venerdì 11 marzo 2016

SE RESISTO... CONQUISTO



Sarò stato insistente e avrò raggiunto l'obiettivo.
Facile a dirsi, vero? Al solo pensarci, invece... impresa titanica. Soprattutto quando si tratta di patologia oncologica. Eppure sin da quando imbocchiamo il famoso tunnel non sentiamo altro che ripetere, devi essere resiliente, ricorda la resilienza. Non ti abbattere... lotta e resisti.
Ma che cos'è la Resilienza? All'inizio non avevo la pallida idea di cosa fosse. Il suffisso "-enza" mi riportava al termine, sofferenza e non poteva essere. Meglio l'altra parola, resistenza, ché solo a dirla metteva su il morale e spiegava il senso. Allora... resiliente, si... con alti e bassi ma sempre avanti senza mai fermarmi.
Si trattava di educarmi alla resilienza, che non può essere insegnata né trasmessa o inculcata, perché è insita nella persona. Devi cercarla, scovarla e metterla alla luce. Come dire... non si può sapere quanto coraggio hai finché non avrai provato una grande paura. Due grandezze in antitesi ma direttamente proporzionali.
Nella "malattia" la capacità di reagire e il manifestarsi della forza interiore si presenta con un accenno, il "Coping" ovvero la volontà di lottare dopo aver accettato la situazione. Si realizza poi con la "Compliance", l'adesione piena e fiduciosa alle cure e ai trattamenti.
Pensieri cognitivi ed emozioni positive spingono ad agire a favore della salute, rinforzando il sistema immunitario.
Fidarsi ed affidarsi sono le "linee guida" perché si possano sopportare fastidi e disagi, accettare senza però rassegnarsi.
Cambio ciò che è in mio potere e intanto ascolto le mie emozioni.
Io ho fatto questo, in un certo senso assecondai l' Evento, fiduciosa però di poter andare oltre.
Non ho alzato muri per isolarmi nella falsa convinzione di proteggermi, ho seguito i venti, a volte contrari e spesso favorevoli.
Un modo come un altro per viverla e lottare...

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