giovedì 30 aprile 2015

NON CI CREDERETE...



Emoticon heart 
E non ci crederete no, ma sapete che è possibile perché non è la prima volta. Benedetta ma imprevedibile, abitudine mia di scrivere di notte. Così qualche volta succede che tutto scompaia con un semplice e involontario click. Come stanotte...
Pensieri assai belli, da stupire me stessa, erano venuti fuori e si erano posti a rasserenare per prima l'anima mia.
Poi... sarà stata la stanchezza o forse solo un tasto sbagliato, e tutto è stato cancellato. Senza pietà.
Ma non mi arrendo di certo. Riproverò domani.
Stasera vi do la buonanotte con altre parole non mie, trovate all'ultimo minuto, per non deludere ma anche come anticipazione di quello che da me a Voi arriverà presto, prestissimo...
"Lascia che Dio Ti conduca per mano
attraverso la sofferenza
- qualunque essa sia -
e Ti introduca nella gioia della danza...
Attimo per attimo,
nel vortice della Sua grazia"
Buonanotte...

mercoledì 29 aprile 2015

OGNUNO E' LA SUA STORIA


Emoticon heart 
Impatto ed emozioni iniziali sono uguali per Tutti, poi ciascuno fa la scelta di vivere la "sua storia" come meglio crede. Perché, pur simile ad altre, resta unica e speciale come Chi ne è al centro, per carattere e peculiarità.
Scelsi io di fare una sorta di "outing" per contrastare la Paura e riemergere da quell'abisso in cui mi ero cacciata, molti invece preferiscono quasi isolarsi per vivere concentrati sul problema, ne parlano se e quando è necessario. Vivono i momenti che esulano da terapie ed esami "tuffandosi" in realtà "scacciapensieri", ma in tutta sincerità non so quanto valga questo tentativo, dal momento che a casa tutto torna come prima, e il contrasto appare così netto da far sentire soli anche se in compagnia.
Si potrà far finta di ignorare non raccontandosi mai o arrivare alla "condivisione", solo però attraverso un processo di maturazione, che porterà al convincimento di mettere la propria esperienza al servizio di Chi ancora vive la sua, nel modo unico e speciale che si è detto.
Nell'ultimo incontro del G.A.M.A. ha portato testimonianza forte una dottoressa, quindi un' "addetta ai lavori", che quattro anni fa fu colpita da un linfoma.
Iter emotivo come Tutti, poi "parziale chiusura"... ne parla solo in famiglia e nella cerchia degli amici che non le fanno comunque mancare affetto e premure.
Per la prima volta si racconta ad un gruppo di auto mutuo aiuto, perché convinta da "motivazione valida" da cui senza rendersene conto prende le distanze come da un fatto oggettivamente valido. Anche se del tutto così non è, e il bene l'avrà fatto per prima a se stessa.
Come è stato detto nella medesima occasione, in certi momenti che appaiono bui converrebbe non porre né porsi domande e condizioni. Certo risulta difficilissimo per Chi è del mestiere e sa, forse pure troppo... ha da lavorare su se stesso a 360°, e lo scoramento a volte è anche superiore rispetto all' ignorante in materia, il quale consciamente o meno può azzardare... non so, non voglio sapere, perché così è come non fosse.
A riprova di questo, il racconto di Maria Rosaria... l'incontro con una ragazza down alle prese con quest'altro "accidente". Si erano ritrovate una volta nella stessa stanza per la terapia, la ragazza era assai inquieta per i disagi, tanto da urlare. Era accompagnata dalla sorella che cercava di calmarla in qualche modo, all'uscita questa aveva spiegato a Maria Rosaria, rimasta profondamente colpita dalla situazione, a suo giudizio, di grave ingiustizia, che in fondo era grata a Dio perché la sorella non capiva ciò che stava vivendo a causa dell'handicap e quindi soffriva di meno psicologicamente.
Storie di dura realtà che ad un'analisi approfondita appare come "smussata negli angoli", perché si adatti all'altra comune, ordinaria e costituisca un unico percorso.
Così come è, e come pure vuole la "casualità".

martedì 28 aprile 2015

NON TEMERE LA PAURA. VACCI CONTRO

Emoticon heart 
E sarebbe come dire... osa. Fai quello che non hai mai pensato, vivi ogni momento, anche il più difficile come fosse cosa normale e Tu avessi la certezza della vittoria.
Senza tanti "se" e "perché"... c'è solo la situazione al presente da vivere e superare.
La Paura è qualcosa di più del Timore, ma non è ancora Angoscia... lo diventerà se mal gestita. Si scatena all'improvviso per un evento esterno o si insinua subdola nelle crepe della debolezza, in spazi che si credeva aver colmato.
Costringe ad aprire gli occhi e vedere, anche quando si preferirebbe il contrario, destabilizza le certezze, e fa tornare bambini fragili e vulnerabili.
L'ho anticipato... la Paura va gestita, capita, non è un sentimento del tutto negativo, pure se può portare come reazione ad essere cattivi. Non una "cattiveria" vera e propria, bensì l'"esasperazione" dei difetti e bisogni del carattere.
Quindi... cerca di capirla, vivila come una delle tante emozioni con la certezza che anch'essa serve all'economia di un'esistenza. Ha una sua dignità ed è anche un'ottima consigliera in presenza di reali minacce, mentre senza motivo diventa una bussola interiore per non perdersi.
All'inizio per me fu tanta la paura... mi sentivo in un labirinto senza apparente uscita. Prima di realizzare la concretezza di un sospetto e in seguito agire, ogni giorno mi guardavo allo specchio e non mi riconoscevo... occhi sempre sbarrati come sull'orlo di un precipizio. E bocca asciutta, mani sudate e piedi sempre gelidi... persino esigenze fisiologiche a ritmo ridotto.
Piano piano mi abituai alla Paura, ma per una serie di eventi e anche "segnali" si trasformò in Angoscia, e a quel punto per sopravvivere decisi inconsciamente di andarci contro con tutta la forza che era in me.
La Fede getto' l'ancora, mentre risalivo a galla scorticandomi le mani e le ginocchia, e credevo avrei perso ogni energia.
Non ce l'avrei fatta, mi dicevo... e nello stesso tempo qualcosa mi gridava dentro ed io sfondavo le porte più serrate.
Imparavo a usare la Paura quando serviva, e non era più Angoscia ma Coraggio.
Coraggio per andare avanti.

E OGNI VOLTA MI CHIEDO... AVRO' DATO CIO' CHE CI SI ASPETTA?


Emoticon heart
Forse non c'è poi vero motivo di chiederselo,
solo che a volte vulnerabile "incredibilmente" lo sono anch'io... e sdoppiata mi rifletto allo specchio immaginario del mio esistere.
E vorrei... vorrei essere più di una sola persona con un sentire diverso a seconda delle situazioni e delle "verità", solo simili,
perché ognuno ha la sua che costituisce una storia,
e la ritiene valida per se stessa.

lunedì 27 aprile 2015

CALORE E ARMONIA DELLA SPONTANEITA'



Emoticon heart 
Quando avvolge e non c'è disagio, anzi scompare ogni forma di inquietudine latente.
Non va confusa con l'Impulsività che, mal gestita, sortisce esattamente il contrario, e in più mette a rischio le relazioni.
La spontaneità fa sentire " a casa" perché parla una lingua semplice che affonda le radici nel significato autentico delle parole e diventa quasi "onomatopeia" di emozioni.
Cerco di spiegarmi meglio, riferendomi ancora una volta alla mia Amica, Gerardina...
Come ogni domenica le ho telefonato, oggi ho anticipato un po' i tempi approfittando di una pausa e l'ho ritrovata alle prese con i nipotini a farle visita.
Grande confusione e rumore di "accartocciamenti", come se stesse confezionando alla meno peggio qualcosa da portare via.
Scusa, eh!?... qua stanno "i criamm'l", fammeli accontentare così se ne vanno.
Criamm'l... ma ci pensate quanta poesia in una parola?
La prima volta che la sentii pronunciare, non avevo capito il significato ancor meno l'etimologia. Poi, da puntigliosa quale sono ma solo ogni tanto e quando vale la pena, feci un lungo lavoro di riflessione e ricerca, quindi giunsi alla conclusione che mi fece amare il termine.
Perché il "piccolo segreto" è tutto nel significato letterale.
I "criamm'l" sono i figli da piccoli, insomma si indicano i bambini, i nipotini... quelli che fu intenzione di mettere al mondo, di creare... perciò criamm'l, ovvero "facciamoli" (creiamoli) , o anche "li facemmo" (li creammo), il senso non cambia.
E' la bellezza dei Nostri dialetti, nessuno escluso... massima esaltazione della spontaneità di un popolo. Il Dialetto, sempre più rivalutato nella nobiltà d'origine, diventa una forma di cultura, e nello stesso tempo usato nella quotidianità, in forma estesa o come intercalare, stabilisce una sorta di familiarità che agevola le relazioni e le migliora.
E tornando all'Amica Gerardina... poiché i criamm'l, assai esigenti, non si decidevano a salutare la nonna... ad un certo punto mi ha detto...
Sint', Maria... io oggi ti saluto subito. Non mi dicenn' nint'... meh, da'... bast' che c' sentimm'.
Che meraviglia... liquidata ma contenta.
Mi sono sentita di famiglia, perché una persona estranea viene congedata in altro modo, e poi compresa e considerata come desidero.
Un'Amica con cui poter essere se stessi, nella massima spontaneità e in armonioso sentire... sempre.

domenica 26 aprile 2015

PANE E INSALATA



Emoticon heart 
Oppure... ode alla Semplicità. Ma a questo si arriva dopo, almeno per quello che dirò.
Da cinque anni non mangio più carne, né bianca né tanto meno rossa, quest'ultima addirittura mi è difficile toccarla, sicché anche gli altri a casa mia si sono disabituati, e non la chiedono più.
La sostituivo con uova e latticini, però ho limitato questi ultimi e le uova più di una volta a settimana non riesco a mandare giù. Bel problema con le proteine!
Allora ho riabilitato il "piatto unico" e dentro ci metto tutto ciò che si può ed è compatibile col resto... spero che funzioni, e poi mi consolo con "pane e insalata".
Ma che posto o ruolo occupa sulla tavola un "connubio" del genere?
E' un secondo o contorno o frutta o companatico?
Sono certa che qualcuno se lo sta chiedendo... ed io posso solo rispondere che non lo so. E' scoperta recente, mi piace e mi appaga.
Confesso però che l'ho scoperto da poco, è vero... ma solo come gusto, già mia madre negli ultimi mesi di vita aveva preso a mangiare solo questo... pane e insalata. Quando le portavano pranzo e cena in ospedale, si faceva dare il panino, apriva la vaschetta dell'insalata... e poi ci pensava da sola a preparare il tutto e gustarselo a gran morsi.
Solo quello... pane e insalata.
E a Noi che la guardavamo stupiti, raccontava che era una Sua antica passione... quando da bambina insieme con la mamma e i nonni, da sfollati preparavano il pane in casa e poi raccoglievano l'insalata nell'orto, e spesso il loro pranzo era tutto lì. Tranne quando il pane diventava duro come pietra, e allora si faceva il "pancotto con le verdure", erbette, cicoria, rucola sempre dello stesso campicello.
La mia mamma aveva l'arte del narrare... anche le storie più difficili e tristi diventavano favole e novelle, a volte dei veri e propri romanzi brevi.
Come la vicenda del maialino Campasolo, da lei allevato, accudito e strigliato alla fontana ogni giorno... o del passerotto che svolazzava libero in casa inseguito dalla gatta Mariolina, sorniona e lesta a fermarsi una volta scoperta in posizione di agguato... e poi tante altre. Lei ricordava tutto e tutti, e amava condividere quelle esperienze passate, vissute con la semplicità che rasserena.
Mancava il superfluo, ma non era un problema... ne cercava il piacere in ciò che aveva... e così disponeva del necessario e un po' di più.
C'era sempre qualcosa da imparare e ritenere in ciò che raccontava. Se ne sentiva il profumo e il calore, persino il sapore.
Come per me, il gusto che fu suo... di pane e insalata.

sabato 25 aprile 2015

PROVA PARRUCCA... E SUBITO SINTONIA



Emoticon heart 
E pensare che un tempo, diciamo prima di questi ultimi cinque anni, se dovevo arrivare all'altro capo della città, passando davanti all'ospedale, sceglievo l'alternativa più lunga... la circumvallazione.
Ma la Vita, che ama far sorprese, per me ne aveva in serbo una bella grossa, talmente sbalorditiva da sconvolgere sentimenti ed emozioni, reazioni ed atteggiamenti.
E così... sono 5 anni che dall'ospedale non sono mai andata via, all'inizio per necessità, in seguito per scelta quasi forzata... ora libera, anzi liberissima, e niente mi turba oltre il dovuto. Non è un piacere, è ovvio... a volte mi si stringe il Cuore e non so replicare, allora tengo forte una mano o azzardo una carezza se so di poterlo fare... non è un piacere affatto, però è rasserenante perché nel confronto c'è lo sforzo di superare un momento e se si riesce mi rassereno, perché finalmente vedo negli occhi dell'Altro un po' di serenità.
E' stato così oggi...
Ero nella stanza di un'Amica delle mie più care, quando è arrivata la Nostra presidente del G.A.M.A. volontaria in altra giornata. Era lì perché aveva appuntamento con una paziente per la "prova parrucca". Nell'ambito del progetto, "Più belle di prima" infatti, è attivo anche il prestito di parrucche donate da pazienti alla fine del loro percorso terapeutico... Chi vuole può avvalersi pure di questo servizio.
La paziente però si è fatta aspettare e quando è arrivata, la Nostra presidente doveva andare via, e per questo ha affidato a me il compito di seguirla nella "prova". Ho accettato l'incarico volentieri, anche se la poverina era molto agitata, nervosa e sudata a causa di un pesante turbante di lana.
Puoi togliertelo, sai?
No... mi sento a disagio.
Qui non puoi sentirti diversa, siamo tra Noi...
Mi sento a disagio lo stesso.
Non ho insistito, e ci siamo avviate per la "prova parrucca". Si è seduta e abbiamo cominciato... la prima non piaceva a me, troppi riccioli, faceva tanto Minnie Minoprio e per una donna con la mia stessa età, con un po' di problemi contingenti, non mi sembrava il caso. La seconda era un caschetto biondo... no, proprio no. La terza era adatta per una persona dalla carnagione olivastra, e in questo caso non andava... finalmente alla quarta c'è stato lo "stop" decisivo.
Provata... ben vista... accettata. In seguito con il tocco da maestro del parrucchiere sarebbe stata perfetta.
L'Amica è stata molto contenta, anche perché durante le "prove" abbiamo parlato... ma Tu come hai fatto a restare serena?... mi ha chiesto.
Ho vissuto ogni giorno cercandone lo scopo, mi davo un impegno, cercavo di distrarmi. Sarebbe passato, mi dicevo... ed è passato, così sarà per Te.
Tieniti occupata... cucina, leggi...
Devo comperarmi delle riviste. Tu che mi consigli?
Ne ho nominate un paio.
Si, farò come dici Tu. Grazie, mi hai aiutato assai.
Avevamo provveduto per la testa... e pure l'animo abbiamo un po' risollevato. Insieme.

venerdì 24 aprile 2015

FATTI UN REGALO


Emoticon heart 
Un bel regalo... è a Tua portata, da cogliere e di cui gioire. Nessuno potrà levartelo mai, perché dipende da Te, dalla voglia di vita che avrai.
Fu Arthur Schopenhauer che disse, mi pare... ogni giorno è una piccola vita.
Quindi al mattino nasciamo di nuovo, apriamo gli occhi e torniamo a vedere, poi respiriamo, camminiamo, parliamo e, naturalmente... sorridiamo. 
E tutto questo anche se le cose non vanno tanto bene. A volte accusiamo il colpo, servirà del tempo per guarire dalla batosta, ma se partiamo dalla convinzione che tutto passa, e come la notte cede il posto al giorno, di certo la serenità riuscirà a prevalere sui sentimenti negativi causati dalle situazioni avverse.
E' difficile, non si può negare... ma si tratta di amare la vita a tal punto da voler rinascere ogni giorno. E di quella "piccola vita" regalarsi la luce, anche se il cielo è nuvoloso... tanto è solo nascosta. Bisogna avere la pazienza di aspettare.
Per premiarci un bel regalo ogni tanto non guasterebbe, sarebbe dirsi grazie per tutto ciò che facciamo di buono, per consolarci dei momenti difficili, per coccolarci e farci sentire importanti... una festa " a sorpresa".
Prendiamo un giorno a caso e decretiamolo speciale... svegliamoci molto di buonora ma indugiamo a letto, non c'è alcuna fretta. Poi spalanchiamo le tende... uno spettacolo meraviglioso ci attende, è il miracolo del sole che sorge e del giorno che nasce, dissipando la notte.
In casa probabilmente tutti dormono ancora e il silenzio regala pace... pensieri sereni occupano la mente.
E' una condizione di benessere che predispone bene alla "nuova piccola vita", pare una promessa che si rinnova quotidianamente, che dopo le tenebre tornerà la luce.
Sempre. Pure se a tratti si nasconde.

STACCO LA SPINA E... SMILE


Emoticon heart 
E male non è. E' come non fosse successo niente, ma con qualcosa in più... quello che è successo. Apprezzi maggiormente il minimo particolare, anche se fai presto a sentirti stanca, la schiena a stento regge l'antica postura, e comprendi che il tempo passa e lascia impronte sempre più profonde.
Oggi, l'abbiamo staccata quella benedetta spina di cui parlavamo da tempo... siamo stati fuori in una bellissima giornata di sole come l'Aprile può donare.
Una lunga passeggiata e l'antica complicità nella risata. Un sorriso, poi un altro e un altro ancora... una serie intera a ricordare che non è finita. E non finirà finché ce la metteremo tutta per riprendere in mano la vita.
Ora è sera inoltrata e mi sono appena seduta al pc. All'improvviso sento provenire dalla stanza accanto una melodia... non mi è nuova, si... la conosco. Mi è venuto spontaneo canticchiarla a mo' di sussurro, però non ricordavo le parole... tranne una che poi è anche il titolo... SMILE, ovvero SORRISO. Bellissima.
Fatto strano, all'apparenza casuale ... l'ho colto come un dono unico... solo per me, a conclusione di questa giornata che mi ha riportato indietro di mesi, con tanta speranza in più, e pure crescente.
Chi mi conosce da sempre e mi rivede, nota qualche cambiamento in me... lo nota sul mio viso, negli occhi che non sono più quelli di una volta. Mi hanno detto che non sono mai stata "allegra" come adesso... all'Amore della mia Vita appaio persino "più bella", io riassumo tutto e concludo... non sono mai stata tanto serena.
Perché di quella parentesi della mia vita ho scelto subito un qualcosa che la caratterizzasse, che data la situazione non fosse il pianto... o il colorito spento... o uno dei "doni" delle terapie, scelsi allora di essere sempre e solo sorridente, perché chi mi vedesse doveva ricordarmi così... con il sorriso... per il mio sorriso... qualunque fosse stata la conclusione della storia.
E stasera, manco a farlo apposta... SMILE. Come non intendere che fosse per me? Del resto ho imparato ad interpretare qualsiasi cosa come messaggi esclusivi da cui trarre insegnamento.
E così questa stupenda canzone dal momento che l'ho riascoltata mi è entrata dentro, continuerò a... canticchiarla pure domattina e più l'ascolterò più mi verrà da sorridere.
Potrà pure esserci qualche nuvola... ma guarderò sempre e solo gli squarci di sereno.
SMILE
Sorridi, anche se il cuore ti duole
sorridi, anche se si sta spezzando
quando ci sono nuvole nel cielo
ci passerai sopra
se sorridi attraverso
la tua paura e al dolore
sorridi e forse domani
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
illumini il tuo viso di tristezza
e nascondi ogni traccia di contentezza
ma anche se una lacrima sta per scendere
è quello il momento in cui devi
continuare a provare
sorridi, a che serve piangere?
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
anche se il cuore ti duole
sorridi, anche se si sta spezzando
quando ci sono nuvole nel cielo
ci passerai sopra
se sorridi attraverso
la tua paura e al dolore
sorridi e forse domani
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
è il momento in cui devi continuare
a sorridere, a che serve piangere?
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi

mercoledì 22 aprile 2015

TU NON SEI CIO' CHE SEMBRI... SEI MOLTO DI PIU'


Emoticon heart 
Ovvero... come la Vita riesce a parlarti nel linguaggio unico e speciale delle coincidenze. E a volte persino a più persone contemporaneamente, magari aggiungendo una virgola o un esclamativo, persino un punto interrogativo ci può stare quando vuole mettere di fronte ad una scelta sciogliendo ogni dubbio.
Ho avuto oggi una giornata particolare, qualche pensiero in più e in ospedale qualche momento di introspezione. Eh, già... di fronte alle lacrime succede, e quando queste arrivano dopo aver letto i famosi pensieri di speranza, non so se prendermi la colpa o la fiera responsabilità.
Forse entrambe. Perché il pianto arriva e toglie un peso dal Cuore... o "esplode" come fuoco d'artificio per far festa. Qualcosa di temuto che ritorna, qualcosa che finisce e si spera non dover vivere più.
E non posso dimenticare ciò che è stato per me, i ricordi riaffiorano ma dolorosi non più di tanto. La Mente e la Memoria, il Cuore e tutto il resto ormai sono allenati, e lucidamente si delineano i pensieri, elaborati prima... condivisi poi.
Così ho pensato a lungo a come sarebbe stato, come avrei vissuto questo periodo "post- bellico", al contrario.
Se non avessi ceduto alle lusinghe del web con "continuare a...", se non avessi incontrato tante persone che mi hanno teso la mano con il loro affetto o semplicemente con il loro "esistere".
Mi si dice spesso che se ora sono così è perché in potenza lo ero già prima... può darsi, ma come mai non me n'ero accorta?
Ero sorda ai richiami, con i paraocchi per non vedere... poi una situazione estrema ha fatto il "miracolo"... perché questa "non metamorfosi, ma quasi" sembra proprio un miracolo. E poiché da sempre i miracoli non avvengono fine a se stessi ma per convincere, far "cambiar strada", io, convinta di averlo già fatto mi porgo agli altri perché facciano altrettanto, qualunque sia la situazione, per mantenere integra la propria dignità e poi... perché i disegni di Dio sono imperscrutabili e nulla a Lui è impossibile.
Questo impegno mi tiene viva, resistente ai cedimenti che, non nego, a volte sento minacciosi. Alcune mattine mi sveglio di malumore senza un reale motivo, allora mi fermo e prima di iniziare qualsiasi attività ripenso a quel che è stato, considero quel che sono e soprattutto... che ci sono, e la serenità ritorna... sempre e comunque.
E' un qualcosa che viene dal profondo e cambia, trasforma radicalmente situazioni e stati d'animo. Altrimenti mi sarei persa nella selva dei ricordi, o affogata in un mare d'angoscia, timorosa di un ipotetico precipizio. Invece i ricordi, col passar del tempo sempre meno velati di malinconia, si archiviano quasi da soli e con serenità.
L'angoscia diventa ansia a tratti, giusto quando "serve"... il precipizio non esiste più perché è colmato da tanta ricchezza di varia umanità.

martedì 21 aprile 2015

MAL COMUNE... MEZZO GAUDIO



Emoticon heart 
Io avevo sempre pensato fosse l'espressione "esasperata" per ridimensionare una propria condizione non felice, ma restando ben circoscritta in un pensiero del soggetto.
Stasera l'inaspettata scoperta.
La possibilità di una doppia interpretazione... una sventura condivisa con altri può essere meglio sopportata, poiché è possibile confortarsi a vicenda, oppure perché si gode che altri patiscano la nostra stessa sventura.
Naturalmente io propendo per la prima, come si può pensare di soffrire di meno al pensiero che tanto ci sono altri pure a dover patire... quando se si potesse, si eliminerebbe dalle radici il dolore per l'umanità intera?
Meditavo su questa cosa che già mi destabilizzava parecchio, ed ecco capitarmene un'altra sotto gli occhi... la "Schadenfreude".
Sarà stato per il termine straniero, questa mi pareva dovesse avere un senso peggiore, e in effetti mi sbagliavo di poco. Sembra addirittura che ne soffriamo un po' tutti. Quando agli Altri va male, tiriamo un sospiro di sollievo inconscio... è capitato a loro non a me.
Esattamente quello che credevo pensassero a mio riguardo le persone che venivano a sapere da quale malattia ero stata colpita. Da qui un "dolore profondo" e l'"immediata reazione". Dovevo dimostrare che non era cambiato niente, neppure l'aspettativa di vita per tempo e qualità.
Ed è sempre questo pensiero, oggi che mi fa attenta nel porgermi con parole ed atteggiamenti, ché non appaia arrogante nella condizione di "048 in stand by".
E' tutto assai difficile, si rischia sempre di sbagliare. Non sai fino in fondo come devi comportarti.
Se fai finta di niente o quasi... puoi banalizzare o sembrare menefreghista.
Se c'è coinvolgimento, ti carichi di un fardello inadeguato perché troppo difficile da frazionare e risolvere un po' per volta, oppure vieni considerato esagerato, affettato, tendente al melodrammatico.
Quindi...?
Condividere un problema altrui e cercare di risolverlo, è proprio della specie umana che dovrebbe essere totalmente per la solidarietà. Oggi vediamo che è sempre meno così, almeno su scala importante... interessi politici ed economici hanno snaturato l'uomo, rendendolo strumento dei poteri forti.
Allora ridimensioniamo il discorso, riportandolo nei termini della quotidianità.
Fare la spesa per qualcuno che si sa, mangia un giorno si e due no... aiutare e far compagnia all'anziano solo... non voltare la testa di fronte ad un uomo steso a terra, al dolore in generale.
Confortare anche col semplice silenzio... chi nel silenzio sta vivendo la propria pena.
Si dice che fare del bene fa bene, ed è così. La gratificazione che prova chi ha fatto qualcosa di buono per il piacere di farlo è magica, perché arriva a scoprirsi migliore di quanto credesse.
La generosità ha grande valore, nelle piccole come nelle grandi cose. Non importa che sia riconosciuta.
Sappiamo che cosa abbiamo fatto, e tanto basta all'amore incondizionato per se stessi.

lunedì 20 aprile 2015

GIUDICANDO GLI ALTRI... DICIAMO CIO' CHE SIAMO



Emoticon heart 
Dico sempre di me stessa... io non giudico, mi limito a delineare contorni e constatare. E implicitamente esprimo una forma di giudizio.
Me ne rendo conto subito dopo, e per ridimensionare e non cadere in contraddizione... divento benevola nell'osservare e dire.
Bene, che cosa ho fatto finora se non giudicare e nello stesso tempo rivelarmi così come sono? 
Accomodante per non rischiare di sbagliare e ferire. A torto o ragione non importa, giacché mettersi in posizione di giudizio è come salire un gradino oltre il consentito, quindi già sbagliato di per sé.
Quante persone incontriamo ogni giorno, a volte basta che sguardi si incrocino e viene formulata un'idea. Poi potrà nascere un'amicizia che ci cambia, e sarà stata un'opportunità offerta dalla Vita, o più spesso un volto sbiadito in fretta non diventerà neppure un ricordo.
Diciamo la verità, seguiamo un po' Tutti l'istinto... ci sono quelli che ispirano affinità e simpatia, e altri che immediatamente "cataloghiamo" come persone che non fanno per Noi. Forse non dovremmo fermarci alla prima impressione, andare più in profondità e ricordare che ognuno è una storia a sé e come tale
va ...ascoltata, compresa e pure accettata. Non è che dobbiamo per forza farne la "Nostra storia" ma alla Nostra affiancarla come esperienza in più di arricchimento. Sarà così concedere una "seconda possibilità", e non solo a Chi non è sembrato subito simpatico ma pure a Noi stessi.
Impareremo a metterci in discussione... Tutti possono sbagliare, e perché per NOI non sarebbe possibile?
Scopriremo che fino ad allora un'infinità di pregiudizi c'avevano ingabbiato e non lo sapevamo.
Saremo portati a rileggere le espressioni di un volto, a rivalutare situazioni... a non condannare senza possibilità di appello.
Uno sguardo all'apparenza torvo, un commento aggressivo e fuori luogo, un gesto ambiguo possono aver avuto mille ragioni, spesso avulse da Noi che non siamo mica il centro dell'universo emotivo altrui.
Consapevoli di tutto questo, sarà come aver fatto "tabula rasa" di ogni sentimento negativo certo ed eventuale, finalmente pronti ad andare incontro all'Altro, dandogli la possibilità di far venire fuori il meglio di se stesso.

domenica 19 aprile 2015

UN PAIO DI SCARPE E... TORNARE INDIETRO



Emoticon heart 
Esattamente così, poter tornare indietro coi pensieri ma non ai ricordi, ché sarebbe anche normale, piuttosto alle emozioni. Un profumo, il sapore o un colore, persino un oggetto o una cosa che dà la sensazione di aver già vissuto quel momento.
Un "corsi e ricorsi storici" che proprio tale non è... perché è simile ma non uguale ciò che vivi, in quanto è appunto il "momento storico" diverso.
E ti accorgi così che tutto è "più o meno" come allora, ma la condizione è completamente un'altra.
Che cosa mi ha portato a queste considerazioni?
Un paio di giorni fa, come dissi, sono stata al centro commerciale. Disinteressata, svogliatamente avevo percorso la galleria, passando oltre tutte le vetrine. Davvero tutte, ma ad un certo punto avevo fatto qualche passo indietro...
Aspetta... avevo detto a mio marito... voglio dare un'occhiata là.
Era la vetrina di un negozio di scarpe. Tra decine di paia di modelli più trendy e per me giustappunto strani, l'occhio era caduto su quello più "normale".
Belle, quelle scarpe... avevo esclamato, e poi avevo ripreso il passo.
Ma... non vuoi entrare?... mi aveva chiesto "Lui", sempre attento soprattutto quando non lo sembra.
No, non è il momento. Ed eravamo andati via.
Poi stamattina, prima domanda strana... ma quanto porti di scarpe?
L'ho guardato e manco gli ho risposto.
Mi sa che hai la luna storta...
Può darsi... è stata la mia risposta.
La mattinata è andata così, come ogni sabato, più laboriosa delle altre.
All'ora di pranzo, "Lui" ritorna a casa...
Prendi, ti ho portato queste. E mi porge una busta con una scatola di scarpe.
Erano proprio le scarpe di quella vetrina di due giorni fa.
Grazie... sono bellissime, e del numero giusto!
Ehhh... per certe cose ho buona memoria.
Chissà a che cosa si riferiva. Per quello che mi riguarda, quel "dono inaspettato ed improvviso" mi ha riportato ad un "parka blu", altrettanto inatteso all'indomani della diagnosi, il giorno avanti il primo ricovero in ospedale.
Allora la mia luna non era storta ma davvero sottosopra... e "Lui" aveva cercato di ridarmi il sorriso.
Era primavera come adesso, ma oggi è tutt'altra primavera.
L'ho guardato, gli ho sorriso... l'ho abbracciato.
Per tutte le Nostre Primavere... quante sono state e ne saranno.

sabato 18 aprile 2015

NON PERDERE DI VISTA LA META



Emoticon heart 
Un monito del genere, lasciato così assume un significato scontato come fosse frase fatta o formula solita.
Ma quale potrebbe essere la meta per uno qualunque, che vive normalmente, preso da difficoltà di ordinaria amministrazione? Di sicuro la risposta sarebbe... essere felice, mentre la Felicità... è arcinoto... non è una meta ma un percorso, fatto di piccoli "traguardi" sereni.
Allora potremo parlare di Serenità... e questa certo ci sta alla grande, ma è pure da conquistare e non è che non comporti fatica. In compenso siamo Tutti dotati di mezzi per l'agognato raggiungimento, come dire... guardare il posto dove arrivare nel più breve tempo possibile e sapere di poterlo fare perché non avremo auto o pullman, ma almeno una bicicletta in cantina per Noi ci sarà.
A questo punto però non è che accamperemo scuse... la strada è lunga, ci sono troppe curve o salite e discese... perché non saremmo giustificati. Nemmeno pensando all'eventualità che il tempo peggiori o il terreno sia a rischio di buche. Per giungere dove si è prefissato non c'è altro modo che... pedalare.
E scopriremo il bello di avere due gambe che ce lo permettono... una volontà che ci spinge a guardare oltre le difficoltà materiali per arrivare allo scopo... tanta concentrazione ed energia. Basterà solamente chiamare all'appello tutte le risorse di cui siamo forniti, perché ci sono ed è bene non scordarlo mai.
E più pedali, maggiormente dimostri quanto ci tieni ad essere stabile e sereno... non badare alle "pietruzze" sotto le ruote, sono abilitate anche a questo... passarci sopra come non ci fossero, hanno un "battistrada" che regge, caspita se regge.
Non pensarci... pensa solo a scatenare tutte le "endorfine felici", ridimensiona le banalità e le espressioni non belle, volta pagina così in fretta da prenderne due in una volta sola.
Abbi fiducia in Te e nella Tua "forza tranquilla"... ed eccoti alla meta.
Serenamente e con la piena convinzione di aver raggiunto la Felicità.

venerdì 17 aprile 2015

AL CENTRO COMMERCIALE


Emoticon heart 
Non lo puoi trovare di certo, l'Essenziale... al centro commerciale non è in vendita e non si compera.
Che inizio strano stasera, per i miei pensieri della buonanotte... un "incipit" davvero particolare. Ma ciò che scrivo quasi a notte fonda viene fuori dalle considerazioni sulla giornata appena trascorsa, sono una sorta di riflessioni sommesse per trarne il meglio e renderlo tesoro da condividere.
A questo punto davvero avrò solleticato abbastanza la curiosità di Chi legge... come si conciliano l'Essenziale con la maiuscola, e un centro commerciale?
E' semplice... non si conciliano affatto, e stasera ne ho avuto la certezza.
Sono stata dal parrucchiere e poi con l'Amore della mia Vita al centro commerciale... non c'era molta gente e abbiamo pensato che forse sarebbe stato rilassante e divertente, magari avremmo fatto anche degli acquisti, chissà...
Così abbiamo cominciato a percorrere la galleria, un'occhiata qua e là a qualche vetrina, mentre il vociare delle poche persone ugualmente si faceva sentire.
Siamo entrati in un negozio di abbigliamento da donna, niente però attirava la mia attenzione. Vero è che sono diventata assai selettiva nelle scelte... aspetto il "colpo di fulmine" tra me e un vestito, un pantalone, una camicetta... prima non era così, comperavo senza pensarci troppo e non solo perché c'erano più soldi. Per mesi un capo conservava il talloncino, a volte dimenticato nell'armadio... non me ne facevo cruccio, avrei avuto il tempo di indossarlo prima o poi. Ecco... prima mettevo le "cose di sempre", pensando che poi avrei avuto l'altro da sfoggiare.
Che pensiero stupido.
Sentivo il bisogno di comperare ciò che in effetti si rivelava essere superfluo e inutile, per poi restare ugualmente insoddisfatta e tesa sempre ad altro per quell'idea assurda di "riempire" il tempo in avanzo con tanti "piaceri" in avanzo.
Ragionamento difficile e un po' contorto, vero...? Spero comunque di essere riuscita almeno a far arrivare l' "essenziale", ciò che conta davvero e poi resta come pensiero da meditare.
Per me ora è tutto diverso. Sarà per quello che ho vissuto o perché gli anni vanno avanti, ed è noto si diventa minimalisti, con diversi obiettivi e priorità.
Capita pure che se hai una storia triste alle spalle, qualcuno pensi tu debba essere per forza una persona triste. E’ esattamente il contrario... non si diventa tristi, sebbene certi dolori siano tatuaggi indelebili e fedeli compagni di vita. Non si è persone tristi ma persone che conoscono il valore della felicità. E non la prendono con leggerezza. Sanno che la felicità è una conquista, non effimera né scontata, danno peso ad un gesto, una parola, un’attenzione e ne sono riconoscenti.
Non si lasciano sfuggire la bellezza delle piccole cose, colgono ogni espressione.
Sono contenti persino se trovano nel fondo del cassetto un bigliettino del loro primo amore.
Insomma dell'esistenza prendono il meglio... colgono l'Essenziale e lo trattengono.

giovedì 16 aprile 2015

NON SUCCEDE SEMPRE



Emoticon heart 
Per fortuna, davvero raramente.
Non è che nella mia vita non l'abbia mai sentito dire, ma in quel luogo... in un preciso contesto, mi è capitato solo due volte.
Voglio morire... ed è stata una forte pressione sul cuore ed una fitta in gola, a fermare anche il tentativo di dire qualcosa, una parola in un soffio.
Due episodi distanziati nel tempo, quasi l'avevo scordato si potesse "esplodere" con un'esternazione del genere... due persone diverse, in tono di sfida, praticamente un "grido" di esasperazione la prima, quest'ultima con un sorriso appena abbozzato e un filo di voce.
Una... arrabbiata ed indispettita, l'altra... stanca e rassegnata.
Quel giorno mi fu detto... tu preghi?... e allora fai una cosa buona, prega che io muoia. Non ce la faccio più.
Non ci pensai troppo perché la risposta mi venne d'impeto... non posso, so pregare solo per la vita. Mi dispiace. E me ne tornai a testa bassa, non era da tanto in me la consapevolezza e la gioia di esserci. Mi sembrava aver conquistato l'irraggiungibile. Quella "cosa" sparatami all'improvviso non potevo accettarla e nemmeno farmela scivolare di dosso, la sentivo vischiosa ed ingombrante, di prepotenza entrata nei miei pensieri a portare negatività.
Qualche giorno fa invece... una mano ha preso la mia perché mi avvicinassi ad ascoltare... sono stanca, ormai lo so e sono rassegnata... voglio morire.
Poi un sorriso tirato e due lacrime.
Sono riuscita a levare un dito per dissentire... no, non devi dirlo. Ma è stato solo un respiro più profondo e ho cominciato ad accarezzare un braccio, una mano gonfia, il lato di una gamba.
Silenzio.
Dopo ho preso il "minimo coraggio"...
Ti capisco, anzi cerco di capirti perché Tu sola sai la pena che provi, la stanchezza e la delusione che Ti opprimono. Ci provo a capirti perché parliamo la stessa lingua, e non abbiamo bisogno di interpreti. Dici che vuoi morire... sarà quello che deve essere e nessuno sa, ma che senso ha darsi altro dolore pensandoci, immaginando ciò che potrebbe essere dopo di TE ma senza di TE?
Due occhi chiusi ed un cenno di assenso.
Dimmi... quando ci vedremo...?
Il 5 maggio, forse... ma spero per quella data di non esserci perché sarò morta.
Beh... io Ti do appuntamento per il 5 maggio, e ci sarò. TU non mancare, perché verrò a cercarti e non puoi deludermi. Sai... Io Ti Voglio Bene.

mercoledì 15 aprile 2015

MI CONCEDO UN TANGO?


Emoticon heart 
Verrebbe spontaneo rispondere subito... certo, perché no?
Un po' per divertimento e un po' per attività fisica, piacevole e rilassante... e poi sapere che può fare anche bene alla psiche provata, scaccia via anche il minimo dubbio.
Ballare è un esercizio salvavita, ballare il "tango argentino" ristabilisce equilibrio ed emotività.
Ieri all'incontro del G.A.M.A. è stato l'argomento introduttivo, presentato prima teoricamente e poi con dimostrazione pratica assai coinvolgente da un'insegnante di Tango Argentino, come ballo e forma di terapia complementare ed alternativa in abbinamento con la musica (musicoterapia).
L'UNESCO ha dichiarato nel 2009 il tango patrimonio dell'umanità, un linguaggio che ha conquistato una trascendenza universale. Recenti ricerche, in campo psicologico e medico, hanno rilevato l'efficacia di integrare la multidimensionalità dell'esperienza tango in differenti ambiti di trattamento e di salutogenesi. Nell'abbraccio di un tango si svelano gli equilibri dell'incontro con sé e con gli altri. Un approccio terapeutico pluralistico-integrato centrato sul tango, per l'esplorazione e la promozione del benessere dell'individuo... l'invito a danzare per cambiare ciò che ad un certo punto è venuto a "disturbare" la propria esistenza.
Il tango parte da una base ben precisa, come già accennato... dall' Abbraccio e tende al recupero della "corporeità". Tornare ad amare il proprio corpo dopo un'esperienza di dolore o violenza.
In sintesi si consiglia di ballare il tango perché «l’abbraccio, che è al centro del ballo, avvicina l’uomo e la donna in maniera pacifica. Ballare il tango, infatti, aiuta ad esprimere sentimenti di empatia, affetto, amore e malinconia».
Il presidente dell’Accademia Nacional del Tango di Buenos Aires, Horacio Ferrer, che nella sua lunga carriera ha scritto più di settanta tanghi per Astor Piazzolla, ha sempre sostenuto che il tango «è una cultura tra musica, poesia e ballo che contiene tutti i sentimenti dell’essere umano». E questo perché «nasce da un desiderio di riscatto per un dolore, una patria lasciata o un amore perduto. Ma guarda avanti, è rivolto al futuro».
Nel ballo tutte le figure e gli intrecci di gambe si muovono intorno all’abbraccio di due persone. I movimenti sono energia pura intorno ad un abbraccio. E la coppia nel ballo, è sempre al centro.
Il corpo deve essere diviso in due parti e bisogna dissociare la parte di sopra da quella di sotto. Mentre sotto le gambe si muovono la parte di sopra deve essere sempre in connessione con l’altro, non perderlo mai. Senza la coppia il tango non esiste. Ma per ballare in coppia ci vuole stabilità su se stessi, equilibrio e armonia. Prima di tutto con il proprio corpo.
La danza poi ruota attorno a un perno che è la connessione della coppia.Tutto questo è estremamente terapeutico perché riporta le persone a equilibri primari. Tra un tango e l’altro ci si conosce.
Il tango è l’unica danza che si balla con il cuore e non con i piedi, chi sceglie il tango non si relaziona con aggressività, perché non c’è la possibilità di sopraffazione.
E' complicità, equilibrio, gioco di ruolo in cui tutti e due partecipano, l’uomo e la donna. Quando si balla il tango non c’è uno che domina su un altro, è la complicità che conta, prima di tutto sei costretto ad avere un rapporto con te stesso, devi trovare un tuo asse, un tuo equilibrio e una tua stabilità per poter ballare.
Così aumenterà l'autostima, dopo aver imparato a conoscere maggiormente il proprio corpo e amarlo.
Nel tango esce fuori semplicemente quello che sei. Con naturalezza e improvvisazione.

martedì 14 aprile 2015

RICORDI E TENERI PENSIERI



Emoticon heart 
13 Aprile... la data del giorno trascorso, ma non mi fermo al giorno e mese... c'aggiungo pure l'anno... 2012.
Ed è un'altra data, un anniversario... quando il "cerchio" che intendeva rappresentare una speranza realizzata, si chiudeva.
Quel giorno fui sottoposta alla ricostruzione del seno destro, dopo 22 mesi di attesa in compagnia di un espansore tissutale che, soprattutto negli ultimi tempi, faceva di tutto e di più per non lesinarmi la sua affettuosa, pressante presenza.
Di quei giorni del secondo intervento non parlerò stasera, fanno parte della "storia mia", diverso vissuto... un altro momento. Lo rivivrò, dedicando il giusto spazio e le emozioni "ricostruite" di intensità simile.
Ecco... le emozioni, un giorno "quasi" qualunque che si fa spunto per offrirne su un piatto d'argento.
Quando ricevetti la telefonata per il ricovero fissato nello stesso pomeriggio, pensai subito che avrei voluto riportare ogni minima sensazione, per condividerla certamente, e non solo...
Quindi avrei annotato tutto con precisione, ora e fatti, dialoghi e persone... particolari compresi, anche minimi.
Quella tarda mattinata, così pensavo...
- Porterò con me il "vecchio diario"... quello con la copertina rigida di cartone e la mezzaluna d'argento... dove cominciò la "narrazione", prima dei fatti e degli incontri con persone meravigliose, tante da aver perso oggi il conto... e poi dei sentimenti e delle emozioni, intense da lasciare il segno.
In questi giorni continuerò a... scrivere su quelle pagine, alla vecchia maniera... ci saranno cancellature e parole ricalcate sopra, perché la foga dello scrivere di getto comporta anche questo, e periodi senza punteggiatura perché non sfugga alcun particolare del sentire col Cuore e del ragionare con la mente. Tanto poi una virgola e un punto non aggiungono niente... magari tolgono qualcosa all'autenticità dell'emozione.
E quando tornerò, rivivendo quel recente passato, riporterò ogni cosa in un flashback intensamente vissuto e arricchito del "dopo" -
Questo pensiero alleviava non poco l'ansia dell'attesa... è come quando si parte e si lascia la propria casa e le abitudini... un po' dispiace, però poi si pensa al ritorno e si è contenti perché tutto apparirà diverso... praticamente nuovo.
Su quel vecchio diario con la mezzaluna d'argento, quanto ho scritto... ho riempito tutte le pagine, ne ho aggiunte altre e altre ancora, tanto che ho dovuto legare quel volumetto con un largo nastro rosso perché non si aprisse lasciando cadere i miei pensieri. Ci tengo molto a trattenerli perché non sfuggano e restino ben impressi.
E in realtà mi sono pure di grande aiuto quando preparo i "fiocchi di tenerezza"...
L'argomento articolato è sempre uno e solo, ma gli aspetti e i "colori" per presentarlo in "pillole" benefiche, sono tanti.
Ogni bigliettino è dedicato idealmente a ciascuno... i nastrini blu e rosso hanno un significato preciso, i colori della notte e del giorno... una possibilità di scelta che apre alla speranza.
Proprio quando si pensa di non avere scelta e la speranza sia smarrita.

lunedì 13 aprile 2015

QUANTO LA MENTE PUO' NON SEMPRE SAI


Emoticon heart 
E' vero... un concetto difficile da spiegare con parole semplici, anche se l'esperienza l'ha dimostrato infinite volte, la Mente ha un potere incredibile. Nel bene come nel male.
La immagino a due facce, di fronte alle situazioni della vita, una sola a mostrarsi, affrontare, valutare... risolvere. La riuscita e ancor prima il percorso dipenderà dalla scelta, ovviamente lasciando il pur minimo margine all'imprevedibile, a ciò che a Noi non è dato sapere.
Intanto ci avviamo e assicuriamo le speranze al "pronto soccorso" della Mente.
E' il caso della mia Amica Gerardina, combattente di lungo corso... 12 anni di malattia, ed ogni volta che la sento è come avesse un fastidioso "raffreddore recidivante".
Alla fine dell'estate aveva i marcatori talmente alti che il suo oncologo, notoriamente persona pacata, non riuscì a trattenersi nel metterla in allarme.
Lei, per tutta risposta, replicò... ce l'ho una ventina di giorni? Ho qualcosa da sistemare. Poi venne da me dicendo... guarda un po', secondo me prima di tutti quegli zeri ci deve essere una virgola, perciò i "marcatoni" sono nella regola anche perché io mi sento bene, ma bene proprio.
E continua a... pensarla così, soprattutto ora che comunque, tra terapia "tanto per farla" e pensiero positivo "non stop", i marcatori sono scesi di parecchio.
Che dire se non è capacità della sua mente che... "a quello che c'ha, non pensa proprio"?
Un paio di giorni fa poi, ho incontrato in reparto Raffaella e Antonio... alla prima che vedevo solo allora ho chiesto se fosse all'inizio del percorso, e lei mi ha risposto con una risata, vera risata sonora... ehhh, sono vent'anni, l'avevo scordato, ora si è ricordato lui di me... va be', c'ho 80 anni e ci può stare pure. Vedremo chi vince, io dico che ce la faccio pure stavolta.
E un'altra risata come saluto.
E Antonio?
Beh, Lui combatte con le sue stesse vene, veramente ci parla con loro...
Prima di venire qua, le avviso... comportatevi bene, mi raccomando, qualche altro ciclo dobbiamo fare, e io quel "rubinetto" (cvc... catetere venoso centrale)... lo sapete bene... non me lo voglio mettere. E lo sai, signora Maria... che fino ad oggi mi hanno favorito? Sono più forte io.
Già... più potente della Mente, niente c'è.
Fin quando Dio vuole o il destino permette.

domenica 12 aprile 2015

LA VITA E'... COME ME



Emoticon heart 
Stasera, anzi data l'ora... stanotte mi gira così. Una botta di vita, la curiosità soddisfatta da una meraviglia quasi infantile, e infine l'esplosione...
La Vita è come me che la vivo, e la vedo così come sono, al variare dei momenti e delle situazioni, secondo le scelte e l'umore.
Attualmente un'esistenza che sta tra cielo e terra, giustificata da me in cerca di alibi continui e giustificazioni. Ma va bene così, se riesco a cavarmela e poi a voltare pagina più o meno rapidamente, anche quando penso non sia proprio possibile.
Così alla mia "pagina" non rinuncio, dovesse esaurirsi anche in poche parole... Io sono qui, come ogni sera, e alla fine sono sicura saranno più che poche parole... che pagina sarebbe altrimenti?
L'"esordio" già la dice lunga... oggi ho avuto una giornata che avrebbe fatto bene a raddoppiare le sue ore, 48 al posto di 24, e così sarei riuscita a fare ciò che dovevo senza arrivare sempre in ritardo e con l'affanno.
Ieri sera avevo fatto il mio bel programmino... mi ero organizzata alla perfezione, in teoria sarebbe avanzato anche del tempo per la preparazione dei "fiocchi di tenerezza", e invece...
Due ore dal risveglio per "carburare" invece dei soliti 60 minuti... sarà la primavera che comincia a farsi sentire.
Un terrazzo da pulire dopo le ultime piogge acide... letti da rifare... verdure da nettare. La giornata poteva concludersi qui, ma ancora...
Un'ora per cucinare invece dell'abituale mezz'ora...
Ed è a questo punto, al rintocco delle campane a mezzogiorno, che per tutto il resto il tempo si è dimezzato ed io sono stata colta all'improvviso dalla sindrome di "trottola impazzita".
Alla fine ce l'ho fatta ugualmente, per carità... però il ritardo "in crescendo" non l'ho più recuperato. Il pomeriggio è andato allo stesso modo e l'agitazione è rientrata quando finalmente ho detto... basta! E poiché le parole non hanno senso se non sono seguite dai fatti, ho detto, basta... e poi sono uscita.
Non era programmato ma un "colpo di testa" ogni tanto ci vuole.
Rompe la monotonia, allenta le tensioni... riporta armonia. Magari fa sentire meno cervellotici e anche più giovani... perché no?
Non me ne rendo sempre conto, ma dovrei... sono fatta così, mi serve poco per trovare spazio e un briciolo di felicità... perché non occorre guardare altrove se quello che desideri è alla Tua portata o a ben cercare proprio dentro di Te.
Sì, è vero...l'astuzia è tutta qua.
E se poi, vuoi fare tutto per bene... prova a guardarti dall'esterno, come fossi comodamente seduto in poltrona. Tra ricordi, momenti presenti e flashback... la Vita è come Te... un film con un lieto fine che non hai ancora scelto.

sabato 11 aprile 2015

PENSIERI CHIUSI IN UN ARMADIO

Emoticon heart 
Li ho scoperti stasera, simili a scheletri nascosti in un doppio fondo e dimenticati.
Nessun timore... non è la mia ennesima elucubrazione in un periodo non proprio al top, piuttosto una lucida anche se non troppo serena riflessione seguita a un timido tentativo di scrollarsi uggia e inquietudine.
Ci sono riuscita, si e no... in compenso mentre scrivo lo faccio con la tranquillità di sempre.
Oggi... al solito gli incontri di un venerdì in reparto... le condivisioni che risollevano l'animo... aggiornamenti vari. Poi nel pomeriggio i miei pensieri che nascono nell'osservare sguardi, ascoltare storie...
Dio... quanto sono simili queste storie, sembrano "capitoli" di una sola che è sempre la stessa.
Io ascolto e taccio... ascolto e ricordo. Non si può non ricordare... ma sovrapponendo "immagini leggere", fatte di progetti, desideri e sogni chiusi in un cassetto, i ricordi assumono l'alone velato che li rende meno dolenti.
Si... ci possono stare. Tutto va bene.
Stasera, non so perché o forse doveva essere così, mi torna in mente una camicetta che non indosso da tempo, in realtà è da un bel po' che non la trovo sottomano né mi sono premurata di cercarla.
Mi fisso... devo farlo... ora.
Certo, sarà l'occasione buona per mettere ordine nell'armadio, forse anche dentro di me e magari renderò pure stabile quell'altalenante serenità degli ultimi tempi.
Già...nella filosofia zen il riordino fisico è un rito che produce incommensurabili vantaggi spirituali, aumenta la fiducia in se stessi, libera la mente, solleva dall'attaccamento al passato... ma si, ci provo anche stavolta... funzionerà.
Comincio, e da quell'armadio ne sono uscite di cose... indumenti in genere, pensieri nello specifico. Tutto volutamente riposto in un immaginario doppio fondo... riportato alla luce da una coscienza che pensava di poter superare rimandando nello "spazio più nascosto", e intanto regalava ad una "facciata" solo apparentemente in ordine sforzi senza fine perché ogni cosa fosse al suo posto.
Un pianto liberatorio ha sgomberato dall'inutile, tutto finito in un grande sacchetto... domani non resterà traccia.
Ordine finalmente... e nuovi pensieri. So che altre occasioni simili si presenteranno, perché mente e animo hanno un bisogno continuo di spazi ampi per rinnovarsi e venir fuori dalle confusioni inevitabili.
Rimanere nel caos a lungo non si può... significherebbe voler allontanare il momento dell'introspezione e della conoscenza.

venerdì 10 aprile 2015

RUMORE E MELODIA


Emoticon heart 
Si elabora e metabolizza un evento mediante le emozioni che l'hanno accompagnato. I giorni sembrano trascorrere lentamente, quasi fossero fermi a quel tal momento che... sei sicuro... non scorderai mai. Ed è vero, non lo dimenticherai, ma l'intensità di quelle emozioni col tempo cambierà... sarà diversa, mitigata, addolcita meno sofferta.
La perdita di Angela nel giorno di Pasqua, non posso negarlo... mi ha dato nell'immediato, un certo sgomento, ed è comprensibile per tanti e scontati motivi. Dolore quasi fisico ed anche paura. Non tanto la paura di "ritorni sgraditi" e non farcela, quanto quella di deludere, apparire un'illusa "imbonitrice di chiacchiere e sorrisi", con l'aggravante per me stessa di crederci pure personalmente.
E se così fosse?... di qui nascerebbe la vera paura, quella irrazionale che fa gran "rumore" dentro, in un crescendo inarrestabile, rovinando la "melodia" della vita.
Il bello del Presente, sfrondato delle negatività del Passato, vissuto come dono quotidiano con la gioia che ben predispone al Futuro, che non è dato sapere, fino a quando sarà regalo del momento.
Questa la "musica armoniosa" dell'esistenza, minacciata troppo spesso dalla paura, soprattutto irrazionale... come già accennato. E' un tipo di sentimento che scatena reazioni fisiche anche in assenza di un reale pericolo, ha origine da supposizioni e proiezioni circa qualcosa che potrebbe essere ma quasi certamente non sarà. Ansia e stress emotivo violentano il Nostro corpo provocandoci dei traumi inutili.
Addio, melodia...
La paura fisica è invece una reazione naturale a un pericolo reale, una sorta di "allarme" che ci mette in guardia e spinge a fuggire oppure a lottare dopo aver chiamato a raccolta tutte le risorse possibili. Questo tipo di paura potrebbe salvarci la vita.
E' come l'Overture dell'esistenza Nostra...
Fare pace con la Paura significa comprenderne le differenze, e amare se stessi incondizionatamente.
Semplici così come siamo, vulnerabili e poi forti, in lacrime e sorridenti, tristi ma alla fine gioiosi sempre. Solo per il fatto di esserci.