domenica 3 settembre 2017

PER UN PAIO DI BAFFI


Non si può pensare sempre alla stessa cosa, non ci si può disperare all'infinito, occorrono pause anche brevi per ricaricarsi di ottimismo e poi spostarsi più avanti, oppure semplicemente raccontarsi per condividere un "quadretto" di vita familiare con vivaci spunti di ingenua comicità. Questo tipo di condivisione è un vero "toccasana" per Chi racconta ed ascolta, nasce nella spontaneità più assoluta per darsi forza ma pure rassicurare che... si, è tutto a posto, è giusto una parentesi, passerà.
Non ci sono solo quelli che fingono di dormire o tagliano corto quando mi vedono, c'è anche Chi, non faccio in tempo ad entrare, già pensa di aver detto l'antefatto e per questo parte in quarta con l'"episodio divertente".
E' la prima volta che sei qui?... chiedo ad un signore più o meno della mia età che ha tutta l'aria di essere stato interrotto mentre rideva. Di fronte... una ragazza, Sua figlia col medesimo atteggiamento.
Noo... è che non ci siamo mai incontrati, Anzi per conoscerci meglio ti dico che io fino a ieri non ero così.
Pensando si riferisse al cambiamento generale dovuto alla malattia, ho replicato...
Si capisce, Tutti cambiano se viene data una valida opportunità. Anche a me è successo.
Veramente?!? Non mi dire che ti sei tagliata i baffi pure Tu?!?...
E chiaramente è poi scoppiato a ridere...
I baffi... che c'entrano ora i baffi?
Hai voglia che c'entrano... io fino a ieri tenevo i baffi, forse per la chemio stavano prendendo una brutta piega, allora stamattina prima di venire in ospedale li ho tagliati, e sai una cosa? Guardandomi allo specchio non mi sono riconosciuto. Ma veramente dico, non esagero. Avevo vergogna di uscire dal bagno, poi mi sono fatto coraggio...
A questo punto la figlia ha preso a ridere...
Signora mia, papà non si è riconosciuto?! La mia bambina di tre anni, appena l'ha visto ha messo la manina davanti agli occhi, poi sentendo la voce, con gli occhi sbarrati ha detto... nonno, adesso ha due "bue"! Insomma voleva dire che era due volte difettato.
Così raccontavano e ridevano di gusto, e alla fine ho sorriso anch'io. In quel momento era la "pausa" che serviva, mi ricaricava da efficace promemoria... ché non dimenticassi... quanto salutare fosse saper ridere di se stessi sempre, anche nelle situazioni più critiche e controverse.

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