lunedì 31 ottobre 2016

TERREMOTI

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Se ne parla così tanto e a giusto motivo, che altro non avrei da dire. Solo esprimere sentimenti di solidarietà, vicinanza e partecipazione. E viene immediata e spontanea qualche riflessione, scontata anche questa ma inevitabile e comunque utile se condivisa.
Chi, in presenza di un così grave evento naturale e pur non colpito direttamente, non sente franare la terra sotto i piedi?
Il senso di precarietà diventa fortissimo, si ridimensiona ogni supponenza, velleità e falsa credenza.
Così è. Così dovrebbe essere. Soprattutto quando non si è per sé soli, con una responsabilità importante e di un certo peso.
Il compito di ogni essere ragionevole sarebbe quello di cercare la stabilità per quanto è possibile, garantendola così anche a Chi intorno ruota. In realtà nessuno può considerarsi al centro dell'universo, lo si diventa come punto di riferimento. E perciò mai tradire la consegna, anche a costo di grandi rinunce.
Ma succede, e neppure molto raramente, che per motivi celati ma facilmente supponibili, si lanci la pietra e si nasconda la mano. Oppure si ponga la palla al centro e si aspetti il rilancio. Cogliendo alla sprovvista. Provocando un autentico terremoto emotivo.
Cambia tutto all'improvviso, e netta è la sensazione che nulla più sarà né potrà tornare come prima.
Le situazioni, come ogni cosa, cambiano ma a questo punto dipende da ognuno far sì che vadano per il meglio.
Con fiducia, speranza e fede.
In fondo le Nostre storie sono fatte di tentativi per restare coi piedi ben piantati in terra e lo sguardo rivolto al Cielo.

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