sabato 24 settembre 2016

LA MIA "MANSIONE"


Sorrido ancora. Quando ho sentito chiedere a me quale fosse la mia mansione avrei voluto addirittura ridere. Ma visibilmente divertita, ho risposto... non ho mansioni.
Ma veramente?!... e la signora è stata colta di sorpresa... veramente dite? E il camice?
Beh, come una rondine non fa primavera, l'abito non fa il monaco, manco un camice fa... una mansione.
Me la sono cavata al solito con le abituali frasi fatte, sono sempre "comode" da usare mentre pensi a cosa dire realmente. E non si può mica sempre avere la risposta pronta, no? Perché è vero, sono una volontaria ma a volte un po' sui generis, sulle righe... e ci risiamo coi modi di dire... ma è così. Forse è per questo che ai più risulto simpatica, perché sdrammatizzo la "mansione".
Senta, signora... mi aveva chiesto non appena mi ero avvicinata a Lei col mio cestino... mi fa la cortesia di chiedere a questi che vanno su e giù e poco concludono, quanto ancora devo aspettare per una semplice puntura? E' dalle otto di stamattina che aspetto...
E per l'ennesima volta sono ricorsa alla solita risposta adottata...
Siamo o no pazienti? Paziente sono stata anch'io e in un certo senso lo sono ancora. E da paziente ho imparato a pazientare. Attendere con pazienza.
E' una parola, signora mia... uno pure si scoccia, si stanca. Per cortesia, vada a dire che se entro dieci minuti non faccio niente, non se ne fa niente. Vado via.
Accanto a Lei, il nipote... con gli auricolari faceva finta di leggere, poi avvertendo la mia presenza ha preso ad ascoltare, e intervenire in mio "soccorso". Una "tosta"... la signora, paziente impaziente con una storia lineare di malattia, non altresì di vita. Eppure oltre della lunga attesa aveva preso a lamentarsi anche del Suo stato di salute nonostante l'età avanzata.
Dai, sei stata fortunata nella sfortuna. Alla Tua età, che tra l'altro porti benissimo, tutto sta andando nel modo migliore. Pensa a Chi vive questa esperienza ed è molto più giovane...
A questo punto, un lieve tocco sulla mia spalla...
Maria, che cosa devi dire? Io sono qui dietro di te.
Mi sono voltata. Era una ragazza dell'età di mia figlia... ora sta vivendo una recidiva.
Già. Bisogna sempre pesare le parole. Fare attenzione, per non rischiare di recuperare e perdere nello stesso tempo.
Dura mansione quella del continuo, precario equilibrio in situazioni tanto delicate. Non si finisce mai di imparare.

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