domenica 31 maggio 2015

IL FUTURO NON E' SCRITTO


Emoticon heart 
Attenzione... non mi riferisco al "finale", che pure per quanto certo c'è modo e modo di delinearlo e viverlo. Intendevo quel che c'è da oggi in poi... verso il finale.
Sono stata oggi all' evento inaugurale della "tangoterapia" applicata in diverse patologie neurodegenerative, e ultimamente anche in quella oncologica. Pare che basandosi sul potere terapeutico dell' "abbraccio" e della condivisione di emozioni, si possano ottenere risultati sorprendenti, in particolare coi malati di Parkinson che necessitano pure di specifici esercizi per recuperare almeno in parte il controllo dei movimenti.
Tra i relatori c'è stata Lucilla Bossi, presidente del Parkinson Italia, un tempo ballerina della Scala che, colpita a 39 anni da questa malattia, è stata costretta a riporre le scarpette rosa e "danzare" in altro modo, volare col Cuore e riportare speranza tra quelli che come lei, devono archiviare bruscamente il passato, e cominciare a scrivere un futuro diverso da quello pensato o immaginato.
E' curioso come tutte le storie si somiglino quando si parla di malattia. Perché ci si rimette in gioco in qualsiasi modo pur di sopravvivere e non darla vinta a ciò che vuole portarsi via persino la dignità.
E così per l'ennesima volta mi sono ritrovata a pensare sempre alle stesse cose, e a trovare ancora quel particolare in più che mi era sfuggito.
E' così facile dare per scontato ciò che si ha. Ci si abitua facilmente al bello, alle certezze, ai successi... sembra ci siano toccati per diritto e che per nulla al mondo potremo perderli. Poi succede di non avere più qualcosa e cediamo alla paura.
Possibile che in un attimo le cose possano cambiare tanto? Possibilissimo.
Tutto diventa normale, usuale e non dà più la gioia della scoperta... della "prima volta", capita pure che non c'accorgiamo di quanto possediamo.
All'improvviso però veniamo presi dall'angoscia di perdere ogni cosa... che senso ha?
Bene... quando capita di vivere un'esperienza estrema, e in un certo senso comunque se ne viene fuori, cambia completamente l'ottica delle cose. Non può essere diversamente, se si vuole Vivere.
Si guarda con serenità ciò che si possiede o resta al momento presente, nel punto preciso della vita... se ne attribuisce il giusto valore. Si apprezza ciò che si ha, anche se non è per sempre. E spesso da una grande sofferenza nasce la più importante delle risorse, scoprirsi Persona dalle mille sfaccettature e capacità.
Voltare pagina, a volte cambiare libro, o ancor meglio "quaderno" per scriverci fitto e farlo entrare tutto, un futuro che non si pensava.

sabato 30 maggio 2015

SEMPREVERDE



Emoticon heart 
Certo che ne faccio davvero molte di conoscenze sorprendenti, e meravigliano quanto più sono inaspettate.
Mi regalano sorrisi e pensieri, e questi ultimi, ben colti e considerati, diventano bagaglio di profondo insegnamento.
Stamattina... avrei dovuto capirlo già dal nome, Gerardina... se fosse qui il facilitatore darebbe la spiegazione giusta del significato, lui è imbattibile in questo. Io invece mi sono data da fare a cercare qua e là, e alla fine qualcosa ho trovato. Nome composto di origine germanica, vuol dire "regnare con la lancia", ovvero dominare in un certo senso imporsi, ma c'è modo e modo di farlo, e la Gerardina in questione sembrava lo facesse con convinta dolcezza, come Chi sa il fatto suo e non ha bisogno di musi lunghi e scatti di intemperanza.
Lei... 73 anni a luglio e non dimostrarli. Con una lucidità, chiarezza di pensiero e parola da fare invidia ad una trentenne... ancora, come al mio solito, ho scherzato sull'età ben portata, so che fa piacere, è come dire... vedi che ne hai da vivere.
Ha sorriso mentre quasi all'unisono "proclamavamo" la Nostra appartenenza al cancro su due fronti, segno zodiacale e malattia, poi ha preso a raccontarsi con quella serenità che non solo non passa inosservata ma contagia a "positività potenziata".
"Secondo me, l'uomo va avanti nel tempo imparando non dagli anni che ha, ma dalle esperienze, soprattutto quelle dolorose. Non deve troppo piangersi addosso quando gli capita qualche cosa, ma anzi aggiustarsi il momento per non smettere mai di essere contento, giacché quella che vive è vita che non dura per sempre... è come una "vacanza", con un inizio che non ricordi e un termine che non conosci ma sai che c'è. Quando sarà finita comincerà la vera esistenza..."
Beh, non si può negare che c'è una bella differenza nel definire la vita terrena come una vacanza, anziché "di passaggio"... non ci vedo rassegnazione e invece tanta volontà di affermarsi in positivo. Molta speranza quindi, nonostante tutto.
A Gerardina, come alle altre Amiche avevo lasciato sul comodino un fiocco di tenerezza, l'aveva scelto rosso.
Non dimenticarlo, mi raccomando... conservalo per quel momento in cui ne sentirai la necessità.
Scherzi...? Certo che non lo scordo, Noi del cancro siamo precisi, non dimentichiamo niente e conserviamo tutto, vogliamo bene e siamo sempre grati, soprattutto a Chi c'ha fatto un dono.
Ma davvero... quanto aveva ragione quell'Amica mia, sono del cancro anche io ed è stato come guardarmi allo specchio, quello dell'anima che non mostra i segni del tempo e Ti restituisce al contrario sempre e solo un'immagine.
Straordinariamente sempreverde.

venerdì 29 maggio 2015

UNA STORIA... E' PROPRIO LA "NOSTRA"



Emoticon heart 
Con noci e mandorle e dolcezze senza esagerare, ora in reparto porto anche i "fiocchi di tenerezza". Devo dire che risultano molto graditi, a tal punto che l'altro giorno una paziente mi ha rimproverato perché la volta precedente mi ero scordata di lei. Mi sono scusata, e per farmi perdonare... stavolta due, uno rosso e uno blu.
Leggi tu...
ed io... ho letto.
Scegli un sogno o una favola bella. Per gli Altri sarà illusione, per Te speranza che non muore.
Un pensiero, questo davvero mio. Non una citazione, solo ed esclusivamente... mio.
Oggi, poi per me è stata una giornata così così, non proprio delle migliori, si avvicina il compimento del quinto anno... i relativi controlli, timori e sensazione di abbandono frequentemente mi mandano in tilt. Stasera... è successo che scartabellando tra i fogli, alla ricerca di non ricordo cosa, ho trovato un piccolo libretto con una storia per bambini ma indicatissima per adulti come Noi, fragili e sensibili come in tenera età.
Il titolo è...
LA STORIA DEL BRUCO E DELLA FARFALLA
Un piccolo bruco camminava verso una grande montagna. Lungo la strada incontrò una coccinella che gli chiese dove fosse diretto.
Il bruco rispose... Ieri ho fatto un sogno nel quale mi trovavo sulla cima di una montagna e da lì potevo vedere tutta la valle. Oggi voglio realizzare il mio sogno.
Sorpresa, la coccinella gli disse... Devi essere pazzo! Tu sei solo un piccolo bruco. Per te, un sassolino sarà una montagna, una pozzanghera sarà un mare e ogni cespuglio sarà una barriera impossibile da oltrepassare.
Ma il piccolo bruco era già lontano e non la sentì. Incontrò poi un coniglio che ugualmente gli chiese dove stesse andando, e lui raccontò del sogno e della decisione di renderlo vero. Il coniglio naturalmente, scoppiò a ridere...
Nemmeno io, con le mie grandi zampe e con i miei grandi salti, affronterei un'impresa così difficile...
E, ridendo, rimase a osservare il piccolo bruco mentre procedeva per la sua strada.
La stessa cosa accadde con la rana, la talpa e il topo. Tutti gli consigliarono di fermarsi, dicendo... Non arriverai mai...!
Ma il piccolo bruco, determinato e coraggioso, continuò a camminare. Stremato e senza forze, ad un tratto decise di fermarsi a riposare. Con un ultimo sforzo si preparò un posto per dormire quella notte.
Così mi sentirò meglio... disse il piccolo bruco. Ma morì.
Per giorni, gli animali si avvicinarono a vedere i suoi resti. Lì c'era l'animale più pazzo del mondo, lì c'era l'ultimo rifugio di un piccolo bruco morto per aver inseguito un sogno.
All'improvviso però quel bocciolo grigiastro si ruppe. Comparvero due occhioni, due antenne e due bellissime ali dai colori stupendi. Era una farfalla!
La meravigliosa creatura in un istante prese il volo e raggiunse la montagna.
Il sogno del bruco, diventato farfalla, si realizzò. Tutti si erano sbagliati... il piccoletto, no.
Il sogno per il quale aveva vissuto, per il quale aveva lottato, era finalmente diventato realtà.
Mai mollare o arrendersi, ma continuare a crederci sempre.
Sarà la determinazione a fare la differenza.
"Nessun momento della vita è così terribile per cedere"
- Pablo Neruda -

giovedì 28 maggio 2015

LO DICE IL VIVERE STESSO...



Emoticon heart 
Io sono possibile.
Ed ognuno di Noi, qualsiasi essere umano può affermarlo... io sono possibile, perché ci sono, voglio esserci e per esserci devo agire.
Niente è impossibile, qualcosa potrà essere solo più difficile, ma sempre risolvibile.
Detto così, appare evidente e predominante l'individualità. Che se da una parte dà lustro e importanza al singolo, dall'altra mostra il rovescio di un'autostima che cresce ma comporta fatica e peso sostenuti da solo. Si raggiunge un obiettivo, in un certo senso si vince, ma anche nella vittoria la solitudine non cambia la sua faccia, né si fa più lieve.
Però ad una meta si può arrivare anche in altro modo... in "gruppo", sperimentando la logica della collettività.
NOI del GAMA, ad esempio... crediamo in molti obiettivi, ce li poniamo strada facendo, "work in progress" visto che è bene non fare progetti a lunga scadenza, e vogliamo portarli a termine INSIEME. Uniamo energia ed impegno, facciamo leva sui punti di forza di ciascuno, sopperiamo alle debolezze altrui e intanto vengono svelate quelle comuni, la vulnerabilità e i momenti di particolare ansia e sofferenza. Le qualità e gli sforzi di ciascuno non si sommano, si moltiplicano. INSIEME... il peso e la fatica si dimezzano, le gioie anche minime appaiono come il raggiungimento di una "serenità costante".
Una vera festa.
Perchè non si pensi che pazienti oncologici siano in grado solo di lamentarsi, piangersi addosso e parlare di guai.
NOI parliamo ben volentieri di altro, di vita e affanni quotidiani, di sano e buon cibo, di divertimenti e quando ci sta, pure di qualche trasgressione. Ed ogni "argomento" ce lo gustiamo al meglio, come solo NOI possiamo.
C'è entusiasmo... e poi la speranza che resta il fulcro, il collante, la motivazione che lega persone come NOI.
Qualcuno potrà osservare che forse è esagerato usare, sottolineare il pronome NOI... non è certo per "fare setta" o "emarginarci da soli"... no, non è proprio così. Ma perché sappiamo che a Noi basta uno sguardo per capirci e la sofferenza come la gioia è la stessa e unica per Tutti.
Per questo, forse peccheremo di immodestia, ma ci sia concesso un piccolo "privilegio", quello di sentirci speciali.

mercoledì 27 maggio 2015

QUEL SENSO DI APPARTENENZA


Sono questi gli ultimi incontri del GAMA... tempo di bilanci e di autocritica forte, quella che fa il punto sulla "posizione" individuale rispetto al gruppo, e la tempra.
Ieri hanno parlato proprio Tutti, perché a Tutti è stata posta una domanda precisa...
Che senso di appartenenza ha per Te questo gruppo?
Premettiamo che quando si tratta di questo, uno dei traguardi dello sviluppo psicologico è il raggiungimento del giusto equilibrio tra indipendenza e appartenenza ad un gruppo. Vivere in gruppo in modo sano non è un compito semplice ed è fondamentale perché nel soggetto si formi l’identità sociale. L’Io come individualità cresce così in parallelo con un "Noi" variegato.
L’adesione al piccolo gruppo è una delle forme di socialità più comuni per l’essere umano. Il piccolo gruppo è numericamente ridotto, ma è costituito da persone che sono legate da un qualche vincolo di appartenenza. Il senso del Noi caratterizza il passaggio da "un insieme di individui" al "gruppo" ed è linguisticamente marcato dall’uso della prima persona plurale da parte dei membri. Questo passaggio è dato dal costituirsi di una forma di interdipendenza psicologica, in cui il tutto è qualcosa di più della semplice somma delle parti e fa del gruppo un’entità compiuta. Ci sono due vie per raggiungere questo obiettivo. La prima è attraverso l’interdipendenza del compito, il gruppo è accomunato dal raggiungimento di un obiettivo. Ogni membro sa collocarsi nella rete relazionale in base al proprio apporto creando una cooperazione vicendevole tra i membri. Il secondo tipo di interdipendenza è quello del destino comune, in questo caso sono le vicende personali e le relazioni interpersonali ad essere talmente significative da cementare il gruppo. Per quanto riguarda il Nostro GAMA, tanto particolare perché considerato "gruppo di frontiera", l'interdipendenza del compito e quella del destino comune si unificano in quella sola della "reciprocità". Persone che condividendo un percorso comune, un vissuto di dolore si prefiggono di arrivare comunque ad un traguardo nel migliore modo possibile.
Per questo dovrebbero essere partecipi TUTTI INSIEME a qualsiasi momento, difficile o gioioso del singolo. E quel singolo di rimando, sentirsi "uno del Tutto".
Questa è stata infatti la mia risposta, espressa esattamente in questi termini... mi sento uno di un Tutto, e di questo me ne faccio carico.
L'ho detto, e poi tornata a casa sono andata un po' in crisi... riesco sempre a far coincidere l'azione col pensiero? Facile non è. Pochi sono gli alibi e grande la responsabilità... come dire, sentirsi in famiglia quando fa comodo o a tempo perso. Un gruppo qualsiasi di auto mutuo aiuto è già un impegno, questo in particolare... è una grande responsabilità. Perché ci si affeziona, si diventa anche non volendo punto di riferimento l'uno dell'altro, e una parola in più o in meno o sbagliata, come pure un sorriso mancato o negligenza sia pure non voluta, possono arrecare senso di vuoto e solitudine.
Si è composto alla fine un "puzzle" di emozioni, espresse con alcuni termini ricorrenti... serenità, condivisione senza timore di essere giudicati, affetto sincero, comprensione...
Ci vogliamo bene, insomma e in questo "essere Insieme" troviamo strategie e risorse oltre la "sopravvivenza".

martedì 26 maggio 2015

FINCHE' C'E' SPERANZA C'E' VITA


Emoticon heart 
Un antico proverbio rivisitato nell'ottica cristiana. Ricorda un po' ciò che ripeto sempre... la Speranza non è l'ultima a morire ma la prima virtù che fa vivere.
In conclusione una vita senza speranza è impossibile anche solo come concetto astratto, dal momento che si raggiungono a volte traguardi impensabili proprio grazie alla forza che ne viene.
Stasera ho ascoltato il vissuto di una moglie accanto al marito malato... della sua allegria innata e poi forzatamente voluta perché non venisse meno la speranza all'uomo che tanto amava, del coraggio e della caparbietà a raccontare "bugie" per non negargliela, fino alla fine.
Mentre ascoltavo ho chinato la testa, appoggiato i gomiti sulle cosce, e gli occhi fissavano i due fiocchetti sulle mie "ballerine". Estraniata da tutto ciò che di fisico mi apparteneva, sono arrivata là dove la Mente mi aveva portato, ai ricordi di vent'anni fa e forse più. Quando a mia suocera prima e a suo marito dopo, entrambi malati di cancro, facevo compagnia...
Quanti progetti prospettavo loro, c'era sempre la parola "domani" nei Nostri discorsi. Domani, il giorno dopo... domani, tra una settimana... domani, il mese prossimo. Oltre non andavo, però continuavo dicendo... poi vediamo che cosa fare, abbiamo già un'idea, i dettagli li stabiliamo alla fine sennò... sennò ce li scordiamo.
Loro annuivano e sorridevano, animati da entusiasmo cauto ma convinto. Così abbiamo continuato ad andare tra alti e bassi ma serenamente.
Parecchi anni dopo toccò a me, e da sola ripresi quella che è l'unica strada percorribile quando si intravvede prossima la meta. Mi sono data speranza, fino a questo momento la speranza mi è stata d'aiuto... mi sono "lastricata" la via perché fosse più facile. E in più ho scoperto un entusiasmo che non conoscevo, un entusiasmo che ancora si alimenta di se stesso, e non dà cenni di cedimento... per fortuna, così ho buone prospettive di non cedere neppure io.
La Speranza quindi davvero può cambiarci l'esistenza o anche solo migliorarla.
Ho letto una storia e mi piace condividerla qui...
Un soldato venne fatto prigioniero in guerra e poi deportato lontano dalla sua terra. Strappato dai luoghi amati e privato degli affetti più cari, si sentiva terribilmente infelice. Un po' alla volta perse il senso di qualcosa per cui valesse la pena di vivere.
Ma improvvisamente e inaspettatamente ricevette una lettera, l'aprì e lesse... Aspettiamo il tuo ritorno a casa. Qui da noi tutto bene. Non stare in ansia.
All'istante tutto sembrò diverso, eppure la sua situazione era immutata, ma ora sapeva che qualcuno attendeva la sua liberazione e il suo ritorno a casa.
La speranza aveva cambiato la sua vita.

lunedì 25 maggio 2015

LA MIA "COMPAGNA DI BANCO"



Emoticon heart
Ora ci siamo lanciate, perché diventate grandi... nel senso di "adulte nel campo", si capisce... e l'altro giorno abbiamo fatto un "selfie", si dice così?
Eravamo in reparto e abbiamo osato, sperando di passare inosservate.
La foto ci serviva per augurare la buona domenica agli Amici del GAMA, in visita alla Pagina fb. Troviamo sia una bella idea seguire nel virtuale la falsariga nel reale del Nostro facilitatore che ogni settimana non fa mancare il messaggio ad ognuno.
Così per questo giorno di festa abbiamo offerto il Nostro sorriso, lo hanno accolto in tanti e molti lo hanno apprezzato. Noi, Irene ed io ne siamo state felici.
Ora "guaritrici ferite", un tempo... "compagne di banco".
Un tempo, in verità non molto lontano che c'ha visto insieme imparare "come si diventa volontari", prendendo per buona questa ipotesi, che una cosa così possa essere appresa in teoria e poi messa in pratica. Entrambe poi ci siamo rese conto che serve la disponibilità di Cuore e l'umiltà di pensiero, e Chi insegna è solo la Persona che ogni volta hai di fronte.
Allora, avere una "compagna di banco" mentre imparavo a "mettere per iscritto" i sentimenti con le azioni giuste, mi dava un grande conforto. Mi piaceva confrontarmi spesso con Lei, persona pacata dal tono di voce sempre uguale, sorridente e dai sospiri profondi.
"Io?! Io... sono contenta!", diceva per esprimere il Suo stato d'animo dopo il tumore... Lei ne era uscita da poco e non voleva tenersi dentro la "grande scoperta".
Una strana sensazione di "silenziosa euforia", la soddisfazione appena percepita di essere entrate casualmente in una sorta di "girotondo"...
E' strano che per indicare un'emozione legata ad un evento traumatico, si possa usare un termine così giocoso e allegro... eppure è così.
Ricordo da bambina quando vedevo i compagni mettersi in tondo per girare velocemente... poi sempre di più e all'improvviso sedersi di colpo a terra. Chi non era stato veloce in quell'azione veniva espulso.
Io ero quasi sempre tra i "sopravvissuti".
Un gioco allegro ma pure un po' crudele perché ad esclusione, con modalità e tempi non da tutti colti allo stesso modo.
Un giorno... la mia "compagna di banco" ed io parlavamo tra Noi... noduli comparsi all'improvviso, dimensioni... interventi e terapie... protesi e ricostruzioni. Una bella "signora bionda" che era seduta accanto, largo sorriso stampato sul volto, con gli occhi passava dall'una all'altra senza mai cambiare espressione... sorridente come se non capisse. E forse era così... oppure pensava che il "cancro" c'avesse messo fuori uso non solo il seno ma anche il cervello.
No... certo, non poteva sapere che Noi ci sentivamo "sicure" perché entrate a chiudere il cerchio per lo stesso "girotondo".
E oggi, benevolmente caparbie, cerchiamo di coinvolgere e convincere Altri che in questo gioco si può non essere espulsi se convinti non si smette di crederci.

domenica 24 maggio 2015

LASCIA CHE MI OCCUPI DI TE


Emoticon heart 
Se non lo dici a parole, devi mostrarlo con l'atteggiamento. Perché non si può fare irruzione nello "spazio interiore" altrui senza averne il permesso.
Qualcuno finge di non vedere persino di non sentire, qualcun'altro esce o cambia strada quando gli sguardi rischiano di incontrarsi.
E' tutto nella norma perché non siamo uguali, mentre la discrezione è cosa sempre dovuta quando ci si vuole relazionare con l'Altro che ha bisogno di un aiuto.
Ecco, una massima di Confucio...
"Amare gli altri e avere cura di loro,
è agire con umanità.
Comprenderli, è agire con virtù".
Ove "comprendere" sta... per capire da poche parole e lunghi silenzi, e "virtù"... per intuito e discrezione.
Indubbiamente non è facile, ma la difficoltà dell'impresa non giustifica un lasciar correre con un comportamento sbrigativo e poco attento... siamo fatti per essere gli Uni per gli Altri, e "opera delicata" di convincimento si richiede.
E' quasi una scienza, è l'arte antica del prendersi cura, dell'interessarsi agli Altri. Alleggerisce in modo autentico la coscienza e rende tutto più semplice.
Domandiamo alle persone con cui abbiamo a che fare come stanno, come si sentono. Sinceramente, e non con una formula meccanica cui può fare seguito una risposta che lo è altrettanto, e scontata com'è non ci poniamo neppure all'ascolto. C'è da guardarsi negli occhi, carpire ogni minimo sussulto, cogliere anche un fugace luccichio e poi... aspettare e intanto una mano dentro altre due, o una carezza tenera che faccia sentire a casa con i propri affetti. Anche se in altro luogo o in strada. Ascolto vero e sincero.
Sono tante le occasioni motivate che richiedono la "disponibilità" di Chi se la sente a far dono di sé, d'altro canto anche Chi riceve deve "mostrarsi pronto" perché questo avvenga, e sia così ricchezza e serenità per entrambi.
Ricordo ad una lezione del corso per volontari, fu mostrata una diapositiva in cui una matrona si lasciava aiutare dalle ancelle per le abluzioni mattutine.
Lei si spogliava della veste e si "metteva a nudo", senza vergogna o falso pudore. Voleva aiuto ma doveva permetterlo, e quindi concedersi.
Dono reciproco di delicatezza ancor più lieve.

sabato 23 maggio 2015

IL SENTIRE IMPOTENTE DEL DOLORE



Emoticon heart 
Vado col tempo che avanza e cresco e non smetto di conoscere gli aspetti vari del sentire umano, soprattutto quello che non resta impassibile ma ben poco può fare e risolvere.
Stasera ho ricevuto una lunga lettera, la conclusione di una triste storia iniziata poco più di due anni fa... una donna perde la Sua battaglia per la vita ed è un'altra donna a raccontarla, la stessa che, in un primo momento allontanata contro la sua volontà per il falso pudore della malattia, le è stata accanto fino alla fine.
In questo lungo scritto c'è dolore, senso di impotenza ma pure tanta serenità. L'inevitabile non può essere contrastato è vero, ma va affrontato rendendo i giorni... ad uno ad uno... sereni. Ché non si abbiano rimpianti ma ricordi che confortino chi resta.
Trascrivo la parte finale di quel lungo scritto, una sorta di invito accorato ad "affidarsi" nei momenti di sofferenza alla persona cara vicina, con fiducia abbandonandosi completamente e senza vergogna della propria fragilità, che solo apparentemente penalizza e dona al contrario una rara bellezza.
"... Credo che nella durezza delle persone in questi casi si nasconde un grande dolore che è quello della malattia... che è sempre personale... ma vorrei dire che ci sono persone vicine a voi davvero disposte ad ascoltarvi ed aiutarvi a sostenere il carico per quel che si può... tendete la mano... non siete sole...
la ringrazio
E."
Credo non ci sia altro da aggiungere. Da una infinita sofferenza si può ricavare risorsa grande. Da una voce rotta dal pianto, evidenziata dall'intercalare dei puntini di sospensione nel testo, si avverte il "tono" di un sorriso, spuntato sull'onda di ricordi sereni.

venerdì 22 maggio 2015

COME PERSONAGGI...


Emoticon heart
Pirandello è il mio autore preferito. Da quando ai tempi della scuola ho fatto la Sua conoscenza, mi ritorna quale affezionato amico nelle vicende della vita. Strane, paradossali, a volte bestiali.
Non lo è stata forse quella che mi vede protagonista... non dico la malattia anche se da lì è partita, bensì la "pantomima" con chi dovrebbe comprendere ed essere dalla parte del più debole?
E qui la stranezza ci sta tutta, il restare increduli di fronte ad affermazioni gratuite, sparate a zero con l'intento di scoraggiare ed avvilire. Fortuna è che certe avventure fanno toccare il fondo a tal punto che pur di tornare a galla, si dimentica quel che si era almeno all'apparenza, abbandonando quindi la "maschera" indossata fin dall'età della prima coscienza.
Ieri "mi ascoltavo" e ancora una volta non mi riconoscevo, sentirmi "mercanteggiare" sul tempo che non era il mio ma neppure di chi avevo di fronte, mi sembrava surreale. Sei mesi... un anno, quando di concreto c'erano solo i cinque anni già passati.
Oggi sono arrivata alla conclusione di aver comunque perso una giornata di questa mia nuova vita, perché ho provato astio, ira e anche rimpianto... dolore per quella parte del mio corpo che è morta prima di me. Il ricordo sbiadisce sempre più, e quel che vedo ora allo specchio sembra sia sempre stato.
Non è granché, non mi piace... l'accetto perché devo e in nome di quel che sono. Ma Chi potrà mai dire quel che sono davvero?
Ho faticato tanto per "forgiarmi" una nuova identità, e ogni tanto si tenta di portare via anche questa... è dura davvero resistere e non abbandonare questo "palco" troppo spesso immondo e bestiale. Cerco di comportarmi come coscienza detta, nel rispetto altrui non voglio niente che non mi spetti, ho rinunciato già più di una volta al dovuto, e sono gli altri a fare di bestialità virtù. E sono anche la maggioranza, quindi temo un giorno di poter sentirmi estranea totalmente e non aver vissuto.
Così come è stato, mi sono sentita avvilita, poco considerata e triste, poi sono tornata indietro coi ricordi, tanti... i più significativi proprio quelli legati alla malattia... e con un colpo di reni mi sono rimessa in piedi per ripartire.
Un altro anno mi aspetta... Chi sarò ancora?

giovedì 21 maggio 2015

BEATA LA MENTE... (parte quinta bis, e poi... la finisco qui)



Emoticon heart 
Allo sportello non c'era una vera fila, perché chi arrivava, notava l'ambiente più tranquillo e si infiltrava impunemente.
Quando è stato il mio turno, l'impiegata mi ha detto che dovevo passare prima dal medico, e mi ha indicato la stanza... la stessa di 5 anni fa.
Così ho fatto.
Entro e trovo seduto alla scrivania "il medico", aria sfatta e assonnata...
Mi scusi, devo rinnovare lo 048.
Signora, un momento... dobbiamo parlare di 5 anni però... (che intendeva non l'avevo capito).
E per me 5 anni sono. Come vede, scadenza 12 aprile 2015... (pensare che all'epoca mi sembrava così lontano)
Eh si, appunto... non c'è rinnovo. I follow up dopo i 5 anni se li deve pagare il paziente.
Ho cominciato a sentire il viso accalorarsi...
Come sarebbe a dire...? E se non me lo posso permettere? Tra l'altro ho la mammografia il 6 giugno con l'impegnativa ancora da timbrare, perché così è previsto, non molto prima della data... e questo esame rientra tra quelli dei primi 5 anni. Come la mettiamo? Poi, qua ho il certificato del mio oncologo, non lo avrebbe fatto se fosse così come lei afferma.
Ehhh, "quelli" non se ne fregano proprio. La regione ha posto delle limitazioni, e loro che ne sanno...? Mai niente sanno.
Allora mi spieghi una cosa. Quell'avviso che è all'entrata, e parla di esenzioni per patologia che non si devono rinnovare... che intende? Non si devono perché non si può o perché è inutile?
Costui, "il medico" mi guarda e dice... che ne so.
Quindi se qua nessuno sa, perché dovrei sapere io? Fossi andata ad alleggerirmi di una mammella perché pesava, per vezzo?
Signora, quante storie... non avete avuto manco una recidiva.
Dovevo trovarmi inguaiata per avere 'sto rinnovo?
Si, e vi voglio anche dire... perché dovete fare i controlli ancora ogni 6 mesi?... basta uno all'anno ( così se recidiva c'è manco me ne accorgo... che furbo).
Comunque, giusto per farla finita vi vengo incontro con altri 6 mesi...
Sei mesi?!?... che senso ha. Non ci copro neppure i prossimi controlli... almeno un anno.
Ehhh, signora... e voi mi mettete nei guai. Non si può.
Fate uno sforzo, un'eccezione... devo fare MOC, TAC, RM. Consentitemi almeno di mettere qualche soldo da parte.
Sbuffando come una locomotiva e grattandosi il capo, alla fine ha messo la sua preziosa firma sotto il certificato, autorizzando il rinnovo per un altro anno.
Mentre soddisfatta ma non completamente, mi recavo allo sportello pensavo a tutti gli esami che avrei cercato di far rientrare in questi 12 mesi. Altre strategie di sopravvivenza, altri pensieri...
All'improvviso un flash, un ricordo... le parole di commiato della dottoressa che all'epoca si occupò dell'esenzione. Guardandomi incuriosita per un attimo e poi sfuggente, esclamò... beh signora, la saluto e che devo dire...? Solo in bocca al lupo.
Sono strane le formule di saluto di questi medici "addetti".
Quello di stamattina involontariamente ma con poco garbo mi ha augurato di vivere a lungo...
Arrivederci al prossimo anno, speriamo di rivederci... ho detto io, e lui...
Signora, se non siete morta fino ad adesso...
Questo per dirvi, non ci venite più!
FINE...

BEATA LA MENTE... (parte quinta)


Emoticon heart 
Quel che mi serviva stamattina non avevo fatto in tempo a prenderlo, per fare il più presto possibile... senza sapere che sarebbe stato necessario anche doppio, un doppio caffè nero e bollente.
Come fissato dalla settimana scorsa, oggi... mercoledì, con mio marito ci siamo avviati assai di buonora verso l'ASL a causa di quel rinnovo per cui tanto fiato ho sprecato.
Entro nella stanza senza porta, mi guardo intorno... già tanta gente e dei numeri neanche l'ombra. Chiedo e mi viene risposto... metti una firma qui... sul retro bianco di un modulo usato e pure sgualcito.
Metto la firma lì... sarei la n.25, oltre 35 scarsi non si doveva andare, sono le 8 del mattino... aspettativa del giorno poco felice. Nervosismo e acre odore di sudorazione serpeggia ad ogni movimento. Mi metto a sedere, ripetendo a me stessa che la pazienza è la virtù dei forti, e se tale mi ritengo non posso tradire la consegna.
Al solito prendo a sbirciare sui volti dei presenti, ho poca voglia di parlare... mi limito a guardare e pensare e ricordare. E' vero 5 anni fa feci la stessa fila, ma non proprio là, dietro una di quelle due porte a lato, e mentre guardo, vedo "migrare" una signora. Si sposta da quella che doveva essere una fila ad uno sportello ancora chiuso. Mi allerto e mi alzo e chiedo... alla signora, perché?
Ci si rivolge qui per le patologie... è la risposta.
E intanto sentivo pronunciare il mio cognome là dove facevano l'"appello"...
Lo vuole il numero... o no?
Prendo il bigliettino, sembra riciclato come il foglio per le firme perché da un lato c'è stampato il 32 e dall'altro scritto a penna 25... va be, non sottilizziamo, fosse solo quello, manco niente sarebbe. Stacco poi il numero per lo sportello... n. 29.
A guardarli così sembrano numeri da giocare... 25... 29... 32, magari ci farei un bel terno secco, se la buona sorte mi strizzasse l'occhio.
Pensavo così nell'attesa, ignara che l'avrei chiamata in causa... la sorte, poco dopo per motivi ben più seri.
E per ora mi fermo qui, ma al solito a tarda sera concluderò con questa "storia" che per una settimana e più mi ha stancato, sfibrato, avvilito oltre che deluso.
Tutto per un diritto sacrosanto alla salute, che non devo "acquistare" ma deve essermi garantito.
(continua...)

mercoledì 20 maggio 2015

SENTIRSI GRUPPO FA... 90


Emoticon heart 
Eh già, sentirsi gruppo vuol dire consapevolezza di essere "uno di un Tutto", e "in quel Tutto" operare come fosse per se stesso, cioè per uno.
Bene... devo sentirmi davvero gruppo se in un giorno e mezzo sono riuscita a mettere insieme e poi infiocchettare 90 bigliettini, e alla fine non accusarmi così tanto "massacrata", come affermava ieri il Nostro "facilitatore" per dare maggior risalto all'operato.
Perché questa abbondanza di "tenerezza"? Veramente ce ne sarebbe sempre bisogno esagerato, ma in questo caso il numero era richiesto dalla probabile affluenza di pubblico all'ultimo incontro del G.A.M.A. per l'intervento del Nostro direttore sanitario e di alcuni rappresentanti di altre associazioni.
Nessuno sarebbe andato via senza una "traccia" colta al volo, un segno di quello per cui ci impegniamo con passione e sempre più con maggiori competenze.
E' stato ovviamente del direttore sanitario il primo intervento. Ha esposto con chiarezza di pensiero le concrete possibilità della struttura, gli ambiziosi progetti quasi sempre impediti dalle scarse risorse economiche, l'apertura sempre più frequente ad una medicina olistica che non prevede solo il farmaco coi suoi effetti collaterali, ma pure la Medicina Complementare e Alternativa (CAM).
Di questa fa parte anche la Musicoterapia, praticata periodicamente nell'ambito del Nostro gruppo con qualche accenno di Tango-terapia. In riferimento a quest'ultimo valore aggiunto era presente anche l'insegnante già più volte ospite del G.A.M.A. per presentare il progetto evento della terapia tramite il ballo, nello specifico il Tango, espressione artistica capace di esaltare le emozioni più profonde.
Hanno fatto seguito gli interventi delle "visagiste" in reparto, le testimonianze dei "protagonisti" al Convegno di Radioterapia Oncologica, nonché il resoconto della partecipazione del G.A.M.A. alla Festa del Volontariato di domenica scorsa.
Ne ha parlato la Nostra Presidente, entusiasta e instancabile sempre...
Eravamo i più allegri, colorati e "compatti" della piazza, suscitando la curiosità dei passanti abbiamo attirato molti sguardi e "ricaricato" le pile, ovvero "lustrato" motivazione e fatto scorta di energia... e Chi mai ci ferma più?
Con queste premesse che cosa potevano costituire 90 pensierini infiocchettati, a confronto del pieno di speranza, coraggio e sorrisi che condividiamo sempre Tutti Insieme?

martedì 19 maggio 2015

BEATA LA MENTE... (parte quarta)


Emoticon heart
E siamo arrivati a lunedì, e ancora per l'esenzione... nulla di fatto.
Francamente per mia responsabilità stavolta... sabato all'ufficio addetto mi era stato detto sarebbe stato festa, domenica era festa per Tutti, oggi sono stata alle prese con 90 fiocchi di tenerezza da confezionare, perciò... rimandiamo a domani?
Nemmeno, anche di martedì ho mente e Cuore impegnati altrove. Vada per mercoledì, con impegno e speranza... o la va o la spacca. E che Dio ce la mandi buona.
Comunque, voglio dire che smaltito alquanto il fardello di negatività riguardo quei due giorni senza esito, dopo ho riflettuto e come sempre c'ho trovato il lato positivo della cosa. A parte che ora ne so di più, in quel luogo pure ho fatto degli incontri che di certo non archivierò tra gli inutili o indifferenti. Come ormai credo si sia capito, non ho difficoltà certo nel relazionarmi e così nel giro di manco mezz'ora ho fatto conoscenze e ascoltato storie di grande speranza.
Un marito e una moglie che furono entrambi malati di tumore, ma tanto tempo fa... Lui non ricordava più nemmeno l'anno.
Poi una signora che quel giorno, di ritorno dal Pap test mi raccontava come la dottoressa che le aveva effettuato l'esame, l'avesse rassicurata sulla certa guarigione da un tumore "antico" di ben 13 anni. E aveva avuto persino una recidiva dopo un po'. Più speranza di così...
E se da una parte avevo fatto un carico di disappunto e nervosismo, un'ulteriore conferma che di cancro non si muore soltanto e pur si vive o al peggio si convive, mi ha infuso speranza a iosa.
Una specie di regalo per questi "miei primi 5 anni" di rinascita, di vita nuova sotto tutti gli aspetti.
Comunicare e avere riscontro... trovare piccole strategie di sopravvivenza ai pensieri tristi e donarle a Chi non può, non sa e soffre... gioire "insieme" e qualche volta piangere pure insieme, sapendo che ci sarà sempre qualcuno pronto ad asciugarle quelle lacrime tanto amare.
E poi tramutare tutto ciò che provo in tanti fiocchi di tenerezza... blu come la notte mai troppo buia e rossi come il mezzogiorno splendente.
Ma dove le trovi tutte queste belle parole?... qualcuno chiede, ma io non rispondo, perché so... non è tutto merito mio.
(continua...)

lunedì 18 maggio 2015

BEATA LA MENTE... (parte terza)



Emoticon heart 
Ormai in possesso del certificato che avrebbe dovuto aprire tutte le segrete stanze del sistema, sentivo che il più era fatto e fiduciosa l'ho riposto insieme col vecchio documento in una custodia trasparente, perché non si sgualcisse, e poi in borsa... tutto pronto per il giorno dopo.
Appunto... che cosa mai sarà successo il giorno seguente? Lo dico subito, senza troppi giri di parole... Nulla, non ho concluso un fico secco, perché sono arrivata alle 11,03 e avevano portato via il distributore dei numeri poco prima. Certo questa cosa non la sapevo, ma me la sono presa con mio marito e la Sua mania di posteggiare sempre a metà strada tra casa nostra e la meta, e in questo caso il tempo perso per arrivare c'ha fatto perdere tutto il resto.
Va be, comunque niente di grave... ci siamo detti, è stata l'occasione per fare una passeggiata. Torneremo domani.
E intanto quella notte mi ha preso il mal di testa noto, e al mattino ero uno straccio, per cui meglio avrei fatto a restare a casa, a letto per recuperare. Invece sono stata in piedi prima del solito, per fare tutto prima e quindi arrivare prima.
E sono arrivata con largo anticipo infatti, e ho preso il mio bel numero anzi due per sbaglio. Davanti a me trenta numeri, più o meno.
Va be, comunque niente di grave... e mi metto a sedere.
Lo sguardo vaga intorno, ai volti scocciati e quelli adirati, si posa su avvisi tutti uguali affissi alle pareti, poi si ferma su un cartellone...
Esenzione si... esenzione no? Mi alzo per leggere, leggo e ci capisco meno di prima, perché sapevo di dover rinnovarla, a questo ero arrivata pur passando attraverso pareri controversi, ed ora invece tornavo nella nebbia più fitta.
Quindi... esenzione si o esenzione no?
Arriva finalmente il mio turno allo sportello...
Scusi, per il rinnovo dello 048...?
Ahhh, ma voi avete sbagliato proprio posto!... è alla stanza accanto, ma credo sia ormai tardi, sono le 11,03. Hanno di sicuro ritirato i biglietti, anche perché se ne distribuiscono solo 35.
Vado lo stesso nella stanza accanto e verifico quello che mi era stato detto... chiedo di più alla guardia giurata che mi dice ancora meno, e mi manda in confusione totale.
Se ci fosse stata una porta, sarei andata via sbattendola. Non c'era.
L'indomani sarebbe stato venerdì... non se ne parlava proprio. Avevo il turno in ospedale e non c'avrei mai rinunciato. Mi aspettavano e poi, lì c'è la vita che conta davvero, e pur nella sua drammaticità scorre lineare, seguendo l'emozione del momento e non gli "sghiribizzi" di una burocrazia inutile che riduce l'essere umano ad un'impegnativa o a un codice, da rinnovare o no... vallo a capire.
(continua...)

domenica 17 maggio 2015

BEATA LA MENTE... (parte seconda)



Emoticon heart 
Decisi che avrei semplificato la mia vita da quel giorno in poi... quando erroneamente pensai che per me i giochi erano fatti e dopo un po' venni smentita.
Oggi dico, meno male... e non solo perché sono qui a raccontare, ma per quella grinta ritrovata che non fa passare nulla sotto silenzio, e mi porta a replicare, sia pure con garbo, quando sono certa di essere nel giusto.
E riprendo la storia che non dovrebbe, dopo aver dato tanto alla "nobile causa", già col sentir dire da Chi penso sappia e debba fare il "suo"... ma si, ormai la malattia è in regressione, non penso convenga, sono passati 5 anni...
Ma dico... scherziamo?! Da che parte stai?
Passi che non mi fu concesso l'accompagnamento per l'anno di chemio e ancor meno la pensione di invalidità per un solo punto percentuale, ma che io ora debba pagare per tutti i controlli, cercando di mettere insieme il più possibile, anni o forse mesi di sopravvivenza, questo... no.
Così incurante, anzi infastidita da simili sciocchezze, mi sono rivolta all'oncologo che mi segue. Ha sorriso, mi ha rassicurato... è stato sincero.
Ora la malattia non c'è, ma dovrò a vita sottopormi ai controlli richiesti... nessuno sa né mai potrà sapere.
Di questo ero già consapevole, e avevo deciso il giorno stesso che mi fu detto... per ora ti licenzio, che avrei cambiato atteggiamento in tutto, basandomi sulla semplificazione dei termini. Un impegno invece di due... il prioritario sempre e solo secondo me.
E poi... mai più arrabbiature inutili, giusto per dare sfogo ad enfasi verbale o insoddisfazioni pregresse, ma lucidi confronti per migliorarsi e guardare avanti.
Poter continuare a dire di me... ce l'ho fatta anche stavolta ad essere "autenticamente" me stessa.
Quella che per tanti anni non pensavo... e tacita sopiva.
(continua...)

sabato 16 maggio 2015

BEATA LA MENTE... (parte prima)


Emoticon heart 
Proprio "lei", che fa presto ad abituarsi a qualsiasi nuova condizione, e dopo un minimo di disorientamento, l'accetta così com'è e quasi la dimentica.
Già, guai se così non fosse... vivremmo isolati, depressi, o costretti, andremmo in giro oppressi dal nulla e con la continua sensazione di avere addosso gli sguardi altrui.
Così fu per me all'inizio, con una diagnosi del genere e senza capelli prima... senza un seno e con un espansore da mimetizzare dopo. E poi lo 048, il codice di esenzione, quasi un numero di matricola, uguale per Tutti Noi da considerare in modo... diciamo, particolare.
Questo pensavo allora, ma solo per breve tempo, in fretta mi adattai e presi ad andare fiera di quella condizione, soprattutto dello 048 che "sbandieravo" agli sportelli del CUP, come lasciapassare per la corsia preferenziale.
Ebbene... per ogni cosa c'è la fine, ed ora che son trascorsi 5 anni, l'esenzione... non è più. Mi si dirà meglio che sia l'esenzione a non esserci che TU, e questo è vero... ma quando hai la netta sensazione che si voglia quasi far pesare tale "privilegio", allora scatta la molla del risentimento.
E' come se fosse chiesto... sei morto... no? E allora... sei guarito. Che vuoi di più? E visto che l'hai scampata bella, paga quello che ti è dato ora e sempre... per altro tempo di sopravvivenza.
E' chiaro che non viene espresso proprio così il "giusto concetto", ma le complicanze, le difficoltà, gli intralci sono talmente tanti che alla fine quasi sarebbe meglio sentirselo dire chiaro e tondo, almeno si potrebbe replicare.
Quindi nello specifico... è da una settimana che per me è iniziata la "riconquista" dello 048, una "storia nella storia" a più puntate... ancora non so dire quante, perché è appena cominciata, e al momento vedo la fine ancora lontana.
Da un tunnel... in una galleria di sabbia.
Perché se la vita non sono io a complicarmela, ci provano altri... riuscendo pure alla grande.
(continua...)

venerdì 15 maggio 2015

SE POI UN GIORNO...

Emoticon heart 
Pur in tempi tranquilli capita di sentirsi così male da perdere quasi la testa, perché oltre tutto di mal di testa si tratta, che succede...?
All'improvviso è come essere sbattuti violentemente contro un muro, restare sbigottiti e sgomenti, ed è spavento, un chiedersi continuo... quando finisce questo dolore, e se non finisce?
Alla fine, il susseguirsi di sintomi violenti e imprevedibili portano alla conclusione... sarà la fine.
Come!?... dirà qualcuno... non eri Tu quella donna forte, impavida che non temeva niente perché aveva provato il peggio del peggio?
E' vero, assolutamente vero... però concentrata ad isolarmi e proteggermi dal ritorno dell'accidente peggiore, non ho più pensato all'esistenza dei frequenti mali minori, meno temuti ma ugualmente dolorosi, che quando ce la mettono tutta veramente fanno vedere i sorci verdi.
Li dimentichi quasi, come avessi acquisito di diritto un ideale ed invisibile giubbotto anti-malanni di poco conto. E invece così non è, e ben presto o più o meno tardi te ne accorgi.
Stamattina alle 5, un dolore lancinante alla testa mi ha svegliato con violenza. Ho cercato di riaddormentarmi, e mi giravo e voltavo di continuo, ma il male sembrava aumentasse.
Poi mi ha preso l'addome tutto, e le spalle e le gambe... alla fine mi sono alzata, ho aperto la finestra. Albeggiava. Ho respirato profondamente l'aria frizzante e profumata di questo periodo, ma subito ho provato nausea e ho dato di stomaco. Allo specchio gli occhi rifiutavano di guardare la faccia... un cencio lavato, semi strizzato, sbattuto e sgualcito.
Con un fazzoletto bagnato sulla fronte mi sono finalmente appisolata, seduta sul coperchio del wc.
Quel poveretto del Compagno della mia Vita, all'inizio spaventato e poi rassicurato dal fatto che comunque almeno un sonno leggero mi aveva preso, mi ha accompagnato a letto.
Avevo gli occhi chiusi quando mi ha chiesto... come ti senti?... un po' meglio?
Avrà pensato che dormissi profondo perché non gli ho risposto.
Mi ha stretto allora la mano, e sussurrato...
Tu devi stare bene sempre. Neanche per un minuto mi devi lasciare...

giovedì 14 maggio 2015

E ALLORA... LASCIO LIBERI I PENSIERI


Emoticon heart 
Intendo... mentalmente capita che per non tirare troppo la corda, tento di allentare i pensieri, mettendoli ordinatamente in bella fila... come fosse possibile.
Quando le idee e i ricordi si accavallano e persino sovrappongono, è il caos invece, e se l'ora è tarda verrebbe di mettere un punto fermo e rimandare al giorno dopo, pur sapendo non sarebbe la stessa cosa.
Bene... in questo momento sono nella suddetta condizione. Fino a un paio d'ore fa avevo bene in mente i pensieri inespressi, adesso ci sono ancora ma è come si stessero azzuffando tra loro, perché nessuno resti indietro rischiando di essere dimenticato.
E allora non posso che lasciarli in libertà, sperando che restino sensati e non si montino la testa.
E' che stamattina ho ripercorso, nel vero senso della parola, la medesima strada di 5 anni fa e pure per lo stesso motivo. Sensazioni diverse ma uguali emozioni.
Avevo da rinnovare il codice di esenzione, e il posto dove recarsi è sempre quello, come pure il percorso da fare. All'epoca volli andare da sola, dopo sei giorni dalla prima chemio... già parruccata, con le orecchie tappate e la vista ad effetto "flou". Ah, dimenticavo... pure col passo felpato da felino... tutti effetti collaterali della terapia. Però mi avviai ugualmente, il Dottore me l'aveva detto... prima prenderai la gestione di questa "parentesi", più in fretta imparerai ad andare sulle tue gambe. Quindi "paziente" ed obbediente gli diedi ascolto.
Andavo così come un automa, ed ogni passo era una conquista... riuscii ad arrivare, prendere il numero, mettermi in fila. Incontrai una conoscente che mi guardava dubbiosa a causa della parrucca, la salutai raccontandole quello che mi stava capitando. Parlavo e ascoltavo me stessa come fossi un'altra, e mentre discorrevo, aumentava il coraggio e il tono di voce... quasi da " faccia tosta" nei confronti di chi voleva annientarmi.
Feci quel che dovevo, e trionfante con quel foglio che decretava la mia "new entry" nella realtà tante volte solo sfiorata col pensiero, feci ritorno a casa.
Potrà sembrare strano, forse pure con una punta di follia... io quel giorno fui fiera di me stessa, perché mi ero superata nelle paure acquistando consapevolezza di nuove capacità.
Da allora, ogni giorno fu prima uno scalino alla volta, fino ad oggi che ne faccio tre con una falcata sola.
Stamattina però non ho concluso nulla, perché sono arrivata con tre minuti di ritardo, e si sa... in Italia siamo precisi e puntuali in certi casi, ma poco importa.
Ho sempre il "mio domani", me lo sono guadagnato a caro prezzo, e la "contrarietà", senza problemi, la supero e poi l'archivio.

mercoledì 13 maggio 2015

LA VIA DEL BENESSERE


Emoticon heart
Immersi nell'Energia positiva che è Amore, intorno si genera qualcosa di simile ad un campo magnetico, entro il quale non è il Negativo ad attirare il Positivo o viceversa, come sarebbe ovvio pensare, bensì... negativo con negativo, e positivo con positivo.
Così se la Mente è in sintonia con l'Anima, anche il Corpo ne beneficerà. Si deduce che non è il Corpo a far ammalare la Mente, ma il contrario, e di conseguenza pure l'Anima risentirà del momento negativo.
Di nuovo... MENTE, CORPO, ANIMA... indissolubilmente uniti nel bene e nel male, in quanto essi stessi causa del proprio benessere o malessere.
La "Quantistica" ci riporta al concetto di Atomo, minuscolo corpo infinitesimale il cui cuore contiene la massa. Quindi solo una piccola parte di esso è materia, eppure è quella che viene tenuta in maggior considerazione.
Così l'Uomo dà maggior peso ad un momento negativo della Sua esistenza, sia pure un "accidente" passeggero, che non all'insieme dei giorni, mesi, anni vissuti discretamente e con serenità.
Perde di vista la grande e importante consapevolezza di portare in sé la Luce... anzi di essere lui stesso, Luce.
Potrà capitare di precipitare sul fondo. E' un luogo orribile, doloroso... buio. Ma è solo un momento di passaggio.
Senti di non farcela più? Non darti per vinto... non mollare.
E invece comincia a pensare che peggio di così non si può, e quindi necessariamente le cose cambieranno in meglio.
Ad occhi chiusi... un bel respiro profondo... prova a tener presente che c'è sempre una "luce" che risplende nel profondo della Tua Anima.
Sarà anche piccolissima, ma come prenderai a confidare nella positività, si ricaricherà a tal punto da illuminarti nella Tua interezza.
Perciò, raccogli ogni energia e impiegala per trasformare ogni pensiero negativo in positivo...
E da sentirti debole sarai in forze... annullerai il vuoto interiore con la pienezza di nuovi sentimenti e vibranti emozioni... la disistima di Te si muterà nell'orgoglio del cambiamento.
E in modo naturale ti ritroverai in cammino sulla "via del Benessere".

martedì 12 maggio 2015

AMARE PER DUE... E ANCHE DI PIU'



Emoticon heart 
L'incontro del GAMA stasera è stato interessante, complesso e dibattuto.
Dopo le varie comunicazioni di servizio, il resto del tempo è stato dedicato alla... Psicologia Quantistica.
Il tema inizialmente trattato in termini prettamente scientifici, si è svolto poi alla pari di una narrazione. E poteva essere altrimenti parlando di MENTE, CORPO e soprattutto ANIMA? Tre componenti inscindibili dell'Essere Umano.
E poi finalmente arrivare al CUORE, sede delle emozioni... e all'AMORE, l'Emozione delle emozioni.
Se ne è parlato quindi mentre l'incontro volgeva al termine, ne parlerò io invece subito perché riguardando l'emotività, la questione va trattata a caldo ché non perda l'efficacia del messaggio.
L'Amore, in qualsiasi forma si esprima, è alla base di ogni "relazione" che per esserci necessita di "informazione". Continua e sempre attiva, anche quando pare sia sotto silenzio. Se per un qualunque motivo essa si interrompe, va in crisi la relazione, quindi l'Amore.
La relazione non è cancellata come idea, e come idea continua ma in assenza di Amore.
Amore è Vita, e se viviamo c'è Amore comunque, solo sotto altra forma.
Già il "divin poeta" espresse questo concetto, quando parlò di "Amor che move il sole e l'altre stelle...", potenziandone forza ed efficacia. Se nell'Universo già tutto accade per un sola Causa, perché Noi non dovremmo incarnarla nell'agire?
La Mente funziona come deve, ma spesso oscura quella parte più vasta che ci pare faccia da sfondo, mentre in realtà è l'energia in cui siamo immersi.
L' Energia è un flusso d'Amore, e in esso costantemente siamo immersi.
Non tutti però ne siamo consapevoli, dipende dall'esperienza, contesto e temperamento. Allora si potrebbe arrivare allo scontro? Non è escluso che questo accada, ma basterà che uno faccia un passo indietro, non pretenda di cambiare l'altro, e cominci invece a cambiare se stesso per vedere il meglio al posto del peggio, e lentamente qualcosa o qualcuno cambierà davvero.
E Amore, sia pure con modalità e tempi diversi, si ristabilirà.
Non è molto che scartabellando tra pagine virtuali, trovai quella che mi sembrò una poesia. Autore è Erich Fromm, uno psicoanalista.
L'amore infantile segue il principio:
amo perché sono amato.
L'amore maturo segue il principio:
sono amato perché amo.
L'amore immaturo dice:
ti amo perché ho bisogno di te.
L'amore maturo dice:
ho bisogno di te perché ti amo.
Amore è base di ogni esistenza, che nell'amore evolve e concluderà il suo ciclo.

lunedì 11 maggio 2015

MAMME "ROCCIA"



Emoticon heart 
Il Tempo mitiga gli spigoli, le Intemperie appianano le scabrosità... mutano e sbiadiscono i colori, ma non accusa mai avvisaglie di crollo.
La Roccia.
Poi inaspettatamente, in un contesto che mai penseresti, tra sparute piante spinose non considerate, spunta un fiore bellissimo. Lo si nota perché sboccia all'improvviso e coglie come un lampo di luce, è la prova che la Vita c'è e vuole imporsi anche dove pare impossibile, quando tutto è difficile.
Sto pensando a quelle Mamme tanto simili alla roccia. Ultimamente ne sto incontrando molte, sembra quasi che il caso, l'inopportunità stiano facendo al momento una sorta di "comunella" per metterle insieme, associarle nel grande dolore della perdita di un figlio. L'ultima... solo due giorni fa, Assunta, incurante della malattia e pur combattiva per non deludere quel figlio che non
c'è, ma sente accanto.
Quando sono davanti a Loro e non so, ed approccio nel solito modo... nel momento che so perdo le parole, vorrei andare eppure non riesco, la curva del sorriso si appiana e l'espressione diventa seria ma non di circostanza.
Penso tra me... e adesso che cosa posso dire che non sembri scontata e tanto per dire?... meglio niente. Ma "incontrollate" ecco solo due parole... posso immaginare.
Già... e ho già detto troppo, perché è pure difficile immaginarla una cosa così, la Mente rifiuta un dolore incredibile e scende come un sipario sui pensieri ed è tutto buio. Per un attimo la vita si ferma.
Cercare di capire, sarebbe addirittura pretenzioso... affermarlo, da sciocchi e falsi presuntuosi.
Non si immagina, non si capisce... né si accetta una "cosa contro natura", e allora che pretesa è quella di parlare, dire, confortare...?
Abbia sfogo il dolore, prenda tutto il tempo che serve, e in modo diverso troverà la consolazione giusta.
Quando guardo gli occhi di quelle mamme, e li vedo lucidi di lacrime e dignità, vorrei specchiarmici dentro ma non riesco.
Non so... non posso dirlo, potrei eccedere in un senso o in un altro...
Scende allora un "velo", ed è "quasi" buio. Non sono capace più di pensarci.