lunedì 13 novembre 2017

LA "NON INQUIETUDINE"


Sono contenta e serena perché sono consapevole di ciò che mi fa stare bene. Anche nei giorni di tristezza, pure quando qualcosa non va, tanto niente dura per sempre e poi passa, e resta il ricordo e non è detto sia del tutto spiacevole e doloroso.
Domani, come ogni domenica farò una telefonata o la riceverò sempre dalla stessa persona, e sarà per me e quella persona stessa, segno di "continuità". Non so se può essere uguale per Tutti o almeno per i più, ma qualcosa che continua nel tempo, pure se il tempo le ha posto un freno, è un forte segno di "speranza" che non muore.
Cominciai cinque anni fa, la sentivo ogni domenica, la chiamavo sempre alla stessa ora, sapevo che aspettava "quella" telefonata, e quando a volte per un qualsiasi motivo tardava ad arrivare, Lei si preoccupava, pensava potessi non stare bene. Così "stare bene" diventava un mio impegno a prescindere, perchè coincideva con quello di Chi teneva a me, che non aveva obbligo alcuno eppure si preoccupava. Ora non c'è più ma io continuo a sentire Suo marito, sempre la domenica, verso mezzogiorno.
A me da allora per essere serena, basta sapere di occupare un piccolissimo spazio tra i pensieri di qualcuno ed essere ricordata con un sorriso, sempre.
Sono esigente? Potete essere sinceri perchè non me la prendo... ogni appunto, nota o critica sono bene accetti nonostante siano al di fuori di me, cosa solo in parte vera perchè...
Non sei tu solo ad essere te stesso.
Sei presente nelle azioni degli altri uomini,
e questi, senza saperlo, sono con te in ognuno dei tuoi giorni.
Il "prossimo" è null'altro che Noi stessi... liberiamo la Mente e Il Cuore della zavorra, del "troppo" di Noi, e... magicamente sarà l'"incontro".
"Non fare ad Altri ciò che non vorresti fosse fatto a Te"... ed ancora... "Ama il prossimo Tuo come Te stesso"... non sono frasi da pulpito ma dettami per vivere bene in pace con se stessi e il prossimo.
E' così semplice, eppure amiamo complicarci l'esistenza. Chissà perchè... Perché a volte non ti senti pienamente compreso, e invece vorresti spiegare quanto sia molto più semplice relazionarsi con l'Altro se in questo ci si riesce a "specchiarsi". Si eviterebbero tanti malintesi, giudizi gratuiti, frasi ed azioni che fanno male. Il "prossimo" è lo sconosciuto che è in Noi, reso visibile... così come afferma Gibran... ed è pure quello che conosciamo bene da una vita, con cui abbiamo condiviso latte e giochi e poi ad un certo punto ha cominciato a darci fastidio, essere antipatico, così per partito preso. Ci ostiniamo nel tempo su questa posizione e magari quel prossimo tanto a Noi vicino aspetta un cenno per ricominciare. Mentre per una continua situazione di disagio ci neghiamo la "non inquietudine".

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