domenica 29 ottobre 2017

SABATO SERENO


Non che gli altri fino ad ora non lo siano stati, normali e tranquilli ugualmente ma per quello che la quotidianità comporta a volte sentiti e vissuti come carico eccessivo. Quindi all'insegna di lamentele e cattivo umore, col conseguente risultato di pesare ancora di più.
Oggi "ho scelto" di vivere questo sabato diversamente, cercando di fare il massimo con l'idea che anche il minimo potesse bastare. Tutto si decide strada facendo, un programma è solo una "linea guida" che se elimini qualche voce o ti concedi una pausa più lunga, di certo non la prenderà male.
Si decide strada facendo, dicevo... si decide non solo cosa fare ma pure come farlo perché possa risultare facilitato, alleggerito, sbrigato in fretta comunque sia. E' una scelta che sembra libera, ma in effetti non è mai per caso, inconsciamente condizionata.
Ho trascorso la mattinata di lavoro facendomi compagnia coi ricordi di allora, quando scoprii di poter amare tutti, anche quelli incontrati da poco. Prima non mi era mai successo, e poi compresi perché capitava solo in quel momento. Negli Altri proiettavo la serenità persa che speravo di riconquistare, ed era conquista che pagavo piacevolmente con sorrisi e garbo. Per essere considerata senza pietà ma con affetto.
Tali pensieri hanno fatto sì che il tempo passasse veloce e con poco danno, nonostante il tentativo di "sciopero" della lavatrice cui non ho ceduto, l'acqua andata di traverso alla piccola Beauty da me rianimata, e il vento forte che si è portato via un lenzuolo poi recuperato.
Tutto è andato comunque, come sarebbe stato anche senza la mia consapevole scelta.
Il tempo che ci è dato non è parametro che possiamo modificare. Durata, modalità, eventi sono incognite da "risolvere" dando il giusto "valore", ovvero scegliendo come e senza chiedersi perché.
Come nel film "Sliding doors", in cui la vita di Gwyneth Paltrow cambiava se riusciva o meno a salire sulla metropolitana, il mutamento è illusorio perché alla fine quello che la protagonista è indotta a fare la condurrà allo stesso finale, sia che prenda, sia che perda quella metropolitana.
A una conclusione simile era già giunto Friedrich Nietzsche in "Ecce Homo" quando parlava di "amor fati", ovvero la serenità che deriva dall’accettare ciò che ci accade sapendo che per larga parte non è determinato dal nostro agire né ci porterà a "traguardo" diverso.
Non che questo compito sia facile, lo stesso Nietzsche impazzì prima di riuscire a riconciliarsi col proprio destino, ma il suo messaggio resta qualcosa su cui riflettere.

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