giovedì 17 agosto 2017

E RITORNO A TE (con il pensiero a mia madre)


E novità non è. Al termine di ogni Ferragosto, ma ancor prima durante il giorno, il mio pensiero non può non andare a Lei, che dell'Assunta portava il nome, e poi era tanto tanto altro di più.
Per la giornata avevo da preparare spaghetti con le cozze, l'avrò fatto questo piatto centinaia di volte, eppure oggi è venuto fuori un qualcosa di vomitevole. Colpa delle cozze? Voglio crederlo, ma resta che io resiliente alle tempeste, tuttavia mi sono fatta piegare da un temporale, e penso ancora a quegli spaghetti che meglio sarebbero stati con altra compagnia.
E ho rimpianto tutti i Ferragosto fino a 12 anni fa, quando si andava insieme a pranzare fuori per l'onomastico di mia madre. Era una festa come Natale e Pasqua, non per la specialità del cibo ma perché c'era Lei, ché da quando non è più tutto è cambiato. Mia madre aveva la grande capacità di trasformare gli eventi mettendo in risalto la positività, semplificava la Sua e l'altrui esistenza ridimensionandone la "fatica". La fatica di vivere, quella che si fa sentire quando ti soffermi a pensare al passato trascorso e insieme al futuro che aspetta e a volte... non sempre ma a volte... sgomenta.
Succede e prende una sorta di ribellione, intima eppure visibile, serpeggiante e inquieta.
Chi la vive si sente più forte per poco, Chi la nota non capisce e si chiede... perché... che cosa sarà capitato ancora?
Niente di diverso o nuovo, sarà solo per quel desiderio forse assurdo di non voler mai staccarsi da una realtà che sconvolge e a poco a poco è diventata "mondo"...
... Il mio, coi suoi "volti", le "storie"... i grandi dolori e le piccole gioie.
Succede allora ed è l' "immediata reazione" quando si fa strada la consapevolezza dell'estrema precarietà della condizione umana.
Ogni tanto qualcuno stanco si ferma, mentre gli Altri per un po' attendono prima di continuare.
Da questa attesa nasce l' "intima ribellione", viene fuori con un sospiro e monta piano piano come vento ed energia.
Stamattina in casa non mi sono mai fermata, non volevo pensare ma poi l'ho fatto con maggiore intensità e sono stati
ricordi e tanti pensieri
Perché è questo che succede semplicemente quando senti essere parte di una "globalità". Il "dolore" di uno solo appartiene a Tutti, ma viene fuori una "forza di riscatto" per cui si continua a lottare per la "vittoria". E a sperare, come faceva Lei, mia madre che non si arrendeva ma assecondava l'evidenza con quel Suo sorriso sempre facile a diventare risata.

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