lunedì 31 luglio 2017

LA RINASCITA DI UN'ANIMA


Non mi stancherò mai di ripeterlo, ciò che ricevo ogni giorno per quella scelta che non fu totalmente mia, è dono, ricchezza, gioia. Soprattutto gioia quando vedo qualcuno riprendere anche un minimo di fiducia tramite il mio contagio positivo. Beh, devo ammettere che se mi ci metto so essere davvero "virale", ma va bene così, il fine giustifica i mezzi, qualcuno diceva non certo per nobili scopi, posso invece ben dirlo io vista la "causa".
Bene, dicevo... quando qualcuno riprende fiducia, io mi sento felice e così "oso" un po' di più e cerco di coinvolgere attivamente. Tenere la mente occupata è altamente terapeutico... vedete me! E poi... fare qualcosa di creativo gratifica molto, porta l'autostima alle stelle, convince che tutto si può, si comincia, ad esempio con una pennellata di colore su una tela, un punto basso ed uno alto all'uncinetto, una frase venuta su all'improvviso scritta su un foglio immacolato, ed è fatta! Si comincia ad andare più spediti.
Da qualche mese ho conosciuto in reparto una dolcissima persona, all'inizio provavo pena per Lei tanto era spaventata e sfiduciata, poi piano piano si è ripresa, ogni tanto gli occhi ancora le si riempiono di lacrime però non affonda più la testa nel cuscino, siede a letto sempre più dritta e sorride qualche volta in più. Ora mi fa tenerezza per tanti motivi, uno è la scelta dei bigliettini esclusivamente legati dal nastrino celeste. Celeste perché è il colore che la riporta al Suo unico figlio.
Dici che ce la farò?... mi chiede ogni tanto... perché non dovresti farcela, certo che ce la farai... le rispondo. Ed intanto per agevolare alla Speranza il suo percorso, ho proposto a Lei, creatura sensibile e momentaneamente fragile, di fare qualcosa insieme. Poiché sa esternare bene con le parole ciò che prova, perché non tentare di scrivere, o anche solo condividere un testo di altri, particolarmente sentito come affine a sé?
La cosa l'ha entusiasmata, ed oggi tramite WhatsApp mi ha inviato questo...
Una stupenda preghiera poesia in dialetto romanesco.

IO E DIO
Ve vojo riccontà ‘na storia strana.
Che m’è successa propio l’artra settimana...
Camminavo pe’ r vialone davanti alla chiesa der paese. Quanno ‘na strana voja d’entrà me prese.
Sia chiaro: non so mai stato un cristiano praticante; se c’era un matrimonio, se vedevamo al ristorante...
Ma me so sentito come se quarcuno, me dicesse: “dai entra, nu’ c’è nessuno!”
Un misto de voja e paura m’aveva preso ma ‘na vorta dentro, restai sorpreso.
La chiesa era vota, nun c’era nessuno.
La voce che ho sentito era la mia, no de quarcuno.
C’erano quattro panche e un vecchio crocifisso de nostro Signore.
“Guarda te, se a chiamamme è stato er Creatore”...
Me gonfiai er petto e da sbruffone gridai: “ So passato pè 'nsaluto”...
quanno na voce me rispose: ”mo sei entrato, nu' fa lo scemo mettete seduto!”
Pensai:" mo me giro e vado via", quanno quarcuno me rispose: “Nu' te na‘ nnà, resta … famme compagnia”.
“Famo n’altra vorta ... , poi mi moje chi la sente: è tardi, sarà già tutto apparecchiato!”. “Avvicinate nu fa lo scemo, ‘o so che nu' sei sposato.
Me sentivo troppo strano, io che nun avevo mai pregato.
Me sentivo pregà dar Signore der creato:“Signore dateme na prova, devo da crede che sete veramente Iddio che tutto vede”
“Voi na prova ? Questo nun te basta? Te sei mi fijo e io sto qua inchiodato pe' er bene che te vojo!”
“Me viè da piagne, me sento de scusamme. Signore ve prego perdonate le mie mancanze; a sapello che c’eravate pe' davero … Venivo più spesso, ve accennevo quarche cero”.
“Ahahahahhaha ma te pensi che io sto solo qua dentro? Io so' sempre stato co' te, nella gioia e ner tormento. Te ricordi quanno eri piccolino, Io pe te ero Gesù bambino! Prima de coricatte la sera me dedicavi sempre 'na preghiera, era semplice, quella che po fa' er core de un bambino; me facevi piagne e co' le mie lacrime te bagnavo er cuscino!! Poi anni de silenzio… te s’è indurito er core proprio verso de me, che t’ho fatto co tanto amore. Te gridavo: " fijo mio sto qua, arza l’occhi, guarda er tuo papà! " Ma te gnente… guardavi pe tera e te ostinavi a famme la guera. Poi, quanno tu padre stava male e tu già pensavi ar funerale, sur letto de morte… nelle ultim' ore T’è scappata na preghiera…: “Te affido ar core der Creatore”. Ecco perché t’ho chiamato, pe' ditte quanto me sei mancato."
Ho cominciato a piagne dalla gioia e dar dolore… Ho scoperto de esse amato dar Signore…
Questa è na storiella che nun ’ cia' niente da insegna';
solo che 'ncielo c’è un Dio che piagne se lo chiami "papa’"!
Che dire...?! Mi sono commossa. Un testo fra la favola e la preghiera, nessuna retorica, semplicità estrema. Lei ha pensato di inviarmela così, senza alcun commento tanto per cominciare. Io l'ho accolto come un altro regalo da parte Sua, perché me ne fa tanti davvero anche se non se ne rende conto. Comunque finalmente, siamo giunti al dunque, e credo che da oggi, nuova consapevolezza sarà. Per entrambe.

domenica 30 luglio 2017

INSOFFERENTE DENTRO


Sono cambiato... oppure... non sono più la stessa persona, queste le affermazioni più frequenti di Chi vive la "parentesi" del tumore. E ancora... prima ero sempre stanca, ora non starei un attimo ferma nonostante il pensiero della malattia, la chemio.
Poi c'è Chi dice che scorda tutto e sta perdendo la memoria, Altri sono sempre nervosi, io invece dopo attenta autoanalisi, affermo con certezza... sono insofferente dentro. Mentre prima non lo ero mai stata, e mi facevo mille problemi accusando colpi su colpi, e scusavo gli Altri piangendomi addosso, col risultato di sentirmi alla fine abbattuta, sconfitta per l'ennesima volta, delusa da me stessa. Sarà stato per questo che sorridevo poco, pochissimo, quasi niente fornendo l'impressione a chissà quanta gente di essere scostante. Eppure ero la persona più accomodante del mondo, lo sono ancora ma non sempre e comuque, perché "insofferente dentro" di fronte ad ogni bugia, attitudine comportamentale o reazione esagerata. Però mai violenta verbalmente, bensì con garbo ed ironia a dar sfogo a quell'insofferenza che mi prende e accompagna per tutto il tempo.
Che strana sensazione, a volte pare sia in contraddizione con la mia nuova vera natura, eppure è così, non posso negarlo.
E se mi si dice che non sono sempre comprensibile, predico bene e razzolo al contrario, o ancora che dovrei essere in un modo solo per far contenti gli pseudo difensori della sincerità costi quel che costi, io controbbatto da autentica insofferente dentro che non sempre si può, esclusivamente per amor di pace e poter poi raggiungere gli obiettivi con lealtà e non dalla parte del torto.
Chissà se devo questa insofferenza dentro al mio passato recente o invece è la naturale evoluzione della persona col passare del tempo. Già, perché per quanto voli, sembra lasciare segni profondi. Orme pesanti da camminata stanca, imposta, non scelta. Subita.

PRIMA DELLE FERIE D'AGOSTO


Anche Luglio sta scivolando via. Una dopo l'altra sono trascorse le date dei "miei anniversari", ancora qualche altro giorno e sarà Agosto, per eccellenza il mese delle ferie.
E tu, qualche giorno non te lo prendi?... mi si continua a chiedere un giorno si e l'altro pure, ed io rispondo vagamente e poi archivio, nel senso che dimentico il periodo, le ferie e quelli che in vacanza ci vanno. Francamente io non ne sento l'esigenza, mi bastano le "rapide fughe del mercoledì" per ricaricarmi e continuare.
Ma... almeno qualche giorno!?... e con questa domanda in me quasi si insinua un leggero senso di colpa, come facessi torto a qualcuno.
Certo, giusto qualche giorno quando chiudono qui per Ferragosto.
Ah, meno male. Perché bada... non puoi tirare la corda all'infinito...
Quanta premura, mi dico... ma la ripetuta insistenza non sarà dovuta ad incapacità di capire, condita da una punta di invidia? Perché io resisto, resisto davvero e stanchezza non sento.
E va be', vuol dire che il mio cuore è sempre in vacanza.
Come è possibile in un luogo così?
E' possibile quando si vuole bene a se stessi a tal punto da amare gli Altri incondizionatamente, e capirli e confrontare il loro vissuto col proprio, e suggerire piccole strategie di sopravvivenza.
Poche parole e fatti concreti. Sarà Chi è di fronte, a voler parlare, raccontare di sé e cosa lo sta aiutando a cambiare, anche se vorrebbe andare più in fretta, arrivare alla conclusione... riprendere in mano la sua vita.
Ma dimmi, per me andrà tutto bene?
Certo che si, perché non dovrebbe?
E intanto penso, e a tratti mi accorgo che non sono poi così lontana da Te, da ciò che vivi e come lo vivi.
Ancora i ricordi tornano per una tiratina d'orecchi, in sette anni sono migliorata davvero, ora anche l'approccio all'Altro è diverso, più pacato e sereno. Merito mio? No, solo dono dell'esperienza viva.

venerdì 28 luglio 2017

IL MIO BLOG E' ON LINE DA...


7 anni e 1 giorno! Già, perché al solito la mezzanotte è passata da un po' e la festa è scivolata via ancor prima di cominciare. Il tempo trascorre in fretta, e se all'inizio ero presa da me stessa, complice una strana euforia e poi in seguito ho cominciato a mettere in fila giorno dopo giorno, i mesi e gli anni così semplicemente, annotando emozioni bellissime ma del tutto personali, ora è diverso perché ci sono gli Altri a colmare l'esistenza di ogni Ben di Dio. E pure se mai avrei pensato né voluto essere spettatrice di tanto, la "compassione", l'essere insieme e accanto... è diventata una passione.
Così c'è mancato poco che oggi scordassi il compleanno del mio blog, "Continuare a...", e sarebbe stata la prima volta e non perché ormai son sette anni. Certe cose, date e fatti non si dimenticano, non si può, soprattutto per quella "sopravvivenza" che la Vita stessa, indirettamente o meno, non fa che ricordare ogni momento.
Oggi, una giornata come tante da allora in poi... un rapido incontro, quasi di corsa. Un uomo portato al sorriso, per la prima volta con gli occhi cerchiati di pianto. Naturale che il pensiero tornasse indietro, un flashback nel dolore, e poi con un balzo al presente che non rifiuta o evita il dolore, ma lo elabora e in un certo senso sublima in speranza che non muore. Sia quel che sia, il cammino è Insieme, cercando di confortare non con parole tanto per dire, ma qualche consiglio pratico sempre ben accetto perché... "tu sai, ci sei passata", e stretti abbracci tanti e ricambiati. Come ricambiate sono le risposte ai messaggi quotidiani, anche tacite perché in tal caso vuol dire che l'Altro non può, non sa, non vuole farti soffrire.
Questa è la ricchezza che riempie adesso i miei giorni... e il mio blog allora cosa c'entra?
E' il diario che vede aumentare le sue pagine, e non conosce fine, almeno fino a quando potrò continuare a... scriverne.

ORA NON HO PIU' PAURA...


Semplicemente non ho più paura perché ho scoperto qualcosa di interessante riguardo il coraggio.
Primo... è un bene in dote a Tutti. Secondo... viene fuori solo grazie alla paura.
Nell'immediato la paura pare un nemico in carne ed ossa che si veste di coraggio per mascherarsi e apparire serena normalità e così con l'inganno annullarti.
Già... per me alla comparsa del tumore lo sgomento, l'angoscia di una verità intuita furono tali da far sì che nascondessi la cosa a tutti per due mesi.
Speravo passasse da solo, per paura del percorso che avrei dovuto vivere.
La paura mi attanagliava, impediva di svolgere le più normali occupazioni... persino fare la doccia pesava, perché avrei dovuto passare la mano sul seno destro che reso liscio dal bagno schiuma metteva in evidenza quello che mai avrei voluto si vedesse.
Paura coraggiosa nel non rivelarsi, perché non si capisse che cosa stesse succedendo, non si sconvolgesse non solo la mia esistenza ma quella di un'intera famiglia. Come fosse possibile...
Evitavo di incrociare sguardi di conoscenti, staccavo i telefoni... mi chiudevo in camera a consultare internet e libri di medicina, volevo sconfessare il mio intuito che purtroppo non sbaglia mai. Poi venivo fuori ad orari precisi, sempre silenziosa e irritabile se marito o figli cercavano di scuotermi da quella specie di torpore.
Il coraggio della paura si alimenta e diventa forte di silenzi... lunghi, prolungati e rifiuta di rispondere persino agli impulsi interiori che vorrebbero scalzarlo, separarlo da quel fantasma e renderlo unico nella sua valenza. Semplicemente... coraggio.
Ci riuscii un giorno, finalmente e per fortuna, all'improvviso mi fermai per qualche momento a respirare e fui consapevole dell'energia di vita che entrava ed usciva dal mio corpo, come un "vento favorevole". Ero viva, avevo tutte le possibilità... potevo ancora continuare ma dipendeva da me.
Presi il coraggio a piene mani e fu così... Coraggio senza Paura.
Verso una soluzione, un porto sicuro.
E al "varo" della storia, ancor prima della paura, forse fu ansia, o timore di ciò che non si conosce. Perché il nocciolo della questione è proprio nella non consapevolezza che paralizza volontà di azione e speranza, fa sentire inadeguati ed incapaci di fronte a quel futuro, il cui pensiero pari ad un fantasma appare a tratti. E fa paura.
Gestire tutto questo è molto difficile, puoi aver vissuto già momenti critici e l'esperienza avrà pure lasciato qualcosa di positivo, ma ugualmente sentirai venir meno la terra sotto i piedi.
Ti metterai dritto, quasi radicato, ma guai se una folata di vento capiterà solo a lambirti.
Brividi lungo il corpo, e freddo per tutta l'anima.
Il contagio negativo è deleterio, sia che venga da Te per i tuoi stessi pensieri, sia dall'esterno. Per non cadere dovrai mettere la mente in pausa e ossigenare l'animo, e poi... continuare.
Continuare a credere che anche se fosse il peggio, oltre il peggio si potrà andare. Saltare un fosso, creare un ponte tra le due parti opposte di un burrone, e passare... "oltrepassare" anche questa.
Alla fine ciò che può tormentare in modo latente è soffrire o veder soffrire, e così addirittura si arriva alle conclusioni... essere schiacciati, la fine di tutto, e non la possibilità di farcela sempre e comunque.
Si ha sempre paura di ciò che non si conosce, eppure anche i consapevoli affermano di provare l'ansia, temere.
Oggi blocco in tempo la paura, prima che si insinui pericolosamente.
Ho imparato a gestirla, finalmente nascondendola perché non mi convincessi di essere debole a tal punto da soccombere. Fede e fiducia poi mi vengono in aiuto ed anche l'incoscienza voluta come oasi felice alla fine fa la sua parte.
E con la paura fuori dalla vita, mi sento forte, sicura di potercela fare sempre. In ogni situazione.

mercoledì 26 luglio 2017

IL SENSO LATO DELL'AMORE

Finché non si vive qualcosa che mette di fronte a se stessi, consapevoli della propria fragilità, dei limiti ma pure della capacità di superarli mettendo in campo tutte le risorse possibili, fino a quel momento... dico... non si comprende in pieno che cos'è l'Amore.
Da ragazzini è il tuffo al cuore per un paio di occhi azzurri, un bacio desiderato e a volte rubato solo in sogno, poi crescendo il sogno si realizza e diventa concreto nel viverlo in coppia. E' questo l'Amore classico, comunemente inteso, che vive e si nutre di se stesso, lentamente evolve e pian piano si spegne con l'uomo. Porta frutti ma in quell'ambito che l'ha visto nascere e crescere. Chi lo vive così quasi si sente dominato, vorrebbe spaziare, intuisce che deve, però...
Poi capita che... come diceva un marito stamattina... devi andare dove non avresti mai pensato né voluto, e comprendi, aggiungo io, che per vivere hai bisogno di altro genere di Amore, quello che ti fa riconoscere nell'Altro che è nella stessa condizione. Ci si capisce senza parole, si dona conforto reciproco con il semplice sorriso, all'inizio tirato poi sempre più aperto... in tre ore è come conoscersi da sempre, aver condiviso giochi e scuole, ci si affeziona insomma, perché uniti dalla stessa sorte.
E' la vita che lo vuole e non ti puoi tirare indietro, continuava sempre quel marito, e l'altra paziente in camera, allora mi ha guardato e con gli occhi e un lato della bocca ha espresso tutto il Suo pensiero che ha messo in chiaro una volta che siamo rimaste da sole.
Lei, positiva al massimo...
Ma Chi può dire che la Vita c'ha voluto male veramente? Alla malattia io non ci penso mai, faccio tutto e anche più di prima e sempre con amore, persino i dolci. E poi sento di voler bene pure a Chi non mi è niente, è come se le persone che incontro e conosco mi aiutassero solo perché capitano sulla mia stessa strada. Se la Vita lo vuole, non è che a me andrebbe di tirarmi indietro, nemmeno se potessi.
Vero, ho pensato... neanche a me andrebbe. Anzi. Fu così che in ognuno vidi e riconobbi il bene per me stessa e idealmente mi attaccai come l'edera ad un tronco vicino.

martedì 25 luglio 2017

NON SOLO FOGLIE ARSE DAL SOLE


Giorni di grande calura si alternano a brevi momenti di pausa, il sole alto e cocente di questo periodo ha bruciato tantissime foglioline del bonsai, il piccolo olmo cinese dei "miei 60 anni". Sono quattro anni ormai che muore e rinasce secondo i tempi giusti, ma che le sue foglie finissero arse non era mai successo. Quando ho visto le prime accartocciarsi e cadere ho pensato al peggio, forse mi avrebbe lasciato e questo pensiero mi ha rattristato.
Fu un dono a sorpresa di mia figlia, inaspettato perché da lontano, ed io in quel piccolo alberello avevo visto un augurio ma pure una metafora della mia vita. Da sessant'anni in poi... sempre più in rinascita. Finché avesse messo foglie e fosse stato in buona salute, sarebbe stato lo stesso per me. E adesso invece mi lasciava sgomenta.
Ho preso così ad osservarlo ogni giorno, più volte al giorno... tutte le volte che mi trovavo a guardare in quell'angolo del balcone che con cura gli avevo riservato, e non capivo. Le foglie arse aumentavano e il vento favonio, improvviso e caldo, completava l'opera. Le portava via in parte, mentre altre si raccoglievano in gruppetti sulla soglia, quasi a farsi notare, come chiedessero aiuto.
Credo ormai sia nota la mia passione per le metafore, ed ancora ne cercavo una in queste mie povere foglie che non volevano morire del tutto.
Sono stata anch'io una foglia minacciata dal sole, ripresa in tempo da ripetuti getti d'acqua ristoratrice, qualcosa perciò ho imparato. Per le foglie che non ce la fanno a resistere, maggiormente bisogna impegnarsi per quelle che saranno. Mai abbassare la guardia e nemmeno disperare, non concedersi soste e continuare a dar vita in tutti i modi. Cura e ristoro, tenerezza e tutto quello che può l'osservazione attenta. Perché se all'oscuro si è...
Ma quando un campanello allerta, non puoi anzi non devi zittirlo. Ora, subito può dipendere da te il ritorno alla normale tranquillità del momento.

lunedì 24 luglio 2017

TRA RASSEGNAZIONE E RABBIA


Dopo la fiaba avrei voluto concludere questo caldo fine settimana con altro tipo di dolcezza, e invece mi ritrovo sulle righe tra rassegnazione e rabbia. Avrei potuto soprassedere, l'ho pure pensato... super partes, devo essere... lucida e distaccata, assolutamente. Ma Chi mi conosce e soprattutto legge ciò che scrivo, sa che è impossibile per me non seguire l'onda emotiva del momento che mi porta a scrivere di getto, così adesso non posso fare a meno di esprimere dolore per un verso, stupore, rammarico e sgomento dall'altro.
Due fatti tristi in un solo giorno non possono lasciare indifferenti, e poi... quanto è più traumatico venirne a conoscenza mentre sei tra un link con un aforisma scontato e uno di quei test con la pretesa di convincerti se sei felice o meno. Internet ha rivoluzionato la comunicazione, e a volte non lo fa al meglio. La notizia di qualcuno che non è più lascia altro genere di impronta se viene riferita da comune amico con cui si condividono ricordi. Si lenisce il dolore, non sminuito ma accarezzato dall'uno e dall'altro, e non sarà pianto dirotto ma una sola lacrima per sempre, ogni volta che se ne parlerà.
La Vita per certi versi pare davvero assurda. Non si fa poi in tempo ad accusare un colpo che te ne arriva subito un altro. In tarda serata, sempre oggi, la notizia dell'aggressione ad un medico nell'esercizio della Sua professione, in ospedale, così senza un motivo. Uno sputo per disprezzo e poi botte in pieno viso... ma perché? Punirlo per colpe non commesse, sfogare rabbia repressa, o semplicemente a causa di un colpo di calore? Voglio sperare, non giustificare, sia stato per questo, uscire fuori di senno è l'unica pietosa concessione che si può fare ad un essere che ha dimenticato ciò che dovrebbe diversificarlo da una "bestia", il Bene dell'intelletto. Anche a lui, a questo punto immeritatamente, fu dato come dono gratuito, e che fa... lo spreca a vantaggio di una forza fisica che si esplica in violenza. Se ricordasse come e perché fu messo al mondo, se provasse a mettersi nei panni di Chi è al servizio di coloro che soffrono, anche nell'eventualità fosse lui stesso in tale condizione, energumeno senza ritegno, forse quel pugno resterebbe a mezz'aria o ancora meglio a battere il petto per un "mea culpa" in extremis.
Si fermi questa ordinaria follia, e Chi può anzi deve, non resti a guardare limitandosi a qualche frase di circostanza, faccia più di qualcosa, mostri autentica solidarietà e tuteli Chi ha speso i migliori anni per essere in grado di curare il Suo simile. Non picchiarlo a sangue.

domenica 23 luglio 2017

STASERA... UNA BELLA FIABA CI STA


Per concederci una pausa, ricaricarci trattenendo pure qualcosa. Una morale si e no, uno sprone, la gratificazione per certi momenti quando non siamo del tutto convinti di agire giusto, temiamo osare troppo, dubitiamo aver contrariato qualcuno.
La fiaba che propongo è di Gianni Rodari, notoriamente scrittore per i bambini ben inteso dagli adulti, il titolo è... La strada che non andava in nessun posto.
E’ la storia di Martino, un ragazzino che abitava in un paese in cui vi erano tre strade e, secondo quanto si diceva tra gli abitanti del posto una delle tre strade non aveva una destinazione, anche se fosse stata percorsa non si giungeva da nessuna parte.
A dispetto di queste credenze, Martino decide un giorno di percorrere quella strada, solitaria fino ad un certo punto, quando si trova dinanzi scodinzolante un cagnolino che pare fargli da guida. Giunse così in una sontuosa villa in cui viveva una signora bella e ricca. La signora lo invitò a visitare le stanze, e in una di queste c'era un tesoro immenso, quindi portò un carretto al ragazzino e convinse Martino a riempirlo con gioielli e pietre preziose.
Al suo ritorno Martino fu acclamato da tutti ed il suo racconto spronò gli abitanti del paese a rivedere le proprie credenze e a percorrere quella strada. Però non trovarono la villa in cui era stato ospitato Martino, ma solo una selva di spine. In realtà solo il ragazzino aveva goduto di questo privilegio, quasi fosse stato un premio per aver creduto ciecamente che quella strada portava ad una meta.
Leggendo questa storia ho trovato affinità con certi Nostri "percorsi di vita", non necessariamente riguardanti la malattia, anche se onestamente riconosco che la riflessione è partita da lì.
Spesso di fronte a ciò che non conosciamo oppure per una scelta obbligata restiamo bloccati. All'improvviso volontà e coraggio sono come annullati, allora diventiamo propensi ad ascoltare le opinioni altrui facendone Nostre convinzioni. Per paura, comodità e pure poca autostima, non considerando che la verità o l'esito felice non può averlo in tasca nessuno e che se errore di scelta deve essere meglio sia per propria responsabilità.
Ma la fiducia in se stessi e nel Cielo raramente delude, quindi trovare il coraggio e osare costituiscono un rischio che vale la pena correre.
E gratificazione riceverà chi avrà mostrato audacia nell’intraprendere e nel seguire percorsi incerti, confidando nella provvidenza e in se stesso.

sabato 22 luglio 2017

IL VENDITORE DI PANNOCCHIE E L'ARTISTA DEL PIANO BAR


Ascoltare il racconto di una storia dai risvolti incredibili, intima e dolorosa, guardare quegli occhi del colore del mare al mattino, quando si immerge il primo raggio di sole, può lasciare non solo senza parole ma altresì suscitare emozioni lontane e pensieri, estranei a tale narrazione, tanto da chiedersi... e adesso che cosa c'entra, da dove salta fuori tutto questo?
Credo sia per la Mente un modo di evadere, cercare distrazione, proteggersi per poi tornare sull' "argomento". Di recente mi è stato pure chiesto se... anzi, perché... scrivessi solo e sempre di cancro, beh... non è così. Il lettore attento che è pure osservatore accorto, segue con costanza e sa notare le fluttuazioni dell'animo, poi annota personaggi e differenze, si capacita alla fine che l'argomento, cancro è solo un punto di partenza per altro, un po' come fu sette anni fa per me sempre, riprendere la vecchia passione della scrittura e continuare a vivere senza pensarci. Sembra uno di quei tanti paradossi di cui è piena l'esistenza di ognuno, contraddizioni esplicative di certi atteggiamenti umani.
Così stasera mi è tornato in mente l'artista del piano bar che animava in pizzeria le serate dell'Associazione cantando con voce baritonale, non mollare mai, ritrovato poi in reparto per curarsi. Anche Lui. Un po' ammaccato ma con lo sguardo vivo e tenace, quasi ridente di sempre, perché se la Vita ad un certo punto si scorda di Te, non puoi fare altrettanto se non vuoi perderla.
Poco prima sotto casa era passata la solita auto con l'altoparlante al massimo e la musica paesana, interrotta ogni tanto dalla voce stridente del venditore di pannocchie. Ogni estate, non ricordo più neanche da quando, e questa ormai è diventata la tradizione del quartiere.
Certo che la Mente ne fa di associazioni strane di idee, in questo caso, ad esempio ho avuto grosse difficoltà anche io per l'interpretazione. Poi me ne sono data una verosimilmente valida.
Gli occhi del mare al mattino... e il suo colore pure cambierà col sole che si leva alto a mezzogiorno.
L'artista del piano bar... di sicuro mai avrebbe pensato di cantare per dare forza anche a se stesso.
Infine il venditore di pannocchie... sempre la stessa musica finché funziona, e poi...?
Per Lui, come per Tutti quella precarietà che si diverte a fare stalking e non abbandonare il campo.
Ma la partita della Vita continua, magari senza asso nella manica però mantenendo duro per non perdere almeno il resto delle carte.

venerdì 21 luglio 2017

C'ERA UNA VOLTA...


C'era una volta nulla, e di quel nulla adesso niente più. Un'asserzione senza senso, un indovinello... una frase in codice? Diciamo, un'asserzione enigmatica da decodificare.
Il giorno dopo un qualsiasi compleanno, si affollano di rigore i ricordi più antichi, tanto più numerosi con l'aumentare degli anni. Essendo nata d'estate, è normale che mi tornino alla memoria le vacanze da bambina, i profumi e i sapori di quel tempo, le usanze ormai cancellate.
Oggi poi, il caso ha voluto che incontrassi una coppia, fascia anni '50, ed è stato straordinario ricordare quel tempo nell'immediato dopoguerra quando il "niente" creava disagio e pur doveva bastare.
La moglie ricordava i pasti frugali preparati dalla mamma. La Sua... una famiglia di contadini riusciva ad andare avanti ma tra gli stenti. Non avevano niente oltre ciò che la terra e gli animali offrivano, e vai quindi con la "pasta e latte", le "polpette di pane" al sugo, e "pane, olio e zucchero" per merenda. Cibi semplici, gustosi e genuini che hanno lasciato qualcosa nella memoria delle papille gustative.
Ed ora invece...? L'anguria bella rossa che sa di cetriolo, le pesche e le albicocche, queste in particolare, dal giusto colore e grandezza , da "accomodare" su qualsiasi portasapone.
Ma come allora si vuole combattere l'obesità, e non solo?...
Gli estrosi estrogeni fuori luogo cominciano l'impresa, grassi, lieviti ed altra robaccia la portano a termine.
Noi eravamo magrissimi e non c'ammalavamo mai...
Vero, perché c'era solo l'essenziale, quello che serve e perciò non può far male.
E il ghiaccio non si scioglieva mai nella tinozza di stagno dove si mettevano al fresco i cocomeri giganti e le bottigliette di gassosa, detta anche da noi bambini di allora, "acqua con le pallucce", e il cono gelato da 20 lire al gusto crema e cioccolato era un'infinita dolcezza di autentici sapori.
Non c'era il frigorifero, né la televisione che assordava. Giocavamo con le trottole di legno e le bambole di pezza, non c'era quel che c'è. Poco o nulla allora che ci fa sentire ricchi ora.

giovedì 20 luglio 2017

IL PRIMA E IL DOPO


Può essere anche per un momento... il prima e il dopo. Comunque segna una svolta pure se non te ne accorgi. Ci pensi però quando compi gli anni. In quell'unico giorno pare che Tu conti più di qualcosa, ciò che fai non è tanto scontato, ti senti importante.
Ogni volta io resto stupita, anche oggi... e ogni volta commossa, ma oggi fino alle lacrime. Si vede che sto invecchiando, però sono contenta perché gli "anziani" si inteneriscono facilmente, sono più vulnerabili, è vero ma della fragilità prendono luce e trasparenza. Ed io in questo preciso istante mi sento così, luminosa e trasparente. Contenta perché determinata nel seguire sempre il Cuore, anche se non sono sempre capita e il mondo ipocrita mi giudica a sua misura o fuori da ogni canone, esagerata. Francamente è opinione che mi interessa poco, oggi ancora meno. Ho compiuto 64 anni, sto invecchiando e sono contenta. Che cosa posso desiderare di più?
Qualche ora fa, seduta ad una panchina su un lungomare senza vedere il mare perché ormai buio, ripensando a questa giornata trascorsa tra messaggi d'auguri, parole scontate, alcune pure sofferte, e tanto affetto non tutto dovuto, mi sono convinta sempre di più che ho scelto giusto.
Come il cielo di notte all'apparenza senza stelle, che a guardarlo bene ad una ad una poi le scorgi, così mi pare di essere stasera, perché di stelle tante me ne sono state regalate in questo giorno che si è appena concluso. Sono i pensieri che hanno illuminato il mio piccolo cielo. Non pensavo davvero di meritare tanto, e per questo il "mio dopo" sarà tutto per ricambiare. Continuerò a... essere per esserci, andare avanti e poi gioire e sentirmi felice. E ancora, per l'età commuovermi pure. Perché è straordinariamente bello sapere di essere amati e presenti nei pensieri di qualcuno.
A quest'ora così tarda che dire ancora? Lascio alle spalle un altro tratto di strada, da domani riprendo a contare e intanto a Tutti proprio Tutti... davvero grazie.

mercoledì 19 luglio 2017

QUEL CHE CI UNISCE


Credo ci sia un filo sottile e quasi impercettibile che unisca gli esseri umani tutti. Deve essere così, altrimenti sarebbe inspiegabile l'analogia di vicende, la somiglianza delle storie, persino il ritrovarsi senza conoscersi. Eppure in condizioni di ordinaria normalità nessuno se ne rende conto, anzi si pensa piuttosto a stare per proprio conto, curare il "piccolo orto" delle certezze. Ed è un vero peccato perché si rischia ad un certo punto di girare invano presi da una strana inquietudine, e poi fermarsi esausti, convinti di poter essere appagati da superficialità passeggera. Ed intanto intorno è il vuoto.
In passato ne sentivo forte il bisogno, oggi ci credo fermamente. Non è vita quella che si priva di relazioni umane, tante e varie, impensabili e ancor più sorprendenti. Come quelle che nascono dalla comune sofferenza, ad esempio... oppure casualmente nell'impegno di sollevare dalla stessa dopo averla provata. In entrambi i casi, "frazione" condivisa con un comune "denominatore", quale è il Dolore, quello importante che alla fine nel bene e nel male lascia i segni.
Una coppia, marito e moglie uniti alla stessa pompa d'infusione, Lui, laringostomizzato pareva voler stare per conto suo per ovvi motivi, mentre si conversava tra i presenti. Poi la condivisione è scivolata sull'esperienza personale, sulla forza della Mente che al pari del Dolore, nel bene e nel male tutto può. Allora con il battere le mani, Lui che fino a quel momento aveva guardato sottocchio e in silenzio, ha attirato l'attenzione e con "filo d'aria" dalla capacità straordinaria ha cominciato a raccontare di sé, della famiglia e della malattia. Questa prende prima la mente... ha detto, e per me è stata pelle d'oca perché ha usato la mia stessa espressione, quella che ripeto sempre per prima a me stessa. Prima di quel momento non c'eravamo mai visti, eppure...
E' un filo sottile che quando lo percepisci ti fa sentire parte di un universo specialissimo e grande. Non esistono differenze di età né di sesso, e colmate sono le più ampie distanze. Si è semplicemente un "tutt'Uno", e basta.

martedì 18 luglio 2017

IL RESPIRO PROFONDO DEL MARE


Un po' per necessità, un po' per svago siamo tornati oggi nei luoghi più volte visitati in quest'ultimo anno. E nonostante la giusta stagione, devo ammettere che vista ed emozioni non sono apparse affatto scontate, perché è vero, dipende sempre da come ci si predispone senza tralasciare lo stato d'animo precedente.
Siamo stati quindi di nuovo sul litorale garganico oggi, un lunedì... qualche volta accade, e dicevo per necessità e svago. In dispensa, l'ultima bottiglia d'olio c'ha messo premura perché andassimo a Carpino, terra dell'"oro verde", e tanti sarebbero stati pure due soli giorni fino a mercoledì. Senza contare che mercoledì abbiamo in programma qualcosa di speciale che sorpresa non è ma ugualmente penso non vada anticipata. Insomma... stamattina siamo partiti di buonora per una mattinata così, al mare da lontano per respirare ed aiutarsi a vedere le cose nel modo giusto, che poi è sempre quello lucido e sereno, fiducioso e a ricarica positiva. E devo dire che l'impresa, in apparenza "mission impossible", è riuscita in pieno.
Il respiro profondo del mare mi ha contagiato. La vastità dell'acqua mossa da onde agitate e comunque regolarmente degradanti a riva, ha catturato mente ed animo. Sentivo il flusso d'aria nei polmoni seguire un ritmo quasi musicale, diventiamo infatti "strumenti" anche in questo, perfettamente integrati nell'armonia dell'Universo o... come pensa Chi è credente... per rendere lode a Dio.
Il vento fresco dopo giorni di grande calura, era più di una carezza, simile ad uno di quei massaggi orientali che con la pressione energica delle dita trasmettono un rilassante, benefico, completo benessere.
E poi la bellezza del panorama... ammirarlo con l'impressione di essere di fronte ad un grande schermo, o vivere un sogno percependo profumi e colori della realtà.
Una meravigliosa mattinata, vissuta in leggerezza con estrema semplicità.
Lo sguardo in alto a cercare invano di seguire almeno un gabbiano in volo, e poi dal lungomare verso il bagnoasciuga mirare incantata due bambini con un secchiello ciascuno fare a gara per svuotare il mare. E ricordare e non sentire più male.

lunedì 17 luglio 2017

ESAMI E STRATEGIE NON FINISCONO MAI


Stamattina qualcuno, preoccupato per il contenuto e i toni dell'ultimo post, mi ha chiesto notizie. Va tutto bene, certo e quei pensieri ieri altro non erano che frutto di preoccupazione, passeggera al momento, ora in verità solo ridimensionata E' sempre così del resto, a sera tornano fantasmi e paure anche se fortemente sviliti, ma passerà comunque lo stato d'animo che pesa, altri fatti, occupazioni provvederanno ad alleggerirlo o a dargli diversa dimensione.
E intanto vivo.
E ci sono prove di ordinaria amministrazione, che appartengono al mio "ruolo" riconosciuto, moglie e madre senza ferie tutto l'anno, per tanti anni che non dovranno pesare, non possono perché se hai superato "quello"...
E invece piacerebbe anche a me qualche volta appoggiarmi o fare una piccola follia o piangere ed essere capita... ma va be, non voglio tediare né far preoccupare ulteriormente, comunque sto meglio, tutto passa e poi ho tanto da fare che non posso permettermi né soste né lagne perché l'altro "ruolo", quello in cui Altri confidano, verrebbe meno e sarebbe delusione in primis per me. Non può essere, quel che mi è stato consegnato, concesso non verrà tradito.
E allora ricorro alle strategie.
Nessuna particolare o ricercata, solamente piccole e semplici cose che donano la gioia di un attimo distraendoti dal momento presente. Stamane ad esempio, mentre ero presa dalle faccende di casa, mi sono fermata per cercare un paio di orecchini minuscoli ed indossarli. Subito dopo, guardandomi allo specchio ho trovato diversa la mia espressione. Ero contenta. Come ai tempi delle cure. Avevo imparato tante piccole strategie, preparare la maglietta da abbinare sempre al solito e comodo pantalone della tuta, oppure gli orecchini o il braccialetto giusti, che mi rendevano più "carina" e dall'aspetto meno sofferente. E poi al pomeriggio... una piccola "coccola", riposare tra lenzuola fresche cambiate al mattino prima di andare, una rivista da sfogliare... il pensiero sempre più reale a quando tutto sarebbe finito per sempre, compresa la ricostruzione che mi avrebbe ridato ciò che con crudele prepotenza mi era stato tolto.
Nella vita siamo sempre sottoposti a prove più o meno difficili e nella misura in cui ci riveliamo capaci di superarle dipende la Nostra crescita e la determinazione per continuare.

domenica 16 luglio 2017

AL RIPARO


Al riparo da sguardi indiscreti, giudizi ipercritici, stizza e piccole ripicche... ho trovato il modo. Fingere di non capire e quindi approvare e condividere, incoraggiare e addirittura imparare a gioire dopo continuo e faticoso esercizio.
Perché per nessuno è facile e per qualcuno è anche più difficoltoso vivere ogni momento.
Scoprirne il bello sempre, e trovare il modo di metter "toppe" anche quando le toppe stesse scarseggiano perché si dovranno allora scovare nei "cassetti" più nascosti dell'anima.
Stasera sono stata in chiesa ed ho seguito poco la celebrazione anticipata della santa messa domenicale, avrei voluto perché ne sentivo particolarmente il bisogno, ma non ci sono riuscita perché presa dalla vivace esuberanza di due gemellini, un maschietto ed una femminuccia, di circa quattro anni. Si muovevano di continuo e pericolosamente sugli scalini laterali all'altare, giocavano e si facevano dispetti, si rincorrevano lungo la navata centrale. Impossibile concentrarsi. Ero entrata in chiesa per ritrovare quiete nel silenzio, poter riflettere e ristabilire in me tranquillità ed equilibrio, e invece... invece a causa di quella distrazione non voluta, mi sentivo stizzita. Strano, perché io adoro i bambini, la loro vivacità non mi infastidisce, anzi mi rasserena perché mi riporta indietro, al tempo in cui ero mamma di "figli piccoli"...
Già... forse ne è passato troppo, tante cose sono cambiate, perciò quell' "esito felice" non è più, soprattutto in questo periodo, proprio adesso che ho quasi l'impressione che tutto vada tanto velocemente da non essere più in grado di andar dietro alle sequenze, temendo di perdere qualcosa e poi pentirmi.
L'intensa e negativa emozione, più che sentimento, provata quest'oggi in realtà era un misto di nostalgia e rimpianto. La Mente ricordava e l'animo commosso, se avesse potuto sarebbe tornato indietro di corsa. Non si può. Nemmeno avvalendosi della fantasia come moviola.
Perché tornano nella memoria momenti di tenerezza inusitata. Fissi nel tempo, unici a dare dolore che sofferenza non è. Allora decido, voglio vederla in questo modo, come poco prima di saltare un fosso. Immagino di essere già dall'altra parte... e così sia.

sabato 15 luglio 2017

DOPO IL TEMPORALE...


Il caldo eccessivo ce lo ha fatto desiderare, ed oggi è arrivato di gran carriera, scoppiato quasi all'improvviso. Il temporale.
Il meteo addirittura mette che pioverà nel pomeriggio...
Il paziente, seduto a letto e col capo basso, e il dito sul display dello smartphone pareva leggesse soddisfatto. Una breve informazione come un articolo di giornale.
Ho guardato fuori, nemmeno una nuvola all'orizzonte, ma niente è impossibile in questa stagione, come in nessuna delle altre stagioni. Un po' quello che succede nella vita, quando tutto procede tranquillo, tra monotonia e novità che poi diventano routine, e un giorno ti si rivoluziona l'esistenza, e sei costretto a fermarti ed anche cercare riparo per non soccombere alla bufera.
E così nel primissimo pomeriggio il cielo si è fatto grigio, poi rabbuiato e infine ha preso a tuonare sempre più forte. Assai contenta, quasi felice ho messo il naso fuori per cogliere l'odore inebriante della pioggia in arrivo. Si è fatta aspettare per un po', poi ha cominciato a scendere a grossi goccioloni, prima radi e in seguito più fitti e violenti, di sbieco trasportati da un vento aggressivo. Come un turbine da un lato all'altro della casa, un misto di foglie secche, terra, polvere ed acqua... un tonfo. Dall'unica finestra rimasta aperta una folata più forte ha fatto cadere il vaso di citrosella che era sul davanzale. Sono entrata nella stanza, e non so perché ho provato un forte senso di solitudine, come non avessi più passato né possibilità di futuro. Mentre raccoglievo cocci e terriccio ho riflettuto. Come tutto può cambiare in un momento, qualsiasi condizione e certezza... per un temporale.
E' continuato a piovere per un'altra ora, e pian piano è tutto finito, lasciando un cielo stranito, l'aria finalmente più fresca, ma con qualcosa che in apparenza ha impoverito.

IL MEZZO BICCHIERE


Comunque lo vedi, il benedetto bicchiere, basterà per continuare. Con le pause, inevitabili e le riprese indispensabili se alla vita ci tieni.
Due periodi perfetti, la sintesi convincente dell'elaborazione di un pensiero... mia figlia direbbe, di una frase fatta. Vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
Due opzioni secche. Stop. Si o no, e poi andrà, il tutto si aggiusterà secondo come "lo vedi" o meglio come prenderai la cosa.
Sarà ché io, sempre di poche pretese, decisi subito di farmi bastare il "mezzo pieno", giuro che ad una terza opzione non c'avrei mai pensato. Vedere il mezzo bicchiere e basta. Né pieno né vuoto, fisso e immobile. Difficile da riempire, impossibile da svuotare.
E una persona che pensa per sé una situazione così, può definirsi ottimista o pessimista?
Vede, carissima signora Maria, io non sono né l'uno né l'altro, semplicemente mi reputo realista...
Il signore incontrato stamattina ha replicato in questo modo alla domanda inespressa ma implicita nel mio sguardo stupito, perché una persona che si definisse realista usando un'immagine talmente inusitata io non l'avevo mai incontrata.
Un realista al negativo, poi affatto giù di morale. Confutava ogni pensiero come un filosofo, mi scrutava quasi per mettermi in difficoltà. C'è riuscito si e no, perché è più facile far sorridere tra le lacrime che far ridere Chi ha un sorriso "stampato" tra il beffardo e il rassegnato.
Eliminato dopo un po' lo scomodo mezzo bicchiere che non ci portava da nessuna parte, ho giocato la carta sempre vincente con Chi non vede via d'uscita...
Metti che stai giocando la partita più importante della Tua vita... quanto punteresti da uno a cento?
Un'esitazione più lunga del previsto, dato il soggetto, evidentemente non si aspettava questo tipo di "proposta", poi...
Non più di dieci...
Ma l'ha detto ad occhi bassi e a mezza voce. Poco convinto o per timore che fosse preso sul serio?
Beh, io non ho creduto a quella "puntata", anche perché tra le righe si era "sbilanciato". A breve diventerà per la prima volta nonno, gli piace andare a pesca, e poi... poi sa argomentare come pochi. Per una persona così, il bicchiere sarà pure mezzo e basta, ma la vita, quella che vive comunque non potrà essere che piena.

giovedì 13 luglio 2017

FIGURA INTERA ALLO SPECCHIO CHE SORRIDE


Pare il titolo di un dipinto, non vi pare? E poi, messo così... è la "figura" che sorride o lo "specchio"? No, non è una domanda stupida, anzi prevede più di una risposta. La mia sarà... sorridono entrambi, che altro non è che... sorridi alla vita e la Vita ti sorriderà, oppure gli Altri noteranno in Te ciò che avrai voluto far vedere. Insomma, la realtà giusta sarà quella che avremo con pazienza ma non drammatica rassegnazione accettato.
Giuro che col "profondo" mi fermo qui, fa troppo caldo e rischierei di annoiare, mi manterrò piuttosto sul leggero, pur non discostandomi dal tema.
E intanto dove prendono spunto i miei pensieri di stasera? Dal Tempo che passa velocemente e... (ahimè), inesorabilmente mettendoci a confronto coi segni che lascia. Sia ben chiaro, a me personalmente poco importa, e le parentesi in cui ho racchiuso a mo' di scrigno il rammarico, ne sono la prova, tanto è che mentre trascorre il tempo mi guardo sempre più spesso allo specchio dalla testa ai piedi, quindi a figura intera e sorrido. Perché mi sono scoperta ottimista e mi piaccio lo stesso, con qualche vena sulle gambe, la postura non proprio corretta, un leggero dislivello dove si può ben immaginare, e qualche ruga leggera. Tra un po' festeggerò gli anni, 64 e sentir dire che non li dimostro è un bel successo, perché significa che li porto bene in tutti i sensi, non ne sento il peso.
Il segreto non è un elisir di eterna giovinezza, ma una regola semplicissima. Di qualsiasi problema o convinzione, ho preso a stabilire come pensiero valido quello che porta meno danno, il "meno peggio" insomma, questo sia in senso pratico che come atteggiamento.
Nello specifico, ad esempio per quello che mi riguarda, meglio ritrovarsi un seno "alternativo" un po' sui generis, che non averlo proprio, in questo modo se non ci bado troppo io stessa, Chi mai potrà notare la lieve differenza?
Disinvoltura, quindi ed intelligenza, sostituendo serenamente le strategie della seduzione fisica con quelle sempreverdi del pensiero.

mercoledì 12 luglio 2017

COME PENELOPE


Di giorno tesseva, la notte rendeva vano il suo lavoro. Per prendere tempo ed ingannare.
Io penso e scrivo di notte, rifletto e mi animo di buoni propositi che di giorno qualcuno o più di uno ridimensiona, rendendo in apparenza inutile il lavoro che faccio su di me. Per contrastare l'abulia da dimenticanza e ripagare con la gratitudine il dono che mi è stato fatto due volte.
Ma come Penelope non mi arrendo. E' questione di intelligenza, è desiderio di continuare a crederci.
Credere che se dai una mano, qualcuno sicuramente l'accetterà, forse incredulo e meravigliato perché è estate, e d'estate è dura già per Chi è costretto, figurarsi per Chi è là di spontanea volontà. Comunque lo farà. Per sentirsi meno solo, cercare di ingannare il tempo, forse pure dimenticare.
Per questo anche stasera sono qui, e non avrei pensato, pure se sono assai stanca dopo un pomeriggio di fuoco in tutti i sensi, e altri pensieri che si insinuano a destabilizzarmi.
E' così quando si blocca qualcosa, sai di voler andare avanti però ti senti inadeguata, come se le parole e le azioni fossero tentativi di mera illusione e nient'altro. Eppure proprio stamattina mi hanno definito "persona meravigliosa", dopo aver formulato la solita domanda per me retorica... "ma come fai?" La domanda retorica in quanto tale non aspetta risposta, ma stasera mi va di replicare, per sentirmi meglio e riprendere a tessere la "mia tela", come Penelope.
Come faccio...? Non lo so, non ci metto impegno, seguo semplicemente il Cuore, ricordando.
Era estate e avrei voluto qualcuno che mi tenesse compagnia, e c'è stato finché fui io ad offrire la mia.
Era estate, ed indolenzita e stanca mi creai una nuvola a mezz'aria dove rifugiarmi a piangere e riposare.
Era estate, e tra sorrisi e lacrime che mi aiutarono a campare mi "traghettai" fino all'autunno, e fu la fine tanto attesa e l'inizio di una "strana nostalgia".
Tutto questo me lo fa fare, e senza che ci metta troppo il pensiero.
Quanto diventiamo complicati a volte per le tante domande. Converrebbe "lasciarsi vivere", procedere secondo la propria natura e il vissuto che l'ha fatta evolvere in positivo.
Mi torna una citazione che ho già riportato un bel po' di tempo fa. E per quel passato che ritorna in tutte le sue forme, la ripeto...
"Alla domanda chi e che cosa siamo noi un vecchio saggio rispose così. Siamo la somma di tutto quello che è successo prima di noi, di tutto quello che è accaduto davanti ai nostri occhi, di tutto quello che ci è stato fatto. Siamo ogni persona, ogni cosa, la cui esistenza ci abbia influenzato, o che la nostra esistenza abbia influenzato..."
Ed io aggiungo... siamo pure il "totale" delle gioie e dei dolori che ci hanno migliorato.

LUCI E COLORI


Mancavano pochi minuti alle nove di sera...
Vieni fuori sul balcone, stai un po' con Noi...
Un invito troppo allettante con il gran caldo in casa che mozza il respiro, e per lo sguardo supplichevole della mia cagnolina... si, stai con Noi, a guardare mentre corro a recuperare la pallina, a cogliere pur nel vento caldo quel leggero e rapido soffio che fa ben sperare.
Così, seduti sulla panca di plastica, ognuno con il pensiero che sente dover tenere per sé e parlando invece delle noiose beghe che non mancano mai, abbiamo preso ad essere spettatori del lento imbrunire. E' incredibile quanto conforti e rassicuri l'unica scena che sta di fronte in un contesto di relativa bellezza, perché all'infuori del cielo di natura non c'è niente. Oltre la ringhiera solo case, e allora ne cerchi le luci, tanto l'ora si presta, e poi noti i colori, e ti accorgi che sono diversi. L'azzurro scuro del cielo, il rosa e il verde, una "punta" di giallo. Luci e colori di un altro giorno che vola via, ma pensarci non mi rattrista, anche se la permanenza in casa per 48 ore mi ha portato ad incupirmi un po'. Non ci posso fare niente, è più forte di me... ho bisogno di esserci, oltre che esistere.
Succede... e non posso farci niente.
Non posso far niente perché è un aspetto della mia attuale condizione.
Sicura quando sono fuori, perché devo esserlo per forza, in casa a volte timorosa perché sono da sola, incerta... "fuori dal tunnel", si dice così... ma poi?
Ecco questo non lo dovrei dire mai e neppure pensare, ma non posso farci niente. Non posso far niente perché anche il "se" è una parte di quel che sono adesso.
A volte si nasconde dietro l'euforia di un giorno, anche di un attimo, altre viene fuori prepotentemente proprio quando non dovrebbe perché devo impegnare tutta la mia forza per altro. Non sono sola.
Sono moglie... e nonostante i taciti ragionamenti e gli sforzi non sono il top.
Sono madre... e non sempre all'altezza. Vorrei poter tutto per i miei figli e ci sono giorni che devo impormi di non pensarli più di tanto perché troppo a lungo a me stessa non ho prestato ascolto né pensiero. E poi, vorrei continuare ad essere la figlia di quella madre che mi manca tanto, sicura che Lei soltanto capirebbe.
Mantenere stabile l'emotività non è cosa facile.
Alcuni giorni mi sento così fragile che vorrei muovermi pochissimo e trascorrere tutto il tempo a pensare... per non urtare e poi magari farne le spese.
Quante conseguenze portano le bufere ma pure le "tempeste in un bicchiere""... sembra che passino e passano davvero ma quel che resta del passaggio lascia i segni.
Come conchiglie vuote sulla sabbia bagnata. Sono vuote perché c'hanno rimesso la vita, ma nell'approdo alla riva sperano in una nuova con quello che resta.

martedì 11 luglio 2017

DAVVERO BASTA POCO


Per me almeno è così, e dovrebbe esserlo per Tutti. Perché si apprezzerebbe per il gran valore la ricchezza in dotazione, quella di base che, sia brillante o meno, comunque è. La Vita.
Vero è che pochi sono capaci di avere e mantenere dall'inizio alla fine un atteggiamento costante di positività, la maggioranza ha bisogno di rompersi la testa per capire quanto sarebbe stato bello in precedenza non avere necessità di fasciarsela.
La realizzazione dei sogni, una vita tranquilla, ogni tassello al posto giusto, ché la vista dell'insieme risulti perfetta secondo l'originario "progetto". Chi non vorrebbe tutto questo? Eppure nessuno, nel modo più assoluto può affermare di aver ottenuto quello che pensava. Se hai una cosa non puoi averne un'altra, e se pure l'avrai entrambe, lo stesso ai Tuoi occhi appariranno dimezzate.
Sei Tu e la realtà che ti sta di fronte, intorno... Per raggiungere l'equilibrio e l'armonia occorrerà incontrarsi a metà strada, difficile che lo faccia la realtà perché tante, troppe sono le componenti in gioco, dovrai perciò farlo Tu, con la rabbia in corpo e i respiri profondi, con una bolletta da pagare e un pensiero bello, magari un piccolo progetto che ti faccia sognare. Ché dei sogni mai potrai privarti, a meno che non li avrai fatti scivolare fuori da quel famoso "cassetto", scorrevole del cambiamento. Adattarsi con ciò che si ha a disposizione, accontentarsi senza rassegnazione... pare molto difficile? La Consapevolezza ancora una volta è chiamata a fare il "lavoro sporco". E' inutile rimpiangere o maledire il passato, spalanco le mani e guardo che cosa mi è rimasto, e poi mi reinvento, in tutti i modi, senza perdere la fiducia, abbattermi o disperare. Quel poco che mi è concesso fare, lo faccio senza chiedere o chiedermi... e poi, che cosa sarà poi? Nessuno potrà mai avere la risposta in tasca, magari sarà un bel "dopo" o forse no, ma conta il presente, no...?!
E il presente è colmo, abbondante di piccole cose, anche di grandi, ma le prime non devi cercarle perché sono sotto gli occhi, le altre dovrai raggiungerle e se non sei ben caricato di minime soddisfazioni, potrai piangere, recriminare, incolpare chiunque, non ci riuscirai.
Torno al punto di partenza, per me davvero basta poco per aggiustare la giornata. Un sogno preso al volo e sistemato più o meno, quindi sul tavolo della cucina una tovaglia nuova a sfondo marinaro e un ventaglio rosso, perché fa molto caldo e sarebbe stato meglio oggi almeno trascorrere la giornata al mare, ma non si può o non si vuole o magari abbiamo col tempo adattato la volontà a quello che era... una Nostra condizione, reale o immaginaria. Va be', insomma... perché stare troppo a pensarci? Finiremmo col sentirci vittime "low cost" di un destino avverso. Siamo unici e originali con qualità intrinseche, non lo scordiamo mai, e quando tutto manca potremo farci amare ed apprezzare per quelle, ché non sono certo cose da poco.

domenica 9 luglio 2017

SCENE DA UN MATRIMONIO... Ieri e Oggi


Qualcuno incuriosito, di certo si sarà chiesto il perché di tanta festa, dopo tutto non sono 25 e nemmeno 40, non parliamo se fossero stati 50... semplicemente di anni sono 38, cifra pari come 2 e Noi due siamo, come 4 e di quattro è composta la Nostra famiglia. Ma non è questo neppure il motivo, solo ho sentito la necessità di "rendere conto" a me stessa per prima, poi alla Vita di quanto e come ho gestito i "talenti" che mi furono dati. Sono una dote per Tutti, una "base" da cui partire, non quantificabile perché le "qualità" le stabilisce ognuno a volte consapevolmente, altre meno, ma in virtù della quale alla fine risulta che nessuno è in funzione degli eventi, bensì per le sue scelte.
Noi Due ci scegliemmo pur essendo assai diversi, io in particolare per la Sua allegria, ridimensionata poi con gli anni, Lui... a Suo dire... per la mia dolcezza, nel tempo diventata un'abitudine per non deludere. Insomma, per una sorta di principio dei vasi comunicanti, ci scambiammo pregi e difetti fino a raggiungere un livello di accettabilità. Non fu mai comunque un "trascinare la carretta", ma desiderare andare avanti con tanta buona volontà, in nome di ciò che avevamo costruito anche superando certi ostacoli. Comprensione... tanta, Amore... non ci piove, Rispetto... a non finire. E quando saltava la mosca al naso, inizialmente per un tubetto del dentifricio maldestramente premuto a metà o una delle mie fisime antiche, e nel tempo da parte di entrambi qualche parola poco accorta, bastava che ricordassimo... finché morte non vi separi, e tutto si scioglieva in un abbraccio o almeno nell'incontrarsi a mezzo sorriso, per non cedere del tutto.
Finché morte non vi separi... e quando questo per un attimo fu più che un pensiero e diventò angoscia e timore, allora comprendemmo del tutto che da lì in poi sarebbe stata un'altra "storia".
E' molto tardi e questa notte è afosa. Un sorso d'acqua nel silenzio, e il ricordo della luna ieri sera al mare. Piena, da guardare mentre si rifletteva sull'acqua. Non da cercare né da sbirciare, alcuna nube a nasconderla nel cielo con poche stelle.
In fondo cambiano le vicende, ma se non succede ugualmente con gli esiti, c'è poco da mostrarsi diversi.
E mentre anche questo anniversario scivola via e si ricomincia a contare, la Notte scende a riportare quiete ai miei pensieri e ristoro alla stanchezza di questi giorni di grande calura.
Dovrò ricaricarmi a dovere per non venir aggredita dal fluttuare di stati d'animo contrastanti, in bilico tra Mente e Cuore continuerò a cercare l'equilibrio per essere la "moglie" serena, la "madre" non apprensiva, l' Amica di sempre. E non è cosa semplice, sapete?... perché nello stesso tempo c'è da fare i conti con quel "domani" che senti fortemente Tuo, ma non sempre vedi chiaro. Poi guardi al Tuo fianco, e il sorriso fiducioso arriva. Perché tutto dovrebbe finire...? Un altro anno e altri ancora ci aspettano.

sabato 8 luglio 2017

SCENE DA UN MATRIMONIO... Ieri e Oggi



Come dire... il Giorno e la Notte, la Luce e il Buio, il Bianco e il Nero. E' vero, l'uno richiama l'altro ma solo perché l'uno è l'opposto dell'altro. Ma per non essere categorica proprio oggi, riprendo l'ultima affermazione e diciamo pure che forse l'Uno inizia dove finisce l'Altro e... viceversa.
Ecco, adesso suona meglio, l'esempio è calzante... "Noi Due" siamo così, come la Notte e il Giorno, la prima nasce quando muore l'altro eppure è ancora chiaro quando spunta già la luna.
38 anni insieme... quanto tempo è passato! Scontrandoci a volte anche in modo vivace perché non abbiamo mai pensato alla stessa maniera né avuto gusti in comune ancor meno caratteri simili ed inclinazioni. Tante volte ci siamo chiesti, litigando e poi ridendoci su... ma cosa mai reciprocamente "ci" sarà piaciuto di Noi? Non siamo mai stati capaci di dare una risposta adeguata, quindi allora come oggi e per sempre... forse tutto o forse niente, chissà...
38 anni... ed oggi abbiamo voluto festeggiare sul serio per la prima volta ma seguendo il Nostro particolarissimo "stile". Al mattino ognuno con la propria libera attività per scelta, pomeriggio e sera... Insieme. Perché un punto d'incontro l'abbiamo sempre trovato.
Una cena romantica... si e no, ma prima tante foto al mare e al cielo che mutano insieme colore sul finire del giorno.
Una così bella serata che mi è venuta la voglia di fare qualcosa di speciale per ricordarla.
Un tempo ancora più antico al mio matrimonio era abitudine che lo "sposalizio" durasse tre giorni e tre notti. Ora Noi non pretendiamo così tanta pazienza, però su quella falsa riga posso preparare un "album" di foto e pensieri, perché dopo del tempo ho messo fuori quello del giorno del mio matrimonio, qualche altra foto dal fondo di un cassetto, e poi ci sono gli scatti di stasera, e i pensieri... manco a dirlo... verranno da sé.
SCENE DA UN MATRIMONIO... Ieri e Oggi. Mi piace. E' il titolo giusto per questo regalo che ricambio con gioia alla Vita.

venerdì 7 luglio 2017

IN FONDO ERANO... SONO SOLO CAPELLI



Oggi non ci do molta importanza, ai miei capelli intendo, sono tornati ad essere una parte"scontata" della mia persona, anche se rispetto ad un tempo mi piacciono di più. Spettinati, in disordine, o freschi di piega vanno sempre bene, ci penso poco e forse il segreto è proprio questo, accettarli così come sono, anche adesso coi "colpi di luna" regalati a dovere dal tempo che passa.
Hai fatto qualcosa ai capelli?... mi è stato chiesto stamattina... Sono più scuri.
Ed io che non li ho ritoccati di colore affatto da quando sono tornati, quasi ci sono rimasta male. Perché li voglio così come la Vita me li ha restituiti dopo che sette anni fa me li rapì senza opportunità di riscatto.
Sono momenti duri davvero, perché si devono accettare tanti cambiamenti, e la caduta dei capelli poi, cornice del volto e sicurezza, intimorisce perché fa apparire sofferenti o peggio ancora... condannati. Ma la vita è ben più importante dei capelli...
Pensare che prima di ammalarmi, dal parrucchiere andavo due volte alla settimana per la piega e non era esclusa una terza per un'eventuale pettinata nel tentativo vano di essere sempre in ordine. Tutto inutile perché non ero mai soddisfatta. Ora i miei capelli sono sempre a posto... così, da soli... poco trattati dal pettine, accarezzati con le mani, giovanissimi nel nuovo aspetto "metal" che li rende alla moda come non mai.
Quando mi fu detto che avrei perso i capelli, cosa che già sapevo... restai di ghiaccio, in realtà della chemio era la cosa che temevo di più. Alla nausea, al probabile vomito neanche pensavo, poi cercai subito di riprendermi, non era tempo di fare la "statua di sale", non sarebbe servito a nulla e così comperai la prima parrucca e non contenta dopo qualche tempo altre due... e furono il "volto giocoso" della mia malattia.
Abituata in fretta al nuovo aspetto, mutevole con la mia voglia di apparire sempre diversa, di quello "antico" neanche mi ricordavo più e fu "altra vita" con un entusiasmo che si rinnovava ogni giorno.
Non mi chiedevo né chiedevo ad Altri quando sarebbero ricresciuti i capelli, non m'interessava perché mi piacevo tanto anche così, forse di più, e quando fu il momento di levar via la parrucca non avevo affatto voglia. Furono i capelli stessi, tanti, consistenti... ricci ed "arrabbiati" a spingerla via... e fu comunque un bel giorno.
Oggi pomeriggio, dal parrucchiere con la testa bagnata e mentre il calore del phon mi faceva prudere la testa, mi guardavo allo specchio e ricordavo.
Il Tempo, per alcuni versi e in certe situazioni, fa veramente un gran lavoro.
Così resta un misto di tenerezza e nostalgia, non più dolore per qualcosa che pur triste, appartiene alla vita e che per questo non si può cancellare, almeno non del tutto.
nb... nella prima foto sono al matrimonio di mia nipote con la parrucca delle "grandi occasioni".
Nella seconda la mia "testolina" acconciata e reduce da uno dei tanti tentativi di coprire magagne e vuoti. I "miei" capelli erano comunque tornati.

giovedì 6 luglio 2017

DUE ALI PER DUE... E ALCUN PROGRAMMA



Ero quella dei giorni a menù fissi, del mese per il cambio di stagione, del bilancio a fine anno. Oggi non ci capisco più niente, sono per la "simpatica" confusione. Nel senso che io e la confusione siamo una cosa sola, la chiamano pure "multitasking", mi pare... fare tante cose insieme, cercare di farle al meglio, non darsi peso se non si riesce. Bene, e così facendo devo riconoscere che alla fine mi sento meglio di un tempo, tanto niente è programmato e tutto quello che ti ritrovi ben fatto diventa un dono dal Cielo.
Stamane sono stata svegliata dalla luce discreta che filtrava dalle feritoie della tapparella, è stato un dolce risveglio anche perché era poco caldo e nullo il disagio, così mi sono riaddormentata, anche se c'era da fare, poi mercoledì, e da qualche parte avremmo dovuto andare. Ma accanto a me continuava a dormire anche "Lui", e allora perché preoccuparsi, affannarsi... cogliere il bello di un meraviglioso presente, questo è il segreto. Quindi, una volta in piedi... tutto con molta calma. Saltato il possibile programma, ne abbiamo prospettati due o tre ancora, ma il tempo vola e abbiamo concluso, per stargli dietro, con un aperitivo al volo.
Certo che i "Nostri momenti" di vita sono proprio cambiati, pure in meglio, e mi chiedo spesso se questo lo dobbiamo alla mia storia recente che c'ha aperto gli occhi, o alla naturale evoluzione di quella che c'accomuna ormai da quasi 38 anni di matrimonio. L'età, le abitudini, il conoscerci a fondo dopo tanto, avranno portato a "lasciarci scivolare via" dolcemente col fluire del tempo? Come due foglie sulla corrente di un lento rivolo... Bella immagine però, come tante frequenti e ricorrenti in questa terza parte della Nostra vita a due. Già, abbiamo imparato anche questo, prima li facevamo solamente i sogni e nemmeno ce li raccontavamo, ora li "fissiamo" in immagini perché ci consolino quando gli acciacchi c'impongono un freno. E' sognare due volte, avere due ali e volare in due, insieme. Così come iniziammo tanti anni fa, con mille progetti, qualche desiderio, e a un palmo da terra.
nb... la seconda foto è la scritta sulla scatola del mio pigiama acquistato proprio oggi. Coincidenza o... messaggio silente?

CON IRONIA


Decisi di partire in difesa, e scelsi l'ironia. Poi volli andare all'attacco, e continuai con l'ironia. Ammetto che non fu cosa semplice, ma in quel momento era la più ovvia perché non c'era alternativa, e così imparai un altro aspetto di me, perché sicuramente era da prima solo che non ne ero consapevole. Beh, fu una bella scoperta... a partire da quando mi guardai allo specchio e mi riconobbi ugualmente, perché quella cicatrice prima mi strizzò l'occhio e poi mi fece un gran sorriso. E con uno "smile" sempre appresso non poteva essere che facile tutto quanto, nell'immediato e in un futuro che ancora continua. Con ironia.
Pur vantando questa dote che col tempo va affinandosi, diventa sottile, fiore all'occhiello di una discreta intelligenza, per me è sempre un piacere incontrare persone anche più ironiche, che affrontano in maniera eroica davvero ciò che ad un certo punto si presenta loro, e in più sono capaci di ritrarne "quadretti comici", sceneggiarli e offrirli come spunto di riflessione e insegnamento.
Tutto questo è straordinario, e se non ci fosse il giusto diritto alla privacy, sarebbe da divulgare come materia di studio per la vita. Specializzazione di Vita.
Espressioni come... non mi faccio problemi, mangio tutto, tanto ci pensa "lei"... riferendosi alla "stomia", o ascoltare il racconto di come tutto cominciò, dei "personaggi" validi e di quelli incompetenti che "non capiscono niente proprio, perché... sint' a me... degli infermieri in questo ospedale il 5% funziona, il 95% è meglio che... ho detto tutto", di fronte a questo, insomma non si può restare indifferenti, guardare in modo assente e pensare ad altro, si deve stare al gioco perché il "gioco" sia condotto fino alla fine a ridimensionare una sofferenza soprattutto psicologica...
Dici?... allora ho replicato... eppure io ne conosco parecchi bravi.
E subito ho aggiunto... Ho capito! Fanno parte di quel 5%... e nella risata generale scaturita si è sciolta la stizza, diluito il dolore.
Perché il bello dell'ironia è che fa in fretta a coinvolgere, e da "scudo" diventa "trincea", e da soli a combattere non si è più.

martedì 4 luglio 2017

UNA RICHIESTA SOTTOVOCE


Da persona tendenzialmente mite ed accomodante amo la parola pacata, i rimproveri taciti, quelli rivolti con la sola espressione del viso se proprio necessari, la discrezione e mai le pretese. Anche se per quest'ultime si potrebbe fare eccezione quando sono garbate, vere richieste sottovoce, che poi appena percepite sono pure da interpretare.
Qualche giorno fa mi hanno fatto un regalo veramente inaspettato, perché non era il mio compleanno. Non posso nemmeno dire che nulla avevo fatto per meritarmelo, sarebbe un'ovvietà in quanto un dono ha la caratteristica di essere assolutamente gratuito, eppure ne sono rimasta stupita come non mai...
Ascolta... prendi quella busta. E' un pensiero per te.
Ma perché...? Non era necessario.
Figurati, non è nulla. Davvero un pensiero, perché sono stata a Lecce, e nel vederlo ti ho pensato.
Grazie... e l'ho riposto tra le "cose" che mi porto dietro ogni volta... il cestino, i crackers, le brochure, il camice. Poi la mattinata è andata tra parole dette ed ascoltate, e non c'ho pensato più. E' stato solo nel tardo pomeriggio che mi è tornata in mente quella scatola bianca, così regolare e compatta quasi volesse intenzionalmente occupare solo lo spazio che serve. L'ho aperta, e ne è venuta fuori una sfera di pietra lavica, così pare, coi fori molto simili a cuori di forma irregolare, poi una sorta di semplice piattino, ed una candelina. Ho assemblato i tre "elementi", e il desiderio di vederne l'effetto è stato immediato e irrinunciabile. Dalla semplicità assoluta una tenera emozione, come per lo sguardo di un bimbo che a braccia levate chiede e dà per scontato di essere preso in braccio.
In silenzio ho voluto ancora ringraziare, ma ancor più similmente rispondere a quella richiesta sottovoce. L'ho fatto con un breve messaggio...
Grazie, è un dono bellissimo. Vedi...? Ho acceso anche la candelina, la sua luce anche se a volte potrà essere tremula, non si spegnerà mai perché saremo in due tenerla accesa. E' la Speranza che mai dovrà essere spenta. Ti Voglio Bene, Amica mia.
E la risposta, inaspettata quanto il regalo, è arrivata quasi subito...
Sono contenta che ti piace. Grazie a te per quello che fai per tutti noi.
Si, è vero... per Tutti Noi. Mi ci metto anch'io però, perché il ritorno di una sola "briciola" da me è per me davvero grande. E' il senso di tutto quanto. Passato, Presente e del Futuro... per quel che sarà.

lunedì 3 luglio 2017

PRIMA DOMENICA DI LUGLIO CONDIVISA


E con il mese di luglio ormai siamo nell'estate piena. Calda, soleggiata soddisferà le aspettative di Chi andrà in vacanza, pigra e accomodante accompagnerà i pochi momenti di Chi si accontenta gode, e cerca e trova il bello ed appagante pure in una gita fuori porta, o addirittura meno.
Strategie di vita, non di sopravvivenza perché comporta una scelta consapevole, intelligente e non perché senza alternative. Resiste non Chi è più forte, bensì colui che si adatta al cambiamento... disse qualcuno, e l'esperienza personale in primis e il confronto quotidiano non fanno che confermarlo. Anche in una domenica come questa appena trascorsa.
Da me fissato un programma a tutto riposo, o meglio all'insegna del minimo indispensabile con la possibilità di fare qualche telefonata rimandata per i tempi sempre stretti, e dilungarmi in quella che è un appuntamento fisso ormai da anni. Così al solito, verso mezzogiorno ho telefonato a quel marito-Amico erede di continuità. Ci sentiamo sempre, praticamente ogni domenica salvo rari imprevisti e mi racconta tutto, dei Suoi acciacchi, delle "disavventure" burocratiche, persino del buon vicinato manco io lo conoscessi, e dei ricordi, qualcuno anche in comune e poi concludiamo con l'augurio di una buona e serena domenica.
Oggi è stata una domenica di "condivisione monotematica", ovvero all'insegna della conduzione domestica con variante culinaria. Il mio Amico ultra ottuagenario ha cominciato da quante "macchine" (leggi... lavatrici) ha fatto, per poi continuare coi menù di ieri, oggi e domani, non rispettosi della tradizione ma esclusivamente del gusto del momento, estemporaneo apparentemente bizzarro, rivelatosi poi... a Suo dire... "eccezionale veramente". Così ieri sugli spaghetti coi peperoni c'ha messo il cacioricotta, oggi aveva preparato pasta e piselli, un'autentica "rivoluzione" nella Sua esistenza, e per domani aveva già in mente la pasta e ceci alla montanara.
Alla montanara...?
Si, alla montanara. Sai come si fa? Si cucina "tuttassieme", provala anche tu e poi vedi che ti mangi!
Io mi sto aggiustando una vita nuova, cominciando dal mangiare. Tutto diverso da prima non per cambiare, ma per non arrendermi. Sennò sarei di peso, e a poco a poco mi chiamerei la morte e non sarebbe giusto. Vivere è un regalo e deve esserlo fino alla fine.
Giusto... ho pensato al termine della telefonata... come avere la possibilità di scendere o salire per una scalinata e notare o meno il bello che la limita. Il mio Amico, attento lo sa bene.