lunedì 11 aprile 2016

CHI NON LE RICORDA...?


Impossibile. Le bambine della mia età... anno più anno meno... non possono aver dimenticato il fascino sereno delle bambole di carta. Presero a venir fuori sulle pagine centrali dei giornaletti per l'infanzia, bisognava ritagliarle seguendo attentamente i contorni, e poi incollarle sul cartoncino "bristol", e poi ripetere l'operazione anche coi vestitini e gli accessori che si facevano indossare alle bambole-bimbe-modelle piegando delle linguette, necessario prolungamento ridotto al minimo, ché non si notassero.
Che sogno... fatto di niente. La dolce realtà ad un'unica faccia, perché sul retro la bambola si riduceva ad una sagoma anonima, ma non importava dal momento che eravamo totalmente coinvolte in quel gioco che faceva sentire grandi, ricche ed eleganti con un guardaroba da favola. Bastava fermarsi a quello che appariva subito... dopo aver ritagliato, incollato e posto tutto sul tavolo e in una scena immaginaria decisa volta per volta. Finito il gioco si riponeva bambole, vestiti ed accessori nelle scatole di latta, rettangolari o quadrate... poi in un cassetto o in un cesto sotto il lettino. Felicità a portata di mano.
E' un periodo che vado un po' sull'onda dei ricordi. Sarà l'età. E man mano che questa avanza quelli si fanno sempre più antichi. Forse per ricerca inconsapevole di protezione, poiché la Mente e non solo, pure l'Animo sente l'esigenza vitale e pressante di tenerezza e serenità. Da anziani si torna quasi bambini, e diciamo che io su quella strada mi sono avviata, sempre giovane dentro ma con la carta d'identità in tasca come promemoria.
Ma poi... perché devo e voglio... ritorno alla realtà sia pure in modo diverso, e strategicamente per un po' mi rifugio nei ricordi, quelli teneri della mia infanzia, quando tutto era più genuino o per lo meno era visto con occhi da bambino.
Una sera mi capitò sotto gli occhi la "ninna nanna" di Mary Poppins, la "canzone della cattedrale". Erano più di 50 anni... una vita.
Andare al cinema per vedere questo film, fu una festa. Per giorni e giorni quel noto ritornello... basta un poco di zucchero e la pillola va giù... e presi pure a costruire case per le bambole con le scatole di scarpe, e a riempire fogli con pensieri e disegni che riportavano al film. Una gioia autentica, pura... troppo bella.
Poi, all'improvviso un evento da grandi, e in un giorno fui "grande" anch'io, e ripensando a quel film mi veniva da piangere, ma non mi sentivo triste.
Era solo voglia di tenerezza. Come questa sera.

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