sabato 11 novembre 2017

UN PIANETA SCONOSCIUTO


Si sa, sempre si ripete, l'ho detto... non si finisce mai d'imparare. E se questo vale per ognuno in senso lato, ché possa vivere con crescente consapevolezza, ancor più serve a Chi approccia per necessità o virtù all'animo umano. A tale scopo Noi volontari non manchiamo ad alcun percorso formativo, che non ha pretesa di abilitare ma arricchire e forgiare una dote innata.
Aiutare Chi sta vivendo un'esperienza dolorosa fa star bene colui che dona ascolto e presenza e Chi ne accoglie il beneficio. Il primo torna alla Sua quotidianità ricaricato da riscontri positivi e maggiore coscienza, il secondo confortato nella solitudine della malattia.
Vorrei comprendere, o meglio poter spiegare perchè in quei giorni "di riposo", quando sono a casa trovo più difficile proseguire per la mia strada. Mi muovo a rilento, sono stanca quasi sentissi tutta sulle spalle, la fatica di questo tratto di via.
Chissà...
Eppure so bene che ogni tanto devo starmene per conto mio, nella realtà che mi appartiene per poter meglio porgere, con la serenità giusta e il sorriso sincero, ciò che ho da dare. Non è gran cosa, niente di preparato, studiato... è solamente il desiderio di riuscire almeno per un po' a non far pensare. Essere l'occasione, lo stimolo e, in quanto persona, una sorta di "promoter" del "vivi qui e ora" senza pensare a "ieri" o preoccuparsi del "domani". Ecco... se c'è una cosa che studio è proprio questa e cerco di farne un "programma", anche se facile non è perchè non so Chi avrò di fronte o pur sapendolo non posso immaginare in quali condizioni fisiche e psichiche.
Non c'è niente di più difficile e complesso dell'animo umano, lo sanno bene gli psicologi che vi approcciano sempre con le dovute cautele, mettendo in conto più di un tentativo.
E allora? Allora, io vado e basta... seguo il Cuore e un pizzico di buonsenso, animata dalla consapevolezza che in quei duri momenti la paura più grande è essere "archiviati" prima del tempo, considerati cause perse, "pratiche" da sbrigare ma senza fretta, tanto non potrebbero servire più per sé nè per Altri.
Questo lo so bene, Dio solo sa allora quante volte c'ho pensato e pianto.
Così... io vado, parlo d'altro e quando non si può cerco aiuto all'ironia, grande alleata dalla capacità di sdrammatizzare e alleviare qualsiasi sofferenza. Cerco di stabilire un "contatto", simile alla mano che si porge al "compagno di cordata" per poter risalire. Ove l'uno è debole, l'altro "tira su" e insieme si va per non cadere e mai sia, precipitare.

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