lunedì 10 novembre 2014

UNA SFERA DI VETRO SOFFIATO


Qualcuna se ne vede ancora con l'approssimarsi delle feste, in mezzo a mucchi di ogni colore ma di meno pregiata plastica.
Adagiata su sottile carta velina, leggera... quasi possa frantumarla col solo tocco, prima che sia il tempo giusto, quello di fare bella mostra di sé sull'abete.
La sfera di vetro soffiato è uno dei ricordi più cari e vivi della mia infanzia. 
Ogni Natale ne spuntava più di una nuova, perché all'Epifania precedente si riponevano gli addobbi e si contavano gli spazi vuoti nelle scatole. Per il solito "polverizzarsi" annuale delle sfere di vetro soffiato... tutte bellissime, trasparenti o colorate finivano miseramente in frantumi al primo tremore di un ramo. A volte bastava passarci davanti a passo un po' più svelto... addirittura respirare profondamente a bocca aperta.
I ricordi tornano all'improvviso quando si vivono stati d'animo particolari. E' come se l'animo stesso cercasse rifugio nel ricordo, un modo per sentirsi meno strano o stranito, sarebbe più giusto dire.
Così è successo al mio, che avvertendo per un po' la sensazione di perdita di un riferimento, si è sentito come una sfera di vetro soffiato, per giunta trasparente che non può nascondere nulla nemmeno coi colori brillantati. Ne ha persi troppi in questi ultimi tempi, e piano piano li sta riprendendo, tempo ci vuole ma riacquisterà i riflessi originali.
E' bastato aver aperto la finestra, un debole alito di vento e la "sfera" ha preso a dondolare e a far temere. Quasi ne sentivo la "melodia" presaga di qualcosa che stava per...
Ho richiuso la finestra... solo così si può fermare una pur debole corrente che se continua alimenta la precarietà dei pensieri, poi con leggerezza ho posto fine al tedioso dondolio, e la delicata sfera dell'animo mio ora è tornata dove e come era.

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