mercoledì 24 giugno 2015

COME UN CHICCO DI GRANO


Emoticon heart
E poi si dice che non c'è logica in ciò che capita, tutto è casuale e senza una spiegazione. Non è così, solo i pigri e sciocchi arrivano a negare un'evidenza velata e la necessità di un evento.
Ripensavo a questi ultimi 5 anni e a quello che è stato, poi mi sono guardata allo specchio e mi sono trovata tutto sommato gradevole, ho cercato infine di dare connotati al futuro ma non sono andata oltre i primi giorni.
Mi sono fermata così all' "epoca di mezzo", allo stato attuale che cerco di gestire nel migliore dei modi, cercando di non scordare mai che quel che sono è perché ci fu qualcosa. Destabilizzata e confusa dopo tante vicissitudini, fui presa per mano e lasciata andare perché combinassi del buono, dessi frutto insomma e poi riconoscessi il bene.
E sfogliando un libro di storie e parabole, ho trovato questa del chicco di grano, l'ho trovata perfetta per Noi che tante volte andiamo alla ricerca di risposte, ma stentiamo a trovarle perché ci fermiamo in superficie, incapaci di andare oltre.
Eppure basterebbe... guardarsi allo specchio.
"C'era una volta un chicco di grano. Mentre lo trasportavano in un grosso sacco di tela con i suoi fratelli, era scivolato fuori da un minuscolo buchetto ed era atterrato su una strada polverosa, tra i sassi. Una strana creatura nera con lunghe penne lucenti sulle ali, lo aveva prelevato per portarlo nella sua tana, sull'albero più alto del campo lì vicino. Mentre volava tra le zampe del corvo, era riuscito a fuggire tra un'unghia ed un polpastrello, atterrando nel mezzo del campo.
La soffice terra bruna lo aveva accolto, dandogli il rifugio ed il calore di cui aveva bisogno per calmare i timori e lenire la tristezza dell'improvviso atterraggio tra le pietre.
Si chiese dove fossero i suoi fratelli... loro, tutti insieme, avrebbero continuato a ridere e cantare come prima dell'inizio del suo viaggio solitario mentre lui, che fine avrebbe fatto?
Tutto preso dai suoi pensieri, quasi non si accorse di un sommesso schianto quando, tutto ad un tratto, gli spuntarono delle piccole cose, come dei fili sottili.
Mentre era ancora intento a meravigliarsi della novità, quelle strane protuberanze cominciarono a muoversi nella terra, come animate da vita propria. Spaventato, cercò di fermarle, ma quelle non gli diedero retta, e continuarono a penetrare la terra.
D'improvviso il piccolo chicco si chetò, e sentì fluire in sé la linfa, veicolata dalle radici fino alla parte più profonda del suo essere, quella che non sapeva di possedere. Un rapido respiro gli gonfiò il corpo, frantumandogli l'armatura, e si trovò libero, avvolto nel nero che lo sfiorava, inducendolo a crescere sempre più.
Così, dal desiderio che provava, spuntarono le ali, che lo condussero fuori dal terreno, oltre la superficie del campo, su nel cielo. E sotto di sé, il chicco mai più triste, vide la sua trasformazione definitiva in fusto, foglie e poi spiga colma di chicchi come lui.
Ecco, senza l'iniziale ruzzolone sulla strada polverosa, senza la perdita dei suoi fratelli, senza il corvo dalle lunghe ali lucenti e dalle unghie ricurve, il chicco non avrebbe sentito il respiro della terra che lo aveva spinto fin lassù e non avrebbe saputo che crescere significa provare paura e tristezza, ma anche amore, desiderio e piacere".
Mi ha colpito questa storia così bella e vera... le varie fasi di un piccolo seme sono state descritte molto bene, in modo efficace e poi così simili ai momenti passati fino ad oggi.
La dedico a me, adulta al termine di una rinascita, e a tutti coloro che attualmente pensano di essere nella fase del "senza" e si sentono persi e non comprendono.
Che possano confidare nella certezza della spiga.

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