martedì 25 aprile 2017

PSICOLOGIA DEL SERVIZIO


Quindi... quell'unica parola, "Volontari" dovrà riassumere in sé... Disponibili ed Altruisti, Formati ed Informati, e poi aggiungeremmo anche... Intuitivi.
Già, perché occorre essere bravi a capire Chi si ha di fronte, non solo la problematica del momento che lo riguarda e le eventuali reazioni, ma pure il temperamento e le peculiarità del carattere. Per non fare errori nell'approccio e poi continuare una buona "relazione di aiuto".
Si parlerà di "Psicologia del servizio", che si avvale in parte della "Fisiognomica", ovvero...
di quella disciplina pseudoscientifica che attraverso la fisionomia ed alcuni atteggiamenti espressivi intende dedurre i caratteri psicologici e le inclinazioni di una persona.
Ad ognuno perciò, considerate anche la situazione e possibilmente la storia, ci si porgerà in modo diverso, assecondando, incoraggiando e spronando... confortando. Con un'unica finalità... portare aiuto, accompagnare lungo un percorso non facile.
Ho potuto constatare anche in base alla mia esperienza che alla fine viene a delinearsi una tipologia di caratteri, ma sarà la pratica appassionata ed assidua del servizio a facilitare nel tempo il compito.
Sapremo così riconoscere il paziente di fondo ottimista, non diffidente che si racconta, ascolta e si ricarica di fiducia. E anche quello cauto che all'inizio si mostra scettico, perché convinto della concretezza delle proprie convinzioni, acculturato del problema che lo riguarda. Lucido e distaccato si racconterà, cercando di non mostrare debolezze. Ascolta con sufficienza, sorride più che altro per non deludere.
E incontreremo le pazienti del "gentil sesso". Alcune, ma sono poche, silenziose e quasi assenti. Altre che si "mascherano" di forza esagerata per non far intravedere la "minima paura", e parlano parlano fino a restare con un fil di voce. E tornano indietro nel tempo, fino ai ricordi più antichi... e lì capiremo che non vogliono restare da sole per distrarsi dal momento presente e non pensare al futuro.
Qualcosa che comunque accomuna i pazienti di entrambi i sessi, tranne qualche rarissima eccezione... è la "voglia di tenerezza", il bisogno di un "contatto fisico".
Un abbraccio, una mano stretta nella tua, anche solo un lieve tocco sulla guancia. Persino una carezza sulla testa "nuda".

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