
Che cosa desideri di più per la Tua vita?
... il benessere, la guarigione, la salute, la serenità sono immediate, logiche risposte ai più ambiti desideri dell'uomo, molte volte non si deve neppure faticare per avere tutto, eppure ci si proclama sempre alla ricerca della felicità perché vista di continuo come un miraggio e in questo modo inconsapevolmente si fa sabotaggio a se stessi... ciò che è sotto gli occhi a "pronto uso" per dare felicità non viene proprio notato.
La Felicità in effetti è tutt'altro che una "meta", meglio sarebbe definirla "percorso", perfetto parlare di "scelta". Se disponibile è per Tutti si tratta solo di "esercitarsi" ad essa, farne pratica affinché "sentirsi felice" sia facile e naturale come respirare.
Perché allora non incominciare subito?... gli esercizi ci sono e il desiderio è grande. Insieme si può imparare ad arrivare al "settimo cielo" e restare, passando per i diversi gradi e senza tristi tentativi di sabotare se stessi.
Ognuno si cerchi il proprio sogno e... lo costruisca in segreto. Lo trascriva su una pergamena e lo riponga in una scatola che poi nasconderà. Nei momenti bui, quando la fiducia vacillerà potrà ricordare il sogno segreto e la forza necessaria ritornerà... perché rappresenta quella cosa che nessuno può portare via o inquinare o criticare, e che va avanti per la sua strada comunque e sempre unica.
Ogni giorno poi, prendiamo l'abitudine di scrivere ciò che si è fatto, individuando i punti deboli e forti. Una volta fatto ciò, correggiamo i punti deboli, senza però cercare la perfezione, poiché la serenità, la fiducia nascono nel sapere accettare se stessi e i propri errori senza pretendere troppo.
E poiché non c'è una misura che quantifichi la possibilità di essere felici, proviamo ad occhi chiusi a visualizzare il cammino che porti a una sorgente d'acqua da cui attingere felicità... immaginiamo un recipiente che possa contenere quanta ce ne serve. Una tazzina da caffè... un bicchiere... una caraffa?... perché non un secchio, una damigiana o un bidone? Nessuno c'impone un limite ad essere felici. Dipende solo da Noi.
E ancora... per annullare il condizionamento negativo della mente a riguardo, poniamoci dritti e fermi sui due piedi, e poi facciamo una torsione del busto e delle braccia fino al limite possibile, fissandone bene la posizione. Ripetiamo l'esercizio ad occhi chiusi e alla fine scopriremo di essere andati oltre il limite possibile in quanto la mente, completamente concentrata e senza distrazioni di sorta ha potuto dare il meglio di sé.
In conclusione... se per essere felici bisogna fare la scelta giusta, ovvero scegliere questa "benedetta e sacrosanta" felicità, forse bene sarà stabilire 6 punti di una "mappa" ideale.
1) Riprendi la Tua storia, compresi fallimenti e dolori, senza nascondere la testa sotto la sabbia e ricomincia da TE e daccapo.
2) Non scoraggiarti, concentrati e prendi la mira quando la vita ti tira indietro come una freccia nell'arco.
3) Cerca un punto d'appoggio esterno a TE (Dio, Scienza, un valore importante, un'altra persona).
4) Vivi in relazione con gli Altri, da soli non si va da nessuna parte.
5) Sforzati di sorridere, anche quando non ne hai voglia.
6) Non darti dei limiti... ciò che desideri fare, fallo subito.

 Osservando punto per punto scrupolosamente non si potrà sbagliare. Nel modo più assoluto.

domenica 22 giugno 2014

CI PENSO DA ME

Il 22 di ogni mese di giugno TUTTA ME STESSA festeggia il suo compleanno.
Che cosa vuol dire?... non è difficile da intuire, quest'anno per esempio è il "quarto". Sono tornata a vivere, ma vivere davvero da 4 anni...
... quando pensavo che non sarebbe stato possibile o vero, e mi sentii sollevare da terra, e il cuore andava su e giù proprio per non abbandonarmi... e ingoiavo prima a lungo ciò che non c'era e poi ogni boccone perché dovevo riprendermi e farcela...
Continuare a... vivere!... che sogno e quale favola splendida da quel giorno. 
Come potrei dimenticare?... ammesso che volessi farlo.
Non si possono scordare le date dei traguardi raggiunti con fatica e dolore, la gioia per aver vinto almeno quella battaglia e la determinazione nello sperare in successive vittorie.
Sempre più avanti... e gli anni si susseguono e diventano "certezza", la senti come "scudo" o ancor più "corazza". Niente potrà colpire ancora, e se lo farà... solo qualche graffio perché io possa dimostrare di essere sempre più forte.
Il 22 di ogni mese di giugno TUTTA ME STESSA festeggia e ricorda, ma da sola rivive tutto quello che fu... per gli Altri è un triste tristissimo "incidente di percorso", tanta paura di perdere un "riferimento"... una voce, le parole, le carezze e i baci...
Meglio dimenticare!... mi si ripete ogni volta, ma io non voglio...se lo facessi, i giorni che ora vivo non splenderebbero quando è grigio e uggioso.
Perciò, è mia facoltà... ci penso da me per un sole che sempre in cielo sarà. 

mercoledì 18 giugno 2014

AHIME'... NON CI VOGLIAMO BENE

Sarà così... non può esserci altra spiegazione. Se non riusciamo a fare la scelta giusta, quella che ci fa andare alle stelle e restare... non ci vogliamo bene.
Se così non fosse avremmo "autostima" sufficiente, ci reputeremmo capaci, sicuri... già sulla via, chiamata felicità. Perché la cerchiamo da sempre, vorremmo raggiungerla, e non ci rendiamo conto che così facendo, ovvero anteponendo dubbi ed incertezze, ce ne allontaniamo ponendoci sulla strada parallela fatta di tanti "se", "ma", "però", per giunta veicolandoci sui tempi di un unico "modo verbale", il condizionale... potrei, farei, avrei potuto... avrei fatto.
Fino a ieri vivevo della semplice "percezione" di questo, ora ne ho la "consapevole certezza", grazie ad un incontro come al solito "casuale" ma fino ad un certo punto.
 In città, nella mia città... dove poco o niente succede, dove sfiducia e disfattismo sono causa ed effetto di una situazione stagnante... è arrivata, anche solo per poco la felicità.
 Patch Adams... il "dottor sorriso"...!
Un "gigante" in tutti i sensi, accompagnato da una brava interprete ma soprattutto simpatica, che di Lui ha saputo riprodurre persino espressioni e mimica facciale... come era giusto fare, trattandosi del maggior esponente delle "clown-missions" in tutto il mondo.
Patch Adams ha 69 anni, è un medico, attivista e scrittore statunitense. Molti si sono avvicinati alla sua storia tramite il film interpretato da Robin Williams... un bel film che però ha messo in evidenza una verità romanzata.
Nel 1971 fece di un appartamento con 6 stanze un ospedale completamente gratuito, dove ospitava anche chi non mostrava segni visibili di sofferenza ma solo un grande bisogno d'amore. Da questa esperienza vissuta per 12 anni senza alcun tipo di sovvenzione, arrivò, sfruttando la fama di conferenziere, a fondare il "Gesundheit Institute".  Si tratta di un ospedale rurale con 40 posti letto, nel quale le cure sono gratuite e basate sulla compassione e amicizia. I sentimenti negativi come egoismo e competizione sono sostituiti da generosità e condivisione.
Ogni anno Patch Adams organizza gruppi di volontari, provenienti da tutto il mondo, per recarsi presso vari ospedali di diversi Paesi, travestiti da clown. E' la cosiddetta "Clownterapia" che prevede l'uso del sorriso come elemento integrante ed efficace della terapia medica.
Col sorriso si dona e si riceve amore... e con l'amore si percorre la via... è continua felicità.
Basta averne ferma "intenzione"... provare a trasformarla in "azione".
Le "conseguenze" verranno da sé... forse non subito ma di sicuro, prima o poi positive.




domenica 15 giugno 2014

OGNI GIORNO UNA BATTAGLIA

Come non bastassero quelle ordinarie per la sopravvivenza, per superare dei momenti poco sereni o elaborare pensieri che sorprendono all'improvviso... capita, quando meno te l'aspetti, una "battaglia" più impegnativa di altre, che inevitabilmente porta all'"analisi"... di Te stesso, più situazioni o addirittura del contesto.
Quando in qualsiasi campo ci si mette in gioco, non si può non essere preparati a tale eventualità, e dopo episodi ripetuti ci si meraviglia persino che non succeda niente. Possibile!?... tutto tranquillo?
Considerato che l'errore ci può essere... che non si può piacere a Tutti... e che ognuno può a giusto diritto avere la luna a 3/4, ti aspetti ad un certo punto che qualcosa accada.
E accade... ed è subito da pensare ad una strategia, perché tutto quello che è stato da allora, non sia vanificato. Per un saluto poi... in più o in meno... cercato o evitato, supportato corrisposto o... sopportato.
Come è bravo l'essere umano a trovare le giustificazioni all'inquietudine che non gli concede pause e ristoro, e magari pensa di trovarli proprio in quell'"elenco" di motivazioni così slegate tra loro che non si riesce a capirne neanche il punto di partenza.
 Certo è che il "meno inquieto" ne fa le spese... fin dal momento della piena consapevolezza.
 E deve, anche perché è in animo di farlo, pensare a come districarsi senza fare né farsi male.
Non è abbastanza quello che si è sofferto? Evidentemente... no, almeno non per Tutti.
Ed ora tocca a me... dire la mia, perché nulla resti in sospeso.
La discrezione viene scambiata per menefreghismo.
Procedere con cautela per superbia
Stare in un angolo e aspettare per rifiuto a dialogare.
Ma come si fa ad essere capiti?
Forse dovrò parlare per essere più chiara. Anche a costo di ferire.
Perché ferita mi sono sentita anch'io... per la responsabilità esagerata o ingiusta, ed il giudizio a priori... che però di sicuro non sarà senza una seconda prova d'appello.

venerdì 13 giugno 2014

CIAO... NONNO!

Solo un anno fa alcuni ragazzi di colore si avvicinavano per qualche spicciolo, salutandoci... ciao, mamma! ciao, papà!... e stasera... quando dopo tutto non è che sia passato un decennio... ci siamo ritrovati ad aver fatto senza accorgercene un salto di generazione. Ciao, nonno!... e tutto è stato rimesso in discussione.
Eh già, perché  il saluto non rivolto a me, indirettamente ha preso anche me... c'abbiamo riso su e poi qualche riflessione è venuta da sola, spontanea, ironica... con saggio esito rasserenante.
Che fare?... il tempo passa ma continuiamo a... sentirci giovani, quindi a giusto merito possiamo considerarci, senza timore di sbagliare... "giovani avanti negli anni". Contenti NOI e pure grati al TEMPO che soddisfatto continuerà il suo corso.
Eravamo di ritorno dallo studio del dermatologo... il mio "adorabile compagno di vita" finalmente, qualche giorno fa aveva preso la dura decisione di eliminare una piccola neoformazione sul labbro superiore, la prenotazione era per oggi e così ho voluto tenergli compagnia.
 Nella salute e nella malattia... non fu detto così "quel giorno"?... e così sia... nella salute e nella malattia.
E' stato più lungo il tempo dell'attesa che l'intervento in sé... cinque minuti e il coraggioso paziente era già seduto sul lettino...
"Faccia piano, con calma...", gli ha raccomandato l'infermiera, "Si figuri... abbiamo passato di peggio!"
In quel momento avrei voluto dire la mia... ma poiché certi panni vanno lavati in famiglia, mi sono limitata ad un sorriso, sorvolando sulle notti in bianco trascorse a sostenerlo per un banale mal di pancia.
Ma la cosa poi, non è finita mica lì... siamo usciti e con aria seria ha aggiunto, "... hai sentito che cosa ha detto il dottore... era scesa ben in profondità ed anche infetta. Mi sa che ho rischiato di brutto..."
Ancora una volta ho preferito tacere... o quasi, perché guardandolo al di sopra delle mie lenti da miope, ho solo pronunciato un generico, imprecisato ma comprensivo di ogni esclamazione... "ma va, va..."
E mi fermo qua... perché il resto l'ha fatto il "ciao, nonno!", poco tempo dopo.

martedì 10 giugno 2014

COME FRECCE VIVE...

Una frase "eccezionalmente" serena, letta per caso su fb... e sono tornati dei ricordi. Non è una novità, è vero, questa dei ricordi, ma lo è quel genere di ricordi che allontano ogni volta a causa del magone che mi portano. Eppure riguardano mia figlia, e la frase che ho letto l'ha scritta proprio lei, anche se sul momento mi è sembrata fosse una citazione. Addirittura?... si, perché da quando è partita, quasi quattro anni fa pare che la serenità si sia imboscata o nella migliore dell'ipotesi, camuffata per non farsi trovare. Quindi lei continua a... cercarla, si adatta per convincerla, ma per quanto si adoperi non riesce a farsela amica. Non ancora.
E poco fa, dopo che quella frase mi è saltata agli occhi come inusitata e piacevole novità, ho ricordato quella mattina di fine ottobre, quando mia figlia partì non per uno dei suoi soliti viaggi, partì per non tornare o tornare quando avrebbe voluto o "lavoro permettendo".
 Eh già... il lavoro!... bella parola, quasi magica... dovrebbe essere un diritto, e invece oggi resta solo una parola e basta, nemmeno tanto bella ma irritante, magari solo magica perché nella magia davvero poco si può credere.
Lei andò via, infatti per poter realizzare i suoi sogni ed essere indipendente. Dopo essermi stata vicino durante la malattia, aveva deciso con determinazione e coraggio di porre fine al tempo che scorreva lento e improduttivo, sempre più ostile all'età che progrediva.
 Chi è madre sa bene cosa si prova in questi momenti di scelte definitive, in più all'epoca io mi sentivo ancora troppo vulnerabile e avevo bisogno di lei, ma il coraggio venne a cercarmi e mi aiutò a cambiare convinzioni radicate.
Compresi sia pure con difficoltà che indietro non si può tornare e nello stesso tempo non si può guardare troppo lontano tra timori ed incertezze per proteggere i figli, perché la vita è loro e solo loro sono gli artefici della vita stessa, con gli errori, le conquiste e i fallimenti. Inciamperanno, cadranno... ma in questo modo impareranno a stare in piedi.
Ricordo ancora di quel giorno la "carezza" sulla parrucca e un "bacio" non distratto, doni per me... considerato il carattere riservato e quasi schivo di mia figlia.
I mesi, diciamo pure gli anni sono trascorsi... ed io la vedo sempre meno, ma me ne sono fatta una ragione... i figli non sono "Nostri", ma frecce vive che mirano lontano ancora prima di arrivare. Ci è consentito solo sperare che la traiettoria sia quella giusta per loro.
E dopo questo ennesimo sfogo carico di emozione, forse bene è voltare pagina in fretta e rientrare in quella che è la mia attuale realtà, parentesi nella parentesi.
Torno indietro e soffoco il magone.










domenica 8 giugno 2014

ANCORA UNA VOLTA

Finalmente... mi sono decisa.
Non avevo più scuse, ma è anche vero che non le cercavo... aspettavo le "risposte" che mi dessero il "via" per ricominciare. Lo può ben capire Chi periodicamente vive la sindrome da FOLLOW UP...
... comincia da molto lontano e man mano che si avvicina per prendere in pieno, ci si sente "spostati" di lato sempre di più... sempre di più fino in un"angolo" di ogni pensiero e desiderio o progetto. In conclusione si resta come sospesi, nell'attesa che arrivi ciò che si spera o... non sia mai... si teme.
Poi, quando tutto è completato e il quadro è chiaro, in ogni caso la tensione si allenta ed è riprendere il cammino.
E questa volta, ancora una volta mi è stata concessa una "proroga" per i prossimi sei mesi. Scaramanticamente mi piace definire così la serie di controlli andati a buon fine, anche perché quattro anni fa nel bel mezzo di tanti sogni e progetti fu come aver ricevuto un'ingiunzione di sfratto, cosa che, per grazia di Dio non è avvenuta, ma grava ugualmente come nube minacciosa quando pensieri altrettanto minacciosi si affacciano a ricordarla.
Ma proroga c'è stata e... vita sia, con entusiasmo e gioia, piccoli capricci esauditi e persino qualche civetteria che fa riappacificare con lo specchio, evitato per un po' perché troppo sincero nel rinfacciarmi l'ansia e la malinconia.
Così non ho più rimandato e sono uscita a fare spese... e l'abito da indossare per quella "famosa festa" finalmente è nell'armadio e due camicie nuove sono ancora qui, sul letto... non le ho ancora riposte perché mi piacciono tanto e vorrei guardarle fino a stancarmi per poi indossarle e sentirle mie.
Al pari di quel sogno che torna più volte nei pensieri fino a sfiancarti e non lo sogni più... e poi ti accorgi che null'altro era che un grande desiderio accantonato in attesa di essere realtà, quella che vivi... giorno dopo giorno come conquista.

venerdì 6 giugno 2014

RIPRENDEREMO A CONTARE

Quella famosa "pressione alle tempie"...
... mi ha preso in un istante, non pensavo potesse succedere ancora, almeno non in un'occasione come questa, e invece mi ha fatto tornare indietro... a "quel giorno", anche oggi.
Un'emozione improvvisa, da dolore "annunciato"... proprio come allora.
Com'è che pur sapendo, il pensiero e ancor più il Cuore non partono avvantaggiati, anzi maggiormente non se ne fanno una ragione? 
Sarà per tutta quella sofferenza, rabbia e lacrime represse che pur non palesi, si percepiscono a distanza, come il calore di un falò in una sera gelida d'inverno.
... Come si può restare indifferenti?
Tante volte abbiamo immaginato il momento, quasi ci sembra di averlo già vissuto... eppure ci sorprendiamo di Noi stessi, guerrieri dalle vaste cicatrici, dagli occhi asciutti per le tante lacrime.
Si piange ancora, a tratti... come affiorano i ricordi e arrivano i pensieri a supportarli.
 E intanto ci si guarda intorno... quante persone!? davvero tante, mentre i canti si levano in alto.
E all'improvviso scende definitivamente la sera su ciò che sembrava non dovesse avere mai fine.
E poi... e poi vedremo. 
La Vita continua. Sarà pure frase fatta, personalmente la detesto... ma è così, inevitabile e inesorabile evoluzione dell'esistenza in sé.
Riprenderemo a contare...
... non ci resta che guardare ad uno ad uno i volti di Noi Tutti, pensare  ai giorni che verranno e alle cose ancora da fare.

mercoledì 4 giugno 2014

CHI SONO?

"Si... sto quasi per finire. Ma non sono da sola, qua c'è la dottoressa che mi ha dato una caramella..."
Mi sono guardata intorno... c'ero solo io, d'altra parte le caramelle le porto io, allora la "dottoressa" ero io?
Anche se altre volte era capitato, non so perché mi è balenata la domanda, quasi la vedessi scritta giusto di fronte a me a caratteri cubitali... MA CHI SONO IO?
E in quel momento più che mai mi sono sentita "in maschera", presa da quel dubbio di identità, paradossalmente contenta di crearne qualcuno in Altri... ma del tipo "buono" che lascia aperto uno spiraglio e fa intravvedere la luce. Perché quella paziente mi guardava, raccontava di sé e mi teneva il braccio... io non mi sottraevo alla stretta e questo era un "punto" in più, faceva ben sperare... una "dottoressa" che non teneva le distanze, mostrava attenzione, con tutto quello che forse aveva da fare sorrideva e "spendeva" il suo tempo...
"Ci siamo fatte quattro belle chiacchiere, grazie... per le chiacchiere e per la caramella...", "Ti pare... sto qua per questo...", sono andata via e non l'ho vista perplessa, magari si sarà convinta pure che "chiacchierare con dolcezza" sarà una "nuova terapia"... visto che mi aveva scambiata per una dottoressa, ed io non avevo smentito come invece sono solita, perché era impegnata al telefono e poi... mi era sfuggito di mente. E' stato un male?... non so, forse oggi no... doveva andare così per Lei ed anche per me. L'abbiamo detto, vero?... benedetto sia il "gratuito scambio" di benessere.
Glielo dirò la prossima volta che non sono la dottoressa che pensava, ma sicuramente la "persona" che vedeva.
 E di certo non scorderò di ringraziarla per quella "familiare carezza inconsapevole".

martedì 3 giugno 2014

LA RICCHEZZA CHE E' IN TE

Mi rendo conto di dare a tratti l'impressione di saltare di palo in frasca, tante sono le sensazioni o meglio le emozioni contrastanti che hanno origine dalla successione degli eventi, dagli incontri fatti, il tutto certamente non catalogabile se non per la cronologia. Poiché si va seguendo l'impeto del momento, parlo raccontando... e potrò sorridere con gli occhi lucidi, scrivo e racconto... con moti altalenanti d'animo  e chi ascolta e legge  in un primo momento un po' perplesso, alla fine spero riesca a comprendere l'immediatezza del mio "sentito" pensiero".
Questi ultimi giorni che sono seguiti alla serie di controlli periodici, sono stati significativi per me... mi hanno dato spunti di riflessione in più su me stessa e non solo, ho capito da piccole cose... frasi o addirittura parole, segni di attenzione e affetto... quanta "ricchezza" può essere in Noi, che magari ne siamo all'oscuro e proprio per questo ci sentiamo "poveri". Ci sentiamo poveri perché da "inconsapevoli" non la condividiamo, e resta in un canto, non cresce e muore... come "talento" che si svaluta.
"Quando sento il bisogno... scusami, ma devo chiamarti. Sei la dose di speranza per il mio tempo di autonomia"... "Ogni tanto dovrei essere lì, da Te... per ascoltare ciò che mi dici e come me lo dici. Forse... chissà..."
Chissà... ripeto a me stessa... Chi sta meglio, se colui che dà o colui che riceve. Tutto sommato è uno scambio inconsapevole di qualcosa che non conosciamo né sappiamo di possedere, ma di sicuro c'è... esiste e viene fuori quando ognuno esce da sé e si rivolge all'altro. Magari per avere, e poi dona Lui stesso...
...che meraviglia!
E in questo momento riaffiora il ricordo di un banale incidente, quando ero ancora in "trattamento" e presi una storta al piede sinistro. L'essere stata colta alla sprovvista e il dolore molto forte mi avevano tolto il respiro per qualche secondo... avevo resistito fisicamente ma psicologicamente un cedimento l'avevo sentito, come se l'animo avesse perso i sensi. All'improvviso... con la parrucca sulla testa mi ero vista patetica, quasi qualcuno mi stesse dicendo a bruciapelo... vuoi fare la forte ma forte non sei, ti appoggi per non cadere, ti mascheri perché non hai il coraggio di farti vedere.
Ero riuscita a non scoppiare in lacrime ma non a mandare via il forte senso di vuoto e solitudine.
Ad un certo punto una signora era corsa in mio aiuto... in quel momento per me rappresentava un angelo mandato dal cielo... io, la ringraziai con una carezza sulla guancia.
 Entrambe restammo "sorprese"... protagoniste stupite e sorridenti di uno di quegli episodi che rimettono in pace col mondo e convincono che in fondo non si è mai del tutto soli.








domenica 1 giugno 2014

UN MOTIVO CI SARA'

E perché mai tutto si sarà concentrato in questo periodo?
Ricordi ed emozioni... emozioni legate solo a dei ricordi... ricordi che tornano perché qualcosa o qualcuno te li fa tirare fuori come indumenti al cambio di stagione, profumati del bouquet che non usi più.
Così ritiri l'esito di un esame che per la prima volta non è proprio esattamente sovrapponibile a quelli precedenti, e cominci a pensare alla delusione, l'ansia e lo sgomento per una cosa che non è andata come pensavi... e poi alla residua lucidità che analizza, formula e conclude, fa prendere una decisione e ti spinge ad "andare" per "continuare", e alla fine, si spera... non pensarci più. Come è già stato.
E un motivo pure ci sarà, se quasi in contemporanea  in "quella stanza" mi ritrovo con una delle pazienti più riservate, composte e dignitose... con un filo di voce e gli occhi più che lucidi anzi "in pianto". Così non l'avevo vista mai.
Le chiedo... perché? Mi risponde... è l'ultima, e il "perché" non so.
Sento brividi lungo la schiena. Pensarci è inevitabile... tornare indietro a quel giorno, più che naturale.
Per me fu lo stessa cosa... alla fine del percorso, un pianto a dirotto senza un "perché". Ne registrai immediatamente le emozioni, per riviverle nel tempo quando fossi tornata a rileggere, per non dimenticare...

"...Oggi ho vinto la prima veramente importante. Dopo quattro cicli di rossa e dodici infusioni di Taxolo, è finita! La risposta è stata più che positiva, la TAC non ha rilevato presenza di metastasi ed è finita! Eppure è strano: voglio piangere e piango davvero. Finisci una gara, la vinci anche e piangi. Piangi di gioia, di stanchezza, piangi perché ricordi l'impegno e la fatica che c'hai messo per raggiungere quel traguardo, piangi perché sai che non puoi fermarti, devi andare avanti senza illuderti, senza adagiarti perché la forza va allenata, altrimenti perde di energia ed un'altra volta potrebbe non avere la stessa efficacia. La penso così. Forse è una specie di delirio il mio, ma di delirio in delirio percorro questo cammino, mi pongo delle sfide e le vinco. Per ora è 1 a 0 per me, però so che devo stare all'erta, cauta, guardinga, ma serena. Ed ecco che ritorna la " serenità " a farla da padrona..."

Così scrivevo allora, e mi ritrovo tutta... specialmente con la serenità che ritorna, sempre per fortuna.
Nonostante le ansie, i dubbi... il leggere e rileggere un referto quasi si potesse cogliere nelle parole la benché minima sfumatura cui "attaccarsi"... al negativo per distruggere il "peggio" che mai vorresti, e subito dopo al positivo per vivere trionfante un'altra vittoria.
E alla fine sicura che così sarà... senza false illusioni mai, bensì con quel cauto ottimismo che ogni volta fa da ricarica.