giovedì 11 maggio 2017

TRA IL CANNETO E GLI ULIVI


Mercoledì dei soliti Nostri, seguendo la via degli agrumi, e non solo. Coi primi squarci di azzurro dopo qualche giorno di pioggia, abbiamo ripreso il giro.
Inizialmente l'intenzione era quella di spostarci verso una zona montana, poi abbiamo cambiato meta. La nostra riserva di limoni ed arance cominciava a scarseggiare, quindi bisognava fare di necessità virtù, e poi tornare in quelle che sono le località garganiche più ricche di frutti d'oro non è mai un sacrificio, anzi! Giusto un rapido passaggio prima per Rodi, e dopo in un posto dove davvero puoi ritrovarti, staccando da tutto.
Per risparmiare chilometri abbiamo fatto più curve. Tom Tom non era d'accordo, ma il "capo" al solito non ha dato ascolto alla suadente voce, e se ne è andato per tornanti, attraversando boschi e "gongolando" per gli occhi dolci di una mucca incontrata per strada. Tant'è e tutto sommato non è manco male, considerato che possono essere anche queste piccole gioie che aiutano a vivere.
Compiuta la missione agrumi, ci siamo diretti sulla "via della Croce". Tom Tom e pure il rustico segnale indicavano a sinistra, il "capo" al Suo solito ha girato a destra. Meglio non fidarsi... ha detto... seguo il mio istinto. Ed infatti ha sbagliato, perciò... dietro front, inversione ed abbiamo perso altro tempo. Pazienza... pareva dire con gli occhi un puledrino all'interno di un recinto, quando abbiamo fatto sosta per qualche scatto. La mitezza di quello sguardo ha sortito un effetto altamente terapeutico, in pochi minuti curve, tempo perso e percorso errato sono diventati un ricordo lontano.
Poi finalmente, eccoci arrivati. Lago di Varano, al piccolo e bianco Santuario della Santissima Annunziata e al Suo Crocefisso, immerso nell'acqua.
Non si può descrivere la sensazione che prende a quella vista. La superficie increspata sembra danzare ai piedi del Cristo messo in croce, sotto gli occhi del Cielo mentre la Terra è in attesa.
Come colonna sonora, la voce del vento, il miagolio di un gatto "questuante" che fa le fusa per qualche tocchetto di panino, il ronzio delle api. Più in là, scendendo verso il lago, tra il canneto e gli ulivi... una vastità scintillante sotto il sole del primo pomeriggio.
Giuro di aver dimenticato tutto, pure Chi ero. E Chi ha fatto torto per miseria d'animo, innata o acquisita. Ho scordato gli appuntamenti sanitari che mi aspettano tra un po', le ansie e i crucci per i figli, e poi... poi tutto quanto c'è di più. Quello che faccio e non mi basta, e il tempo che scarseggia per quel poco che faccio... insomma, e per fortuna... tutto azzerato. E così sono tornata a casa, tranquilla come pecora all'ovile, mite si, ma indomita e combattiva sempre, perché serena e positiva più di prima.

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