mercoledì 1 marzo 2017

PREZIOSAMENTE... AGATA


Alessandra nel raccontare la Sua storia si è definita una "privilegiata" per due motivi. L'anno precedente alla malattia si era dedicata ad una cara amica colpita dal tumore, poi quando era toccato a Lei aveva preso a gestire la situazione con la massima lucidità, abituata ormai a restare distaccata anche se emotivamente coinvolta. Poi essendo Suo marito chirurgo nella Senologia, e Lei infermiera con possibilità di contatti in ogni struttura complessa dell'azienda, aveva poco faticato nel definire quasi da sola un agevole percorso di cura. Durante la chemio quindi aveva riflettuto, e di qui aveva concepito la prima "idea" di associazione per le donne. Donne colpite da carcinoma mammario.
L'incontro di ieri è stato definito dai relatori una "chiacchierata", un termine che intendeva sdrammatizzare l'argomento, farne comprendere il senso oltre che fornire giuste informazioni.
Uno slogan di qualche tempo fa affermava a proposito di altra grave patologia... se lo conosci, non lo temi. Trovo che sia validissimo anche per il tumore, soprattutto quello al seno, che colpisce la donna non solo nel corpo ma nell'identità, col rischio che possa non riconoscersi più.
A tale scopo è importantissimo conoscerne le cause, i sintomi e l'evoluzione, che è da precisare, non sono uguali per tutte, come non sarà mai possibile trovare due tumori identici.
Si parte dalla diagnosi che verrà stabilita in base ad esami specifici... Rx mammografia, ETG che risulta esame complementare, e l'Istologia o biopsia che delinea i connotati definitivi del tumore.
Si passa quindi all'anamnesi, per cercare le probabili cause o concause. Alimentazione... Fumo... Obesità... allattamento... scarsa attività fisica... contraccettivi ormonali... Etnia.
A proposito dell'attività fisica, le statistiche affermano che un esercizio regolare riduce del 30% il rischio di ammalarsi di tumore, come pure un'alimentazione sana senza forte dipendenza da alcool e fumo. In conclusione un sano stile di vita dovrebbe quasi escludere l'eventualità della malattia anche in presenza di familiarità.
Notizie davvero confortanti.
La recente realtà di una Breast Unit locale, un vero modello, paradigma destinato a diventare sistema per altri progetti futuri, ha migliorato notevolmente i percorsi di cura da cinque anni a questa parte. E' un modello assistenziale che garantisce percorso di diagnosi e cura dallo screening alla malattia avanzata, una valenza multidisciplinare, requisiti quantitativi e qualitativi (EUSOMA), adeguato bacino di popolazione, un'equipe dedicata trasversale.
Tutto questo, naturalmente richiede un costante aggiornamento e la professionalità non di un singolo ma di un gruppo che deve lavorare in modo integrato, con un continuo scambio di dati, informazioni, discussione e conclusioni diagnostiche e terapeutiche.
Questo gruppo di lavoro deve comprendere diverse figure professionali.
Il chirurgo senologo - il radiologo - il medico nucleare - l'anatomo-patologo - il biologo - il chirurgo plastico - il radioterapista - l'oncologo medico - il fisiatra e il fisioterapista - lo psico-oncologo - il genetista - l'infermiere dedicato - il medico di medicina generale - il dietista - il volontario.
Figure professionali tutte strette insieme, concentrate ed accorte nel curare, sostenere la paziente fino al termine del percorso terapeutico, e si spera un giorno anche nella "lungo sopravvivenza". Periodo importantissimo, per niente da sottovalutare sia dal punto di vista medico che psicologico.

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